Gli Stati Uniti hanno rescisso unilateralmente l'accordo sul nucleare con l'Iran. La motivazione ufficiale è che: "L’Iran è il principale sponsor mondiale del terrorismo. Continua a sviluppare i suoi missili e a destabilizzare il Medio Oriente. Ora abbiamo anche la prova definitiva che la promessa di non sviluppare le armi atomiche era una bugia".
Peccato che questa "prova definitiva" stia tutta nelle mani di Netaniahu, e che nessuno al mondo abbia ancora potuto verificarla.
Inoltre, basta fare una semplice prova del nove per dimostrare che non è questo il vero motivo per la rescissione dell'accordo: se davvero gli USA temessero un armamento nucleare iraniano, metterebbero sul chivalà anche i loro alleati europei, e insisterebbero a voce alta perchè tutti uscisero dall'accordo al più presto, obbligando l'Iran a fermare immediatamente l'arricchimento dell'uranio. Invece gli Stati Uniti si sono "dimenticati" di fare pressioni sull'Europa per questo "pericolo imminente", mentre sembrano solo interessati a tornare ad imporre al più presto le durissime sanzioni economiche all'Iran, che già vigevano prima dell'accordo.
di Marco Bellini
Telecom Italia, che oggi si chiama TIM spa, era controllata dai francesi di Vivendi.
Vivendi si era anche impegnata a comprare Mediaset Premium da Mediaset.
I francesi però hanno fatto saltare l'accordo, che non era molto redditizio per loro, visto che Mediaset Premium è in costante perdita, e successivamente hanno iniziato a comprare azioni di Mediaset.
A quel punto Berlusconi e il governo italiano a guida PD alzano la voce, e individuano nella legge Gasparri l'asso nella manica per fermare i francesi.
Il controllo mediatico è importantissimo, e anche gli interessi di Silvio sono da preservare.
Ma non finisce qui. Perché Berlusconi non si limita ad arrestare la corsa di Vivendi in Mediaset, ma organizza anche la cacciata dei francesi dal comando di Telecom.
di Federico Giovannini
Ultimamente nel web e in tv un filosofo giovane e coraggioso ha fatto la parte del famoso bambino della favola puntando il dito e affermando che il re è nudo.
Effettivamente non ci voleva un filosofo per rendersi conto che oggi il partito democratico non è un partito di sinistra, che non è un partito che tutela i lavoratori, ma uno al servizio dell’economia mondialista e capitalista (turbo-capitalista come direbbe il filosofo).
Anche le persone comuni se ne sono accorte e i numeri parlano da soli. Il partito democratico perde continuamente punti e a guadagnarli sono indubbiamente i partiti così detti "populisti" (a prescindere se poi le promesse verranno più o meno disattese) come il movimento 5 stelle e la lega.
La grande massa degli sconfitti della globalizzazione (sempre per usare le parole del filosofo) si rendono conto che il PD non li rappresenta più e cercano delle alternative. Diego Fusaro ha l'indubbio merito di esporre in tv, alle grandi masse e in maniera cristallina e inoppugnabile quello che ormai è diventata questa ovvietà, una cosa sotto gli occhi di tutti, ma che pochi hanno il coraggio di dire chiaramente.
La legge Fornero prima e il Job Act dopo hanno fatto tramontare definitivamente le vestigia di quello che era il partito dei lavoratori: il partito comunista italiano.
Intervista di Fabio Belli a Stefania Limiti
E' stato il più grave disastro nella storia dell'aviazione italiana prima che avvenisse la tragedia di Linate nel 2001 (1). Non si tratta della strage di Superga appena commemorata, ne del noto episodio di Ustica, sebbene vi sia in comune il territorio siciliano come luogo della sciagura.
Venerdì 5 maggio 1972 il volo Alitalia AZ112, partito da Roma-Fiumicino con destinazione Palermo-Punta Raisi, si schiantò in fase di atterraggio contro la Montagna Longa nel territorio fra Cinisi e Carini: tutte le 115 persone a bordo (108 passeggeri e 7 membri dell'equipaggio) persero la vita.
Il velivolo DC-8-43, decollato con mezz'ora di ritardo in una notte calda e senza vento, comunicò per l'ultima volta con la torre di controllo tramite il pilota comandante Bartoli che annunciò l'imminente manovra di avvicinamento alla pista 25 dell'aeroporto palermitano; pochi minuti dopo avvenne il fatale impatto (2). Nel luogo del disastro è presente tutt'ora una croce in ricordo delle vittime.
La giornalista e scrittrice Stefania Limiti, che aveva menzionato la tragedia nel suo libro "Doppio Livello" (3), ha accettato di rispondere ad alcune domande a 46 anni esatti dall'incidente, fornendo un contributo illuminante sull'intera vicenda.
In un modo o nell'altro, tutto ciò che accade in Medio Oriente ruota sempre attorno ad Israele. E gli eventi più recenti sembrano essere concatenati da una sequenza tutt'altro che causale.
Quattro giorni fa Israele ha bombardato impunemente delle postazioni militari in Siria, prendendosi una libertà che a nessun'altra nazione sarebbe concessa, in nessuna parte del mondo. Poi con un timing davvero magistrale, la notizia è stata coperta dalla - ben più rumorosa - sceneggiata di Netaniahu, che con una presentazione Power Point da terza elementare ha dichiarato al mondo di "avere le prove che l'Iran ha tradito gli accordi sullo sviluppo del nucleare".
Non solo nessuno gli ha chiesto di vedere queste prove, ma addirittura la Casa Bianca si è fidata ciecamente di quello che ha detto Netaniahu, dichiarando: "L'Iran ci ha mentito, hanno agito in modo disonesto".
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Per Alfie Evans il Papa si è battuto quasi come se fosse suo figlio. Ha ricevuto i genitori, ha buttato il suo peso da mille nel dibattito internazionale, ed è persino arrivato a dichiarare, durante un'omelia, che "Dio ci dà la vita, e solo Dio la può togliere".
Bravo, benissimo, giustissimo.
Ma allora perchè il Papa non si fa sentire contro la pena di morte? Dov'è la sua voce, ogni volta che negli Stati Uniti - o in qualunque altra parte del mondo - un uomo viene messo a morte legalmente da altri uomini?
Perchè anche in quel caso non fa un'omelia e ricorda a tutti che "Dio ci dà la vita, e solo Dio la può togliere"? Perchè due pesi e due misure? (...)
Partendo dalla recente denuncia di Roger Waters contro gli "Elmetti Bianchi", Red Ronnie compie un interessante excursus sul modo in cui il potere ha gestito la forza devastante degli artisti del rock negli ultimi 50 anni, e in particolar modo come è stata operata la lenta sostituzione fra artisti politicamente impegnati e semplici cantanti di facciata, che non rappresentano più alcun pericolo per lo status quo.
Fonte Byoblu
Si chiama Known Traveller Digital Identity, che significa "Identità Digitale del Viaggiatore Conosciuto".
In queste quattro parole c'è già la quintessenza del problema: se in futuro vorrai viaggiare senza intoppi, dovrai essere già conosciuto, e questo potrà solo avvenire tramite la tua "identità digitale". Ovvero, dicci tutto di te e potrai andare dove vuoi. (In alternativa, tieniti stretti i tuoi dati personali, ma se poi incontri ritardi e problemi alle frontiere non venirti a lamentare).
E' questa la sintesi del progetto Known Traveller Digital Identity presentato all'ultimo World Economic Forum di Davos. E c'è già chi sospetta che il recente "scandalo" sulla fuga dei dati personali di Facebook sia stato pompato artificialmente, proprio per convincere il pubblico mondiale prima a riappropriarsi, per poi "cedere intenzionalmente", tutte le informazioni personali che ovviamente Big Data già possiede su di noi. In altre parole, legare l'asino esattamente dove vuole essere legato.
QUI il pdf del documento citato
Fonte Pandora TV
di Massimiliano Paoli
"Nell'agire come ha agito l'imputato non ha avuto fini personali [...]. Secondo l'impostazione dell'accusa [...] il reato ascritto all'ex uomo del Sisde, non era un caso di infedeltà individuale, ma si inseriva purtroppo in un sistema di connivenza tra Stato legale e Stato illegale [...]. Nella convinzione che una pacifica convivenza dei due apparati, quello legale e quello illegale, fosse indispensabile per raggiungere l'equilibrio [...] del «niente più arresti, niente più stragi»"(1).
La domanda sorge spontanea e apparentemente provocatoria: com’è possibile che un personaggio come Bruno Contrada abbia prima ricevuto dallo Stato il lusso di poter terminare la sua condanna agli arresti domiciliari e successivamente sia stato “salvato” sul piano giudiziario dalla giustizia europea?
Una domanda che ha una duplice risposta e una lunga, triste, e poco edificante storia "alle spalle". La storia è quella della lotta alla mafia, un argomento, nella sua semplicità, così intricato e complesso da non poter certo venire descritto adeguatamente in poche righe.
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