In occasione del trentennale del sequestro Moro, proponiamo agli utenti che conoscono l’argomento di dare il proprio contributo a un specie di “indagine collettiva”, riassumendo i fatti noti e supportandoli, ovunque possibile, con adeguati link.
Il suggerimento è di evitare ipotesi gratuite o “preconfezionate”, per arrivare invece ad un elenco completo dei dati fissi e verificabili che abbiamo a disposizione: che cosa sappiamo, di certo, che ci può aiutare a fare luce su quella vicenda? Che cosa possiamo dedurre, dai risultati della Commissione Pellegrino? Che cosa hanno dichiarato la moglie e il figlio di Moro? Quali sono le “coincidenze” che rischiano di non essere state tali? Che cosa possiamo dire, di certo, delle “Brigate Rosse”, e quali sono invece le contraddizioni nel loro percorso storico? Quali sono le testimonianze affidabili, sulle quali fare perno per ricostruire la verità? Eccetera...
Cerchiamo prima di costruire una mappa con dei paletti fissi, e a quel punto vedremo quali e quante ipotesi sarà possibili formulare.
(Un utente appena iscritto ha postato questa lettera in un forum).
Scusate, sono nuovo, ho provato a dare uno sguardo in giro ma non mi sembra di aver trovato un topic in cui inserire la prossima lettera: a tal proposito, prima di leggerla, vi spiego che è una lettera che mandai a un importante periodico italiano, ma che nonostante la gravità del tema non è stata presa in considerazione.
Gentile direttore,
[...]
Arriviamo al dunque: ho 31 anni, una laurea e un master e da qualche anno lavoro. Soffro di depressione, lo sapevo da anni anche se ho deciso di andare a farmi curare solo 2 mesi fa. In passato ho tentato il suicidio, seriamente, una volta, col gas: fallito per una casualità, e fuggito via anche l'impulso di riprovarci, per un bel po'. Due mesi fa sentii che stavo ripercorrendo lo stesso percorso mortifero, e ho deciso di andare da uno specialista, che dopo un incontro mi ha diagnosticato una sindrome depressiva e prescritto l'uso dell'Efexor, in capsule, insieme al sostegno di una terapia di supporto psicologico di almeno un paio di anni. L'Efexor mi ha fatto scomparire i disturbi psico-somatici (gastrici, cefalee etc.), mi ha reso stabile l'umore, ma una stabilità dell'umore livellata verso il basso: ossia sempre nero, con gravi conseguenze sulla mia capacità di intrattenere anche i minimi rapporti sociali e professionali, e con quotidiani pensieri suicidi.
Al secondo incontro con il mio dottore, dopo quasi due mesi (cioè pochissimo tempo fa) ho fatto presente che la medicina, a livello umorale, non sortiva risultati di rilievo: abbiamo convenuto sul fatto che potesse essere una fase del trattamento, superabile in poco altro tempo: del resto i primi risultati erano positivi, ...
Marcello Pamio (www.disinformazione.it) ha scritto un breve libro sui videogiochi, nel quale descrive la parabola storica in cui degli innocenti passatempo si sono trasformati in una vera e propria “bambinaia elettronica” per i nostri figli, per poi essere presi in mano direttamente dal Pentagono, che li ha portati ad evolversi fino a far chiudere definitivamente il gap fra violenza virtuale e violenza reale. Con scopi che sembrano andare ben oltre il semplice profitto economico.
L’intento di questo lavoro - come scrive lo stesso Pamio – è di “sensibilizzare le persone, i genitori, gli educatori i maestri, gli insegnanti (in pratica tutte quelle persone che hanno la responsabilità enorme di accompagnare i giovani adulti lungo un percorso di crescita evolutiva), e gli stessi giovani, su un problema sociale gravissimo e insidioso, ma ovviamente poco pubblicizzato dai media: la pericolosità della violenza indotta dai videogiochi! Alcuni videogiochi (e non tutti).”
La fabbrica dei piccoli mostri – di Marcello Pamio
Prefazione di Maurizio Blondet
Non basta che il sistema scolastico sforni giovani semi-analfabeti, in cui per di più ha ammazzato ogni curiosità culturale ed ogni voglia di imparare, e in cui fermenta il bullismo griffato. Non basta una pubblicità indecente onnipresente, che "sessualizza" i bambini dall'età di sette anni, e li incita ad obbedire ai loro primi impulsi. Non basta il clima generale che glorifica la "trasgressione", il facilismo e l'edonismo più dozzinale. Non basta che queste "agenzie educative", spettacolo, pubblicità e tv, potenti quanto irresponsabili, promuovano modelli nefasti che vengono adottati da ragazzi indifesi. Apprendiamo che parte importante di questo sistema diseducativo sono anche i videogiochi violenti. Sui quali questo documentato saggio di Pamio richiama la nostra attenzione sgomenta.
E' come se fosse in atto un progetto deliberato e convergente per trasformare i nostri figli in poltiglia umana, ...
di Marco Cedolin
La questione dei rifiuti di Napoli sta conoscendo ogni giorno che passa risvolti più grotteschi, trasformandosi in una sorta di teatro dell’assurdo dove le velleità di propaganda elettorale s’intrecciano con l’incapacità manifesta di coloro che sono deputati a gestire l’ormai eterna emergenza.
Il vice commissario delegato per l’emergenza rifiuti Franco Giannini ha così offerto una perla senza eguali, estremamente indicativa dello stato confusionale che alligna nella mente di amministratori e tecnici tanto incompetenti quanto pericolosi. Giannini dentro all’uovo di Pasqua ha pensato bene di far trovare ai napoletani il “consiglio” di trattenere in casa la munnezza durante le vacanze pasquali, evitando di tradurla nei cassonetti (o sarebbe meglio dire nelle strade) prima di mercoledì. Questo poiché durante le feste l’aumentata produzione di rifiuti e la ridotta attività degli impianti di Cdr potrebbero contribuire a peggiorare la già drammatica situazione.
Se i napoletani metteranno in pratica il “consiglio” di Giannini diminuirà così l’altezza dei cumuli di rifiuti nelle strade (sotto agli occhi di tutti), ...
(Due spezzoni del discorso di Obama, sottotitolati in italiano)
In 24 ore Barak Obama è riuscito a capovolgere una situazione per lui disastrosa, trasformandola nella carta che potrebbe anche permettergli di conquistare la presidenza degli Stati Uniti. Sono due giorni che in America non si parla d’altro.
Tre giorni fa è improvvisamente comparso su tutte le televisioni d’America lo spezzone di una predica in cui il pastore della parrocchia di Obama (nero, cristiano protestante) si lanciava in un violento discorso contro “i ricchi bianchi che controllano l’America“, nel quale non era difficile distinguere toni di “razzismo capovolto”: quello che deriva dell’odio innegabile che buona parte dei neri americani prova per i bianchi loro connazionali.
Per un candidato che sostiene di voler unire neri e bianchi, asiatici e ispanici sotto la stessa bandiera, non era certo un buon biglietto da visita.
Colto alla sprovvista, Obama non ha saputo replicare immediatamente all’attacco ...
di Andrea Eremita
Tra le tante guerre dimenticate ce n’è una più dimenticata delle altre. Questa guerra non si combatte a migliaia di chilometri di distanza, non ci sono reportage che ne parlano in TV, e nemmeno se ne occupano i giornali. Ciononostante questa guerra si combatte in casa nostra, nel campo appena fuori città, e anche nell’orto sotto casa.
È la guerra che l’uomo moderno ha intrapreso con la natura per trarre sostentamento, per averne cibo.
Nel corso della storia l’agricoltura è mutata radicalmente, ma tale mutamento è stato lento, ed è avvenuto in stretta comunione con la natura, che ha sempre dettato la misura di ogni cambiamento.
In questo modo, conformandosi ai ritmi della natura, l’uomo non ha mai provocato dissesti tali da comprometterne l’equilibrio. La stessa rivoluzione industriale ha fornito i mezzi per ottimizzare il ciclo produttivo, ma si è trattato di un mutamento limitato all’ambito organizzativo e pratico, che non ha interessato la biochimica della terra.
Invece, a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso, l’agricoltura ha subito un cambiamento radicale dovuto al progressivo utilizzo dei prodotti chimici di sintesi, deputati alla fertilizzazione dei terreni, alla disinfestazione da parassiti, alla protezione e al rafforzamento delle culture stesse. Tali prodotti sono definiti fitofarmaci o agrofarmaci.
Nello spazio di circa cinquant’anni, la figura del contadino è cambiata radicalmente. Da uomo intimamente legato alla propria terra, capace di integrare alla perfezione i cicli di produzione ...
di Marco Cedolin
Dopo trent’anni dall’assassinio di Aldo Moro non è ancora stata fatta (e probabilmente non lo sarà mai) piena luce sulle dinamiche e sulle responsabilità concernenti una delle pagine più buie della storia italiana. Sull’argomento sono stati scritti libri e costruiti film e documentari, alcuni dei quali molto interessanti, ma la verità sembra continuare ad allignare al di sotto della superficie, per emergere solo a tratti e in maniera parcellare, nonostante gli sforzi dei tanti che hanno cercato e stanno cercando di ricostruire la vicenda.
Il Ministro degli Esteri Massimo D’Alema che al tempo dell’uccisione dello statista democristiano ne era antagonista militando nel PCI, non sembra invece interessato tanto alla ricostruzione della tragedia, quanto piuttosto a raccoglierne l’eredità politica, imbarcando proditoriamente il pensiero di Aldo Moro sul pullman del Partito Democratico per meri interessi di campagna elettorale.
In un’intervista comparsa sull’Unità D’Alema ha dichiarato infatti di considerare il PD l’erede della “visione democratica di Moro” in quanto erediterebbe “la visione della necessità di una democrazia compiuta, di una riforma delle istituzioni in grado di organizzare una democrazia dell’alternanza” mentre il PDL di Berlusconi invece rappresenterebbe “il contrario di Moro”...
Nancy Talbott è la fondatrice del BLT-Reseach Group, l’unico gruppo al mondo che abbia studiato sistematicamente i crop circles con criterio scientifico. Nato circa 10 anni fa, il BLT si è avvalso del contributo di diversi scienziati, fra cui il biofisico dell’Istituto di Scienza e Tecnologia del Michigan, W.C. Levengood, che è diventato il punto di riferimento mondiale della ricerca sui crop circles.
Il BLT ha iniziato a raccogliere campioni di grano prelevati dalle formazioni di crop circles un pò ovunque nel mondo. I campioni venivano analizzati, e confrontati con dei campioni di controllo prelevati all’esterno degli stessi campi di grano, lontano dalle formazioni. In seguito, il BLT ha anche raccolto e analizzato dei campioni di terreno, seguendo lo stresso criterio di confronto con i campioni di controllo, prelevati all’esterno della formazione.
Quella che segue è la trascrizione/traduzione dell’intervista telefonica. I diversi segmenti sono accompagnati dall’audio originale (in inglese). Per chi non avesse tempo di leggere tutto, alla fine c’è un riassunto dei punti più importanti.
Recensione
Strategie per una guerra mondiale.
Dall’11 settembre al delitto Bhutto
La mole di argomenti e di questioni tecniche relative agli eventi dell’11 settembre 2001 è poderosa e virtualmente inesauribile, per quanto ampiamente dibattuta da ricercatori indipendenti.
Il funzionario di una banca d'affari Pino Cabras riassume e ne espone le più impotanti in questo volume appena pubblicato dalla neonata casa editrice Aìsara: esamina le omissioni, le menzogne e le contraddizioni della Commissione, le questioni tecniche relative ai crolli di WTC1, WTC2 e WTC7 (meno approfondite quelle sull’impatto al Pentagono), le rivelazioni di Larry Silverstein e dei primi soccorritori, le incongruenze intorno ai 19 dirottatori, il rebus irrisolto delle liste passeggeri, le aporie e le circostanze inquietanti riepilogate nel brillante capitolo “Zibaldone di coincidenze impossibili”.
Questioni non inedite per chi già approfondito la materia, ma perlopiù ignorate dalla gran massa dei cittadini del mondo indottrinata dal mainstream massmediatico.
L’autore, laureato in Scienze Politiche e dal 2005 membro del Comitato misto paritetico della Sardegna sulle servitù militari, non si ferma tuttavia alla materia strettamente legata agli eventi di quel giorno: ricostruisce gli antefatti, esplora i retroscena e i trascorsi, illustra il terreno nel quale è maturato il PNAC, la formazione dei teocon, ...
Fabio Piselli, un consulente dell’inchiesta sulla Moby Prince, è tecnicamente definito “persona informata sui fatti”, e questo gli è costato di recente un'aggressione dalla quale si è salvato solo grazie al suo istinto di sopravvivenza.
Questa è la nostra intervista telefonica a Fabio Piselli.
Intervista - I parte (il fatto).
Intervista – II parte (l’aggressione).
Quella che segue è la lettera che Piselli ha indirizzato qualche giorno fa al Presidente della Repubblica, pubblicandola anche sul suo blog personale.
Suicidio di Stato: al Signor Presidente della Repubblica
Domenica 9 marzo 2008
Sono Fabio Piselli, recentemente sopravvissuto ad una aggressione da parte di ignoti, i quali dopo avermi stordito mi hanno lasciato nella mia auto che hanno dato alle fiamme con me dentro. Questi fatti sono stati ricondotti alle indagini condotte dalla magistratura livornese relative la tragedia del traghetto Moby Prince...
Leggi tutto: Indagine sul caso Moro