Lunedì sera è successo un fatto molto grave. Durante la trasmissione di Byoblu “TgTalk”, Claudio Messora ha mandato in onda una clip con delle dichiarazioni di Prodi rilasciate alla Annunziata in una vecchia trasmissione della RAI. E subito dopo la pubblicazione in rete, il video di Byoblu è stato rimosso “per violazione dei diritti d’autore” (della RAI). Byoblu è quindi stato costretto a rimuovere l’intervista di Prodi per poter ripubblicare la trasmissione su youtube. (Se guardate al minuto 16.18 vedrete che c’è un salto, nel quale manca l’intervista di Prodi).
Questo apre una discussione enorme, che riguarda i diritti d’autore di qualcosa che dovrebbe essere di tutti noi.
di Giorgio Cattaneo
Chi fossero davvero, i 5 Stelle, il giornalista Paolo Barnard l’aveva capito (e scritto) ben prima dell’exploit elettorale del 2013. Un tragico abbaglio di massa: milioni di pesciolini pronti ad abboccare all’amo dei pescatori Grillo e Casaleggio. Per Federico Dezzani, l’analista geopolitico che ha ricostruito i legami di Casaleggio con Enrico Sassoon e gli ambienti più esclusivi del potere Usa, si è trattato di una colossale operazione di manipolazione di massa, concepita per dirottare il dissenso popolare verso lidi innocui. La tecnica: alzare il volume della protesta toccando i temi più svariati, ma senza mai prospettare soluzioni precise, chiaramente espresse. Oggi, gettata la maschera e disattese tutte le promesse del 2018, si tocca il fondo con uno spettacolo incredibile: lo spaurito Di Maio tenuto al guinzaglio da Grillo, in un video su Facebook in cui l’ex comico dice, testualmente: «Non siamo più quello che eravamo dieci anni fa, mettetevelo bene in testa: ed è meraviglioso». Poi, alludendo al fantasma Di Maio, muto e immobile al suo fianco, Grillo aggiunge: «Il capo politico è lui. Io gli starò un po’ più vicino, quindi per cortesia non rompete i coglioni».
La trappola del MES – Macron svolta verso la Russia – Mattarella e la NATO - Israele riscrive il diritto internazionale.
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Puntata di contro tv del 21 nov. 2019
di Federico Giovannini
Molto spesso alle conferenze di coloro che cercano di darci una visione (aimè sovente sconfortante) del mondo, nei luoghi anche virtuali dove si dibatte dei problemi del nostro sociale, rivolgiamo sempre la solita domanda: Cosa fare? (in questo scenario, in questa situazione, ecc.).
Attualmente una delle risposte più sensate è quella della difesa del proprio territorio. Giulietto Chiesa prendeva come emblematica la difesa dei valsusini del loro territorio contro quell’opera devastante per loro terra che è la TAV. Man mano, grazie anche ai contribuiti di altri autori, si è capito che “il territorio” deve essere considerato in senso allargato e quindi il territorio diventa un concetto più esteso rispetto alla semplice idea di luogo fisico e si parla quindi della difesa della salute, la difesa dei propri pensieri (e quindi dell’istruzione) e della difesa anche di quella che è la nostra esistenza in uno spazio tutto nuovo e privo ancora di regole minimamente eque e democratiche che è il cyberspazio.
Solo per definire quello che è un concetto ancora poco messo a fuoco: il fatto che passiamo buona parte del nostro tempo a scrivere, mandare foto, relazionarci, lavorare sulla rete internet automaticamente rende tale “luogo” un posto da difendere dagli attacchi ormai sempre meno sottili e sempre più brutali del “sistema” (spesso viene definito così questa dittatura dell’élite dominanti che ormai domina incontrastata il mondo).
La difesa del territorio tuttavia, anche in senso lato, non è sufficiente a delineare con chiarezza la linea di condotta necessaria, occorre approfondire il “perché” e il “come”, in quanto non sono affatto cose scontate.
Cosa significa esattamente “difendere” il proprio territorio reale o virtuale che sia? Difendere la propria salute? Difendere i propri pensieri?
Risposta al recente "sfogo" di Mentana sulle pagine di Facebook.
Le proteste di strada divampano ovunque nel mondo. In Francia i Gilet Gialli continuano imperterriti a distruggere tutto quello che trovano. A Hong-Kong i manifestanti continuano a combattere armati di arco e frecce, contro i proiettili della polizia sparati anche ad altezza uomo. In Iran la gente scende in strada e protesta per il caro-prezzi. In Cile continuano le manifestazioni di piazza contro il governo. La stessa cosa accade il Libano. In Bolivia i sostenitori di Morales scendono in strada contro il colpo di stato.
Ma c’è una cosa che accomuna tutte queste situazioni: la totale sordità dei rispettivi governi alle proteste popolari.
In fondo, se il suo popolo protesta, un buon governante dovrebbe prendere atto dei problemi che vengono denunciati, e cercare di porvi rimedio. Invece sembra che ci sia quasi una forma di cinismo di fronte a queste manifestazioni di piazza: è come se i governanti si limitassero a dire “lasciamoli sfogare, prima o poi si stancheranno e torneranno a casa”.
Prof. Pietro Melis
Lei pensa che soltanto il nazismo abbia ucciso gli ebrei. Lei continua a girare promuovendo la sua memoria, dicendo che non può perdonare ma non odia. Io al suo posto per essere coerente non perdonerei e odierei.
Lei dice di essere non credente ma mi fa pensare ad una famosa e utopica frase di Gesù: io vi dico di amare anche i vostri nemici. Ma abbia il coraggio di dire la verità, che oggi in Italia l'odio viene seminato dalla sinistra da cui lei si fa strumentalizzare come una marionetta con la propaganda di false accuse di razzismo alla destra.
E poi legga o ripassi la storia per evitare che gli ebrei pretendano di essere l'ombelico dell'universo, come se la storia non fosse contrassegnata da stragi.
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