Se mai ci siamo domandati come sia possibile che un presidente come Obama, dichiaratamente anti-guerra, sia finito per mandare altri 30 mila soldati in Afghanistan, una risposta forse l’abbiamo avuta oggi: i presidenti – e i politici in generale - sanno solo quello che i militari decidono di raccontargli.
A conferma di questo, è esploso ieri a Washington un nuovo scandalo, sempre ad opera del giornale Rolling Stone, che riguarda sempre i generali americani in Afghanistan.
Questa volta a finire nel mirino del giornalista Michael Hastings è stato il generale William Caldwell, responsabile, a quanto sostiene l’articolo, di avere utilizzato il proprio reparto di “psy-ops” contro gli stessi senatori americani.
Ufficialmente il reparto del generale Caldwell dispone di un budget annuale di 6 milioni di dollari per mettere in atto campagne di disinformazione nella popolazione afghana, Talebani soprattutto. Mentire al nemico non solo è lecito, ma è anche, a quanto pare, un gesto onorevole, tanto da meritarsi appunto un budget tutt’altro che insignificante come questo. Ritorcere invece questo tipo di operazioni contro gli stessi cittadini americani - specialmente se senatori – diventa un peccato mortale, ed è infatti notoriamente vietato dalle leggi americane, civili e militari.
Ma è proprio quello che sembra essere successo negli ultimi mesi, ... ... quando il generale Caldwell ha diretto il proprio gruppo di “psy-ops” a prendere di mira i cosiddetti DP (“distinguished persons”), ovvero a personaggi importanti che venivano in Afghanistan per verificare da vicino la situazione dello stato di guerra. Ecco come inizia
l’articolo di Hastings su Rolling Stone: “L’esercito americano ha illegalmente ordinato ad una squadra di militari specializzati in operazioni psicologiche di manipolare i senatori americani in visita, per ottenere più truppe e maggiori finanziamenti per la guerra.”
Per ottenere questi risultati, Caldwell avrebbe chiesto ai suoi uomini di preparare dei dossier dettagliati su tutti i futuri senatori in visita, per scoprire quali fossero i loro “punti deboli“ sui quali poter fare maggior pressione per ottenere i risultati desiderati. Ad un certo punto, Caldwell avrebbe addirittura chiesto ad uno dei suoi assistenti: “Come facciamo convincere questa gente a darci più soldati? Che cosa dobbiamo ficcare nelle loro teste?”
Fra i senatori presi di mira ci sono anche personaggi come John McCain - tutt’altro che inesperto in questioni di guerra - oppure è il neo-eletto democratico Al Franken. Nel chiaro intento di non passare per fesso, quest’ultimo ha dichiarato che “le loro decisioni sono state prese dopo aver consultato la più vasta gamma di informazioni disponibili sulla situazione in Afghanistan”. E’ curioso peraltro che ultimamente il Senato americano abbia approvato proprio un finanziamento supplementare di due miliardi di dollari “per addestrare le truppe afghane” – richiesto dal Gen. Caldwell - che vanno ad aggiungersi agli altri 11 miliardi di dollari già stanziati quest’anno per lo stesso motivo.
Di fronte a tutto questo, non è difficile immaginare che cosa sia stato raccontato a Obama per convincerlo a mandare 30.000 truppe aggiuntive lo scorso anno. Sia ben chiaro, con questo non si vuole mimimamente giustificare Obama: se queste cose le sappiamo noi deve poterle sapere anche lui, e se si è lasciato ingannare il fesso rimane lui.
Ma è solo per reiterare che alla fine la storia è sempre la stessa: i militari sono addestrati per fare la guerra, e conoscono soltanto due modalità operative: l’attacco e la stasi. Per loro non esiste la parola “diplomazia”, per loro non esiste la parola “ritirata”, per loro non esiste la parola “accordo”, e per loro non esiste soprattutto il termine “ragionare”. Una volta ricevuta la missione è quella che devono portare a termine, e lo faranno a qualunque costo e con qualunque mezzo disponibile, lecito o illecito che sia.
Sono loro il vero cancro del mondo, ed è perfettamente inutile stare a discutere di politica, se prima non si pensa ad una soluzione per eliminare radicalmente dall’equazione lo strapotere che hanno oggi i militari – specialmente americani, ma non soltanto loro - su tutte le più grandi questioni che riguardano il mondo intero.
Massimo Mazzucco
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