Due giorni fa la borsa di New York ha subito un crash improvviso, perdendo 140 punti nell'arco di soli 2 minuti.
Questo fatto eccezionale è stato dovuto alla diffusione improvvisa della notizia che ci fosse stato un attentato alla Casa Bianca, poi risultata falsa.
Si è saputo infatti in seguito che un hacker era riuscito ad entrare sul sito della Associated Press, mandando a mezzo mondo un Tweet che diceva testualmente "Breaking: Two Explosions in the White House and Barack Obama is Injured." ("Ultima ora: due esplosioni alla Casa Bianca, Barack Obama ferito").
E' bastato questo per lanciare l'indice della borsa in picchiata, con vendite frenetiche su ogni fronte dei mercati.
Ci sono voluti due minuti, prima che la Associated Press intervenisse con un comunicato che smentiva la notizia. A quel punto l'indice della borsa è risalito immediatamente, e le trattative a Wall Street sono riprese come prima.
Ma l'aspetto più sconvolgente di questa vicenda non è tanto il fatto che qualcuno sia riuscito ad hackerare il sito della AP (ormai a queste cose ci siamo abituati), ma piuttosto il fatto che la picchiata improvvisa non sia stata il frutto di decisioni umane, ma di decisioni prese esclusivamente da una serie di computer. [...]
Quella degli agenti dell'FBI deve essere una malattia genetica. O si riproducono direttamente fra loro, tramandando da padre in figlio la stessa anomalia, oppure i nuovi agenti vengono selezionati in base alla presenza di questa anomalia nel loro DNA.
Non c'è altro modo per spiegare come un certo tipo di dementia operandi si ripeta all'infinito, identica a se stessa, nel corso dei decenni.
L'anomalia di cui stiamo parlando è il particolarissimo processo mentale che porta l'agente FBI a piazzare un certo tipo di prova in certe situazioni particolari.
Siamo a Dallas, nel 1963, nell'ufficio dell'FBI. L'agente Pinkerton si reca dal suo capo e gli dice:
- Capo, ci sarebbe da incastrare un tizio, per l'omicidio del presidente.
- Con cosa è stato ammazzato il presidente?
- Con un fucile.
- E allora mettetegli la ricevuta del fucile nel cassetto della scrivania.
- Giusto capo, non ci avevo pensato. Grazie!
Fu così che alla prima visita a casa di Oswald ...
Quando si lascia germogliare una bugia, invece di troncarla subito alla radice, i risultati possono essere stupefacenti.
Quelli che fino a cinque giorni fa erano due ragazzi qualunque, dei quali "non si riuscivano a comprendere le motivazioni per il terribile gesto compiuto alla maratona di Boston", sono già diventati due professionisti del terrorismo internazionale, dei "serial-terrorists" gelidi e determinati, con una agenda piena zeppa di attentati da compiere.
E' di oggi la notizia che "i due fratelli intendessero recarsi a New York, per far detonare a Times Square gli esplosivi che gli erano rimasti." Il capo dela polizia Kelly ha spiegato che i due "avevano sequestrato un' auto con il suo guidatore, obbligandolo a dirigersi verso New York. Ma il loro piano è saltato quando si sono accorti che la macchina aveva poca benzina, ed hanno ordinato al guidatore di fermarsi a una stazione di servizio. E' stato qui - ha concluso Kelly - che il guidatore è riscito a scappare, avvisando la polizia."
Quindi, riassumendo: i due feroci fratelli, che hanno appena compiuto il massacro di Boston, riescono a rientare a casa senza venire fermati da nessuno. Ma a quel punto, invece di mettersi tranquilli sul divano a guardare la TV come tutti gli altri, si accorgono che gli sono avanzate due pentole a pressione ...
Quando Grillo parlò di "golpe", alla rielezione di Napolitano, espresse una sensazione istintiva, dalla quale ha poi dovuto fare marcia indietro, per evitare che questa sua frase venisse usata all'infinito contro di lui.
Molto spesso però l'istinto ci suggerisce qualcosa che può non essere corretto nella forma, ma che lo è comunque nella sostanza. Nel caso specifico, sembra che i nostri "padri fondatori" avessero concepito quello della Presidenza della Repubblica come un incarico non ripetibile, proprio per evitare la politicizzazione del ruolo del presidente.
Se andiamo a rileggere le discussioni dell'Assemblea Costituente da cui emersero gli articoli sulla Presidenza della Repubblica, scopriamo che l'argomento della rieleggibilità venne preso seriamente in considerazione fin dall'inizio.
Questa è la prima seduta della sottocommissione che si occupò degli articoli sulla presidenza, in data 9 dicembre 46:
Il Presidente Terracini. [...] Apre la discussione sull'articolo 4:
[...]
Tosato, Relatore, avverte che questo è un punto che è stato lungamente dibattuto e vi sono al riguardo pareri discordanti: secondo alcuni, la durata della carica dovrebbe essere di sei anni, secondo altri si dovrebbe precisare che il Presidente è eletto per sei anni e non è rieleggibile; altri ancora preferirebbero specificare che è eletto per sei anni e non è rieleggibile che una sola volta; ...
"Non mi convinceranno a restare. Mia elezione non è soluzione e sarebbe al limite del ridicolo" - Giorgio Napolitano 14/04/2013
A botta calda, dopo la rielezione di Napolitano, viene in mente il concetto di "cambiare tutto perché non cambi nulla". Ma in realtà le cose non stanno così.
Per quanto ci ritroviamo oggi nella stessa identica situazione di un mese fa, le cose sono completamente cambiate, perché nel frattempo il sistema è stato costretto a gettare la maschera.
Quando hai un Napolitano che dice "Nella consapevolezza delle ragioni che mi sono state rappresentate, e nel rispetto delle personalità finora sottopostesi al voto per l'elezione del nuovo Capo dello Stato, ritengo di dover offrire la disponibilità che mi è stata richiesta", il vecchio-nuovo presidente ci sta praticamente dicendo: "visto che sono stati rifiutati nomi come Prodi o Marini, è chiaro che ora tocca me". Come se, appunto, oltre a lui non ci fosse nessun altro.
Ed è questa la grande verità: oltre a Napolitano non c'era nessun altro che a) mettesse d'accordo PD e Pdl, e b) facesse il gioco del vecchio sistema.
Non dimentichiamo che mentre noi guardiamo l'elezione del presidente "dal basso", ...
La mente degli americani è nuovamente paralizzata. È bastato un botto, relativamente innocuo, per risvegliare nella popolazione quella sensazione di totale disorientamento che avevano provato dopo l'11 settembre, e che evidentemente aveva continuato a dormire nel loro subconscio per tutti questi anni.
Chi? Come? Dove? Perché?
Le domande si rincorrono da un canale televisivo all'altro, e rimbalzano fra la gente che si aggira stordita per le strade di Boston, incapace di dare una lettura razionale a quanto è successo.
Anche i giornalisti televisivi sembrano a disagio, perché non hanno nessun appiglio particolare su cui ricamare, mentre alle loro spalle ripassa all'infinito la sequenza dell'esplosione.
"Domestic, or international?" è l'unica cosa che continuano a chiedersi, guardandosi esterrefatti l'un l'altro. È roba nostra, oppure viene da fuori? Ma oltre a questo punto non riescono ad andare, perché questa volta i dati a disposizione sono davvero pochi, e per giunta confusi: da una parte hai almeno tre bombe diverse piazzate lungo il percorso, il che implica qualcosa di più del bombarolo solitario, ...