Non era mai accaduto nella storia che un papa incontrasse un altro papa. Tutti e due vestiti di bianco, tutti e due con il sorriso dipinto sul volto, ciascuno di loro ha creduto per un istante di trovarsi di fronte ad uno specchio.
Poi si sono resi conto che la propria immagine era fatta di carne, ed hanno deciso di abbracciarsi a vicenda.
Ma non deve essere stato facile per ciascuno di loro confrontarsi con la propria immagine allo specchio.
Ratzinger forse si è domandato se davvero sarebbe bastato citare San Francesco e andare a lavare i piedi ai carcerati, per riuscire a tenere in mano le redini della Chiesa.
Bergoglio forse si è domandato quale errore abbia compiuto Ratzinger per arrivare a dimettersi, sperando di non commettere lo stesso errore anche lui.
Ratzinger si sarà sentito terribilmente freddo e nordico, e avrà invidiato quel tipo di calore umano che emana istintivamente dal sudamericano Bergoglio.
Bergoglio forse si sarà sentito a suo agio, nel ricevere l'accoglienza calorosa di Piazza San Pietro, ma si sarà chiesto se avrà il rigore analitico e la lucidità dottrinale di un grande teologo come Ratzinger. [...]
Un'altra delicata mossa è stata fatta ieri, nella complicatissima partita a scacchi che riguarda il Medio Oriente.
Con una telefonata improvvisa, fatta da un trailer dell'aeroporto di Tel Aviv prima di imbarcarsi, Netanyahu ha chiamato il primo ministro turco Erdogan per scusarsi della morte dei nove attivisti uccisi dagli israeliani nel 2010, quando la nave turca che trasportava gli aiuti ai Palestinesi cercò di forzare il blocco navale israeliano. Insieme alle scuse ufficiali è arrivato anche l'impegno da parte di Netanyahu di rimborsare i parenti delle vittime.
Naturalmente, non è possibile non notare come questa mossa sia avvenuta a poche ore dalla visita di Obama in Israele.
Questo significa che Obama ha insistito con Netanyahu perché si cospargesse il capo di cenere, poiché evidentemente è importante "sbloccare" l'appoggio della Turchia nel tentativo di rovesciare il potere di Assad in Siria.
È infatti dalla Turchia che partono le cosiddette "forze rivoluzionarie" della FSA che cercano di rovesciare Assad.
Ma la Turchia ha bisogno a sua volta di veder sbloccare l'embargo posto dall'Unione Europea sul rifornimento di armi ai "rivoluzionari" siriani. [...]
«Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, noi vogliamo che gli uomini affratellati da una solidarietà cosciente e voluta cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza.» - Errico Malatesta, Il Programma Anarchico, 1919
Con questo articolo vorrei rispondere ai tanti utenti che ho voluto raggruppare, nell'articolo precedente, sotto la voce "Anarchia - no delega". Ma anche a tutti quelli che la pensano come loro, anche se non hanno partecipato ai commenti.
Sappiate prima di tutto che io la penso essenzialmente come voi. Anch'io ritengo l'autorità un concetto ributtante, e le migliaia di leggi e codicilli di ogni nazione sostanzialmente inutili. Anch'io ritengo che l'uomo debba essere in grado di autogestirsi e di autoregolarsi, arrivando a capire da solo che cosa può e che cosa non può fare, per perseguire la propria realizzazione senza danneggiare il percorso altrui. Come ho scritto altre volte, per un'umanità ideale basterebbe una sola legge, fatta di quattro parole: non fare del male. In inglese sono addirittura tre: "Do no harm". Interpretando questa legge nel suo senso più ampio, ci si ritrova magicamente ad includere le migliaia e migliaia di leggi e leggine esistenti oggi in ogni parte del mondo. "Non fare del male" significa non inquinare, non rubare, non violentare, non ingannare, non prevaricare, non ammazzare, non umiliare, non tradire, non abbandonare chi ha bisogno, non distruggere ciò che è utile, non sfuggire alle proprie responsabilità.
Dentro di sé l'uomo sa benissimo che cos'è bene e cos'è male, ...
Marco Cedolin
Si sono consumati sabato, alla Camera e poi al Senato, i primi atti della nuova legislatura, attraverso l'elezione dei relativi presidenti. In perfetta sintonia con il trend oggi in voga, consistente nel dispensare a piene mani perline colorate ed illusioni di rinnovamento, il PD è riuscito, senza neppure dovere faticare troppo, ad imporre i propri candidati in entrambi i rami del parlamento, sfruttando il tanto vituperato "porcellum" che ha estrogenato a dismisura un partito che ha raccolto solamente il 29% del consenso elettorale.
A presiedere la Camera è stata chiamata Laura Boldrini, donna in carriera dell'ONU, ben introdotta nel circo equestre delle ONG e dei relativi profitti miliardari. A presiedere il senato è stato chiamato il giudice Pietro Grasso, ennesimo magistrato stufatosi di fare politica in sede giudiziaria e deciso a cimentarsi con il parlamento.
L'elezione della Boldrini e di Grasso, due figure tanto squallide quanto funzionali al sistema che garantisce loro il proprio status quo, non meriterebbe sicuramente altri commenti, se non fosse per la brutta caduta nella quale sono incorsi alcuni dei senatori a 5 stelle....
Della scelta di Bergoglio al soglio pontificio non stupisce tanto la nazionalità - ormai all'idea di un papa internazionale ci siamo abituati - quanto il fatto che sia un gesuita.
E' infatti il primo in assoluto nella storia a diventare papa, e questa non è certo una casualità.
Fin dalla fondazione dell'ordine, da parte di Ignazio di Loyola, i gesuiti hanno sempre presentato un doppio volto nei loro rapporti con il Vaticano.
Da una parte i primi gesuiti erano i "soldati di Gesù" che andavano in tutt'Europa a combattere il protestantesimo insorgente, nel tentativo di restaurare il potere di Roma durante la controriforma.
Dall'altra però criticavano la lassitudine e la corruzione in cui era caduto il clero romano negli ultimi secoli, chiedevano una più stretta aderenza alle sacre scritture, si auguravano una maggiore preparazione culturale nei vertici della Chiesa, e predicavano una povertà e un'umiltà che ormai in Vaticano erano del tutto sconosciute. E' infatti curioso che nessun papa, dal 1200 ad oggi, avesse mai pensato di chiamarsi "Francesco".
I gesuiti hanno anche il grande merito di aver fatto da ponte culturale fra l'Occidente e l'Oriente, nel periodo delle prime esplorazioni del continente asiatico. Se non fosse stato per loro, Cina e Giappone non avrebbero saputo quasi nulla di noi, ...

Leggi tutto: Intervento di Alessandro di Battista (M5S) sulla vicenda dei Marò