Loro. Quelli che non sbagliano mai. Quelli che sanno tutto. Quello che ti parlano dall’alto al basso. Quelli che “diciamo le cose come stanno”. Quelli che ti coprono di insulti gratuitamente, che ti diffamano vigliaccamente, che ti deridono altezzosamente, sono loro stessi ai macchiarsi dei peccati di cui costantemente accusano gli altri.
Loro sarebbero “gli ufficialisti”, i “debunkers”, gli “smontatori” di aria fritta, i difensori delle mille versioni ufficiali che fanno acqua da tutte le parti, ma che “se cominciamo a dire che i governi mentono chissà dove andiamo a finire”. Sono esseri senza dignità, autoelettisi a cani da guardia di un padrone che non sa nemmeno che loro esistano, ma che servono comunque fedelmente, convinti – dal padrone stesso, e lì sta il bello – di essere in qualche modo dei sudditi privilegiati.
Ma che poi, per tenere in piedi il loro pietoso teatrino del conformismo, sono costretti a mentire come il più disgustoso verme da giardino, e si riducono addirittura a falsificare le prove per quello che non riescono in alcun modo a dimostrare con la forza della semplice verità.
Chi ha visto la puntata di questa sera di Matrix, dedicata all’undici settembre, sa bene di cosa parlo. Gli altri farebbero bene a informarsi. Scopriranno così che la “prestigiosa” rivista Popular Mechanics, ... ... dietro alla quale i nostri “smontatori” si sono allineati come un sol uomo, si è ridotta a falsificare le prove della “conversazione con il jet bianco”, che è avvenuta ovviamente solo nella fantasia di chi difende spudoratamente i veri criminali dell’undici settembre.
Chi ha usato quel trucco meschino non poteva non sapere da dove stesse stralciando quello spezzone audio, ed è quindi con lucida consapevolezza che Popular Mechanics e History Channel hanno falsificato le prove presentate al pubblico. Con altrettanta consapevolezza, quindi, non possono che agire coloro che, nostante tutto, continuano a sostenere imperterriti le loro posizioni.
Con il loro solito tono saccente ed altezzoso che è, in questo caso, doppiamente ributtante.
Non credo a questo punto che ci sia da aggiungere altro.
Massimo Mazzucco
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