Quando ho sentito il primo ministro Conte che, di fronte all’annuncio dei dazi che gli americani vogliono imporci, ha commentato abbacchiato: “Faremo il possibile per contenere i danni”, mi è venuto un impulso di rabbia. “Ma come - mi sono chiesto - questi vengono qui, ci annunciano che danneggeranno in modo sostanziale le nostre esportazioni di prodotti alimentari verso gli Stati Uniti, e noi non facciamo niente? Ma perché allora noi non gli mettiamo dei dazi sulle gomme americane, sui blue-jeans, sui film di Hollywood, sulle automobili di Detroit, e su tutto quello che importiamo dall’America? La Jeep adesso la fanno in America, giusto? E allora perchè non mettiamo alla Fiat–Crysler dei bei dazi sulle importazioni delle loro macchine, e facciamo pari e patta?”
Poi qualcuno mi ha spiegato che in realtà questa legnata dei dazi ce la meritiamo, perché siamo stati noi europei, per primi, a violare gli accordi internazionali, nell’ambito del progetto Airbus. Per cui questo non sarebbe altro che un “pareggio dei conti” rispetto ai vantaggi che avremmo avuto in precedenza.
Interessante intervista di Byoblu ad Alfredo Ravelli, il cugino di Rolando Pelizza. Pelizza è stato il “braccio destro” di Majorana, e sostiene di aver costruito una macchina in grado di dissolvere e di trasmutare la materia, generando energia a costo zero. Secondo Ravelli Majorana avrebbe vissuto almeno fino al 2001.
Fonte BYOBLU
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti.
Durante i commenti all’articolo su Greta Thunberg, un utente ha scritto: “Pensi che Massimo [Mazzucco] lo lascerebbero parlare alle Nazioni Unite?”
Domanda retorica, ovviamente, che però mi ha fatto pensare: “Se io davvero avessi un palcoscenico del genere, per pochi minuti, come lo utilizzerei per trarne il massimo vantaggio?”
E a questo punto giro la domanda a voi: se aveste tre minuti in diretta mondiale, sul palcoscenico delle Nazione Unite, che discorso fareste?
Vi invito nei commenti a pubblicare ciascuno il discorso che farebbe in diretta mondiale alle Nazioni Unite, se ne avesse la possibilità. (Se esce qualcosa di buono lo mandiamo a Guterres, a magari lui vi invita. In fondo, se ci è riuscita Greta, perchè non dovrebbe riuscirci ciascuno di noi?)
Incazzata e sdegnosa, Greta Thunberg ha aggredito la platea delle Nazioni Unite con parole velenose, accusando i politici di tutto il mondo di averle “derubato i suoi sogni e la sua infanzia”. “Siamo alle soglie di una estinzione di massa – ha dichiarato dal suo podio – e tutto ciò di cui riuscite a parlare sono i soldi e queste favolette di una crescita economica infinita. Ma come osate!”
Il contenuto dei suoi discorsi non è cambiato, ma quello che è cambiato è il tono: non è più la piccola e dolce Greta, timida e sottomessa, ma una specie di vipera che accusava la sua platea con dei toni da telenovela, sottolineando addirittura le proprie frasi con l’inarcare delle sopracciglia, un po’ come facevano gli attori del cinema muto del secolo scorso.
Tutto questo non deve essere piaciuto a molte persone, anche perché Greta ha fatto esplicitamente il nome delle nazioni che più di altre sarebbero colpevoli di questa devastazione ecologica: Germania, Francia, Brasile, Argentina e Turchia.
Una divisione del National Health Service (NHS) del Regno Unito offre ora servizi di transizione di genere a bambini di età compresa tra tre e quattro anni.
Il Gender Identity Development Service tratta i bambini con presunta disforia di genere su Internet, offrendo loro terapia, diagnosi e persino farmaci che alterano gli ormoni.
Va da sé che diagnosticare un bambino di cinque anni come transgender è ridicolo. La decisione del SSN di adottare tali pratiche probabilmente porterà a problemi psicologici duraturi per migliaia di bambini.
di Uhura
Non posso crederci. Leggo la notizia che mi lascia senza parole. E’ accaduto ancora. Catania, una giornata di fine estate ancora molto calda: un papà ha dimenticato il suo bambino nel parcheggio del posto di lavoro e solo all’ora di pranzo, allertato da una telefonata della moglie, si rende conto di ciò che è accaduto. Si precipita verso il parcheggio per constatare che il suo bambino è lì, privo di conoscenza : guida come un forsennato fino all’ospedale ma per il suo piccolo non c’è più nulla da fare. Muore così l’ennesimo bambino dimenticato per ore, in macchina , sotto il sole ed inizia così una ennesima tragedia per due genitori che nulla di male hanno fatto se non vivere in un’ epoca folle che ci sta annientando tutti. Questo bambino ha pagato con la vita una disattenzione che non mi sento – in tutta franchezza – di attribuire esclusivamente ad una “imperdonabile distrazione” (come vorrebbero certuni) di un povero padre distrutto dalla tragedia e da un inevitabile senso di colpa.
Sono fatti che accadono sempre più spesso e credo sia venuto il momento di provare a dargli un’interpretazione altra da quella comunemente offerta. Gli psicologi ( che non sono sociologi) hanno il compito di fornire una spiegazione che rimane confinata sul piano individuale e che si fa interprete di meccanismi nei quali può incorrere una persona stressata; il compito dello psicologo si esaurisce quindi nell’analisi del fenomeno sul fronte individuale. Tuttavia, il singolo individuo è inserito in un contesto sociale che sovente detta regole anche impietose.
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti.
Quello della metamorfosi del linguaggio è un fenomeno davvero curioso. Ciò che fino a ieri era innominabile, può tranquillamente stare sulla bocca di tutti, se soltanto gli cambi il nome.
Il portavoce della marina americana, Joe Gradisher, ha appena confermato alla CNN che alcuni oggetti volanti misteriosi, che compaiono in un video “onboard” della marina del 2004, sono effettivamente “fenomeni aerei non identificati” (Unidentified Aereal Phenomena).
Abituiamoci quindi a questa nuova sigla, UAP, perché da oggi questi oggetti ufficialmente esistono. Basta non chiamarli UFO.
Oggi ho avuto uno scambio con una persona che non conosco, su Facebook.
Questa persona mi ha scritto: “Buon giorno Massimo. Volevo sapere cose ne pensa di Mauro Biglino”
Io ho risposto: “Ne penso bene. Un ricercatore serio”.
E lui: “Faceva parte della massoneria una volta”
E io: “E quindi?”
E lui: “La massoneria è nemica della chiesa. E della verità”
Io: “Ah, capisco”.
Leggi tutto: I dazi americani: l'ennesimo ricatto