Domenica 22 marzo - Resana (TV) - Convegno sui poteri forti. Partecipano Massimo Mazzucco, Diego Marin, Paolo Franceschetti, Mauro Biglino. Locandina.
************
Domenica 29 marzo - Portici (NA) - 11 settembre - Strage o complotto - You Decide. Spettacolo teatrale di Fernando Maddaloni. Locandina.
L'attentato di Tunisi ha fatto passare sotto silenzio un'altra notizia, forse ancora più importante: il risultato elettorale in Israele.
La vittoria del Likud infatti non rappresenta soltanto la quarta volta in cui Netanyahu diventa primo ministro, ma introduce una linea di demarcazione molto netta dalla quale sarà molto difficile ormai tornare indietro. In difficoltà nei sondaggi, infatti, Netanyahu ha dovuto dichiarare apertamente che, se avesse vinto lui, "non ci sarebbe mai stato uno Stato palestinese". Netanyahu ha inoltre promesso, in caso di vittoria, "nuovi insediamenti per i coloni israeliani nei territori occupati".
Grazie a queste dichiarazioni fatte in extremis, Netanyahu è riuscito a spostare a proprio favore quella manciata di voti dell'estrema destra che gli ha permesso di vincere le elezioni, ma ha anche dovuto gettare definitivamente la maschera su quali siano le sue vere intenzioni nei rapporti con i palestinesi.
Da oggi quindi, non possiamo che aspettarci una nuova escalation di violenza, che ci porterà prima o poi a nuovi massacri come quelli di Ramallah e di Gaza.
Ma il problema non si limita a questo: ieri il "Times of Israel" ha riportato le dichiarazioni di un rappresentante dell'estrema destra, Ben-Eliyahu, il quale ha affermato che "solo con una distruzione nucleare dell'Iran e della Germania, con 20 o 30 bombe nucleari a testa, gli israeliani possono evitare la distruzione del proprio Stato." [...]
Un “finale hollywoodiano” era quello che ci si aspettava dal piano terroristico del ventisettenne di origine kosovara, instabile mentalmente, che avrebbe dovuto farsi saltare in aria in un affollatissimo Casinò di Tampa in Florida.
di Piero Cammerinesi
Nel corso degli otto minuti del “video da martire”, girato nel Days Inn di Tampa, il giovane, Sami Osmakac, promette, infatti, di vendicare le uccisioni di fratelli musulmani in Afghanistan, Iraq, Pakistan e in ogni altra parte del mondo.
“Occhio per occhio, dente per dente, una donna per ogni donna, un bambino per ogni bambino”.
Registrato il video, Sami aveva in programma di recarsi all’Irish bar di Tampa e poi al Casinò locale, dove avrebbe preso degli ostaggi prima di farsi esplodere all’arrivo della polizia.
Per questo piano, peraltro non portato mai a termine, oltre che per possesso di armi di distruzione di massa – un’auto-bomba, sei granate, un giubbotto esplosivo e varie armi tra cui un AK-47 - il giovane è stato condannato, il 26 Novembre scorso, a 40 anni di carcere dalla corte di Tampa(1).
Fin qui nulla di strano.
Solo che oggi emerge – da un clamoroso scoop di The Intercept, il nuovo giornale di Glenn Greenwald, meglio noto come colui che realizzò le prime interviste ed il ‘lancio’ di Edward Snowden - che il giovane squilibrato kosovaro era stato irretito, condizionato, finanziato e armato niente meno che da una rete di agenti FBI sotto copertura. [...]
Ridurre l’esperienza di Arturo Villa ad un semplice articolo è come fargli un torto, ma sarebbe un torto ancora maggiore non parlare affatto della sua straordinaria storia.
Alcuni di noi hanno già conosciuto Arturo nel dicembre 2013, quando pubblicò il suo discorso di capodanno: ad inizio 2013 i medici gli dissero che aveva delle metastasi di un carcinoma epatico al sistema linfatico, diagnosticandogli quindi pochi mesi di vita, perché secondo la medicina tradizionale per questo tumore mortale non esiste alcuna cura. Per aggiungere danno alla beffa, i medici gli consigliarono una chemioterapia palliativa attraverso un farmaco, il sorafenib, che ovviamente non offre speranze di guarigione ma solo degli scarsi risultati per il paziente: allungherebbe di circa 3 mesi la vita ai malati, ma il tutto a discapito della qualità della vita perché il farmaco in questione, come tutti i chemioterapici, porta con sé pesantissimi effetti collaterali. L’unico che sembra realmente profittare da questo farmaco è chi lo vende (ed un esborso di 6.400 euro a confezione, a carico del sistema sanitario nazionale). [...]
Proponiamo un altro documentario estremamente interessante: la storia di Thomas Sankarà, un uomo che, da presidente della sua nazione, ha deciso di decurtarsi lo stipendio, e che pagava personalmente il mutuo della propria casa. Un uomo che ha deciso di processare i corrotti, di abolire i privilegi della casta, di sostituire le auto ministeriali con normali autovetture. Un uomo che ha cercato di combattere il Fondo Monetario Internazionale, che ha nominato a ministro le prime donne africane nella storia, che ha provato a nazionalizzare le risorse del proprio paese, che ha combattuto per raggiungere la "sovranità alimentare" della sua nazione, che aveva capito come l'unica strada per la libertà di un popolo sia quella di uscire dalla schiavitù del debito. Ed è anche la storia di come quest'uomo sia stato eliminato dalla CIA e dai servizi francesi, perchè ritenuto troppo pericoloso per i colonialismo occidentale in Africa. (Ricordiamo - incidentalmente - che anche Al-Zawahiri, il braccio destro di bin Laden in Afghanistan, è un famoso "evaso" di lusso. Coincidenze?)
Quando ci si ritrova in difficoltà finanziarie, si sa, iniziamo tutti a spremere il cervello per trovare soluzioni alle quali fino ad oggi non avevamo mai pensato.
È così che la Grecia, notoriamente in grosse difficoltà economiche, ha pensato bene di chiedere alla Germania qualche decina di miliardi di euro come risarcimento per i danni di guerra.
Sì, stiamo parlando della seconda guerra mondiale, quella che ha travolto l'Europa nel secolo scorso, oltre 70 anni fa.
"Dopo sei anni di economia in recessione - scrive Il Sole 24 Ore - il New York Times ha reso noto [sic] l'esistenza di un rapporto di una commissione di esperti del governo di Antonis Samaras di ben 80 pagine che elenca i danni alle infrastrutture, i furti di reperti archeologici e i prestiti forzosi che la Germania nazista avrebbe causato e imposto alla Grecia dal 1941 al 1945."
In altre parole, visto che la Germania si sta mostrando poco comprensiva nei riguardi del popolo greco, ...
Due anni fa i partiti politici di destra e di sinistra ci hanno raccontato che "a causa dell'emergenza nazionale, dovevano mettersi insieme per il bene del paese". Gli italiani gli hanno creduto, e per circa un anno la farsa ha retto: sebbene con mugugni e "mal di pancia" ricorrenti, l'immagine generale presentata al popolo era quella di un governo che "cercava di trovare le soluzioni migliori per i suoi cittadini". (In realtà, i più attenti avevano capito fin dall'inizio che si trattava soltanto di una riedizione 2.0 del vecchio patto di complicità fra destra e sinistra. Ma tant'è, la facciata sembrava reggere).
Poi, lentamente, anche la facciata ha iniziato a sgretolarsi, e gli interessi di partito - se non addirittura quelli individuali - hanno cominciato a prendere il sopravvento sull'apparente sforzo di andare tutti d'accordo.
Poi c'è stata l'elezione del capo dello Stato, che ha fatto da detonatore alla totale implosione del sistema politico a cui stiamo assistendo oggi. All'estrema destra c'è una Lega che, da partito popolare a base democristiana, è costretta ad allearsi con i fascisti dal braccio teso pur di allargare la propria base di consenso. Al centro-destra c'è un Berlusconi che ormai se ne fotte chiaramente della politica, ...
di Maurizio Blondet
Il discorso di Netanyahu davanti al Congresso USA spero abbia dimostrato anche ai più ciechi questa evidenza che è politicamente corretto non vedere: il grado umiliante di servitù della Superpotenza sotto il potere ebraico. Un livello disonorevole di soggezione, che fa vergogna anche solo avervi assistito. Mai è accaduto nella storia americana che un governante straniero abbia parlato al Congresso – a sezioni unite – senza invito del Presidente in carica, per denunciare davanti ai senatori un negoziato che il suddetto presidente ha in corso, quello con l’Iran sul nucleare; e farlo dallo stesso pulpito da cui i presidenti americani pronunciano il tradizionale discorso sullo Stato dell’Unione, l’atto del supremo potere esecutivo.
È stato a tutti chiaro che il padrone è lui. Si sa che Obama ed il suo cerchio magico alla Casa Bianca avevano fatto sapere a Bibi almeno di chiedere l’invito presidenziale; l’avevano fatto «per via diplomatica», ossia di nascosto, implorando l’ambasciatore israeliano in USA Ron Dermer (un ex cittadino statunitense, altro tocco oltraggioso) di far ragionare il pazzo. Quando poi è stato chiaro che Netanyahu intendeva infischiarsene e venire a dare ordini agli eletti del popolo americano, «importanti personalità della Casa Bianca sono stati citati dai media, in modo anonimo, a chiamare il capo del Governo israeliano un “vile” e “chickenshit” (letteralmente ‘cacca di pollo’, insignificante): anonimamente.
La Casa Bianca – dicesi Casa Bianca – non ha avuto il coraggio di reagire apertamente allo schiaffo dell’ebreo, ...
Questo documentario mostra chiaramente come il liberismo globalista sia in grado di spolpare un'intera nazione dei propri averi nell'arco di pochi decenni. Altro che Grecia. E chi non riesce ad intravvedere cosa potrebbe succedere anche a noi è proprio perchè non vuole vederlo.
Vi consiglio vivamente di ritagliarvi due ore durante il week-end, e di guardare questo documentario da cima a fondo. Ne vale veramente la pena. (Non a caso Solanas è il migliore regista argentino mai esistito).