Il primo ministro isrealiano Benjamin Netaniahu è in volo per Washington, dove incontrerà Barak Obama.
I rapporti fra i due non sono mai stati sereni, ed anzi lo stato di “crisi” è riconosciuto ufficiosamente da ambedue le parti. Nella sua prima visita a Washington, del marzo scorso, Netaniahu infatti fu trattato in modo gelido dal presidente americano, che lo ricevette solo a porte chiuse, e senza nessun riscontro mediatico.
Al cuore della crisi, come tutti sanno, è la richiesta dell’amministrazione Obama di congelare tutti i nuovi insediamenti, per riprendere “a bocce ferme” le trattative con i palestinesi. Ma nonostante i ripetuti appelli di Joe Biden, di Hillary Clinton, e dello stesso Obama, l’espansione israeliana continua imperterrita.
Quasi ad alzare la posta, nel suo ultimo viaggio a Washington Netaniahu aveva tenuto un discorso ...
In poche ore la notizia ha fatto il giro di tutti i network americani: smascherata organizzazione di spie russe a Washington. Non due o tre, ma addirittura 11 spie russe sono finite contemporaneamente nella rete dell’FBI, colpevoli di aver raccolto e passato ai sovietici informazioni riservate di vario tipo, nell’arco di circa 5 anni di attività durante i quali erano riuscite ad integrarsi perfettamente nel tessuto sociale della capitale americana.
Roba da tornare di colpo ai momenti peggiori della Guerra Fredda.
Poi, man mano che hanno iniziato ad emergere i particolari, il colore della vicenda ha cominciato a variare dal giallo intenso dei migliori libri di LeCarrè al rosa sempre più slavato dei più trucidi tabloid da supermercato.
La prima cosa che ha fatto arricciare il naso agli esperti di spionaggio è che si trattasse di 11 normali cittadini – russi, si presume, con identità americane – invece dei diplomatici che normalmente venivano usati nel secolo scorso dai sovietici per svolgere questo tipo di attività.
“Mi sembra tutto una montatura - ha detto Mikhail Lyubimov, un ex-agente dei servizi segreti russi – noi non abbiamo mai usato “illegali” in questo modo”, riferendosi allo status di immigrazione di questi civili russi. “Ed è comico – ha aggiunto – trovarne addirittura 10 collegati fra di loro”.
In effetti, se dieci “spie” sono collegate fra loro da un unico anello, l’undicesima, significa che l’organizzazione è stata messa in piedi da gente che dovrebbe dedicare il proprio tempo alla pesca piuttosto che al giardinaggio.
Micidiali, a loro volta, i sistemi che queste spie utilizzavano …
Non avevo mai visto piangere un giapponese.
All’inizio della partita, i giocatori del Giappone sembravano solo undici macchinette caricate con batterie ultraspeciali, inesauribili, e i loro volti ricordavano troppo da vicino i personaggi dei cartoni animati per poter pensare che fossero davvero degli esseri umani.
Fin troppo umani apparivano invece i giocatori del Paraguay: teatrali, emotivi, melodrammatici, con la furia dipinta negli occhi e la bestemmia sempre pronta sulle labbra. Altrettanto per gli allenatori: gelido e impenetrabile quello giapponese, esagerato ed incontenibile quello paraguayo.
Ma le emozioni, sotto sotto, dovevano essere le stesse per tutti: sono le emozioni che prova l’uomo qualunque, quando si rende conto di essere di fronte ad una possibilità unica nella sua vita, che potrebbe permettergli, di colpo, di “diventare qualcuno”. La consapevolezza del traguardo a portata di mano - i quarti di finale, in questo caso - unita alla paura di perdere per sempre quell’occasione, allargano all’infinito la forbice del dramma, e si traducono in spezzoni di vita indimenticabili per tutti. Anche per chi osserva.
Assoluta nullità a livello calcistico, il Paraguay si è ritrovato a vincere il girone ...
di Marco Cedolin
Chi pensava che la manovra lacrime e sangue imposta ai cittadini greci fosse sufficiente a soddisfare l’appetito insaziabile della BCE e del FMI si stava in tutta evidenza sbagliando. E’ passato poco più di un mese dalla pesante e contestata serie d’interventi destinati a pesare come un macigno sulla qualità di vita della popolazione greca e già il governo di Atene si dimostra pronto a nuovi “sacrifici” volti a raccogliere denaro da devolvere alle banche internazionali.
Una volta ripulite a dovere le tasche dei cittadini, non resta che la svendita del territorio e delle principali aziende pubbliche a compratori stranieri (con tutta probabilità gli stessi personaggi che compongono l’azionariato delle banche creditrici) che siano interessati all’acquisto di tranci di Grecia a prezzi da saldo.
Secondo alcune indiscrezioni apparse sul Guardian di Londra e riprese dal Corriere Della Sera, ...
“Non è stata la domanda del Senatore McCain - ha detto il Generale David Petraeus - ero semplicemente disidratato”.
Il capo del Comando Centrale degli Stati Uniti stava spiegando come poco prima, mentre si trovava a testimoniare di fronte al comitato senatoriale delle forze armate, avesse avuto un breve svenimento. L’aperto scetticismo del Senatore McCain su ciò che stava sentendo, riguardo alla guerra in Afghanistan, non è stato il problema. È stato spiegato che Petraeus non aveva fatto colazione. Ma si poteva cogliere, persino attraverso i notiziari televisivi, uno strano spirito di unanimità nella sala delle udienze, come una sensazione di imbarazzo per il generale, che ha portato il presidente della commissione a sospendere immediatamente la sessione.
Nello stesso giorno i dirigenti di cinque società petrolifere sono comparsi di fronte ad una commissione parlamentare, che stava indagando sulla catastrofe nel Golfo del Messico. I dirigenti sono stati sottoposti ad un aspro interrogatorio da parte dei membri del parlamento, ...
Entro questa sera, molto probabilmente, uno dei "top generals" del Pentagono, Stanley McChrystal, sarà stato licenziato direttamente dal presidente degli Stati Uniti. Non succede proprio tutti i giorni.
McChrystal, come è noto, è l'attuale comandante della missione militare americana in Afghanistan, e già in passato si era mostrato in disaccordo con le scelte dell’amministrazione sulla guerra in corso. Ma negli ultimi giorni McChrystal ha decisamente passato il segno, rilasciando a Rolling Stone una intervista in cui lui e i suoi subalterni lanciano frecciate poco eleganti contro Obama e la sua squadra della Casa Bianca, prendendo in giro apertamente lo stesso vice-presidente Biden.
Di Obama McChrystal ha detto: “Quando ci siamo conosciuti alla Casa Bianca, era chiaro che non sapesse niente di me. Questo sarebbe l’uomo che deve mandare avanti questa cazzo di guerra - ho pensato - e non sembra che sia minimamente interessato”. McChrystal ha aggiunto che durante quell’incontro il presidente gli sembrò spaesato e intimidito, di fronte ai pezzi grossi del Pentagono, e che in generale “non è riusciito a sintonizzarsi con la elite militare”.
Vi sono pochi modi più eleganti, nella cultura anglosassone, per dire che il presidente di guerra non capisce niente.
Addirittura offensive poi le battute di McChrystal contro il vice-presidente, ...
Se si vuole toccare con mano la solidità della corazza protettiva che avvolge l’attuale mondo dell’oncologia, basta pensare all’esempio di Lester Grinspoon.
Negli anni ’70 il Dott. Lester Grinspoon, psichiatra al Centro di Malattie Mentali di Boston, provocò un vero e proprio terremoto pubblicando il libro intitolato “Marijuana reconsidered” (“Ripensare la marijuana”), che capovolgeva tutti i canoni fino ad allora ritenuti validi dall’ambiente accademico sulla pianta della cannabis.
Dopo aver fatto un approfondita ricerca sul materiale scientifico disponibile, Grispoon si era accorto che non solo non esisteva la minima prova a favore della presunta “dannosità” della marijuana, ma si rese anche conto che molte delle sue qualità terapeutiche venivano tenute intenzionalmente nascoste al pubblico – e ai medici stessi - per i motivi che soltanto in seguito sarebbero diventati più chiari per tutti.
La sua ricercà lo portò a pubblicare un secondo libro, intitolato “Marijuana, the forbidden plant” (“Marijuana, la pianta proibita”), nel quale Grinspoon elencava minuziosamente tutti gli utilizzi terapeutici della cannabis, introducendo anche la “maggiore apertura mentale”, di cui gode chi ne fa uso in ambito artistico, fra le caratteristiche positive della pianta.
Da allora Grinspoon ha combattuto una onorevolissima battaglia a favore dell’utilizzo della marijuana per uso medico, ...
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