Chissà perché, quando la CIA non parla si diventa sospettosi, ma se decide improvvisamente di parlare lo si diventa ancora di più.
Suona infatti curioso l’annuncio dato ieri dal nuovo direttore della CIA, Michael Hayden, di desecretare alcuni fra i più scottanti documenti che riguardano le “operazioni sporche” condotte dalla CIA nel mondo, a partire dagli anni ‘50 ad oggi.
La storia del conflitto morale interno alla CIA - fra un comportamento legale e quello illegale - è lunga quanto quella della CIA stessa: da una parte le esigenze istituzionali di avere un organo che raccolga informazioni utili alla difesa e la protezione della nazione, dall’altra la continua tentazione di usare i sofisticati mezzi a disposizione dei suoi agenti per intervenire in maniera “attiva“ sugli eventi del mondo.
Naturalmente, la sensazione che questa tentazione abbia regolarmente prevalso, nel corso dei decenni, è qualcosa di più di un sospetto, e il documentario che presentiamo lo conferma in pieno. (In coda all’articolo).
Già John Kennedy si era reso conto di avere che fare con un’istituzione, la CIA di Allen Dullas, che metteva continuamente in discussione il primato della presidenza... , ... nel processo decisionale del paese, e il suo tentativo di ridurre l’agenzia a quello per cui era stata inizialmente concepita, finì come tutti sappiamo: dopo essere stato clamorosamente licenziato dal Presidente, ritroviamo lo stesso Allen Dulles, pochi mesi dopo, al timone della Commissione che avrebbe dovuto stabilire da chi fu assassinato. A quel punto, soltanto un cataclisma planetario avrebbe potuto produrre un risultato diverso da quello che troviamo nel Rapporto Warren.
La più nota “crisi pubblica“ della CIA avvenne negli anni ’70 con il cosiddetto ”Church Committee”, una commissione governativa, guidata dal senatore Church, che denunciava i continui abusi di potere perpetrati dalla CIA nel mondo, fra cui svariati tentativi di assassinare leader politici stranieri, pratica che da allora venne ufficialmente proibita. La Commissione Church rivelò anche importanti retroscena sull’intricato braccio di ferro che aveva coinvolto il Predisidente Nixon, la CIA e l’FBI durante i giorni di Watergate.
Con il crollo del muro di Berlino la CIA andò letteralmente in crisi, venendo a trovarsi di colpo senza l’avversario numero uno, e dovendo rivedere tutti i propri parametri operativi in vista della globalizzazione che si avvicinava a gran velocità, ma la lotta per “il potere temporale” con la presidenza è rimasta immutata negli anni.
Ultimamente abbiamo assistito alla pubblica battaglia – o presunta tale - fra Casa Bianca e CIA per il controllo, la manipolazione e l’utilizzo di certe informazioni che sono state usate dal presidente Bush per convincere gli americani ad attaccare l’Iraq di Saddam Hussein.
E mentre si è poi scoperto che tali documenti – preparati, pare, dai servizi italiani – erano pacchianamente falsi, le stesse dimissioni di George Tenet, che protestava per “essere stato obbligato” a produrre quell’intelligence ridicola, non sono riuscite a convincere quasi nessuno della buona fede di questa agenzia, che rimane decisamente difficile da decifrare.
Ecco perché l’annuncio dato ieri da Hayden risulta come minimo ambiguo: si vorrà davvero fare un po’ di pulizia, portando alla luce ingombranti scheletri che sono rimasti per troppo tempo nell’armadio, o sarà la solita operazione di facciata, tesa a gratificare un pubblico più di bocca buona, magari in vista delle prossime elezioni presidenziali?
Massimo Mazzucco
Il film "La Guerra al Terzo Mondo dell'America" (sottotitoli a cura di Goldstein)
(per vederlo a tutto schermo clicca qui)
Fonte: Washington PostChurch Committee
Una breve sintesi degli intricati rapporti fra dieci personaggi noti della storia americana:
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