E SE TI DICESSERO CHE POTEVI ESSERCI TU AL SUO POSTO?
di Massimo Mazzucco
Chi non si è domandato almeno una volta, in questi giorni, "ma
come si può arrivare a tanto?" E chi non si è risposto,
altrettante volte, "va beh, bisogna proprio essere bacati nel cervello,
per farlo". Noi stessi, appena uscita la notizia, ci domandavamo che
cosa mai avessero messo in testa a questi ragazzi, per arrivare a fare
quello che hanno fatto. Perchè da soli, uno pensa, non è
possibile regredire di interi millenni in poche settimane.
E invece pare che la risposta sia molto più semplice, anche se
ancora più agghiacciante delle immagini stesse che tutti stiamo
cercando di digerire.
Tra le mille trasmissioni TV dedicate all'argomento, in America,
è comparso ad un certo punto un ricercatore universitario, che
ha mostrato degli spezzoni di un esperimento fatto in
un’università della California, nel lontano 1972. Un gruppo di
volontari avrebbe vissuto per un mese in un ambiente creato
appositamente per loro, che replicava in tutto e per tutto un carcere
di massima sicurezza. Il gruppo venne poi diviso, per sorteggio, fra
carcerati e carcerieri, e furono date loro regole e condizioni che
replicavano anch’esse nei minini particolari quelle di un carcere vero.
Sarebbero stati inoltre isolati dal mondo, senza possibilità di
comunicare con l’esterno, mentre avrebbero potuto ricevere ispezioni in
qualunque momento, ma mai senza un minimo di preavviso. Quello che i
volontari non sapevano, è che c'erano (sì, già
allora!) delle telecamere nascoste in ogni locale della finta prigione.
Per i primi due o tre giorni, tutto sembrò funzionare
normalmente...
E’ il giornalista il vero criminale dei nostri tempi
di Massimo Mazzucco
9.5.04 - All’interno di una bugia grande, affinchè sopravviva,
bisogna introdurre periodicamente bugie più piccole, che la
sostengano da una parte, e ne rafforzino l’effetto sul pubblico
dall’altra. Un pò come i “richiami”per i vaccini, tanto per
intendersi. E se per caso la bugia grande si chiama bin Laden, quelle
più piccole devono necessariamente chiamarsi "cellule di
Alqueda”. Ed infatti, periodicamente, te ne salta fuori una dal posto
più impensato.
Ora, proviamo solo un attimo a pensare che quello che ci dice il
dispaccio ANSA di oggi sia vero: questo vorrebbe dire che ci sono
almeno 5 persone, nella sola città di Genova, che si sono
organizzate in gran segreto per andare in giro (nel tempo libero, si
suppone), ...
LE TORTURE? GIOCHINI INNOCENTI. SONO IN ARRIVO STUPRI E OMICIDI IN DIRETTA
di Massimo Mazzucco
08.05.04 - Se le immagini dei prigionieri torturati ci hanno fatto passare la voglia di mangiare per un pò, sappiate che fra qualche giorno rischiamo tutti di andare a far concorrenza a Pannella per il record mondiale di sopravvivenza a cappuccini e brioches.
L’allegra notizia ce l’ha data un senatore repubblicano, al termine dell’acceso confronto (tutto è relativo, ovviamente) che ha visto da una parte la commissione governativa fingere di torchiare Rumsfeld, dall’altra lo stesso Rumsfeld recitare a perfezione la sceneggiata del padre addolorato-ma-deciso, pentito-ma-orgoglioso, che alla fine è scomparso con una giravolta, dimenticandosi completamente di rassegnare le dimissioni. Prima infatti si è “assunto tutte le responsabilità del caso” come se fosse una semplice formula di rito, poi ha definito “abominevoli, intollerabili ed imperdonabili” le azioni dei suoi soldati come se appartenessero ad un esercito sbarcato da Marte, dopodichè ha chiarito che “se io solo sentissi di non essere più in grado di occupare questa posizione, sarei il primo a dare le dimissioni, senza aspettare che nessuno me lo chiedesse”. Ma che stupidi, come abbiamo fatto a non pensarci prima? Bastava chiedere a lui se crede di aver sbagliato o no, e ci risparmiavamo un sacco di chiacchiere.
Ma il mormorio di malcontento, dovuto alla sua autoassoluzione, è stato presto sostituito da un lungo brivido lungo la schiena, quando un senatore repubblicano, parlando in diretta alla CNN ...
CHI HA IL CANCRO NON PUO' ASPETTARE
Alcune considerazioni sulla medicina alternativa, con il racconto di un'esperienza in prima persona.NOTA: Ciò che segue rappresenta esclusivamente l’opinione di chi scrive. Trattandosi di una materia particolarmente delicata, ognuno è doppiamente invitato a leggere criticamente, a formarsi comunque una opinione propria, e sopratutto a non prendere assolutamente nulla per scontato.
***
E’ difficile accettare un qualunque discorso “alternativo” in medicina, se prima non si è passati dalla amara constatazione che non necessariamente la medicina ufficiale – quel mostruoso conglomerato di pillole, ospedali e dottori che si muove ormai al comando esclusivo delle grandi case farmaceutiche – abbia come priorità assouta quella di curare chi è malato e di alleviarne le sofferenze.
Purtroppo però, per chi volesse approfondire la faccenda, questa si rivelerebbe presto una realtà macroscopica. La medicina mondiale oggi è un mostro ...
50 anni fa iniziava la storica battaglia di Dien Bien Phu, nella quale
avrebbero perso la vita 2000 soldati francesi e ben 20 mila vietnamiti.
Ma il sacrificio di questi ultimi permise ai connazionali una vittoria
che segnava l’inizio della fine dell’impero francese in Indocina. E
nonostante la vistosa sconfitta fosse stata inflitta ad uno degli
eserciti più moderni e attrezzati del tempo, gli Stati Uniti
dovettero imparare la lezione sulla propria pelle, quando cercarono in seguito
di soppiantare i Francesi nel controllo di quella regione.
Andò a finire come tutti sappiamo.
La cosa interessante è che lo stratega della battaglia di Dien
Bien Phu fu lo stesso stratega che poi portò la nazione alla
vittoria finale contro gli Stati Uniti. Si chiamava – e ancora si
chiama - Vo Nguyen Giap: oggi un lucidissimo 92enne (foto a dx),
è stato lui in persona a dare ufficialmente inizio alla
celebrazioni, tornando sul luogo a condividere coi pochi veterani
rimasti le pesanti memorie di quei giorni.
Ora, noi abbiamo combattuto simili guerre di liberazione più di
una volta, nel nostro paese, e sappiamo bene cosa voglia dire...
Una riflessione sul ruolo di Internet nel prossimo futuro, ed un confronto con le due altre grandi rivoluzioni nella storia della comunicazione: la stampa di Gutemberg, e la radiotelevisione.
06.05.04 - Non c’è niente da fare, non ci riescono proprio, è più forte di loro. Nel fondamentalista dogmatico è evidente che la sequenza dei geni responsabile per il gesto delle scuse - diffusissimo in tutte le razze del mondo -deve essersi persa in qualche mutazione più strampalata delle altre.
Lo avevamo già notato in occasione della preziosa opportunità gettata alle ortiche da Bush, alle Nazioni Unite, circa un anno fa (vedi: “Operazione arroganza infinita”), e lì si trattava solo di ammettere di aver voluto un pò strafare, per poi chiedere umilmente aiuto per riportare sotto controllo una situazione che proprio in quel momento iniziava a sfuggire di mano.
Oggi invece c’era la ben più grave necessità di correggere una rotta che sta portando l’America, e quindi il mondo, verso una scogliera che solo un cieco bendato con la testa in un secchiello riuscirebbe a non vedere. Una spaccatura totale, cioè, fra occidente e mondo arabo, con di mezzo quel piccolissimo elemento......
5-5-04 - Si sta
allargando a macchia d'olio lo scandalo delle torture, con nuove
rivelazioni che indicano ormai con certzza come in realtà i
generali USA non solo sapessero tutto, ma fossero pure orgogliosi del
"lavoro" fatto dai propri ragazzi. (A destra nella foto il
super-generale Geoffrey D. Miller, responsabile del canile di
Guantanamo, e orgoglioso inventore di alcuni dei più rivoltanti
metodi di tortura adottati in Iraq).
E mentre Rumsfeld si sta arrampicando sui vetri, pur di negare
l'evidenza, la macchia d'olio ormai è arrivata
sotto la porta della Casa Bianca: da più parti giungono
richieste -
anche dagli stessi repubblicani - di scuse ufficiali al mondo arabo da
parte del
presidente. Nel frattempo è stata messa in circolazione la foto
(all'interno, insieme alla altre) che conferma in pieno le accuse
contenute nel testo della lettera del soldato americano (in un articolo precedente).
AVVISO: Le immagini, ora in circolazione senza i ritocchi
del passaggio in TV, sono ancora più sconcertanti
(a destra, il generale messo al comando di Falluja)
MISSIONE COMPIUTA - di Massimo Mazzucco
Vogliamo continuare a far finta che tutto va bene? Facciamolo. Vogliamo
continuare a credere di aver portato la democrazia in Iraq? Ma come no,
a quintali! Vogliamo continuare tutti a sentirci non colpevoli per
quella gente che ogni giorno – ora, adesso, in questo preciso momento,
mentre io mi gratto il naso e tu ti stappi la birretta ghiacciata –
vive con acqua e viveri razionati, coi moribondi a cui è
impedito ricevere aiuti, con i morti che non sanno più dove
seppellire? D’accordo. Accendiamo il televisore allora, e festeggiamo
uniti il Milan campione d’Italia.
Ma per ogni minuto che lasciamo passare, ricordiamoci soltanto una
cosa: noi, che in una democrazia bene o male ci viviamo – e di cui,
quando serve, siamo prontissimi a vantarci - il nostro governo lo
abbiamo regolarmente votato, e ciò che il nostro governo fa non
è che l’espressione della volontà di tutti noi. In una
democrazia, infatti, l’intera popolazione accetta che le scelte della
maggioranza valgano anche per la minoranza. Ma c’è anche un’alta
caratteristica, nelle democrazie...
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