Da una parte i politici lamentano uno “scollamento” sempre crescente fra cittadino e istituzioni, dall’altra gli uomini della sinistra si affannano attorno al nuovo nome - Veltroni – come se fosse giunto il salvatore da una lontana galassia di esseri superiori.
Dimostrando, in questo modo, di non aver capito assolutamente nulla del malcontento popolare, nè della situazione in generale.
Quando un sistema chiuso si trova in difficoltà con l’esterno, non può illudersi di risolvere la situazione lavorando al proprio interno. La cosa dovrebbe essere evidente per chiunque, e invece Bertinotti ci fa sapere, riferendosi al nuovo PD, che “l’incarico di Veltroni è quello di definire il suo partito”. E da Bucarest Veltroni annuncia: “Cercherò di fornire una 'visione' su ciò che deve essere il Paese. Un tema che mi appassiona da anni".
Peccato che poco prima avesse detto “Non mi pare sia tempo di sogni, non sono sufficienti, bisogna puntare a delle risposte”. Dovremmo quindi aspettarci da Veltroni una “visione” che non sia però un sogno, ma una risposta.
Ovvero, parole.
Le solite parole vuote, rimesse eternamente in circolo come un ventilatore che muova stancamente l’aria viziata in un ambiente chiuso: per chi entra da fuori, i miasmi sono sempre gli stessi.
Abbiamo una intera popolazione che ormai, dopo l’uno-due Berlusconi-Prodi, in cui non è cambiato assolutamente nulla, ha finalmente mangiato la foglia, e loro si preoccupano di “ridefinire il partito”.
L’unica fortuna che hanno i politici oggi ...
di Rascalcitizen
Poco tempo fa su "Il Foglio" di Ferrara è stato pubblicato uno sconcertante intervento di Adriano Sofri.
Nel mezzo delle più disparate considerazioni riguardanti gli anni '70, la strategia della tensione, l'uso della violenza nello scontro politico, ecc., l'ex leader di Lotta Continua, parlando dello stato, confessa candidamente che "Una volta uno dei suoi più alti esponenti venne a propormi un assassinio da eseguire in combutta, noi e i suoi affari riservati".
Dopo alcuni giorni, sempre su "Il Foglio", Sofri approfondisce la questione e "vuota il sacco": nel 1974 il funzionario dell'Ufficio Affari Riservati del ministero dell'interno, Federico Umberto D'Amato, si reca a casa del massimo dirigente di una importante organizzazione dell'estrema sinistra italiana per proporgli di eliminare fisicamente l'intero gruppo dirigente dei Nuclei Armati Proletari, organizzazione terroristica di cui facevano parte numerosi ex-militanti di Lotta Continua.
D'Amato spiega a Sofri che ciò si potrebbe realizzare con una "mutua collaborazione e la sicurezza dell'impunità". Ma questi rifiuta l'indecente proposta e lo invita ad andarsene.
Prima di qualsiasi considerazione su queste gravissime affermazioni, rinfreschiamoci la memoria ...
Ci eravamo stupiti del fatto che i nostri parlamentari pensano che il Darfur sia uno stile di vita, e che Guantanamo si trovi in “Afakistan”, ma questa breve serie di interviste a degli “americani qualunque” lascia ancora più di stucco: all’ignoranza si aggiunge una totale mancanza di spirito critico, che forse ci permette di comprendere meglio perchè l’America ci stia mettendo così tanto tempo a capire che cosa sia davvero successo l’undici di settembre del 2001.
Il nuovo capo della Polizia sarà Antonio Manganelli.
Alle direzione delle carceri andrà Saverio Secondini. Alla Guardia di Finanza Giustino Fiscale. Ai Carabinieri la prima donna nella storia a guidare un corpo armato: Serena Fiammella. Alla sanità avremo Ottavio Cerotto, al tesoro Amleto Borsellino, alle comunicazioni Pietro Missiva, alle ferrovie Settimo Binario, all’agricoltura Felice Lo Pascolo, all’industria Silvio Brugola, al turismo Allegra Bagnante, alle autostrade Giancarlo Traforo, a Bankitalia Fiorino Listampi, agli interni Sergio Domestico, agli esteri Cosmo Polita.
Per non dimenticare il famoso ministro dei trasporti giapponese Fur-Gon-Cìn, che vive immortalato nelle storielle di terza media insieme al campione di tuffi coreano Kifù-Keme-Rusò, ...
di Enrico Sabatino
E’ risaputo quanto sia sempre stata importante per il Potere un’informazione manipolata, un’informazione deviata ad hoc che comportasse poi tutta una serie di conseguenze nella percezione dell’opinione pubblica.
Per esempio, nel 2006 gli omicidi in Italia sono stati 621, un dato sensibilmente inferiore ai 1901 omicidi del 1991; e mentre gli omicidi commessi dalla criminalità organizzata nel 2006 hanno toccato il minimo storico (121), sono aumentati invece quelli originati in ambito familiare o per passioni amorose (192).
Eppure oltre una persona su quattro si sente poco o per niente sicura quando cammina sola al buio la sera nel proprio stesso quartiere.
Quindi la percezione di insicurezza rimane sempre molto forte, grazie soprattutto al martellante e morboso tam tam mediatico sulla cronaca nera che ha annebbiato molte menti tra chi guarda i TG e legge i quotidiani.
Ma nei tempi che viviamo, è proprio la percezione pubblica che assume un’importanza fondamentale in quanto target verso cui indirizzare certa informazione, e in particolar modo se si tratta di informazione di guerra.
In questo ambito la fabbricazione di notizie volte a plasmare l’opinione pubblica ha sempre giocato un ruolo fondamentale...
di Enrico Voccia
La notizia è freschissima: gli inquirenti hanno trovato l'autore della missiva spedita a Lorsignor Bagnasco, contenente tre pallottole e minacce di morte.
Brigatista Rosso? Anarcoinsurrezionalista? Centrosocialista un po' svitato? No. Mitomane allora? Nemmeno.
La realtà è molto più particolare ed inaspettata. Si tratta di un quarantatreenne pregiudicato, del tutto al di fuori di qualunque prospettiva politica di sinistra e/o laica, il quale, finito in carcere dopo la denuncia di una coppia appartenente al suo stesso mondo, ha confezionato la lettera minatoria suddetta, lasciandovi alcune tracce che la facessero risalire alla coppia di cui voleva vendicarsi.
In tutto questo tempo, invece, i media hanno straparlato, per l'episodio in questione, di “terrorismo”, di “gravi minacce” verso Bagnasco, di una “strategia eversiva di ampio respiro” et similia, anche contro le indicazioni degli stessi inquirenti che, a onor del vero, ricordo bene di aver notato che, fin dall'inizio, hanno parlato di un possibile atto di mitomania – anche se, poi, la verità delle cose è risultata essere una terza.
Perché ci interessa quest'episodio? Innanzitutto perché mostra come un'operazione “false flag” sia facilissima da costruire: ...
di Giovanni Giavelli
“So di non sapere. Per questo indago.”
Padre Aldo Bergamaschi
Vorrei che le poche note che seguono fossero intese non come necrologio, bensì come omaggio sincero a un uomo ignoto ai più e, anche per questo, incredibilmente grande.
Padre Aldo Bergamaschi - frate francescano deceduto poco tempo fa - non avrebbe mai potuto salire agli onori delle cronache, né ricoprire cariche “importanti”: una vita, la sua, troppo virtuosa, una cultura sconfinata, un miscuglio di talenti esplosivo per le menti... E’ morto a ottant’anni, come Platone, l’ammirato filosofo della classicità - assieme a Socrate - cui spesso si rifaceva per rafforzare, laicamente, qualunque dei suoi tanti teoremi che prendevano forza dalla lettura consapevole e adulta del Vangelo.
Ebbi l’ardire di adottarlo come padre spirituale (credo si dica così) quando, da ventenne inappagato qual ero, avevo urgente bisogno di riferimenti spirituali e culturali che mi fornissero le chiavi di lettura per le tante incongruenze e contraddizioni di cui la vita è intessuta. Mi ha aiutato a trovare risposta a mille interrogativi, ad amare il più inutile e insieme indispensabile deposito di conoscenze, la filosofia, tra i cui esponenti, remoti, moderni e attuali, si muoveva con sorprendente scioltezza. Ogni ateo consapevole avrebbe trovato in lui l’interlocutore ideale.
Frequenti, eruditi, ma mai pedanti, erano i suoi rimandi ai “fari” della letteratura (su tutti, il Manzoni), della teologia, della scienza. Fedele all’omnia munda mundis, affrontava tutti i temi, compresi quelli che il comune sentire etichetta come scabrosi, ...
Chissà perché, quando la CIA non parla si diventa sospettosi, ma se decide improvvisamente di parlare lo si diventa ancora di più.
Suona infatti curioso l’annuncio dato ieri dal nuovo direttore della CIA, Michael Hayden, di desecretare alcuni fra i più scottanti documenti che riguardano le “operazioni sporche” condotte dalla CIA nel mondo, a partire dagli anni ‘50 ad oggi.
La storia del conflitto morale interno alla CIA - fra un comportamento legale e quello illegale - è lunga quanto quella della CIA stessa: da una parte le esigenze istituzionali di avere un organo che raccolga informazioni utili alla difesa e la protezione della nazione, dall’altra la continua tentazione di usare i sofisticati mezzi a disposizione dei suoi agenti per intervenire in maniera “attiva“ sugli eventi del mondo.
Naturalmente, la sensazione che questa tentazione abbia regolarmente prevalso, nel corso dei decenni, è qualcosa di più di un sospetto, e il documentario che presentiamo lo conferma in pieno. (In coda all’articolo).
Già John Kennedy si era reso conto di avere che fare con un’istituzione, la CIA di Allen Dullas, che metteva continuamente in discussione il primato della presidenza... ,
di Nicoletta Forcheri
Dopo averla fintamente scampata alle trivellazioni in Val di Noto - l'incubo non è finito nonostante il Corriere abbia ipocritamente tirato un sospiro di sollievo in seguito alla lettera di Camilleri - stiamo subendo una vera e propria occupazione delle multinazionali straniere degli idrocarburi. E' così che sono stati concessi, ad esempio, il 26 aprile scorso, tre permessi dalla Regione Toscana, a firma di Fabio Zita, per effettuare esplorazioni e trivellazioni in tre aree del Sud della Toscana a una società la Heritage Petroleum. Quest'ultima è una società fantasma, in quanto non esiste più da febbraio scorso, quando è stata fagocitata da una società australiana che, guarda caso, ha anche cambiato nome per l'occorrenza: la European Gas Limited o EGL, ex Kimberley Oil. Uffici in Australia e a Parigi anche se sul sito c'è scritto Nizza, mentre la fu Heritage Petroleum aveva sede in Australia e a Monaco, presso un fondo d'investimento….
Non è stato facile risalire ai veri destinatari dei permessi, perché apparentemente sono società che amano la segretezza, e niente compare sugli eventuali dipendenti: si parla di queste società solo nei siti specializzati in Borsa e solo quattro nomi figurano, quelli degli amministratori/azionisti, oltre a vari fondi come quello della Citicorp o della Merril Lynch (www.europeangas.com.au).
Dal bollettino ufficiale della regione Toscana n.23 si legge che i permessi riguardano:
1. il permesso "Cinigiano" (564km2): Arcidosso, Roccalbenga, Castel del Piano, Civitella-Paganico, Roccastrada e Cinigiano in provincia di Grosseto, nonché Buonconvento, Murlo, Monticiano, San Giovanni d'Asso e Montalcino, ...
di Giorgio Mattiuzzo
Come abbiamo imparato da tempo, il miglior modo che chi ricopre una posizione di potere ha per tacitare ogni opposizione è criminalizzare l'opposizione stessa, anche la più pacifica. La storia è piena di esempi di questo tipo, da Stalin ad Hitler, dal maccartismo agli anni di piombo. E la storia continua a ripetersi sotto i nostri occhi. Criminalizzare per mettere a tacere. Vediamone un esempio fresco di stampa.
Nella notte tra lunedì e martedì scorso, nel deposito ferroviario di Vicenza, sono andate a fuoco un centinaio di casse destinate alla base americana Ederle, in questi giorni al centro delle cronache cittadine e nazionali per le proteste contro la conversione dell'aeroporto Dal Molin in nuova base operativa per le truppe americane.
La notizia dell'incendio – per il momento – non ha sostanziale rilevanza. Non si trattava di contenitori con armi o materiale pericoloso: le casse erano vuote, a parte una (c'era una lavatrice da buttare). Le indagini sono in corso e, poiché non si conoscono ancora le cause, gli investigatori non dicono niente, affermando che tutte le ipotesi sono al vaglio.
Ma i media non potevano non gettarsi a testa bassa sulla notizia. Il Corriere del Veneto di martedì 20 giugno titola in prima pagina: “Incendio nella base americana”. Interessante notare come sia lo stesso giornale ad informarci che l'incendio è avvenuto allo scalo ferroviario, ...
Il tema del riscaldamento globale sta da tempo incentivando numerose pubblicazioni finalizzate ad informare il pubblico sullo "stato dell'arte" più attuale. E' il caso del recente documentario "Una scomoda verità" di Al Gore, ex vice-presidente degli Stati Uniti d'America: il suo successo, pari all'allarmismo dei suoi contenuti, è ormai tale da averlo eletto a bibbia ambientalista la cui proiezione è caldeggiata addirittura nelle scuole. Più umilmente, anche a casa nostra ci si sta dando da fare: agli inizi di giugno ad esempio è uscito in allegato a la Repubblica un inserto dal titolo tranquillizzante: "Il Pianeta impazzito". Nelle sue 160 pagine si imparano, grazie ad una dettagliatissima panoramica sui vari annessi e connessi ambientali, economici, sociali e tecnologici del cambiamento climatico, tutti i motivi per cui dovremmo seriamente temere per la vita nostra e di milioni di persone nonchè emendare il nostro egoismo rafforzando senza remore il contratto sociale coi nostri governanti così da scongiurare l'incombente minaccia. La serietà dell'inserto d'altronde è fuori discussione: vi compaiono le migliori firme della testata nonchè altri gran nomi quali Jeremy Rifkin, Kofi Annan, lo stesso Al Gore... e pure Leo di Caprio!
Ma cosa accomuna molte di queste produzioni? A parte i toni apocalittici, i dati presentati traggono spunto dalle conclusioni d'un comitato specificamente creato per indagare su cause ed effetti del riscaldamento globale: l'IPCC [1]. Fondato nel 1988 su mandato dell'ONU [2], esso s'incarica di scremare dal fitto bosco delle pubblicazioni scientifiche quelle più utili, attendibili e pertinenti al fine di produrre istantanee semplici ma dettagliate della situazione climatica. Come si legge nelle pagine del sito:
"L'IPCC non effettua alcuna ricerca nè monitora i dati relativi al clima od altro parametro rilevante. Basa le sue stime principalmente su pubblicazioni approvate ...
Leggi tutto: Veltroni salvaci tu