Marco Cedolin
Si sono consumati sabato, alla Camera e poi al Senato, i primi atti della nuova legislatura, attraverso l'elezione dei relativi presidenti. In perfetta sintonia con il trend oggi in voga, consistente nel dispensare a piene mani perline colorate ed illusioni di rinnovamento, il PD è riuscito, senza neppure dovere faticare troppo, ad imporre i propri candidati in entrambi i rami del parlamento, sfruttando il tanto vituperato "porcellum" che ha estrogenato a dismisura un partito che ha raccolto solamente il 29% del consenso elettorale.
A presiedere la Camera è stata chiamata Laura Boldrini, donna in carriera dell'ONU, ben introdotta nel circo equestre delle ONG e dei relativi profitti miliardari. A presiedere il senato è stato chiamato il giudice Pietro Grasso, ennesimo magistrato stufatosi di fare politica in sede giudiziaria e deciso a cimentarsi con il parlamento.
L'elezione della Boldrini e di Grasso, due figure tanto squallide quanto funzionali al sistema che garantisce loro il proprio status quo, non meriterebbe sicuramente altri commenti, se non fosse per la brutta caduta nella quale sono incorsi alcuni dei senatori a 5 stelle....
Della scelta di Bergoglio al soglio pontificio non stupisce tanto la nazionalità - ormai all'idea di un papa internazionale ci siamo abituati - quanto il fatto che sia un gesuita.
E' infatti il primo in assoluto nella storia a diventare papa, e questa non è certo una casualità.
Fin dalla fondazione dell'ordine, da parte di Ignazio di Loyola, i gesuiti hanno sempre presentato un doppio volto nei loro rapporti con il Vaticano.
Da una parte i primi gesuiti erano i "soldati di Gesù" che andavano in tutt'Europa a combattere il protestantesimo insorgente, nel tentativo di restaurare il potere di Roma durante la controriforma.
Dall'altra però criticavano la lassitudine e la corruzione in cui era caduto il clero romano negli ultimi secoli, chiedevano una più stretta aderenza alle sacre scritture, si auguravano una maggiore preparazione culturale nei vertici della Chiesa, e predicavano una povertà e un'umiltà che ormai in Vaticano erano del tutto sconosciute. E' infatti curioso che nessun papa, dal 1200 ad oggi, avesse mai pensato di chiamarsi "Francesco".
I gesuiti hanno anche il grande merito di aver fatto da ponte culturale fra l'Occidente e l'Oriente, nel periodo delle prime esplorazioni del continente asiatico. Se non fosse stato per loro, Cina e Giappone non avrebbero saputo quasi nulla di noi, ...
Con questo articolo possiamo aprire la discussione sulle risposte date da diversi utenti alla mia "domanda da un milione di dollari": "Presumendo che tu abbia smesso da tempo di votare perché convinto che il sistema sia marcio, o comunque non sia sanabile dall'interno, che cosa proponi di fare - sul fronte sociale, politico, istituzionale, o qualunque altra cosa - per arrivare a vivere in un paese migliore di questo?"
Ho provato a raggruppare le risposte in una specie di arco che descriva, da sinistra verso destra, la maggiore o minore distanza a cui ciascuno si colloca rispetto al processo democratico. A sinistra quindi il rifiuto totale del sistema, verso destra i più possibilisti (anche se in realtà solo l'ultimo gruppo accetta a priori il principio di rappresentabilità).
RASSEGNAZIONE
Ho definito il primo gruppo con il termine "rassegnazione", poichè queste persone ritengono impossibile sconfiggere il sistema sia dall'esterno che dall'interno, e non vedono al momento soluzioni possibili:
- Secondo la mia visione, possono cambiare i partiti, i colori, le bandiere, ma dietro a tutto c'è qualcuno che muove le fila e alla fine le cose non cambiano in meglio.
- Questo mondo e' posseduto da una manciata di enormi multinazionali e grandi banche, che di noi fanno quel cazzo che gli pare. Il sistema e' blindato e autoprotetto dagli stessi individui che lo subiscono: cambiarlo e' un'impresa che rasenta l'impossibile.
Dopo un estenuante braccio di ferro con gli Stati Uniti, il Pakistan ha finalmente deciso di firmare l'accordo con l'Iran per il nuovo gasdotto di circa 800 km. che unirà le due nazioni.
In tempi normali, questa dovrebbe essere una notizia di ordinaria amministrazione, visto che ci sono ormai centinaia di gasdotti che attraversano intere nazioni in ogni parte del mondo.
Ma quello fra l'Iran e il Pakistan è un gasdotto molto particolare, che è stato lungamente osteggiato dagli Stati Uniti, i quali stanno tentando in tutti i modi di soffocare le esportazioni energetiche dell'Iran con la scusa del rischio nucleare.
È già da qualche anno che la love story fra il Pakistan e gli Stati Uniti è terminata. Da una parte c'era il goffo tentativo del Pakistan di continuare a tenere il piede in due scarpe, ...
Questo non è un articolo vero e proprio, ma è piuttosto un modo per porre una domanda precisa ad un gruppo particolare di persone: coloro che già non votavano da molti anni, e che hanno scelto di continuare a non farlo, nonostante la possibile alternativa del Movimento Cinque Stelle. A giudicare dai commenti delle scorse settimane, vi sono diversi utenti del sito che rientrano in questa categoria.
Chiarisco subito una cosa: non voglio mettere sotto accusa nessuno, e continuerò a rispettare, come ho sempre fatto, il diritto di ciascuno di pensarla come vuole, e di comportarsi di conseguenza. Per questo motivo chiederò che lo spazio nei commenti sia lasciato esclusivamente agli interessati che vorranno rispondere, in modo che possano farlo liberamente, senza doversi confrontare con nessuno.
Desidero soltanto capire qualcosa che mi sfugge.
Io stesso sono uno che non votava più da moltissimi anni, e sono tornato a farlo (per il M5S) in quest'occasione. E' quindi normale che mi vengano dei dubbi, ...
Com'era prevedibile, la reazione isterica e scoordinata del sistema di fronte ai recenti risultati elettorali non si è fatta aspettare.
Sorretta dalla voce autorevole di Pierluigi Battista, è partita la nuova crociata contro il "grillismo complottista".
Approfittando della frase pronunciata da un neoeletto 5 Stelle sui microchip (e poi ci si domanda perché Grillo non vuole che si vada a parlare in televisione), il buon Battista si è prontamente tuffato nello "scivolo mentale" di cui Piero Angela è grande maestro, quello del "complottismo" da un tot al chilo.
Il complottismo generalizzato infatti è un calderone perennemente in ebollizione, con 11 settembre, Moonhoax e omicidio Kennedy sempre pronti ad accogliere qualunque stupidaggine che abbia un lontano sapore di dietrologia. Basta rigirare il mestolo, aggiungere due riccioli di Casaleggio al sapor di Belzebù, e la nuova porzione di minestra riscaldata è già pronta per l'uso.
"C'è un sito «anti-bufala», dal nome «Perle complottiste» - scrive Battista - che registra con meticolosa precisione ogni refolo di febbre cospirazionista che spira nel grande chiacchiericcio di Internet e che ha individuato nel mondo virtuale degli adepti di Grillo, dei seguaci di Casaleggio, dei discepoli del cinquestellismo, un concentrato di complottismo sfrenato ad altissima intensità emotiva."
Battista è talmento impegnato nel suo tentativo di "collegare" in qualche modo il Movimento 5 Stelle al complottismo da pattumiera che ha commesso due errori madornali: [...]
di Marco Cedolin
Mentre Bersani filosofeggia intorno a fantasiose redistribuzioni dell'IMU e rivisitazioni della macchina di morte di Equitalia, nel tentativo di mercanteggiare l'appoggio di Grillo. Mentre l'Europa pretende con tono perentorio altre lacrime ed altro sangue subito, senza discussioni. Mentre il golpista trombato Mario Monti si dice pronto a tutto purché non nasca un governo anti europeo. Mentre la politica gigioneggia nei salottini TV su argomenti pregnanti come la legge elettorale ed il diritto di cittadinanza, alternando la rava e la fava con la fava e la rava.
C'è un'Italia che muore e continua a suicidarsi, refrattaria alla giustizia dispensata da Mr. Legacoop/Mps ed alla libertà offerta dal salapuzio di Arcore.
Perfino i media mainstream che su ordine di Mario Monti da un anno avevano eliminato dai propri palinsesti la mezza dozzina di suicidi giornalieri causati dalla disperazione economica, sembrano non essere più in grado di occultare il fenomeno.
Quando come nella tragedia accaduta oggi a Perugia all'interno della sede della Regione Umbria....
In occasione della morte di Chavez pubblichiamo questo articolo di Comedonchisciotte del febbraio 2012.
di Nil Nikandrov (Fonte: strategic-culture.org / comedonchisciotte)
In una serie di suoi discorsi pubblici Hugo Chavez ha definito come "epidemia" i casi di cancro che stanno colpendo molti presidenti latino-americano, definendo tutto ciò un fenomeno strano ed allarmante. Il cancro ha colpito Chavez in primis, il presidente paraguayano Fernando Lugo, Dilma Rouseff e Lula da Silva (Brasile), Crisitina Fernandez (Argentina). Tutti loro sono conosciuti come politici di centro-sinistra che lottano per accelerare il processo di integrazione dell'America Latina e per liberarsi del dominio degli Stati Uniti nell'emisfero occidentale. Chavez ha parlato di imperi che sono pronti a tutto pur di raggiungere i loro obiettivi.
La risposta di Washington non si è fatta attendere. Victoria Nuland, portavoce ufficiale del Dipartimento di Stato americano, ha definito le parole di Chavez "orribili e riprovevoli". Cioè esse sono state percepite dall'amministrazione Obama come una accusa di utilizzo di particolari tecnologie biologiche per causare il cancro tra i leader latino-americani colpevoli di non perseguire una politica amichevole nei confronti degli Stati Uniti.
Naturalmente, Hugo Chavez non è così maleducato. Ha capito che Washington avrebbe richiesto prove. Così il presidente ha spiegato la propria posizione dicendo di non aver mai incolpato nessuno, ma che piuttosto ha fatto utilizzo della libertà di pensiero di fronte ad una strana serie di eventi di difficile spiegazione. La sua ansia è ben compresa, poiché per scongiurare il rischio di morte si è dovuto sottoporre ad una serie invasive chemioterapie a Cuba. E l'ansia è destinata a rimanere. Come compaiono queste malattie? Come un tumore maligno ha potuto colpire un uomo sano, ...
Sono traumatizzato. Grazie ai potenti mezzi di RAI International ho appena finito di vedere "La domenica sportiva" - un programma che non vedevo da oltre vent'anni - e ancora non riesco a credere a quello che mi è passato davanti agli occhi.
Vent'anni fa "La domenica sportiva" apriva facendo vedere un montaggio con tutti i gol della giornata, poi c'era una breve introduzione del conduttore, e si passava subito a vedere i filmati delle partite, uno dopo l'altro. Poi c'era il momento clou della "moviola", si stava un po' lì a menarsela su la-palla-era-dentro-la-palla-era-fuori, seguivano quaranta secondi dedicati agli altri sport, e si andava tutti a nanna.
Quello che ho visto stasera mi ha fatto inorridire. Prima di tutto, sono inorridito per la presentatrice, una specie di Barbie cinquantenne tinta male, con labbroni formato tangenziale, che si è rifatta la faccia ma si è dimenticata di farsi tirare anche la pelle del collo e delle braccia.
Ma soprattutto, sono inorridito per la priorità degli argomenti: per prima cosa, ho dovuto sentir parlare del calcio brasiliano, e di quanto sia importante che la Rai abbia preso anche i diritti televisivi di quel campionato. Mia moglie mi ha guardato, altrettanto stupita, e mi ha chiesto "ma scusa, cosa c'entra il Brasile con l'Italia?"
Io le ho risposto "vedrai che cercheranno di rifilare agli italiani anche le partite del Brasile, ...
A prima vista, sembrerebbe che la situazione politica italiana sia in stallo per una semplice questione matematica: con tre partiti che si sono divisi gran parte dei voti, non ci sono i numeri per formare una solida maggioranza di qualunque tipo.
In realtà, quello che sta bloccando oggi l'Italia è soprattutto un problema di linguaggio.
Questi tre grandi partiti infatti non parlano tutti la stessa lingua. Due di loro, PD e PdL, parlano ancora la lingua del passato, che si basa su affermazioni intenzionalmente vaghe, giri retorici, messaggi trasversali e codici cifrati. All'interno di quella lingua c'è tutto lo spazio per l'ipocrisia, per l'inganno, per la malafede, e per i più perfidi trabocchetti.
Il Movimento Cinque Stelle invece parla la lingua del futuro: diretta, semplice, immediata, senza fronzoli e senza retorica. Dice pane al pane, e belìn al belino. All'interno di questa lingua non ci sono ambiguità, non c'è spazio per l'ipocrisia, e la malafede è condannata già in partenza a venire smascherata.
La vecchia guardia ha imparato a parlare quando a fare da pubblico controllore c'era la televisione. Sapevano quindi benissimo di poter alludere, di poter fingere, e di poter mentire, perché tanto la televisione non li avrebbe mai messi con le spalle al muro. Al massimo avrebbe finto di farlo, ...
Leggi tutto: Con il piede sbagliato