Da innocuo giocattolo e utile servigio a cane da pastore. Da organismo di perdizione a spunto di redenzione.
di Lorenzo Merlo
Intorno a fine maggio 2018 repubblica.it titolava così un video:
«Facebook, la lavata di capo del parlamentare Ue a Zuckerberg: “Hai creato un mostro».
Non si capisce se lavata di capo era un modo gentile per alludere che l’ha messo al muro o se l’autore – ignoto – del titolo e del trafiletto che segue era immacolato nei confronti di quanto stava presentando così:
«Mark Zuckerberg ceo e fondatore di Facebook, è stato convocato dal Parlamento europeo per rispondere sul caso di Cambridge Analytica. Molti parlamentari si sono innervositi perché Zuckerberg non è riuscito o non ha voluto rispondere a tutti i quesiti postigli. Guy Verhofstadt, ex primo ministro del Belgio e oggi parlamentare europeo dell’Alde, ha caricato sui social il suo discorso a Zuckerberg, tra i più infervorati della seduta: “Lei deve domandare a se stesso se vuole essere ricordato come Steve Jobs e Bill Gates, i quali hanno arricchito la società, o come il creatore di un mostro digitale che sta distruggendo le nostre democrazie”».
Tecnologia da tartufo
Ma i tartufi siamo noi e qualcuno ci farà il suo risotto.
https://www.youtube.com/watch?v=qYnmfBiomlo
Quanto dice il signor Guy Verhofstadt a Mark Zuckerberg sarebbe abbastanza per aprirci gli occhi sul potere che ci sovrasta. Sul controllo assoluto che si sta compiendo.
In realtà non basta affatto. Come possiamo comprendere dal video qui sopra, è necessario riconoscere e considerare le oligarchie finanziarie che sormontano anche Zuckerberg, accettando di credere alla sua trasparenza e/o innocenza. Vere timoniere dell’orbita del mondo, in grado di accendere e spegnere guerre, governi, spostamenti di popoli, patologie e forse anche clima, per estendere e affermare il proprio dominio planetario, spesso sotto l’egida della pace nel mondo.
Fallout esiziale
Oltre del potere che ci sovrasta, sarebbe necessario prendere coscienza anche di quello che ci permea e ci impregna: umore originariamente alieno ma ormai biologico, bypassato da una vita trascorsa sotto la permanente pioggia dell fallout di migliaia e migliaia di bombe Com. Quelle lanciate dalle emittenti di chi possiede la comunicazione, e infinitamente rilanciate da ignari dj convinti di lavorare in qualche – si diceva e spero non si dica più – radio libera. Fallout del quale non ci avvediamo, del quale non percepiamo – eroinomani nel flash – la tossicità esiziale.
Nelle innocue particelle di jingle, che precipitano h24 ormai a tutte la latitudini, c’è il potere della tecnologia in tutti i suoi tentacoli: giocattoli, il tempo reale, gli ogm, la guida assistita, ecc. Dotato di una sua mente, esso semina e miete. Con abilità artroscopica non lascia tracce. Non c’è settore merceologico che non ne sia avviluppato.
Serve un dio
La tecnologia è ontologicamente un dio, al cui potere vogliamo genufletterci, alla cui gloria vogliamo celebrare.
Spesso, quando non sempre, nel fallout è fatta corrispondere e vissuta come progresso, unico e solo. Nella tecnologia è per noi insito, implicito, costituente la quadratura, il giusto, il perfetto, cioè, ciò che il pensiero comune fa coincidere con quanto ci manca. Così, abbracciando la tecnologia, crediamo di poter dare risposta al mistero, gonfiamo l’ego sociale, politico, individuale ad arroganti misure divine. Queste, meglio di altre, offrono la stima della perdizione in cui viviamo, l’abrogazione di noi stessi in nome della scienza.
Mimesi strategica
Il potere tecnologico è il più occulto. Non è segretato. È diffuso sotto il cielo a tutti noi. Come ciliegie a maggio, ci sembra un diritto e non vorremmo ci venisse sottratto. E continuerà a esserlo tanto più lo crederemo un vantaggio, tanto più lo continueremo ad accreditare di doti superiori per il (flaccido) miglioramento della vita che ha permesso.
Progressiva assuefazione
Ma quale progresso può esserci se l’uomo è dipendente da quelle macchine così vantaggiose; se la nostra profondità spirituale da denigrata che era è passata a miglior stato, visto che ora è dimenticata. Visto che ora la ragnatela, ormai composta da fili solo economici, si sta chiudendo su se stessa, soffocando il ragno.
Che c’entro io con Mr Burbank Truman?
Ad ognuno il proprio ragionamento su come sottrarsi a un destino nel quale essere fuggevole e controllata comparsa della propria vita, ma solido protagonista al momento degli acquisti. L’assuefazione è tale che non ricordiamo più d’aver sostituito lo spirito originario con quello offerto dai banchi dei commercianti. Ora crediamo di poter raggiungere i sogni acquistando merci, loro indegne, destabilizzanti, impoverenti succedanee. Ora possono far tramontare il sole e mandarci a nanna. Di come stiamo, allo show non interessa. Siamo tutti uguali, e nonostante le nostre apparenti libere stravaganze, tutti buoni per sostituire il protagonista.
Pilota automatico
A chi preferisce – leggi, sceglie – adeguarsi, adagiarsi protetto dal solito ritornello che è difficile cambiare rotta, che non possiamo farci niente, va fatto presente che non è quello il punto. Che portare l’attenzione sulla difficoltà è la modalità sconveniente al cambiamento, personale o sociale che sia. Il punto è che la rotta è sempre il risultato di una scelta.
Tuttavia, c’è anche chi si avvede della trappola e pensa che, più che adeguarsi, che vuoi fare? Smantellare il sistema è difficile, impossibile.
Legami, credenze e dipendenze, sono le esche del grande pescatore. La logica di una misura di noi stessi limitata al modesto raggio d’azione dei nostri più biechi interessi, rendono possibile e vera e quell’impossibilità, quel che vuoi fare?
Pilota manuale
Cambiare diviene invece assolutamente accessibile e vicino – indipendentemente dalla durata indicata dai calendari amministrativi del mondo – semplicemente mettendosi in cammino, dando l’esempio, avendo fede ed esprimendo la propria concezione, vuota da proselitismo positivistico. Tutti godono o penano per l’operato di chi ci ha preceduti.
Se stiamo andando dove non ci piace è nostra responsabilità cambiare, quanto mantenere la via. Così infatti sarà, quando dirigeremo verso mari non più di plastica, di progresso, di opulenza, di miseria spirituale. Mari in cui le reti del Grande Pescatore avranno maglie inadeguate.
Dov’è il problema?
Non sappiamo più cucinare il cibo, né coltivarlo o procurarlo, non sappiamo più rispettare il ritmo delle stagioni con tutto il loro significato per la vita terrena, e crediamo davvero se ne possa fare a meno, ci ammaliamo e diamo la colpa all’età. Il nostro impegno è avere e invidiare chi ha di più, sentire un fiotto di autostima davanti a chi ha di meno. Il nostro impegno è donare uno spicciolo al semaforo e proseguire verso i fatti nostri, lasciando che l’empatia con chi sta peggio vada a farsi benedire. Sulla crescente distanza dall’indipendenza non ci affrettiamo a ragionare, a capire a sentire a scegliere per compierla, per permettere ai nostri figli di avere una distanza ridotta rispetto alla nostra.
Ma è solo un assaggio. Insufficiente per cogliere e stimare quale terribile misura dalla terra e da noi stessi, abbiamo raggiunto; a quale bordo dell’abisso siamo affacciati; quanto, ancora ridenti, i nostri occhi non lo trovino orrifico. Siamo sensori e abbiamo disimparato a raccogliere i segnali del corpo e del mondo. Imbrattati di falsi valori non siamo più in grado di sfruttare noi stessi. Vibrisse incrostate di conoscenza, capaci ormai di vibrare solo al comando di idee infiltrate, ci rendono disponibili a crasse risate al cospetto di un rabdomante. Dovremmo invece evitare d’intossicarle per tornare a captare la conoscenza presente nel mondo e divenirla. Questo è il problema.
Il problema è che pensiamo che la medicina faccia il nostro bene, che i farmaci siano proprio quello che serve. È che non ci avvediamo che sono proprio loro, collusi alla classe medica, che alimentano e implementano malattie e persone malate; che la salute è uno dei più grandi business capitalistici del mondo. Il problema è li crediamo i farmaci necessari e salvacondotti verso la salute; che non vediamo la dipendenza che ne è implicata; non vediamo come questa e altre ci rendono vincolati e succubi, facilmente accontentabili e ricattabili, certamente uniformati, quindi orientabili. Capaci infatti di batterci contro altri Truman, giusto per il benefit e la carriera. Regalini che ci pacificano nel politico e nel privato. Di più, ci soddisfano. Non resta che identificarci ancora nel buono e nel bello di un film romantico, fingendo, senza saperlo, che sia quella la nostra vita.
La forza come dono a chi verrà
È che siamo polli allevamento, spiriti obnubilati, siamo merce. I giovani e non solo, sono contenti di fare la pubblicità per una multinazionale. Per pochi denari precari danno i loro migliori sorrisi.
I figli sono deboli. In una sola generazione digitale l’abbiamo constatato in diretta. I padri anche. Cosa significa essere forti? Non riguarda saper scaricare una motonave a spalle, riguarda avere la capacità di riconoscere se stessi, le proprie doti e le proprie debolezze, significa saper coltivare le une e ridurre le altre, significa valorizzare quanto sentiamo e ridurre il monopolio della razionalità e della sapienza da ciò che abbiamo anonimamente appreso; significa libertà dalle ideologie e dagli interessi personali; significa poter riconoscere ciò che fa per noi da ciò che è opportuno scartare; saper rinunciare senza per questo risentire di qualche occasione perduta. Certo, perché significa anche non invidiare, semmai amare chi è meglio di noi per coltivare quanto ci manca. Compiremo le scelte per donare un esempio di forza a chi verrà o daremo la colpa a qualcosa per non esserci riusciti?
Bibliografia
– Enrico Grassani - L’altra faccia della tecnica - Mimesis, Sesto San Giovanni (Mi) 2002
– Enrico Grassani - L’assuefazione tecnologica - Delfino, Milano 2014
- Raoul Vaneigem – Trattato del saper vivere – Castelvecchi, Roma 2006
Video dell'articolo!
La colpa non è sempre degli altri, ma facciamoci un serio esame di coscienza.
Sicuramente un forum come questo è un modo molto più proficuo per confrontarci, sempre che sia cosi ben moderato come il presente (*GG* MM).
Ciao
Almeno dallo spunto iniziale - erroneamente preso alla lettera dall'autore - si può trarre un chiaro segnale positivo sul ruolo dei "social" nei giochi del potere: Basta tradurre dalla neolingua, dove pace significa guerra, dare significa prendere, il nostro significa il loro, per vedere quanto le élites siano allarmate da questo "mostro che sta distruggendo le nostre democrazie", leggi "questa creatura che sta distruggendo le Oligarchie".
Infatti dalla santificazione di Zuckerberg a 360 gradi, culminata nell'omaggio hollywoodiano "The social network", le oligarchie hanno cambiato atteggiamento mettendo il ragazzo prodigio sul banco degli imputati e accusandolo di creare "mostri", diventando addirittura più complottisti dei complottisti tanto denigrati quando affermano che tramite facebook sono stati raccolti dati ed è stata manipolata la candida opinione pubblica che voleva votare Clinton...
È successo qualcosa, un imprevisto che ha fatto capovolgere improvvidamente l'atteggiamento delle élites verso i social networks e verso internet in generale: Gli sono sfuggiti di mano, e il popolino, oltre a postare foto del cappuccino e del gattino, oltre a "condividere" gli slogan della propaganda come i valorosi caschi bianchi in Siria, i poveri bambini annegati, o le matite spezzate, ha iniziato anche a discutere, a ragionare e a mettere in dubbio le costruzioni della narrativa ufficiale, riempiendo di critiche e insulti i vari Mentana e i loro discorsi, e iniziando a togliere il velo mediatico che ha sempre distorto la realtà. E quando addirittura un presidente dai capelli arancioni si mette a twittare la notte contro la versione ufficiale dell'élite, allora la misura è superata, bisogna far qualcosa per bloccare questi maledetti social che dovevano servire a controllare meglio il pensiero della gente ma che si stanno rivoltando contro facendola svegliare dal torpore mediatico.
Allarme! Un mostro minaccia le nostre democrazie!
Perdonate quindi il parallelo semplice semplice ma è come dire che la razza dei ladri esisterà sempre, poi ci sono gli imbecilli che lasciano la porta aperta e la incrementano.
Il progresso tecnologico non è qualcosa di arrestabile... Se nessuno però lo sa usare, tranne pochi ovviamente, ci sarà sempre una mancanza di equilibrio che porterà a conseguenze nefaste.
Chi si oppone a bill gates e steve jobs? Gente normale che ha aderito all'open source, che ha creato linux, il bitcoin etc etc etc. Persone che hanno di fatto reso la tecnologia un vantaggio per tutti, ma la mentalità da schiavo evidentemente è più radicata perchè invece di provare a "capire" e di conseguenza a "utilizzare" per sganciarsi da certe logiche, è meglio prendere lìIphone perchè è più figo.
Le grandi corporation fanno i loro interessi ma noi non facciamo i nostri, e continuiamo a sostenere i loro... Quanti si sono sganciati da android, solo per fare un esempio, e si sono installati cyanogenmod?
Le aziende hanno capito benissimo che non vogliamo far fatica, non abbiamo voglia di romperci le balle, vogliamo tutto pronto, veloce, facile, e loro ce lo servono su un piatto d'argento, ma tutto questo ha un costo per noi, in termini di libertà e di molte altre cose. Ma siamo gli artefici di questo, è inutile sparare a zero sulla tecnologia come se fosse un'entità maligna.
Poi certo, tutto il resto del discorso che fa l'articolista è sicuramente condivisibile, ma questo passaggio che ho sottolineato rischia di portare fuori strada.
it.blastingnews.com/.../...
A parte le "profezie" di un altro sionista,sinceramete non mi interessano le beghe tra chi lotta per il nwo o come vogliano chiamarlo,il fatto e' che sono le due facce della stessa medaglia e guarda caso sono di nuovo due sionisti..soros e zuckerberg fintamente contrapposti che stanno prendendo il controllo globale attraverso armi di distrazione di massa.
Poi magari uno avvelenera' l'altro invitandolo ad una cena riconciliatrice Magari con il polonio!
IN RED WE TRUST
Quindi che dire, Merlo avrà anche ragione per certi versi, ma posso assicurare che è proprio tramite Facebook che molte fake news di regime vengono sputtanate e la gente comincia ad aprire gli occhi... fate voi
Se lo fai voi semplicemente che si sappia in giro se no cosa ti registri a fare e per cosa usi quel social.
La vendita dei dati é una cosa risaputa dagli inizi anni 2000 prima di faccialibro.
Basta starne fuori come molte persone fanno e vivo benissimo senza
Si, e' la trasformazione di cui non tutti si sono accorti: la creatura che doveva essere uno strumento per la propaganda delle elites si e' trasformata in un mostro che minaccia la democrazia... Bene, molte cose stanno cambiando.
Chiederanno un risarcimento minimo di 200 euro per utente.
Credo che chiunque possa partecipare alla class action da qui:
www.altroconsumo.it/azioni-collettive/facebook
Rimane la pìu grossa libertà.... cioè quello di non usarlo come me.
-80% gente pressoché stupida che non ha una vita propria e condivide su Facebook per far sapere che esiste.. ( poveracci!)
- 15% gente che lo usa per informarsi e lo usa a fin di bene, proprio e per il prossimo
- 5% parlamentari europei.... che non capiscono un cazzo.
Fonte: aledjango...
Fotonico.
il problema non è solo l'uso che ne fai. In discussione non è tanto lo strumento.
E' piuttosto la violazione della privacy da parte di Facebook che usa i dati degli iscritti, dei benefici commerciali di cui ha beneficiato e del fatto che questi dati sono finiti in mani di altri a cui forse noi non vorremmo finissero.
'Mark' è un personaggio privo di scrupoli. Basta vedere come si è 'impossessato dell'idea' di Facebook.
Penso che per quanto possibile ci si debba difendere da questa gente, bastonandola quando possibile se commette azioni discutibili, come da lui stesso ammesso.
Rimanere passivi significa autorizzare altri ad utilizzare le nostre informazioni personali a proprio uso e consumo.
sulatestagiannilannes.blogspot.com/.../...
il grano da dove viene e cosa ci mangiamo a tavola
p.s. come si fa a mettere il video di fb in una finestra come fate tutti?
edit. #36 panagio
grazie
Quando un insieme di esseri umani decide di passare dalla legge della giungla ad una società che si basa sul rispetto delle leggi, è fisiologico che prima o poi qualcuno, per proprio tornaconto personale, voglia impadronirsi del potere di legiferare e di far rispettare o meno la legge, ed inevitabilmente ha anche bisogno dei media per far apparire gli oppressori come oppressi e viceversa. Questo è il motivo per il quale ultimamente si sta accusando il web e i social di essere responsabili di un presunto problema di privacy, come se i vari echelon non sapessero già tutto di noi.
Parlano del furto dei dati?? NSA vi dice nulla? Era 5 anni fa quando in questo perdiodo Il "the Guardian", grazie alle rivelazioni di Snowden, sconfessava NSA, CIA e compagnia bella. La stessa NSA usava (bypassando la FISA) facebook per trovare punti deboli di personagggi noti...
Facebook non ha fatto altro che far capire meglio dove viviamo e con chi ci relazioniamo. E come ogni strumento, c'è sempre il coglione che lo usa male. E' come dire che aver inventato il coltello è stato un male perchè le persone possono con quell'oggetto uccidere...quelle stesse persone (coglioni) se non avessero il coltello userebbero qualcos'altro.
Non era prevedibile ma ovvio senza pubblicità non sta in piedi il progetto timostroicazzimieibook.
Invito piuttosto a riflettere sul fatto che se facebook è diventato un problema per il sistema (lo stesso sistema che dovrebbe avvantaggiarsi dei nostri dati raccolti da facebook...) al punto da essere messo sotto accusa e da muovergli contro la guerra che state portando avanti voi stessi, non può che esserci una sola ragione: Facebook è sfuggito al controllo del sistema, gli utenti hanno iniziato ad usarlo anche per discussioni intelligenti e hanno iniziato a smascherare le menzogne sulla Siria, sui vaccini, sull'euro... Al punto che indicibilmente i "populisti" hanno iniziato a vincere le elezioni, i cittadini non votano più come gli ordina il sistema perchè comunicano tra di loro!
Pertanto, almeno per oggi, Viva Facebook e Viva Zuckerberg!
Hai dimenticato, forse, viva il marketing mirato e viva i surrogati della partecipazione!
che mette nel sacco il pollame in cerca di becchime.
Ora vai su facciadalibro, e con un click, senza alzare il culo dalla sedia, puoi sapere anche a che ora tizio tromba la notte,e caio se si scaccola dopo mangiato.
Si fa presto a comprendere che, questa cosa inserita in un contesto globalista e diffuso, come purtroppo si è imposto, dà in mano al controllore, una facilità operativa che mai si era sognato finora.
So che anche qui ci sono gli innamorati dei social, confesso che in passato attraverso strumenti simili, ma che cmq permettevano un certo anonimato, ho intrecciato relazioni, scambiato idee e conoscenze, ma ora ho deciso di frequentare solo posti dove posso restare anonimo.
Sono contenta che su FB ci stiano pure Decalagon e Sertes...che di certo sono al corrente di quanto sia sciocco starci....ma non fanno gli snob...
!!
Forse un giorno vi metterò mano pure io, mi porterò dietro anche il Banco del mutuo soccorso (non mi rompete)
In definitiva quelli che avrebbero più ragione di lamentarsi sono gli spioni la cui utilità è stata notevolmente ridimensionata... giusto?
Come sempre, non è quello che appare, ma quello che si ottiene ad essere importante.
Vedrai che con la scusa della "sicurezza" faranno in modo che TUTTI dovranno inserire ancora altri dati sensibili.
E TUTTI lo faranno, ma non solo, troveranno anche il modo per renderti difficile, se non impossibile la cancellazione o il non utilizzo dello strumento.
Se fosse uno strumento "pericoloso" lo avrebbero subito abbuiato.
E' un po' come le elezioni..........
Mi sembra di scorgere all'orizzonte il NWO 2.0, il nuovo ordine mondiale che processa parti del suo apparato onde farne uscire altre come se fossero garanti della trasparenza e dell'onestà, della serie oramai la frittata e fatta, non posso salvare capre e cavoli ed allora scelgo di salvare solo le capre: buffoni.
Ad ogni modo 1/2 soluzione:
www.youtube.com/.../
Cosa ci insegna?
Forse che se Zuckerberg avesse violato delle norme doveva farsi una passerella a Bruxelles? O al congresso Americano?
Non bastava dire, un pubblico ministero,che fosse necessario aprire un fascicolo e incriminare i responsabili?
E che Mark risponda: "è colpa mia, me ne assumo la responsabilità!" che vuol dire? ... visto che non si dimette, non dona in beneficienza tutto il suo avere e non mette facebook offline?...
A me questa "gogna" finta e un po' farsesca, mi sta solo a significare un contentino per i popoli ai quali viene dato a intendere che i loro eletti svolgono una azione di controllo su ciò che avviene nel mondo, e che nel caso emergano magagne, esse vengono smascherate e rese pubbliche ai vari livelli di conoscenza...
Ovviamente, niente di più falso...
Anzi, il contrario, è una specie di cosa sado/maso in cui il giovane virgulto, coltivato dalle elite per fare esattamente ciò che fa, viene sculacciato... ma per il godimento dei censori ed in qualche modo anche proprio...
Sono troppo cattivo?
Per i video è sufficiente premere il bottone " YouTube" che c'è nelle icone sopra la finestra dove scrivi il messaggio e nella riga dove ti propone di inserire l'URL, copy SI L'URL MA POI CANCELLI TUTTO QUELLO CHE C'È DALL" = (UGUALE) A SINISTRA.
ES: URL m.youtube.com/watch?v=B3k_GMdZ5Gs
Deve rimanere solo B3k_GMdZ5Gs
Nel tuo messaggio originale comparirà la scritta rimasta tra i due YouTube tra parentesi quadre in qs esempio al posto dei ...
Ciao ciao
[youtube]...[/youtube]
grazie
Suggerirei all'autore di scrivere una letterina con le sue idee ed inviarla a tutti quelli che "conosce" o almeno ne conosce il recapito. Certo per il feedback ci vorrà un pò di tempo, visto che si dovrà aprire un carteggio e poi confidare nel servizio postale. Forse con diligenze o piccioni avrebbero recapitato prima..., ma che dico diligenze, quelle hanno le ruote, troppo veloce, meglio i buoni vecchi piedi, che sappiamo tutti a quali nefandezze la scoperta della ruota ha portato. Hanno costruito carri armati, trasportato missili e strumenti di morte. Ma a pensarci bene anche uomini a piedi di danno ne hanno fatto.
Mi fermo.
Si è, noiosamente, a demonizzare uno STRUMENTO, né più né meno di una ruota o di un coltello.
perchè certo CONOSCERE costa fatica.
In ogni caso la "tecnologia" non si può fermare, quello che possiamo fare è aumentare, in questo mondo di analfabeti digitali, la sua CONOSCENZA perchè quest'ultima sì, è strumento di affrancamento.
Non ce la si può prendere con il potere perchè sà leggere e scrivere. Tocca imparare anche noi e poi vediamo chi vince.
PS: io non ho problemi a cucinare, coltivare etc..., solo che, potendo, userei un aratro invece che la zappa o le mani nude.
In ogni caso la "tecnologia" non si può fermare, quello che possiamo fare è aumentare, in questo mondo di analfabeti digitali, la sua CONOSCENZA perchè quest'ultima sì, è strumento di affrancamento.
Non ce la si può prendere con il potere perchè sà leggere e scrivere. Tocca imparare anche noi e poi vediamo chi vince.
PS: io non ho problemi a cucinare, coltivare etc..., solo che, potendo, userei un aratro invece che la zappa o le mani nude.
°
Comprendo o perlomeno tento, come troppi d'altronde.
No, l'analisi deve essere meno approssimativa; Facebook É il problema ,come tutte le piattaforme Social, ed è illusorio pensare di farne un uso "intelligente".
Facebook ti fa viviere in una bolla informativa dove ti senti dire ciò che vuoi sentirti dire, e basta vedere le "discussioni" che al 98% sono scontri tra fazioni e le posizioni estremamente polarizzate. La profilazione e il drengaggio di dati sensibili creano algoritmi talmente raffinati che la manipolazione del pensiero (elettorale, per esempio, vedi il caso Cambridge Analytica) è tale che l'unico modo per sottrarvi è abbandonare tali piattaforme.