Continua la cavalcata di Fefochip alla scoperta del microbiota.
di Federico Giovannini
Grande fu la scoperta del mondo dell'invisibile. L'uomo, forse per la prima volta, dava un volto ai suoi demoni, a delle piccole forme di vita che gli provocavano malattie.
Koch nel 1876 riuscì a coltivare il batterio dell'antrace (Bacillus anthracis) e nel 1882 arrivò a capire che la tubercolosi era causata da un altro minuscolo esserino, il Mycobacterium tuberculosis. Anche Louis Pasteur, praticamente nello stesso periodo, portava avanti studi importantissimi che muovevano i primi passi nella comprensione del mondo microbiologico, studiando i batteri della birra, e arrivando all'idea di pastorizzazione (dal suo nome ovviamente), per proseguire nello studio con la scoperta di vari microorganismi che provocavano malattie al bestiame (colera dei polli, carbonchio del bestiame). Questi due geni gettarono le basi della microbiologia, e con essa tuttavia un altro germe altrettanto minuscolo e altrettanto potenzialmente mortifero nella mente dell'uomo: l'idea che le malattie fossero causate dalla presenza di uno specifico microorganismo, il concetto di unico e individuabile agente eziologico (patologico), sempre e solo quello.
Da allora buona parte della medicina moderna occidentale si è sviluppata a partire da questo meme.
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Dopodomani i cittadini islandesi andranno al voto per eleggere il nuovo Parlamento. Stando ai sondaggi si prevede una clamorosa vittoria del partito dei Pirati (si chiamano proprio così), un partito che sino a quattro anni fa non esisteva nemmeno. Fondato dall'attivista Birgitta Jónsdóttir come "costola" dell'omonimo partito svedese, all'inizio il partito dei Pirati era poco più di una start-up nata in Internet, che voleva combattere le leggi internazionali sul copyright digitale. Ma quando il primo ministro islandese è saltato sulla mina dei Panama Papers (aveva delle società offshore intestate alla moglie, e ha dovuto dimettersi), il partito dei Pirati ha cavalcato lo sdegno nazionale, diventando rapidamente una formazione con un importante peso politico.
E ora rischiano addirittura di vincere le elezioni (i sondaggi li danno al 22%). Non raggiungeranno probabilmente la maggioranza assoluta in Parlamento, ma l'establishment politico da oggi in poi dovrà fare i conti con loro, per continuare a governare.
I Pirati si definiscono "né di destra né di sinistra" (vi ricorda qualcuno?), e siccome sostengono di voler combattere corruzione e malgoverno, i media occidentali si sono affrettati ad appiccicargli l'etichetta universale di "populisti", molto bravi a protestare ma molto meno bravi a fare proposte.
In realtà, se andiamo a guardare il loro "manifesto elettorale", qualche ideuzza sembrano avercela anche loro.
Trovo geniale l'idea dei 5 Stelle di aver proposto a tutti i parlamentari un dimezzamento del loro stipendio.
I 5 Stelle infatti già sapevano che la loro proposta non sarebbe stata accettata, e quindi ora si preparano ad incassare i vantaggi di questa bocciatura da parte del resto della classe politica.
Pensate, con questa semplice mossa i 5 Stelle sono riusciti a dimostrare che la faccenda della "riduzione dei costi del parlamento" - tanto sbandierata nella nuova riforma costituzionale - è in realtà un misero specchietto per le allodole. Lo ha confermato, involontariamente, l'ex-leghista Marcolin (ora con Verdini), quando ha dichiarato: “Il vero problema dei costi della politica non riguarda lo stipendio dei parlamentari, ma gli sprechi e l’inefficienza della macchina amministrativa."
Ma allora, caro genio della dialettica, perchè strombazzare dal mattino alla sera che la nuova riforma porterà ad un abbattimento dei costi della politica, se "non è quello il vero problema"?
Mi è capitata fra le mani una foto dei cosiddetti "italiani eccellenti" portati da Matteo Renzi la scorsa settimana alla Casa Bianca. Costoro, secondo la scelta del nostro primo ministro, dovrebbero rappresentare il meglio dell'Italia.
Roberto Benigni: un traditore del cinema a doppia mandata. Prima volta traditore, perché ha rubato l'idea di "La vita è bella" ad un suo collega, il regista rumeno Radu Mihaileanu. Mihaileanu aveva mandato a Benigni la sceneggiatura del suo film, "Train de vie", chiedendogli di fare il protagonista. Benigni finse di non essere interessato, solo per correre di nascosto a scrivere il suo film, "La vita è bella", con il quale avrebbe vinto l'Oscar. Le trame dei due film sono diverse, ma l'idea di ambientare un film comico sullo sfondo dell'Olocausto è identica. Seconda volta traditore, perchè mentre il film di Mihaileanu finisce - giustamente - con il protagonista dietro al filo spinato di Auschwitz, quello di Benigni finisce in modo antistorico, con un happy end del tutto improbabile che strizza l'occhio ai poteri forti di Hollywood: quando mai un ragazzino esce vivo da una Auschwitz liberata dagli americani, solo per incontrare la sua mamma che lo aspetta sorridente sotto un albero? Nemmeno negli spot del Mulino Bianco succedono queste cose. Ma, lo sappiamo tutti, pur di vincere un Oscar c'è anche chi è disposto a stravolgere il senso della Storia.
Beatrice Vio. Lo sport paraolimpico è una triste invenzione dei tempi del politically correct: da una parte il mondo delle persone normali, che si ripuliscono dai sensi di colpa verso gli handicappati inventando delle Olimpiadi fatte su misura per loro. [...]
Provate a fare una ricerca con le parole "Bermuda triangle debunked", e vi usciranno oltre 30.000 hits. La notizia infatti è rimbalzata dappertutto, dal New York Post al Daily Mail, da Yahoo News fino a Russia Today.
E quale sarebbe questa notizia? Che il fantomatico mistero del Triangolo delle Bermuda è stato finalmente risolto: la colpa per le sparizioni misteriose di centinaia di navi ed aerei nel corso della storia sarebbe tutta di un tipo particolare di nuvole "esagonali", che sarebbero state osservate proprio sopra la zona incriminata. (Sono quelle che vedete nella foto del titolo. Qui il video originale da cui è tratta l'immagine).
In altre parole, secondo alcuni meteorologi, queste nuvole esagonali possono essere la causa di improvvise "bombe d'aria" che si abbattono a grande velocità verso la superficie del mare, creando vortici capaci di far cadere un aereo, e creando improvvise onde capaci di inghiottire interi vascelli.
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di Giuseppe Turdo
Scrivo le seguenti considerazioni da geologo e da studioso e appassionato di mission lunari, con una certa tendenza a credere al complotto a fasi alterne (v. nota a fine articolo).
Sinteticamente, per chi crede alla versione ufficiale, le rocce raccolte sulla luna costituiscono una delle prove a supporto della veridicità delle missioni Apollo. Per i sostenitori del complotto lunare, sono soltanto pietre raccolte (o fabbricate) sulla terra e spacciate per lunari. Dirimere la questione è difficile; si può tentare di fare una escursus storico dell’evoluzione delle conoscenze acquisite sulle rocce lunari, per cercare di capire da quale parte possa pendere la bilancia: complotto o versione ufficiale.
Sullo studio delle rocce lunari esiste una bibliografia sterminata, con tanto di analisi mineralogiche e chimiche. Tra l’altro, alcuni campioni sono stati studiati da laboratori di tutto il mondo e non solo dai geologi della NASA. Moltissime di queste analisi sono liberamente disponibili su siti internet e su varie pubblicazioni. Alle rocce raccolte durante le missioni Apollo (circa 380 Kg) vanno aggiunti alcune centinaia di grammi raccolti dalle sonde sovietiche e anche i campioni analizzati in situ dalle sonde Surveyor, Luna e Chang’e’.
Mi permetto subito di dire che, anche ammettendo che i campioni di roccia provengano effettivamente dalla luna, alcuni di essi non sono per niente rappresentativi della composizione originale del nostro satellite e ci dicono poco sulla sua geologia o, addirittura, sulla sua origine.
Se c'è qualcuno che ancora non ha capito quale sia l'importanza del cosiddetto "media news cycle", ovvero il ciclo giornaliero delle news americane, vorrei offrirgli questa breve riflessione.
Io per abitudine guardo la CNN almeno un'ora al giorno. Nell'arco di quell'ora, infatti, mi rendo conto di quale sia il ciclo particolare delle news di quel giorno (dopo un'ora le notizie cominciano a ripetersi, e a meno di eventi eccezionali non cambiano più fino al giorno dopo). Partiamo quindi dal clamoroso scoop del Washington Post, che lo scorso venerdì (7 ottobre) ha reso pubblico il video del 2005 nel quale Donald Trump si vantava di poter fare alle donne tutto quello che vuole, "perché tanto lui è famoso".
Non appena compresa l'importanza della notizia Trump è corso ai ripari, e nel giro di 8 ore (venerdì sera) ha pubblicato su Facebook un video nel quale "si scusava" per quelle dichiarazioni, giustificandosi con il fatto che "però Bill Clinton ne racconta di molto peggio, quando andiamo insieme a giocare a golf".
Il sabato mediatico è quindi trascorso a decidere se le scuse di Trump fossero sufficienti (e sincere), oppure no. Poi c'è stato il confronto diretto con la Clinton, domenica sera, e l'argomento ha occupato una sana mezz'ora del dibattito a reti unificate.
di Fabiomln
Tutti abbiamo sentito parlare delle teorie evoluzionistiche Darwiniane anche se in realtà quelle a noi giunte sono quelle Neodarwiniane.
A molti invece sono sconosciuti i contenuti delle teorie Eugenetiche formulate da Galton (ad esclusione dei lettori sempre informati di questo sito), cugino di Darwin.
Tutto sommato le teorie eugenetiche (genetica positiva e per estensione buona razza) sono piuttosto semplici e costituiscono il parallelo in campo sociale delle teorie neodarwiniane in campo biologico. Così come in campo biologico è in atto una continua selezione naturale con affermazione del più ‘adatto’, sarebbe stato altrettanto possibile vedersi affermare una società migliore favorendo quei processi di riproduzione selettiva dei soggetti ‘migliori’ e contemporaneamente limitando quelli di riproduzione fra soggetti valutati ‘inferiori’. L’eugenetica avrebbe portato ad una società divisa in due: ‘eugenici’ e ‘cacogenici’. A quest’ultimi, i meno adatti, si sarebbe dovuto impedire per quanto possibile di riprodursi, al fine di garantire e accelerare il processo di selezione di una razza migliore.
Molte nazioni, sia in Europa che oltreoceano, abbracciarono all’inizio del ‘900 le teorie dell’eugenetica che culminò nel programma nazista di eutanasia, Aktion T4.
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