C’è nell’aria uno strano senso di deja-vu. Come nel “Giorno della marmotta”, sul fronte dell’immigrazione tornano a ripetersi le stesse identiche dinamiche di quattro anni fa: le navi di Soros che si presentano davanti alle nostre coste cariche di migranti, il nostro governo che cerca di respingerle, e l’infinito braccio di ferro che ricomincia daccapo.
Ormai le dinamiche sono chiare, e sono state riassunte in modo plastico in un confronto che c’è stato qualche sera sul talk-show della Palombelli: una giornalista, contraria agli sbarchi, che diceva che “le persone che salgono su una nave battente la bandiera di una certa nazione sono legalmente sul territorio di quella nazione” (e quindi in quella nazione dovrebbero sbarcare), e Andrea Romano (ex-deputato PD, favorevole agli sbarchi) che fingeva di non sentire, e ripeteva a macchinetta “studiatevi il trattato di Lisbona: dice chiaramente che il primo porto di approdo è quello che deve accogliere i migranti”.
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Lo strano viaggio di Scholz in Cina – L’Italia congela il nuovo pacchetto di armi all’Ucraina – Rumble rifiuta gli ordini di censura in Francia – Lamorgese voleva una legge sui rave simile a quella di Meloni – GSK fa pubblicità ai vaccini sui marciapiedi – Sorgi vuole essere “difeso” dai no-vax.
di Rita Rapisardi
Dalla contestazione, alla protesta, a forme di esternazione non istituzionali, quella del rave è la maggiore. E forse l’ultima rimasta. In un mondo che vuole regolare tutto, incorniciare emozioni, dirci cosa pensare, odiare e amare, limitarci in spostamenti e azioni, imporci il confine, il documento come accredito, per accedere o restar fuori, il rave è puro nel suo essere così onesto. Un impianto per “far andare bene” il mondo deve esserci, nei secoli si sono studiate le più varie forme di governo, il diritto è venuto incontro alla necessità di giustizia. Il mondo dei rave, ha una sua giurisdizione, si può riassumere nel senso di libertà: free party, sono chiamati nel giro, free perché gratuiti, non c’è lucro. Free, non vuol dire assenza di regole o sregolatezza, come piace pensare a chi è al di là del muro di casse. è una libertà interiore, di assenza di barriere, mistica. Qualcuno penserà che queste siano parole mitizzanti o deliranti, ma fa comodo pensarla al contrario. I bias non aiutano e nemmeno non l’aver vissuto l’esperienza. In fondo il rave dall’esterno è una di quelle cose facili, per cui tutti, anche superficialmente, ci sentiamo in dovere di esprimerci, smuove impulsi voyeuristici e aiuta chi è in cerca di un capro espiatorio.
Ai rave c’è la droga, esclusivamente al singolare, perché di droghe, al plurale, in Italia non si parla. Sono tutte sullo stesso piano, fanno tutte male allo stesso modo. i danni del proibizionismo, dell’approccio San Patrignano e di leggi come la Fini-Giovanardi hanno plasmato un pensiero comune che uniforma tutte le droghe: per cui lo spinello è come una striscia di cocaina, che è come una spada di eroina. Pensiamo al rave, pensiamo alla droga, a uno spazio composto da zombi strafatti di droga. Non interessa capire di più, non serve. Fa comodo alle coscienze pensare che esista un posto così, lontano dagli occhi in cui si consumano atrocità che delineano la nostra identità: “io non sono come loro”, inconcludenti, falliti, irrealizzati.
Nel suo libro, “Il terzo like”, Rocco spiega come le grosse corporation di Big Data (Google/Youtube, Facebook, Wikipedia, Amazon AWS) stiano prendendo il dominio incontrollato dell’informazione globale. Lasciando a noi l’impressione di essere liberi di scegliere.
Intervista di Franco Fracassi all'ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov.
Non c’è niente da fare. Ormai l’idea che vaccinarsi sia servito “a proteggere l’intera popolazione” è entrata nel subconscio della maggioranza degli italiani, e di lì non uscirà più.
A nulla è servito rendersi conto che il virus ha tranquillamente continuato a girare, nonostante l’odioso green pass. A nulla è servito scoprire che gente quadrivaccinata – come Massimo Galli – si beccava comunque l’infezione da gente altrettanto vaccinata. A nulla è servito scoprire che la Pfizer non avesse mai nemmeno testato il vaccino contro la diffusione del virus, prima di metterlo in commercio.
Quella del “vaccino che salva la società” è ormai una verità acquisita, a livello popolare.
E adesso che si parla di reintegrare prima del previsto i medici non vaccinati, ecco che l’accademia insorge contro questo “favoritismo” che andrebbe a premiare gli alunni “disobbedienti”.
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Il discorso di Putin al Valdai Club - Ministro Sangiuliano: la Crimea è sempre stata russa - Von der Leyen: 18 miliardi all’anno all’Ucraina - Corte Suprema New York: riassumere i non-vaccinati - Pfizer quadruplica il prezzo del vaccino.
Visto che l'argomento è tornato di attualità, ripropongo questa intervista a Leonardo Facco di qualche mese fa.
Qui il video su Telegram: https://t.me/luogocomune2/70
Come la teoria originale di Thomas Malthus abbia influenzato lo stesso evoluzionismo di Darwin, fino a diventare l’ideologia nascosta del capitalismo moderno.
(firma la PETIZIONE di ITALEXIT) – Quando Giorgia Meloni era stata interpellata in merito all’opportunità di insistere lungo la linea dell’obbligo vaccinale e delle limitazioni alle libertà degli italiani, le sue risposte erano state piuttosto vaghe, tanto da far sorgere più di qualche inquietante sospetto. Incassato il successo elettorale dopo la tornata del 25 settembre, la leader di Fratelli d’Italia diventata nel frattempo premier è ora tornata sull’argomento, prendendo finalmente delle posizioni più chiare che, si spera, resteranno immutate col passare dei mesi. La presidente del Consiglio ha infatti spiegato: “Il Covid è entrato nelle nostre vite quasi tre anni fa e ha portato alla morte di oltre 177 mila persone in Italia. Se siamo usciti dall’emergenza è merito soprattutto del personale sanitario”.
Nell’arco di poche settimane si è verificato il passaggio dei poteri nelle mani del centro destra. Quello che fino a poco tempo fa per la destra era un sogno apparentemente irraggiungibile – avere una solida maggioranza con cui controllare il parlamento – oggi è diventato realtà.
Ma c’è tutta una categoria di persone, in Italia, per le quali questo passaggio di poteri è inaccettabile.
Non sto dicendo che sono scontenti. No, per loro è proprio inaccettabile, nel senso che non riescono ad accettarlo.
Lo si è visto chiaramente nelle dozzine di dibattiti televisivi degli ultimi giorni. Lo “scandalo” è iniziato con le elezioni alla presidenza del senato e della camera di La Russa e Fontana: due persone legittimamente elette, da un parlamento a sua volta legittimamente eletto, che secondo Letta e i suoi seguaci “offendevano” l’immagine dell’Italia nel mondo. Poi è venuto il momento della formazione del governo, con altre scelte “irricevibili” a causa del passato poco simpatico di alcuni neo-ministri.
Leggi tutto: Il giorno della marmotta