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Complottisti: se li conosci li eviti

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Scritto da Redazione
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17 Gennaio 2015
Visite: 15016
di Rickard È ben noto come i cosiddetti “debunker” abbiano sempre utilizzato il termine complottista per additare tutti i ricercatori indipendenti dipingendoli come una masnada di boccaloni pronti a bersi qualsiasi cosa. Dei creduloni, insomma. Gente che probabilmente avrebbe bisogno di uscire più spesso anziché perdere tempo con le cazzate internettiane. Ovviamente tale epiteto è sempre stato rispedito al mittente, con annessa una nota dichiarante che i complottisti non esistono e, ammesso che esistano, sono delle persone desiderose di informarsi e di valutare con spirito critico le proprie fonti e le proprie informazioni. Così l’ho pensata anch’io per parecchio tempo. Poi qualcosa è avvenuto. O meglio, mi sono accorto di qualcosa che già stava accadendo. Ho visto un complottista. Ci ho messo un po’ a riconoscerlo, grazie anche alla sua ottima capacità naturale di mimetizzazione. Il complottista si uniformava ad ogni ambiente ed era difficile individuarlo. Egli era ovunque. Un dibattito sul 9/11 e ovviamente era lì in prima fila. Un thread sulle scie chimiche e lui lì, pronto a strillare “Morgellons” a pieni polmoni. Per non parlare degli UFO; lì dava il meglio di sé e pareva che avesse avuto incontri ravvicinati del terzo tipo con ogni sorta di alieno esistente. La difficoltà non era notare la sua presenza, bensì vederlo per quello che era. In realtà, il “complottista” non è un individuo animato dalla ricerca della verità oltre le versioni ufficiali dei fatti, è la versione speculare e complementare del debunker. Laddove il debunker agisce secondo lo schema conclusioni-ragionamento-fatti per confermare la Versione Ufficiale, il complottista utilizza lo stesso schema mentale per l’obbiettivo opposto, cioè per confermare a priori qualsiasi teoria alternativa. Il complottista parte sempre dalla conclusione che in ogni grande evento ci sia o ci possa essere un complotto. Egli non osserva, ragiona e conclude, bensì parte con l’idea che qualcosa ci sia, e che il suo lavoro sia individuare gli indizi che sicuramente ci sono. E se non li trova è solo perché non guarda con sufficiente attenzione. La stessa sicumera e comportamento scorretto nelle argomentazioni tipiche dei debunkers si trovano (con qualche variante) nei comportamenti dei complottisti. [...]

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I have a dream

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16 Gennaio 2015
Visite: 11475
I HAVE A DREAM di Calvero Voglio un mondo senza giornalisti: - non serve a niente sapere le notizie, è la più grande bufala della storia; tra noi e i fatti - se servono postini, significa che non vogliamo cercare ma essere trovati. Voglio un mondo senza violenza: - non serve a niente predominare, veniamo al mondo senza portare nulla, moriamo senza poterci portare via niente e in mezzo litighiamo per possedere [size=xx-small](cit.)[/size] Voglio un mondo senza religioni: - non serve a niente vestire Dio di un'ideale, siamo nudi di fronte la vita e c'illudiamo di poter vestire chi l'ha creata. Voglio un mondo senza industrie e catene di montaggio: - non serve a niente arrivare più in alto e creare comfort, siamo della stessa sostanza delle stagioni, dell'alba e dei tramonti - e c'illudiamo di poter fare meglio di loro. [...]

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Le dimissioni di Napolitano

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Scritto da Redazione
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14 Gennaio 2015
Visite: 11509
di Attilio Folliero Una caricatura di Enzo Apicella per ricordare le dimissioni da Presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano. Apicella lo definisce il peggior presidente italiano. Non sappiamo chi sia veramente il peggiore (è un compito arduo perchè in fondo quasi tutti i presidenti italiani meritano tale onorevole titolo), ma indubbiamente Napolitano è tra i favoriti. Da sempre al servizio dei poteri forti e delle classi dominanti, l'ex fascista (iscritto al GUF, Gruppo Universitario Fascista), l'ex comunista (iscritto al Partito Comunista Italiano, l'unico "comunista" amatissimo dagli statunitensi), l'ex democratico (Partito Democratico), l'ex prete (così era soprannominato) a 90 anni suonati (è nato il 25 giugno del 1925) va in pensione. [...]

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"Hotspots" sulla Luna

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Scritto da Redazione
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12 Gennaio 2015
Visite: 17460
Uno dei problemi rappresentati dalle foto delle missioni Apollo è che spesso gli astronauti sembrano illuminati da una fonte artificiale.
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Parigi ultimo atto

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Scritto da Redazione
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12 Gennaio 2015
Visite: 17419
La puntata de "La Gabbia" dedicata al "terrorismo islamico".
(Gli interventi di Giulietto Chiesa sono a 0.54:45 e 02:02:04).
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A tutti i "Charlie" dell'ultima ora

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Scritto da Redazione
Categoria: imported
09 Gennaio 2015
Visite: 24572
Ora che su Parigi è calato il sipario, possiamo provare a fare un paio di riflessioni. 1 - Domenica Renzi, Rajoy, Merkel, Cameron e Hollande si incontreranno a Parigi. Ne uscirà certamente un qualche accordo fra i maggiori stati europei "per contrastare il terrorismo". Naturalmente, non faranno nulla che possa servire veramente a contrastare un'eventuale terrorismo - anche perché loro sanno meglio di noi quale sia la matrice reale di questo "terrorismo". Ma vorranno certamente dare l'impressione che "l'Europa è unita nel combattere il terrorismo", perché questo è il messaggio che in questo momento fa comodo a tutti loro. Prepariamoci all'ennesima messinscena. 2 - Sul fatto che i due assassini di Parigi siano stati identificati grazie alla carta d'identità "dimenticata" in macchina, si sono già espressi in modo efficace i nostri utenti nel precedente articolo. Non c'è bisogno di aggiungere nulla, se non forse il fatto che anche i "terroristi pakistani" degli attentati di Londra del 2005 furono identificati grazie alla carta d'identità contenuta nello zainetto di uno di loro. Insomma, fare il poliziotto oggi è diventato facile: basta saper leggere un indirizzo su una carta di identità, e la medaglia è garantita. 3 - Dai vari telegiornali di oggi è venuto fuori che gli attentatori di Parigi erano molto ben conosciuti ai servizi francesi, e quindi molti si domandano come mai costoro abbiano potuto agire in piena libertà, ...

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Parigi: Cherchez la femme?

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Scritto da Redazione
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07 Gennaio 2015
Visite: 32607
Se io fossi Marine Le Pen, mi augurerei di tutto cuore un attentato come quello che è successo oggi a Parigi. Due uomini incappucciati che hanno massacrato 11 persone mentre urlavano "vendicheremo il Profeta" mi tornerebbero estremamente utili per portare avanti la mia campagna elettorale, basata sulla xenofobia e sulla Islamofobia in particolare. Se io fossi un sionista, mi augurerei di tutto cuore un attentato come quello che è successo oggi a Parigi. Due uomini incappucciati che hanno massacrato 11 persone mentre urlavano "vendicheremo il Profeta" mi tornerebbero certamente utili per riaffermare il concetto che l'Islam è una religione violenta, abominevole, e che per questo motivo tutti i musulmani sono dei nemici della pace e della democrazia. Se io fossi Francois Hollande mi augurerei di tutto cuore ...

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Ammalarsi di cancro è una questione di sfortuna?

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Scritto da Redazione
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06 Gennaio 2015
Visite: 12705
di Filippo Ongaro Quando si parla di malattie è pratica comune e antica fare le corna o qualche altro gesto scaramantico meno elegante. Ricerche scientifiche che ci ricordano che ammalarsi ha a che fare anche con una buona dose di sfortuna risultano quindi piuttosto superflue. Ma ora una ricerca pubblicata sulla prestigiosissima rivista Science , sostiene addirittura che il 65% dei tumori sia frutto del caso e che lo stile di vita c’entri molto poco. La notizia dello studio sta facendo rapidamente il giro del mondo (con interpretazioni più o meno accurate) e rischia di avere un effetto devastante sulla fragile mente dell’essere umano che associa stile di vita sano a sacrificio e che non aspetta altro che sentirsi dire che non vale la pena cambiare modo di vivere. Le conclusioni dei ricercatori suonano come musica per le orecchie di chi di prevenzione non vuol sentire parlare: puntiamo su terapie efficaci e diagnosi precoce invece che perdere tempo con la prevenzione, ci dicono. Facciamo subito due premesse: prima di tutto una correlazione tra due fenomeni non significa affatto una relazione di causa effetto. Poi ogni volta che viene pubblicato uno studio se ne parla come se automaticamente smentisse tutto ciò che è stato pubblicato prima. Non esiste invece alcuna relazione cronologica tra le ricerche. Uno studio pubblicato oggi non smentisce affatto uno studio pubblicato ieri o dieci anni prima. Si tratta semplicemente di ricerche che giungono a conclusioni diverse, ...

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Money, Banking and the Federal Reserve

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04 Gennaio 2015
Visite: 9597
Un video di grande importanza per comprendere come è nato, e come funziona, il moderno sistema bancario.
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"Il Discorso della Rete 2014"

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Scritto da Redazione
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02 Gennaio 2015
Visite: 11129
Ieri Claudio Messora ha messo online il "Discorso della Rete 2014" di fine anno. Per raccogliere i contributi delle centinaia di utenti che hanno partecipato, Messora ha utilizzato una piattaforma di libero accesso chiamata Etherpad. Per oltre una settimana gli utenti hanno lavorato ai contenuti, modificandoli e integrandoli in continuazione, finchè ne è uscito il discorso che potete ascoltare qui di seguito. Ecco come Messora lo ha presentato sul suo sito Byoblu: Questo discorso è stato scritto dagli utenti della Rete, in maniera collaborativa. Senza nessuna supervisione centrale. Rappresenta un esperimento di interazione libera e di democrazia informativa diretta. Io mi limito a leggerlo, come portavoce. Senza assumere nessuna posizione rispetto ai suoi contenuti. Simbolicamente, il “Discorso della Rete 2014″ rappresenta ciò che la Rete vuole dire agli italiani. Buon ascolto. Claudio Messora.
IL TESTO DEL MESSAGGIO: Cittadini, Italiane e italiani, anche il 2014 si è concluso. E’ con profonda cordialità che gli utenti della rete vi porgono i più vivi auguri di un buon anno nuovo, possibilmente migliore di quello precedente. Questo discorso di fine anno è in contrapposizione con quello di Re Giorgio I, per tutti quelli che non si sentono rappresentati da lui. Ci sarebbe tanto da dire ma, come avrete modo di ascoltare, ci sono alcuni temi sui quali è doveroso soffermarsi, come le politiche del lavoro, lo stato sociale, l’euro, i partiti, la democrazia e la deriva autoritaria del sistema economico-finanziario sovraordinato a tutto ciò che sta attentando alla nostra libertà. [...]

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Che brutto Capodanno

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Scritto da Redazione
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01 Gennaio 2015
Visite: 12710
Oggi, 1° gennaio 2015, ho passato una giornata orribile. Inizialmente, ho voluto attribuire il mio malumore al discorso di ieri sera di Giorgio Napolitano: un discorso talmente vuoto, talmente insignificante, talmente irritante per la sua pochezza da far pensare ad una sofisticata ed intenzionale presa per il culo. Ma poi mi sono reso conto che da lui non avrei dovuto aspettarmi niente di diverso, per cui non potevo certamente usare il discorso del presidente come capro espiatorio per il mio malumore. Ho pensato allora che la colpa fosse del discorso di Beppe Grillo: il famoso "controdiscorso" di fine anno, tanto annunciato e tanto atteso, che avrebbe dovuto fare pelo e contropelo alla versione istituzionale della nostra realtà, e che invece si è rivelato ancora più vuoto, insignificante e inutile di quello di Napolitano. Ma poi mi sono reso conto che anche da Beppe Grillo non avrei dovuto aspettarmi niente di diverso. Ormai lui il suo percorso lo ha fatto, le cose che doveva dire le ha dette, e la strada da seguire ce l'ha indicata. Non è quindi giusto aspettarsi che arrivi ancora da lui quella luce che dovrebbe guidarci verso un futuro migliore. Dopo ore di amari rimasticamenti, ho finalmente capito la natura del mio malessere: è la triste realizzazione che gli italiani sembrano ormai aver accettato la situazione attuale ...

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