La cosiddetta “approvazione definitiva” del vaccino Pfizer da parte della FDA sta scatenando una gran confusione in rete, a causa del modo ambiguo in cui sono stati scritti i documenti relativi. Cerchiamo di fare un pò di chiarezza.
I documenti che creano confusione sono due: il comunicato stampa ufficiale della FDA, e la lettera della FDA alla Pfizer che comunica l’avvenuta approvazione.
La confusione deriva soprattutto dall’uso, apparentemente intercambiabile, dei termini “autorizzato” ed “approvato”. I due termini sono invece sostanzialmente diversi, e non devono essere confusi fra loro: con il primo si intende la autorizzazione d’emergenza (EUA – Emergency Use Authorization), concessa dalla agenzia del farmaco americana (FDA) in presenza di una sperimentazione ridotta, ed in mancanza di cure alternative ufficialmente riconosciute. Con il secondo termine si intende invece che il farmaco è approvato definitivamente (“Licensed”), e può essere immesso sul mercato con il suo nome commerciale.
Ed è proprio qui che scatta la confusione, con il doppio nome del prodotto. Il vaccino originale infatti si chiama ufficialmente “Pfizer-BioNTech COVID‑19 Vaccine”, mentre il secondo si chiama “COMIRNATY”.
Pietro Luigi Garavelli, primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale di Novara, è finito al centro di una dinamica intimidatoria per avere osato partecipare, in termini dialettici e non di acritica adesione, ad una manifestazione contro il "green pass". In Italia si è imposto di fatto un modello simile a quello dei talebani. "Non posso parlare fino a quando la mia posizione non sarà chiarita".
Purtroppo questo episodio rischia di impedire a Garavelli di partecipare al summit internazionale che si terrà a Roma in settembre, del quale Garavelli parla nella stessa intervista.
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Io trovo questa testimonianza altamente credibile. Voi?
Il caso descritto in questo articolo sembra indicare una strada da seguire per tutti coloro che, lavorando in ambito sanitario, non desiderano vaccinarsi.
Questa volta è successo a Lodi. Ricordate la dottoressa che si era recata all’hub di Ferrara con il proprio avvocato? La mattina di ferragosto al centro vaccinale della provincia lombarda si è recata un’altra dottoressa accompagnata dal proprio legale del Foro di Lodi, Fabio Daprati, e la polizia.
Daprati racconta così cosa è successo: “Ho accompagnato la cliente che due settimane fa era già stata sospesa dal lavoro perché si era recata all’hub di Melegnano per ottemperare all’obbligo di legge della vaccinazione. Ma non si era potuta vaccinare perché ha ritenuto di non essere stata adeguatamente informata sul contenuto farmacologico del vaccino”.
Ragazzi, ho bisogno del vostro contributo. Vorrei preparare un video intitolato “Dizionario covid, un elenco di tutte le fallacie logiche” (o qualcosa del genere), nel quale elenchiamo, da una parte, tutti i luoghi comuni che si sentono ripetere incessantemente dai provax, e dall’altra tutte le risposte per smontare questi luoghi comuni. Qui di seguito ho fatto un rapido esempio di come dovrebbe funzionare questa tabella. Aiutatemi mettendo i vostri suggerimenti, sia di domanda che di risposta, di tutti i luoghi comuni più diffusi sulla faccenda covid.
Grazie.
Gli elicotteri Chinhook si alzano a fatica dall’ambasciata americana di Kabul, carichi di persone che vogliono lasciare di corsa il paese. All’aeroporto della capitale il caos regna sovrano, con i cittadini stranieri che cercano di salire disperatamente sugli ultimi aerei in partenza. E i diplomatici USA che restano indietro si affrettano a bruciare tutti i documenti sensibili in loro possesso, per evitare che finiscano nelle mani dei talebani.
Sono scene che ricordano fin troppo da vicino la fuga degli americani da Saigon nel 1975, ma con una grossa differenza: la guerra del Vietnam era considerata persa già da molto tempo, da parte degli americani, mentre nel caso dell’Afghanistan, il presidente Biden aveva assicurato che l’esercito afghano regolare – quello sostenuto e addestrato dagli stessi americani – sarebbe stato perfettamente in grado di mantenere il controllo del paese.
Invece nell’arco di poche ore l’intera nazione, capitale compresa, è tornata nelle mani di coloro che già la controllavano 20 anni fa. In più, I talebani potranno ora disporre di enormi quantità di armi, mezzi e munizioni che sono state lasciate indietro dalla fuga precipitosa degli americani.
Potrebbe quindi sembrare a tutti gli effetti una clamorosa sconfitta per gli americani, che agli occhi del pubblico mondiale avrebbero “sprecato per niente 20 anni di guerra in Afghanistan, che è costata ai contribuenti americani migliaia di milioni di dollari”.
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Un altro mito nel mondo pro-vax sta per crollare miseramente: si tratta della fantomatica e tanto agognata “immunità di gregge”.
La rincorsa alle vaccinazioni di massa era iniziata l’anno scorso, con il grido di guerra “solo il vaccino ci farà uscire da questo incubo”. Poi il grido di guerra si era leggermente attenuato, quando venne aggiunta la frase “però ci vorranno almeno due dosi”. Ora le dosi stanno diventando tre, e c’è qualcuno che parla già della quarta. Inoltre, continua a saltare fuori gente che nonostante la vaccinazione si prende lo stesso covid. La consolazione del mainstream, in questo caso, è “sì però lo prende in forma attenuata”. Nel frattempo scopriamo che il vaccinato può trasmettere il contagio esattamente come il non vaccinato, e anche che la carica virale del primo è pari a quella del secondo.
Nonostante tutto, si continua a far finta di niente, e si avanza a fatica verso l’agognata soglia della “immunità di gregge”, per cui si continua a spingere sulle vaccinazioni facendo ricorso anche ai ricatti più infami.
Da quando si sono messi in testa di vaccinare il mondo intero (almeno il mondo occidentale) gli uomini di Big Pharma sembrano inarrestabili: ciò che non hanno ottenuto con il consenso dei cittadini lo stanno ottenendo con il ricatto (grazie al green pass e alle limitazioni personali per chi non è vaccinato). E ciò che non otterranno con il ricatto, lo otterranno con l’obbligo.
Fino ad oggi, com’è noto, c’è un grosso ostacolo per i governi che vogliono imporre l’obbligo vaccinale: trattandosi di vaccini sperimentali, non approvati in forma definitiva, l’imposizione di un obbligo implicherebbe automaticamente la diretta responsabilità dei governi per gli eventuali eventi avversi.
Ma presto non sarà più così.
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