Mancano poche ore allo showdown governativo americano che ha assunto ormai una valenza politica che trascende di gran lunga il fatto stesso. Il Ministro di Giustizia Alberto Gonzales, pupillo "intoccabile" del Presidente Bush, comparirà domani di fronte alla commissione parlamentare - a maggioranza democratica - che vuole chiarimenti sugli improvvisi licenziamenti di otto giudici federali, firmati da Gonzales nei mesi scorsi.
Come abbiamo già chiarito in precedenza, Gonzales aveva attribuito i licenziamenti a motivi futili e non correlati fra di loro, mentre sembra che esistesse un vero e proprio piano di "epurazione", originato dalla Casa Banca (Karl Rove), inteso a rimpiazzare l'intero corpus dei giudici federali (97 in tutto), sostituendoli progressivamente con personaggi più favorevoli ideologicamente all'amministrazione ora al governo.
Nonostante le pressanti richieste di dimissioni da parte democratica, finora Gonzales ha tenuto botta, sostenendo che il piano di "epurazione" non è mai esistito, e che lui stesso non aveva mai pensato a dei sostituti prima dei licenziamenti stessi. A sua volta la Casa Bianca ha negato di aver mai avuto con Gonzales contatti specifici al riguardo. Ma il New York Times ha reso pubblica ieri una e-mail "riservata" di Kyle Simpson, capo-gabinetto di Gonzales, …
di Marco Cedolin
Gli incidenti sul lavoro sono da sempre una piaga spaventosa accuratamente epurata dall'informazione. Sui giornali da sempre trovano spazio solo nei trafiletti nascosti ed io stesso che quando scrissi il libro sul TAV volli inserire nome e cognome di tutti coloro che costruendo le tratte TAV avevano perso la vita, dannai non poco per risalire a quei dati.
Anche per Olimpiadi di Torino denunciammo in molti (anche la CGIL lo fece) il numero impressionante di incidenti sul lavoro nei cantieri, dove la maggior parte dei lavoratori erano immigrati in nero, ma giornali e TV non dedicarono neppure una riga all'argomento.
Oggi invece improvvisamente, in concomitanza alla proposta di un ddl sulla sicurezza del lavoro (che nessuno ha ancora letto), i morti sul lavoro diventano argomento da prima pagina, …
Su un articolo di Le Monde del 22 settembre 2001, mentre gli americani si organizzavano per attaccare l'Afghanistan, il colonnello russo Iouri Shamanov, veterano della guerra in Afghanistan (persa dai russi 12 anni prima), dichiarava: "Se gli americani entrano in guerra, provo pietà per questi ragazzi, per le loro madri, le loro sorelle e i loro fratelli. Sarà dieci volte peggio del Viet-Nam." E poi: "Facendo soffrire la popolazione civile, i Russi divennero dei nemici per gli Agfhani. Gli americani dovranno evitare di ripetere i nostri errori."
Alle sue parole si aggiungevano quelle del generale russo Boris Grumov, che raccomandava agli americani la lettura del testo "Afghanistan" di Friedrich Engels, scritto oltre un secolo prima, in relazione alle tre disastrose guerre Anglo-Afghane, nelle quali inutilmente la Gran Bretagna aveva cercato di impadronirsi del territorio afghano. "Se i membri del Politburo avessero letto questo libro - diceva Grumov nell'articolo - è altamente improbabile che avrebbero preso la decisione di intervenire [in Afghanistan] nel 1979."
Come nacque il testo di Engels
La critica al colonialismo, soprattutto inglese, costituisce naturalmente uno dei filoni principali del discorso politico della coppia Marx-Engels, a metà del XIX secolo.
Partendo da un sunto che aveva fatto del libro di John W. Kaye, ...
Come è nata la Storia? Difficile risposta, ma il primo che ci ha provato, Erodoto di Alicarnasso, ci dice il perché: per fare in modo che le opere grandi e meravigliose compiute dai Greci e dai non-Greci venissero ricordate nel tempo e non perdesso la fama che meritavano.
E cosa sceglie di narrare il nostro primo storico? Le Guerre Persiane, cioè il duplice tentativo (nel 490 a.C. e nel 480/79 a.C.) da parte dell'Impero Persiano di annettere la Grecia al suo immenso territorio.
E davvero Erodoto consegnerà al ricordo perenne le gesta di quegli uomini, se ancora oggi i figli di quella cultura affollano le sale dei cinema per ammirare le gesta dei Greci che combattono e sconfiggono i Persiani. Parliamo di 300, il film di Zack Snyder presentato all'ultimo Festival del Cinema di Berlino, che molto sta facendo discutere.
Il film, come è noto, narra della battaglia delle Termopili, un manipolo di fanti greci ad affrontare un enorme esercito persiano. Il film è tratto da un fumetto, anzi, da un “romanzo grafico”, come si usa dire oggi. Tuttavia la storia, di per sé molto semplice, è quella raccontata da Erodoto, nel settimo libro delle sue Storie.
Per prima cosa cerchiamo di sgombrare il campo dagli impacci: la verosimiglianza e la storicità. In questo caso occorrerà portare il discorso sul piano di una doppia aderenza: ...
Sorpresina in agrodolce per le forze dell'ordine milanesi che ieri hanno avuto a che fare con una piccola "rivoluzione cinese" nella centralissima via Paolo Sarpi di Milano.
L'incidente sarebbe scaturito dalle proteste di una donna cinese per una contravvenzione, ma vi sono svariati indizi che suggeriscono che l'incidente sia stato addirittura provocato dagli stessi abitanti del quartiere, nella stragrande maggioranza cinesi, al culmine di una escalation di rapporti poco sereni con le autorità comunali.
É sin dagli anni '70 che la zona attorno all'Arco della Pace, a Milano, è abitata da una percentuale sempre crescente di immigrati cinesi, che però si sono sempre adeguati rapidamente ...
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Questo è un accorato appello che ti viene rivolto da un gruppo di persone che hanno familiari colpiti da gravi forme di tumore.
Nella ricerca disperata di ulteriori terapie da affiancare alle terapie convenzionali nei casi in cui non si ottengono gli effetti sperati, abbiamo scoperto le ricerche del Dott. Silvio Buzzi di Ravenna riguardo al CRM197, un derivato della tossina difterica in grado di bloccare l’avanzata del tumore e a volte di farlo regredire.
Le scoperte del dott. Buzzi, sebbene pubblicate su prestigiose riviste scientifiche, internazionali come The Lancet, Cancer Research, Cancer Immunology Immunotherapy e Therapy, American Association for Cancer Research, ...
di Massimo Mazzucco
Egregio Signor Mastrogiacomo, io non so assolutamente chi lei sia - non so se di mestiere faccia il giornalista, la spia, o l'allevatore di trote - ma la cosa non mi interessa minimamente.
Quello che so è che lei, circa un mese fa, è stato rapito in Afghanistan, e che deve aver sinceramente temuto per la propria pelle, come devono averlo temuto i suoi cari. E so anche che in qualche modo - e di nuovo non mi interessa sapere come - lei alla fine è stato liberato, e ha potuto tornare a casa e riabbracciarli tutti.
So infine - questo è uno dei pochi fatti che nessuno finora ha smentito - che la sua liberazione è avvenuta grazie all'intermediazione di un altro italiano, tale Gino Strada, che in Afghanistan opera con una sua struttura sanitaria indipendente.
A mia volta, non so se Gino Strada sia "buono" o "cattivo", e non mi interessa scoprirlo. So però che lo stesso Strada si è lamentato pubblicamente, ieri, …
Fino a ieri il Global Warming sembrava non essere un problema. Oggi di colpo lo è diventato, ma pare che per risolverlo dovremmo bastare noi, normali cittadini.
Mentre guinge conferma da Bruxelles che l'ennesima commissione scientifica ha riconosciuto che effettivamente esiste un problema di surriscaldamento terrestre, agli americani viene propinato il prontuario per capovolgere queste incombente piaga biblica con un semplice tocco di bacchetta magica.
Ecco i dodici punti che i 26 milioni di iscritti ad America on Line si sono visti proporre oggi, collegandosi a Internet, sotto il minaccioso titolo "Doing nothing is not an option", "non fare nulla non è una scelta".
1 - Carta o plastica? [E' la classica domanda che ti viene rivolta al supermercato, quando l'inserviente sta per infilare la tua spesa nei sacchetti].
Nessuno dei due - suggerisce il prontuario - Portati da casa una borsa riutilizzabile. Secondo 'An Inconvienent Truth,' il noto film ambientalista di Al Gore, se ne vanno 12 milioni di barili di petrolio all'anno …
Secondo voi è possibile attraversare a nuoto un fiume come il Rio delle Amazzoni senza venire divorati dai piranha, martoriati dai pesce-stuzzicadente, invasi da mille micro-organismi in cerca di nuovo "habitat", oppure tirati a fondo da un'anaconda spessa quanto una coscia di Maradona? A me solo l'idea di infilare un piede nudo nelle acque limacciose di quel minestrone infernale fa venire i brividi fino alla punta delle orecchie.
C'è invece chi il Rio delle Amazzoni se lo è fatto tutto a nuoto per lungo, dalla sorgente alla foce, combattendo piranha, serpenti e sarchiaponi vari per ben 5200 chilometri consecutivi, per il puro gusto di entrare nel Guinness nei Primati. Partito dal Perù il 1° di febbraio Martin Strel, uno sloveno di 52 anni, è finalmente arrivato ieri alle foci del fiume più grande del mondo, nuotando per 65 giorni consecutivi (si fermava solo di notte a riposare). E non è stata questa, per lui, una follia "una tantum". In passato Martin Strel aveva già affrontato con successo l'intero Danubio (3.000 Km. "soltanto") nell'anno 2000, il Mississippi (3.700 Km., nel 2002), e lo Yang-Tze cinese nel 2004, superando in quell'occasione la barriera dei 4.000 km. percorsi a nuoto da un essere umano.
E noi che ci domandiamo se valga la pena di continuare a girare in macchina.
Ma nuotando lungo il Danubio alla peggio muori di noia, nel Mississippi i coccodrilli li trovi soltanto vicino alla foce, e nello Yang-Tze al massimo ti arrestano…
Leggi tutto: La resa dei conti