
di Truman Burbank
Trovo molti dibattiti sulle caratteristiche intrinseche della politica USA e molte chiacchiere sulla nascente Europa. Solitamente questi discorsi vengono fatti sulla falsariga di un discorso convenzionale, variazioni su temi triti e ritriti, senza tentare di risalire alle origini. E le origini vanno ritrovate nelle due diverse concezioni dello stato.
Non mi risulta ancora puntualizzato il fatto che il sistema politico USA tende spesso a comportarsi in modo religioso, come un integralismo dove il dollaro (e quindi l’economia) è il dio idolatrato, che guida anche la politica. La forza espansiva dell’impero è sì dovuta ad una tendenza insita nella costituzione materiale degli Stati uniti, ma anche a questo aspetto religioso. Al di là delle apparenze, negli USA non c’è altro dio al fuori del Dollaro e tale dio governa anche lo stato.
I VERI OSTAGGI SIAMO NOI
Anche l'Italia sta scoprendo lo "spin", quell'effetto mediatico che i politici americani conoscono e usano ormai da intere generazioni. Intraducibile con un termine secco, lo spin è quell'effetto - rotatorio, ma anche centrifugo - che si imprime alla trottola con una decisa mossa del polso, e che le permette di continuare a girare per moltissimo tempo sul singolo spunto iniziale. Lo spin può essere, ovviamente, destroverso o sinistroverso, e più efficace è il colpo che si riesce a dare inizialmente, più difficile diventa per la controparte arrestarne il moto, o addirittura invertirne il senso di rotazione. Solo i grandi maghi della comunicazione - Cheney è sicuramente fra questi - sono capaci di cavalcare uno spin avverso e far sembrare che stia ruotando nella tua direzione.
In Italia ci stiamo attrezzando, evidentemente, e a farne le spese sono oggi Simona & Simona, ovvero tutti noi. Non bastavano infatti le 4 settimane che ciascuno di noi ha generosamente immolato sull'altare del melodramma nazionale, adesso siamo anche riusciti a farci coinvolgere in una bega post-drammaturgica, che ha tutta l'aria
IL PRIMO SCONTRO KERRY-BUSH FINISCE UNO A ZERO. PER TUTTI E DUE
Sottolineando ancora una volta le profonda spaccatura ideologica che c'è oggi in America, si può dire che Kerry e Bush si siano sonoramente sconfitti a vicenda, nel primo dei tre dibattiti previsti prima delle elezioni, conclusosi da poche ore.
Lo scontro infatti non era, come ci si potrebbe aspettare, sulla politica estera, piuttosto che sulla guerra in Iraq o sul modo di combattere il terrorismo mondiale. Quelli erano solo i temi previsti per la serata, grazie ai quali si sono nuovamente affermati i due tipi di mentalità, assolutamente inconciliabili, che caratterizzano la spaccatura di cui parlavamo.
Da una parte hai il progressista, che ragiona induttivamente, e giunge alle sue conclusioni - giuste o sbagliate che siano - partendo da quella che ritiene essere la realtà di fatto: questa è la situazione - dice - quindi io farei cosi cosi e cosà.
Dall'altra hai il conservatore, che ragiona invece deduttivamente, e che cerca in qualche modo di adattare la realtà di fatto a quelle premesse che non può in nessun modo permettersi di cambiare. Siccome siamo venuti in Iraq a portare democrazia - dice lui - quello che vediamo non può che essere uno scalino del percorso che ci porterà a quella destinazione.
Ecco alcuni fra gli scambi più significativi avvenuti fra i due candidati. ...
GLI SCIACALLI DELLA FELICITA ALTRUI
Un rapimento condotto chiaramente con l'accordo delle autorità irachene, che rispondono al governo fantoccio messo in piedi dai nostri alleati - e quindi da noi stessi - si sta rapidamente trasformando in un'occasione di giubilo da parte di chi per primo ne ha creato le premesse, e poi non ha fatto assolutamente nulla per impedire che avvenisse. Esattamente come a Nassyria, per chi avesse già dimenticato la complicità passiva del nostro governo in quell'azione, denunciata al tempo addirittura dal Washington Post.
Con Simona & Simona la scommessa poi era a senso unico: se ti va male vinci, se ti va bene stravinci. Intanto, se ne andavano comunque le ONG di mezzo mondo, e poi, se andava male con le ragazze, si potevano continuare a rovesciare tonnellate gratuite di letame...
NEL NOME DI ABRAMO
All'interno poniamo ai lettori un quesito molto semplice. Vi sono tre uomini di cui non vediamo il volto: uno è musulmano, l'altro cristiano, il terzo ebreo.
Siete in grado, con un'unica domanda posta a ciascuno di loro, di stabilire con certezza chi sia il musulmano, chi il cristiano e chi l'ebreo?
Chi avesse una risposta valida, può passare al secondo livello.
Siete in grado, con un'unica domanda posta a due soltanto di loro, di stabilire chi sia il musulmano, chi il cristiano e chi l'ebreo?
Siete in grado infine di farlo, ponendo una sola domanda ad uno soltanto di loro?
LA STRATEGIA DEL RAGNO
Chiunque sia lo stratega che tira le fila della battaglia dei repubblicani per riconquistare la presidenza, deve essere come minimo un incrocio fra Niccolò Macchiavelli, il Cardinale Mazzarino e Garry Kasparov. Con un tocco di Lucifero che non guasta. Se ne deve essere accorto di sicuro Dan Rather, il noto giornalista americano che oggi si ritrova nell'occhio del ciclone, per lo scandalo dei documenti falsi messi in onda di recente dalla CBS.
Dan Rather forma, con Walter Cronkite, la coppia indiscussa di colossi giornalistici televisivi americani che hanno marcato la storia di quel paese sin dall'era di Kennedy. Ma mentre Cronkite, oggi ultraottantenne, è da tempo a riposo, Rather, di una decina di anni più giovane, è ancora nel pieno delle sue attività. Rather è fra quelli che realizzarono i primi, schoccanti reportage dal Vietnam, che alla fine causarono il ritiro dei Marines e la fine della guerra. Rather è quello che riuscì a realizzare la storica intervista fra i peshmer afghani, durante la guerra contro i sovietici. Rather è quello che mandò apertamente al diavolo George Bush padre,...
LE FONTI ALTERNATIVE
Si chiacchierava con un amico, qualche giorno fa, e lui - incurabile pessimista - si diceva preoccupato perchè non vede fine alla crisi del petrolio, se non in un imbuto di ingordigia che porterà necessariamente ad un'ulteriore escalation di violenza militare nel mondo. Io gli rispondevo - incurabile ottimista - che le variabili che intervegono, nella storia, ad influire sul corso di certi eventi, sono talmente complesse che sono di solito impossibili da valutare a priori, ma che da sempre l'umanità ha mostrato di saper trovare soluzioni assolutamemte impreviste, adeguandosi proprio all'evolvere di queste variabili.
Apparentemente, sostenevo io, se vincerà Kerry - o meglio, se perderà Bush - cambierà poco. Ma in realtà quel poco sarà fondamentale. Già Al Gore aveva rimarcato, nella sua catastrofica battaglia elettorale col figlio dell'ex-presidente, che una necessità fondamentale per gli Stati Uniti era quella di gettare la maggior quantità possibile di risorse nella ricerca e nello sviluppo di fonti alternative di energia, così da ridurre progressivamente, nel tempo, la dipendenza da petrolio degli Stati Uniti. Cosa che invece, con un clan di petrolieri al comando del mondo - produttori essi stessi, ed associati fino al midollo con la famigila reale saudita - non sarebbe certo mai successa. (Anzi, è successo proprio l'opposto, cioè l'11 Settembre).
Ebbene, a giudicare da una serie di recenti articoli, gli Stati Uniti stanno già facendo istintivamente quello che avrebbero da tempo dovuto fare …
LE NOTIZIE E LA VERITA
Le notizie drammatiche in queste ore si accavallano, e ovviamente nessuno di noi è sufficientemente freddo da non lasciarsi coinvolgere, specialmente ora che sembra tornato in gioco il destino delle due Simone. Ci sembra impossibile, infatti, che del male possa esser fatto a persone come loro, o come agli stessi giornalisti francesi ancora in ostaggio: persone pulite e generose, che nulla hanno da guadagnare da questa avventura, mentre, nel voler dare, rischiano di fare la fine del già quasi dimenticato Baldoni.
Ma c'è da tenere presente, prima di tutto, che in Iraq la situazione ultimamente è profondamentre mutata. Il paese - checchè ci raccontino i nostri TG - è praticamente alla guerra civile. Nel triangolo sunnita la violenza ...
NICK BERG, PAUL JOHNSON, OLIN ARMSTRONG. TRE DECAPITAZIONI, UNA SOLA REGIA.
ANCHE I CATTIVI SOFFRONO DI DEPRESSIONE
di Vincenzo D'Urso
Perché no? Concedere la grazia a Saddam. Appena sentito la notizia, mi è venuto da ridere. Ero ancora nel letto, è mi è sembrato uno di quegli strani scherzi che ti fa il cervello, quando non vuole saperne di abbandonare il mondo dei sogni. Poi mi sono svegliato del tutto, ho fatto un rapido giro, e ho trovato conferma un pò dappertutto. La notizia era vera.
Leggo, ad esempio, su repubblica.it, che Saddam è "il leader crudele che non ebbe pietà dei suoi oppositori politici e sfidò gli Stati Uniti..", e mi viene in mente quando, nel 1982, proprio Donald Rumsfeld viaggiava a Baghdad per stringere la mano di Hussein e complimentarsi personalmente con lui della sfida. (O forse suggellava l'accordo raggiunto per i milioni di dollari di armi che gli aveva appena venduto personalmente? Boh, non ricordo). Ma comunque Iyad Allawi, attuale "premier" iracheno - nonché ex uomo CIA - ci dice che…
Leggi tutto: Il Golem ed il Leviatano