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Come la storia degli ultimi decenni ci ha insegnato, i "grandi attentati" portano con sé quasi sempre dei livelli multipli di lettura, oltre a quello, primario, della destabilizzazione. Questo meccanismo poteva non essere del tutto chiaro nel lontano dicembre 1969, quando esplose a Milano la bomba di Piazza Fontana.
Riascoltando però le rievocazioni storiche di quel giorno, qualcosa di curioso salta all'occhio: quel giorno non fu una, ma furono ben tre le banche prese di mira dagli attentati. Non solo ci fu un'esplosione alla Banca dell'Agricoltura di Milano (quella che causò 13 morti e dozzine di feriti), ma ve ne fu anche una alla Banca Nazionale del Lavoro di Roma (che fortunatamente causò solo feriti, ma nessun morto).
La polizia inoltre trovò otto kilogrammi di esplosivo piazzati in una terza banca di Milano, la banca Commerciale, che furono disinnescati dagli artificieri prima che esplodessero. Una banca può essere una scelta a caso, due possono essere una coincidenza, ...
Ieri è successo un fatto interessante. Anzi, un doppio fatto interessante: inizialmente, la CIA ha dichiarato di avere le prove di un coinvolgimento diretto da parte degli hacker russi per favorire la vittoria di Trump nelle elezioni americane. Il secondo fatto interessante è che lo stesso Trump ha apertamente respinto questa ipotesi, delegittimando la rivelazione della CIA con una frase al vetriolo: "Presumo che queste siano le stesse persone che nel 2003 avevano scoperto che Saddam aveva le armi di distruzione di massa".
In pratica, con una semplice frase ha sputtanato pubblicammente la credibilità della CIA.
Il commento di Tump è stato talmente sorprendente che l'ex-direttore della CIA, Hayden, ha dichiarato: "Wow! Il neoeletto presidente non crede ai dati fattuali della CIA!"
Ma di fattuale, come sappiamo, c'è ben poco. E mentre la Russia chiede apertamente che vengano mostrate al mondo le prove del loro coinvolgimento, lo stesso Trump ha dichiarato: "Per quel che ne so io, [a violare i server dei democratici] potrebbe essere stata la Russia, la Cina, oppure un tizio qualunque che abita nel New Jersey."
Questo attacco frontale alla CIA da parte di Trump sembra fare da contraltare all'appoggio chiaramente partigiano che Trump ha ricevuto dall'FBI prima del voto presidenziale.
Questa è una sintesi del convegno tenutosi a Roma il 29 ottobre 2016. Hanno partecipato medici, pediatri, politici e associazioni per la difesa dei danneggiati da vaccino. Alla fine del convegno è intervenuto anche il Dott. Andrew Wakefield.
Qualche giorno fa Stephen Hawking ha pubblicato sul Guardian questo articolo, nel quale lancia l'allarme per le conseguenze causate nel mondo dalla crescente ineguaglianza economica e sociale.
di Stephen Hawking
Come fisico teoretico basato a Cambridge, ho vissuto la mia vita all'interno di una bolla estremamente privilegiata. Cambridge è una città particolare, incentrata su una delle grandi università del mondo. All'interno di questa città, la comunità scientifica di cui sono entrato a far parte quando avevo 20 anni è ancora più rarefatta.
All'interno di questa comunità scientifica, il piccolo gruppo internazionale di fisici teoretici con cui ho lavorato nella mia vita potrebbe esser tentato di considerare se stesso come una vetta inarrivabile. Oltre a questo, grazie alla celebrità che ho raggiunto con i miei libri e all'isolamento che mi deriva dalla mia malattia, mi sembra che la mia torre d'avorio stia diventando sempre più alta.
E quindi il recente rifiuto delle elites, sia in America che in Gran Bretagna, è sicuramente diretto a me come a chiunque altro. Qualunque cosa si possa pensare della scelta dell'elettorato britannico di rifiutare l'appartenenza all'unione europea, e del pubblico americano di scegliere Donald Trump come nuovo presidente, non c'è dubbio nella testa degli opinionisti che questo sia stato un grido di rabbia da parte della gente che si è sentita abbandonata dai propri leader.
Questa mattina ero al bar (non è un espediente narrativo, è la verità) e ho sentito il seguente discorso: "Avete visto che buffoni che sono i 5 stelle? Fino a ieri dicevano che l'Italicum fa schifo, e oggi vogliono votare con quello, perchè così vincono le elezioni".
Nella crudezza della sua esposizione, quest'uomo aveva ragione.
Durante la campagna referendaria i 5 Stelle avevano fatto una scelta nobile, che diceva: "A noi l'Italicum converrebbe, perchè ci porterebbe in tutta probabilità a governare l'Italia, ma siamo contrari perchè non è democratico: è un metodo che rischia di consegnare il paese nelle mani di chiunque vincesse al primo turno anche solo col 25% dei voti".
"E nel votare le leggi noi non guardiamo al nostro intereresse - aggiungevano i 5 Stelle - ma al futuro del nostro paese". Discorso nobilissimo, appunto, che li metteva al di sopra delle parti, e li faceva apprezzare da molti proprio per quello.
Ora invece spunta una strana voglia di Italicum, [...]
di Wendellgee
Con questa mia testimonianza vorrei spiegare come io ritenga il nostro il sistema elettorale sostanzialmente sano e al riparo da eventuali brogli perpetrati durante il processo di raccolta e accumulo dei singoli dati elettorali. Come si può vedere infatti, è possibile per qualunque cittadino (scrutatore) verificare che i risultati dello spoglio a cui ha assistito personalmente vengano poi riportati correttamente nei tabulati del computo nazionale dei voti.
Domenica 4 dicembre ho fatto il rappresentante di lista (M5s) alla scuola Lincoln di Cinisello Balsamo (MI), al seggio numero 40. Ho assistito personalmente alle operazioni di voto non rilevando alcuna anomalia. Gli elettori entravano, gli scrutatori annotavano i loro dati, gli davano la scheda, e la mettevano nell’urna dopo che la persona aveva votato in cabina. Sono stato presente nella struttura per quasi tutta la durata del voto e non ho notato nulla di strano.
Per la cronaca vanno citati i seguenti episodi:
E fanno tre. Dopo la Brexit e l'elezione di Trump, anche il referendum italiano si può tranquillamente interpretare come un calcio in faccia al pensiero mainstream, per quanto fortemente sostenuto e veicolato dai media di regime.
Non ha funzionato il terrorismo mediatico contro la Brexit ("crollerà l'economia britannica", avevano detto), non ha funzionato il terrorismo mediatico contro Trump ("finiremo nelle mani di un incapace", avevano detto), e non ha funzionato il terrorismo mediatico a favore del sì ("se vince il no sarà un salto nel buio", ci hanno detto).
Cosa accadrà ora in Italia nessuno lo sa con certezza, ma nel frattempo l'unico che può fare il suo bel salto nel buio sarà proprio Matteo Renzi.
Per chi si occupa di cose quotidiane, inizia ora la fase del dopo-Renzi, con tutte le combinazioni che vanno dal governo tecnico al rimpasto di primavera fino alle elezioni anticipate.
Per chi vuole invece guardare le cose con un respiro più ampio, la seguente considerazione è d'obbligo: per tre volte in un anno i media mainstream hanno tentato di condizionare il voto degli elettori su tre eventi di grande importanza internazionale, e per tre volte gli stessi elettori - grazie alla rete e all'utilizzo dei social - si sono rifiutati di farsi infinocchiare.
Oggi l'Italia vota sulla riforma costituzionale. Vedremo se sono di più quelli che votano sì o quelli che l'hanno capita.
In attesa dei risultati, gli utenti possono commentare.
di Riccardo Pizzirani
Non ci crederete: è stata finalmente trovata la principale fonte di disinformazione nel nostro martoriato paese, 77° al mondo per libertà di stampa: è il partito di Grillo!! Non solo: molte sue notizie false arrivano direttamente dalla propaganda russa!
Sono proprio queste le conclusioni di una cosiddetta “inchiesta” condotta dal sito internet buzzfeed, e prontamente ripresa dai nostri media, che possono avere tanti difetti ma non scarseggiano di certo di faccia tosta.
Non è infatti passata nemmeno una settimana dalla figuraccia pietosa su un argomento molto simile, la famosa “centrale di disinformazione grillina” oggetto anche di un interrogazione parlamentare del PD, e che si è rivelata in realtà un profilo personale gestito dalla moglie di Brunetta!
Ma i nostri media proseguono incuranti: finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di coniugare assieme la proficua macchina del fango italiana con la narrativa ufficiale dei mass-media dei paesi NATO, e quindi val la pena cavalcare la notizia finchè si può.
Visto che tutte le testate del mainstream si danno un gran da fare per cercare di apparire "equidistanti" nella battaglia fra il sì e il no, ho pensato che anche noi, nel nostro piccolo luogo comune, potessimo fare la stessa cosa. Giochiamo quindi a fare gli equidistanti, presentando prima un articolo a favore del sì (onestamente, il migliore che io sia riuscito a trovare in rete), e invece un video, a favore del no, che trovo particolarmente interessante. I risultati della giustapposizione potrete giudicarli voi stessi.
Le ragioni del mio Sì convinto il 4 dicembre
di Mattia Mor (imprenditore)
Sento ancora troppi amici affermare di non capire la riforma costituzionale che voteremo il 4 dicembre. Intanto troppe informazioni errate girano sul web, si sedimentano e necessitano risposte. Ci tengo pertanto a riassumere il mio punto di vista. Voto Sì perché questa riforma garantisce più stabilità, con la fiducia votata solo dalla Camera, senza avere più governi appesi al ricatto di due senatori.
Perché si mette finalmente fine al bicameralismo paritario, di cui si discute da 30 anni, con maggiore velocità nell’approvazione delle leggi, senza la necessità di due camere che le modifichino e votino entrambe, in un momento storico in cui la velocità è fondamentale in ogni decisione, a livello politico come di impresa.
Viene introdotto il voto a data certa e viene ridotto l’uso dei decreti di urgenza, che di fatto sono stati un modo per decidere su temi strategici senza aspettare le lungaggini del Parlamento. Strumento fin troppo usato, insieme alle fiducie, da governi di ogni colore, a dimostrare il classico italiano per cui sia più comodo trovare un modo per aggirare una norma vetusta e sbagliata piuttosto che cambiarla.
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