"Il coraggio morale è ancora più raro e prezioso del coraggio in battaglia, o di una grande intelligenza. Ma è una dote assolutamente indispensabile per chi voglia cambiare un mondo che accetta così faticosamente il cambiamento. Ogni volta che una persona si batte per un'idea, agisce nell'intento di migliorare la situazione degli altri, o si scaglia contro un' ingiustizia, mette in moto sottili rivoli di speranza che, convergendo da mille sorgenti di energia e di coraggio, vanno a formare una corrente in grado di travolgere il più poderoso muro di oppressione e resistenza" - RFK
Il 5 Giugno 1968 il senatore Robert Francis Kennedy stava celebrando con i suoi collaboratori la vittoria nelle primarie democratiche della California, che gli avrebbe spianato la strada per la presidenza degli Stati Uniti, nell'autunno seguente. Ma a tutti quello che lo festeggiavano, inneggiando già al nuovo presidente, Kennedy rispose: "State calmi. Ci sono dei proiettili fra me e la Casa Bianca". Due ore dopo gli avrebbero sparato, nelle stesse cucine dell'Hotel Ambassador dove Kennedy stava celebrando la vittoria.
Nonostante fosse il fratello del famoso presidente ucciso a Dallas nel 1963, e nonostante avesse egli stesso ottime possibilità di diventare presidente, la sua vita e la sua morte sono finite nell'oblio.
Nonostante fosse il fratello del famoso presidente ucciso a Dallas nel 1963, e nonostante avesse egli stesso ottime possibilità di diventare presidente, la sua vita e la sua morte sono finite nell'oblio.
Soprattutto la seconda, avvenuta ufficialmente per mano di Shiran Bishara Shiran, è stata sbrigativamente archiviata dalla storia senza mai essere stata presa seriamente in esame. D'altronde, mentre a Dallas abbiamo forse il più intricato "giallo" della storia moderna, Shiran ha sparato sotto gli occhi di tutti, e di cospirazione vera e propria - almeno a livello popolare - non si è mai parlato.
Ma la storia, com'è noto, "è scritta dai vincitori". Ed il vincitore di quella tornata elettorale fu lo stesso Richard Nixon che aveva inaspettatamente perso, otto anni prima, contro lo sconosciuto John Kennedy, e che rischiava ora di fare la stessa figura contro il fratello più giovane. Rimasto invece senza avversari, nell'autunno Nixon riusci finalmente a rientare in quella Casa Bianca da cui era uscito nel 1959, come vice di Eishenower, convinto di fare una semplice passeggiata elettorale.
(Nel 1964 Nixon aveva saggiamente scelto di non candidarsi, visto che in quel momento la popolarità di Johnson, appena succeduto a Kennedy, era alle stelle. Johnson infatti stravinse contro Barry Goldwater, mentre fu lui stesso a dover rinunciare a candidarsi, nel 1968, sotto il peso delle disastrose notizie che arrivavano dal Vietnam. Questo aprì la strada alla candidatura di Bob Kennedy - che era contrario a restare in Vietnam - e che venne così a trovarsi in piena rotta di collisione con il rientrante Nixon).
Vale la pena di ricordare una frase emblematica, pronunciata da Kennedy poco prima di candidarsi: "Soltanto i poteri di un presidente permetteranno un giorno di rivelare al mondo la verità sull'assassinio di mio fratello." E' chiaro quindi che la sua morte deve aver giovato sia chi ha poi vinto quelle elezioni, sia chi nel passato aveva tramato per la morte del fratello. Sempre che non si trattasse della stessa persona. IL FATTO All'Ambassador Hotel di Los Angeles è passata da poco la mezzanotte del 5 Giugno, quando Robert Kennedy conclude il suo discorso di ringraziamento alla platea che lo festeggia per la vittoria nelle primarie, che gli vale anche la candidatura alle presidenziali. A quel punto il programma prevede che il Senatore lasci il palco alla sua sinistra, per raggiungere la sala stampa dove lo attendono i giornalisti. Ma una sua guardia del corpo, Bill Barry, annuncia che il percorso è completamente bloccato dalla folla, e dirige tutti ad uscire invece dal lato opposto (vedi grafico, più sotto). Dopo un corridoio ci sono due porte metalliche "a molla", che danno alle cucine dell'albergo. Kennedy è preceduto dal maitre dell'hotel, Karl Uecker, che lo tiene per il polso e gli apre la strada fra la gente che gli viene incontro. Sul lato destro di Kennedy cammina Thane Eugene Ceasar, la nuova guardia del corpo che ha sostituito all'ultimo momento quella abituale del Senatore. L'altra guardia del corpo di Kennedy, Bill Barry appunto, è rimasto inspiegabilmente indietro.
Mentre procedono, Kennedy risponde alle domande di un giornalista, che sta trasmettendo via radio, senza saperlo, gli ultimi istanti della sua vita (l'audio/video a fine pagina, sottotitolato in italiano). Una volta nelle cucine, Kennedy si ferma a stringere la mano a camerieri e cuochi che lo festeggiano. L'ultimo a farlo è un bus-boy di 18 anni, John Romero, che resterà immortalato con lo sguardo fisso nel vuoto, accanto al Senatore morente. In quel momento Uecker "sente qualcosa insinuarsi fra lui e il tavolo metallico che ha davanti". E' il braccio di Shiran, che punta verso Kennedy una calibro .22 ed inizia a sparare. Kennedy lo vede, e alza le mani davanti a sè, in un gesto instintivo di protezione. Uecker ed altri si avventano sul polso di Shiran, e cominciano a sbatterlo furiosamente contro il bordo del tavolo metallico. Ma Shiran non molla la presa, e ne nasce una colluttazione che sembra non finire mai, con le urla di chi ha paura, le urla di Shiran, e quelle di chi grida agli altri cosa fare per immobilizzarlo.
Quando Shiran viene finalmente disarmato, Kennedy si ritrova a terra con tre pallottole in corpo. Una quarta gli ha forato la giacca, sotto l'ascella destra, senza ferirlo. Il Senatore fa ancora in tempo a chiedere "is everybody allright?" (stanno tutti bene?), e poi crolla in una pozza di sangue. Viene operato d'urgenza al vicino Good Samaritan Hospital, mentre l'intera nazione attende, col fiato in sospeso, davanti ai televisori. Ma l'incubo di Dallas si ripete: Kennedy non supera la crisi, e muore, alle 1.44 del mattino, senza aver più ripreso conoscenza.
Dalla registrazione dell'intervista in corso, si sente con chiarezza solo il primo colpo, e forse il secondo sovrapposto (subito dopo la parola "camouflage"), poi le urla dei presenti coprono tutto ciò che accade. Nel parapiglia risulteranno ferite 5 altre persone: Ira Goldstein, che ha ricevuto due colpi (uno gli ha attraversato il pantalone, senza ferirlo, l'altro l'ha colpito alla natica), Paul Schrade (che si trovava immediatamente dietro a Kennedy, e ha ricevuto una pallottola in testa), William Weisel, Richard Lubic ed Elizabeth Evans, anche lei colpita alla testa ma, come gli altri quattro, miracolosamente sopravvissuta. Shiran viene arrestato, giudicato e condannato in tempi molto brevi. Basti dire che il referto autoptico, rallentato a sua volta da strani problemi burocratici, arrivò in tribunale quando già Shiran, pur non ricordando assolutamente nulla dell'attentato, aveva ammesso la propria colpevolezza, nella speranza di ricevere una pena più mite.
Sembrò a tutti un caso chiuso. Ma se si prova a fare il conteggio dei proiettili, scopriamo che dovremmo averne quattro per Kennedy, due per Goldstein, e uno ciascuno per gli altri quattro feriti, il che porta ad un totale di dieci proiettili, quando la pistola di Shiran - ammesso e non concesso che li abbia sparati tutti - poteva contenerne soltanto otto. In realtà furono poi sette i proiettili estratti dal corpo delle varie vittime, due risultarono conficcati nello stipite della porta alle spalle di Kennedy, e due fori furono trovati nel pannello del soffitto proprio sopra di lui, portando il minimo a undici proiettili sparati.
Decisamente troppi per il solo Shiran. Di fronte alla necessità di scovare un secondo sparatore - e quindi di ammettere anche una "cospirazione" - inizia a questo punto, nella versione ufficiale della polizia, un balletto di proiettili di fronte al quale il famoso "magic bullet" di Dallas è una certezza statistica inconfutabile. Qui infatti l'unico modo per fare tutti quei danni con otto proiettili è che a) il proiettile che ha forato la giacca di Kennedy sotto l'ascella, abbia poi compiuto una deviazione di 80 gradi verso l'alto, per colpire la testa di Shrade che era subito dietro di lui (non a caso Paul Schrade, che non è mai stato indennizzato, è stato fra i più instancabili nel chiedere una riapertura del caso). Che b) il proiettile che ha colpito il pantalone di Ira Goldman dal davanti sia poi rimbalzato su una piastrella dietro di lui, per rientrargli nella natica in direzione opposta, ma soprattutto che c) un colpo imprecisato abbia subito anch'esso una deviazione verso l'alto di 90 gradi, per forare il pannello del soffitto sopra Kennedy, rimbalzare su "qualcosa" di non meglio indentificato nell'interstizio, tornare indietro praticando un secondo foro accanto al primo, e ferire infine Kennedy dall'alto. Insomma, una specie di cartone animato, in cui le pallottole instancabili rimbalzano dappertutto, mentre nessuno riesce a impedire a Shiran di sparare nemmeno uno degli otto colpi che aveva in canna. Nella foto sopra a sinistra, i due fori rilevati nello stipite della porta, contenenti un proiettile ciascuno (il che sarebbe già sufficiente a far "saltare" la tesi di Shiran come assassino unico, poichè 7+2=9). Nella foto a destra i due fori rilevati nel pannello del soffitto, proprio sopra il punto in cui si trovava Kennedy, per i quali invece "nessuna pallottola è mai stata trovata".
Ci si domanderà a questo punto come sia stato possibile condannare il solo Shiran, di fronte ad una contraddizione matematica così lampante.
IL PROCESSO La risposta è che tutte queste informazioni non arrivarono mai alla giuria. Non dimentichiamo che nel sistema americano il giudice ha enormi poteri nel condurre il processo a suo piacimento, e questo ovviamente torna molto comodo nell'ipotesi di una cospirazione. Inoltre, l'avvocato d'ufficio di Shiran, che fu scelto dallo stesso giudice, mostrò una scarsissima predilezione per il semplice calcolo aritmetico, preferendo concentrare tutti i suoi sforzi per far apparire Shiran come uno psicopatico. Ciò appariva ai giurati come un nobile tentativo per alleviarne i termini di una condanna ormai sicura, ma in realtà sviava radicalmente il processo da quello che avrebbe dovuto essere il suo corso naturale. Vi fu poi un grosso "intoppo procedurale", come già detto, per cui la giuria non potette nemmeno vedere l'autopsia sul corpo di Kennedy, che avrebbe smentito in pieno - come vedremo in seguito - la versione ufficiale dei fatti. A questa procedura chiaramente deformata, si aggiunga il fatto che tutti gli elementi rimossi dal luogo del delitto (lo stipite della porta, i pannelli del soffitto, e la pistola stessa di Shiran) o "andarono perduti" dopo il processo, oppure "furono buttati via" dalla polizia di Los Angeles, perchè "occupavano spazio inutilmente". Che nessuno si sognasse mai, in altre parole, di riaprire un caso chiuso così abilmente sotto gli occhi di tutti. (Sorte simile era toccata agli appunti di 7 ore di interrogatorio a Lee Harvey Oswald, che furono "buttati via" dalla polizia di Dallas, subito dopo la sua morte, perchè "tanto era chiaro che era stato lui." Strano paese, dove ti registrano su nastro persino la deposizione per una multa non pagata, ma poi se ammazzano il presidente buttano via tutto quello che ha detto l'assassino).
IL CORONER DELLE CELEBRITA' Ma il problema più grosso, per la versione ufficiale, si chiama Thomas Noguchi. Noguchi non è stato semplicemente un coroner (il medico legale, responsabile dell'autopsia), ma colui che ha trasformato alla radice il concetto stesso di indagine post-mortem, nella storia della criminologia americana. Soprannominato "Coroner of the Stars", per aver operato da sempre su Los Angeles, Noguchi partecipò già all'autopsia di Marylin Monroe (in cui suggerì la soluzione all'enigma del finto suicidio), condusse quelle di Robert Kennedy, di Sharon Tate (la moglie di Polansky uccisa dai seguaci di Manson), di John Belushi e di tanti altri personaggi dello spettacolo, e fu inoltre colui che dimostrò, per conto della famiglia Calvi, l'impossibilità del suicidio del "banchiere di Dio", trovato impiccato sotto un ponte di Londra.
La differenza fra Noguchi e gli altri coroners sta nell'approccio globale con cui affronta i casi a lui affidati. Noguchi non esamina semplicemente il cadavere sul tavolo della morgue, ma vuole arrivare a "ricollocarlo" (idealmente, s'intende) nella precisa dinamica dell'azione. E' quindi in realtà un investigatore a sè stante, che tende ad integrare le osservazioni sul cadavere con i rilevamenti sul luogo del delitto. (Ad esempio: muovendo nelle varie posizioni il braccio destro di Kennedy, Noguchi notò che solo ad una certa angolazione il foro di entrata di un proiettile sotto l'ascella risultava perfettamente rotondo. Grazie a questo dedusse che quel colpo poteva essere giunto solo quando il Senatore aveva già alzato il braccio davanti a sè, arrivando a stabilire con precisione in che punto della sequenza fosse partito quel colpo). Purtroppo il suo metodo, invece di venire apprezzato per l'evidente contributo che può dare alle indagni, è stato spesso osteggiato dalla polizia di Los Angeles, che ha sempre visto in Noguchi un personaggio troppo ingombrante e difficile da controllare. E avevano tutt'altro che torto. F.B.I. contro L.A.P.D. (Los Angeles Police Department)
A differenza di Dallas, dove l'FBI tolse di forza la giurisdizione del caso alla polizia locale (storico l'episodio in cui lo sceriffo di Dallas si mette di traverso nel corridoio dell'ospedale, cercando di bloccare gli uomini di Kennedy che se lo stanno portando via nella bara) la polizia di Los Angeles seppe prendere in mano il caso e portarlo fino alla conclusione senza alcun intervento federale. Questo ha reso molto più facile controllare, ad esempio, certe testimonianze scomode, come quelle di chi inizialmente aveva sentito la famosa "ragazza in polka-dot" dire "abbiamo ucciso Kennedy", ma poi al processo, stranamente, non si ricordava più di nulla. Ma soprattutto, non dovendo spiegazioni a nessuno, hanno potuto concedersi tutte le "distrazioni" già citate, alle quali si possono aggiungere episodi come l'incenerimento "accidentale" di 2400 fotografie, "convinti che fossero solo dei duplicati". La misura della sfacciataggine è qui anche la misura dell'impunità in cui sapevano di muoversi gli alti livelli del dipartimento di polizia.
Tutto questo ha da sempre tagliato le gambe in partenza ad un'eventuale riapertura del processo: oggi di quegli elementi esistono solo le fotografie pubblicate in questa pagina, e poche altre. Nove anni dopo però l'FBI fu costretta ad entrare in gioco, quando il giudice indipendente Thomas Kranz fu incaricato dal procuratore della Contea di Los Angeles di una revisione del caso, in seguito alle montanti proteste da parte di un numero crescente di voci pubbliche, a cui stava a cuore la verità. Il rapporto fu il solito atto di equilibrismo verbale - molto simile a quello della commissione HSCA nel caso JFK - che tendeva a ristabilire almeno una parte di verità, per accontentare le voci più esigenti, senza per questo smentire pubblicamente le stesse autorità che avevano agito inizialmente per coprirla del tutto. IL RAPPORTO KRANZ Nel 1977 Kranz consegnò ai suoi superiori un rapporto completo sull'assassinio di Robert Kennedy (qui l'originale in pdf.zip, 3 vol. 7.7 Mb), nel quale riportava, fra le altre cose, i risultati dell'autopsia di Noguchi. Leggendoli, diventa più facile capire perchè quest'ultima faticò così tanto ad arrivare in tempo utile al processo.
Il paradosso è impossibile da ignorare. Shiran spara da davanti, in orizzontale, e Kennedy viene colpito da dietro, tre volte, in verticale dal basso verso l'alto (da cui i buchi nel soffitto).
CHI ERA SHIRAN BISHARA SHIRAN
Che Shiran sia stato il classico "patsy" della situazione è evidente almeno quanto il fatto che non possa aver fatto tutti quei disastri da solo. A conferma di ciò, notiamo la "solita" fantasia sfrenata della polizia (sempre dal rapporto Kranz, sotto), che per rafforzare la colpevolezza di Shiran non ha trovato di meglio che scoprire, nel cruscotto della sua macchina, un biglietto da visita e una ricevuta, datata pochi giorni prima, per l'acquisto di munizioni per una calibro .22. Per un totale di 200 proiettili, più altri proiettili sparsi un pò dappertutto, e scatole vuote sempre per proiettili rigorosamente di quel calibro. A questo si aggiunga la testimonianza di una persona che avrebbe udito Shiran dire a voce alta, mentre li acquistava, "mi raccomando, mi dia dei proiettili di quelli che non fanno mai cilecca, è importante che questi non facciano assolutamente cilecca". Come dire, quando il troppo storpia. Anche Oswald si era dimenticato di buttare via la ricevuta con cui avrebbe acquistato il fucile di Dallas, così come fece Timothy Mc Veigh con la ricevuta per i composti chimici che avrebbe usato per fabbricarsi la bomba di Oklahoma City. (Noi invece siamo più sofisticati, e abbiamo gli anarchici che prendono il taxi per fare cento metri, con la bomba già innescata nella borsa, pur di farsi riconoscere dal taxista subito dopo la strage). Vi è però una cosa che non si è ancora riuscito a capire di Shiran, e cioè la misura esatta del suo coinvolgimento nell'attentato, poichè di fatto tutti lo videro sparare a Kennedy col chiaro intento di ucciderlo. Negli anni si sono venute accavallando le tesi più fantasiose, arrivando anche ad ipotizzare una specie di "Manchurian Candidate" programmato per uccidere e poi dimenticare tutto. Ma anche se non a quei livelli, qualcosa del genere deve essere successo, poichè lo stesso Shiran sostiene, a tutt'oggi, di non ricordare assolutamente nulla di quei momenti. Conserva un buco di memoria totale, che va dall'ingresso nell'albergo, fino al "risveglio" nella macchina della polizia. Egli stesso si dice convinto di essere stato vittima di una macchinazione in cui, dopo averlo condizionato mentalmente, l'avrebbero drogato perchè arrivasse a commettere l'omicidio in uno stato di tale confusione mentale da non registrare nemmeno gli eventi di cui era protagonista. In effetti Shiran fu visto bere, poco prima dell'omicidio, un vistosissimo intruglio alcolico, per quanto tutti sappiano che fosse astemio sin dalla nascita. Shiran inoltre non aveva un solo precedente penale, non aveva motivi particolari per uccidere Kenendy (anzi, disse che intendeva votare per lui alle presidenziali), ed è sempre stato un detenuto modello, nei quasi 40 anni trascorsi in prigione. (Inizialmente Shiran fu condannato a morte, ma nel 1978 la sentenza fu commutata in ergastolo, quando la California abolì la pena capitale). Su sua richiesta, Shiran si è anche sottoposto ad una seduta ipnotica, per cercare di ritrovare nella memoria qualche fotogramma di quegli istanti fatali. Ma mentre alla domanda "parlami di Bob Kennedy", Shiran reagiva scrivendo ripetutamente "Bob Kennedy deve morire", alla domanda "chi ha ucciso Bob Kennedy" dall'incoscio di Shiran è emerso un disarmante "Non lo so, non lo so, non lo so". Ecco un dettaglio delle note, scritte sotto ipnosi, in cui Shiran ripete ossessivamente "Robert Kennedy must die", "Robert Kennedy must be assassinated" (Robert Kennedy deve morire, Robert Kennedy deve essere assassinato). Verso la fine compare anche, cerchiato, un "prima del 5 Giugno 1968". Shiran è stato descritto da tutti i testimoni come un invasato che sparava a Kennedy urlando meccanicamente "Robert Kennedy must die!" "Robert Kennedy must die!" Il fratello e l'attuale avvocato di Shiran, Lawrence Teeter, non hanno ancora perso tutte le speranze per far riaprire il processo, anche se non si rischia molto a scommettere che questo non avverrà mai. Per chi fosse interessato all'attuale status legale, questo è il sito ufficiale del difensore di Shiran.
CONCLUSIONE
Troppo idealista forse, per poter accettare i compromessi necessari a guidare una nazione come l'America, e forse troppo delicato caratterialmente, per poter reggere il peso di un ruolo così impegnativo, non sapremo mai se Robert Kennedy avrebbe saputo portare a termine con successo un'eventuale sua presidenza. Difficile immaginare in lui la fermezza - o perlomeno la grandiosa capacità di bluff - che il fratello John aveva messo in mostra in occasione della crisi dei missili nel 1962, oppure quando promise, all'inizio della gara spaziale con i Russi, di "piazzare un uomo sulla Luna entro la fine del decennio".
Sta di fatto che la morte di Bob Kennedy aprì la strada ad un periodo di predominio della destra repubblicana - guerrafondaia, razzista e restauratrice - che iniziò con Nixon e si protrasse, fatto salvo per la parentesi Carter 1976-80, attraverso lo stesso Nixon, rieletto nel '72, Jerry Ford che ne completò il mandato (in seguito a Watergate), Ronald Reagan, che stravinse sia nel 1980 che nel 1984, e George H. Bush, che vinse nell'88, pur perdendo contro Clinton, nel 1992. In seguito alla morte di Bob Kennedy ci sarebbero stati quindi ben 20 anni su 24 di dominio repubblicano alla Casa Bianca. In questo senso il 1968 fu un anno cruciale per la storia americana, con la drammatica escalation in Vietnam (a cui Kennedy voleva immediatamente porre fine), e l'esplosione contemporanea dei movimenti giovanili e di quelli per i diritti civili, che lo stesso Kennedy e Martin Luther King rischiavano di unificare in una miscela inarrestabile di rinnovamento, se il giovane Senatore avesse conquistato la presidenza (non è escluso che intendesse scegliere proprio King come vicepresidente). Un'ipotesi evidentemente inaccettabile, per chi decise prima di far uccidere Martin Luther King, nell'Aprile di quell'anno, e poi determinò che in ogni caso Robert Kennedy non dovesse arrivare vivo alle elezioni del Novembre 1968. Chiunque sia stato costui, di certo non fu Shiran Bishara Shiran. Scritto da Massimo Mazzucco per www.luogocomune.net
Fonti: The Assassination of Robert F. Kennedy, di Jon Christian e William Turner The Second Gun Expose, di Ted Charach University of Massachussets RFK Archives
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ho trovato interessante il punto sull'analisi audio, per cui avrei aggiunto una immagine anche per quel punto
o
ora mi vado a cercare nel sito le vicende piu' curiose e le impagino, ne viene fuori un bel libro secondo me.
Dopo JFK, Malcom X, M.Luther King ed il Che finì la rivolta culturale del Movimento Studentesco US e la Nuova Frontiera etc etc.
In realtà una data precisa fu Il 4 maggio 1970,it.wikipedia.org/wiki/Sparatoria_della_Kent_State quando Nixon fece uccidere 4 studenti (di cui Neil Young dei C.S.N & Y scrisse Ohio)
www.youtube.com/watch?v=IohvCEdKan0
Il movimento entrò in clandestinità (Weather Underground) it.wikipedia.org/wiki/Weather_Underground
Perchè quando uno Stato uccide i propri presidenti e/o leader assieme agli studenti è tutto finito.
Già, era stato condannato all'ergastolo, però è tanto che non si parla più di lui e non sapevo che fine avesse fatto. Speriamo riescano a tirarlo fuori una volta per tutte! È in carcere per un reato mai commesso. Idem Charles Manson
Rimango molto scettico sulla possibilità di usare la sola ipnosi per impedire ad una persona di richiamare dei ricordi, comunque.
Io ogni volta che mi tuffo nuovamente in questo passaggio storico mi sento un male dentro, è crollato un mondo in quel periodo. Un trauma.
Ero piccola, ma mi crollava la 'GRANDE AMERICA', crollava il sogno. Sono cresciuta in Germania e la colonializzione era molto più forte rispetto all' Italia. La mia generazione si vergognava del proprio paese e della propria storia. L' America era il mondo migliore. Il 'Mondo Nuovo' .
Iniziano i movimenti studenteschi in quell' anno, c'era già fermento in USA e poi in Europa.
Era un esplosione a molti livelli, cinema, musica teatro, arte....
Un presidente come Kennedy, con un terreno fertile intorno così com'era, altro mondo poteva nascere, ma non doveva.
Grazie Serte per la segnalazione ,
bene che il figlio ora fa questa richiesta. Anche lui un grande.
Be' un commento un po sentimentale, tocca corde...:-)
Omicidio di Robert Kennedy: Sirhan era stato ipnotizzato per essere il capro espiatorio?
washingtonpost.com/.../...
Martin Luther King
Bob Kennedy
due cattolici ed un pastore protestante,
questi tre avevano suscitato voglie di cambiamento, speranze ed entusiasmi pericolosi,
perché quando ci si lascia prendere dall'idea del cambiamento si rischia di investire troppo su quell'idea, e non fermarsi nel cambiamento ma pretendere sempre di più, idee altamente pericolose, sia per chi le coltiva senza fare i dovuti conti con la realtà, e sia per il potere,
ma per una strana coincidenza (?) sono stati tutti e tre uccisi a suon di proiettili, nel paese della libertà.
Pistole calibro 22 (5,6 mm): ne esistono due tipi:
Ÿ munizioni subsoniche per “silenziatori” a punta cava con scarsissima capacità di penetrazione e molta difficoltà a causare una ferita mortale.
Aneddoto: un giorno a Tolone un barista sparò a bruciapelo con una di queste armi nell'orecchio di un conducente di una vettura in sosta che aveva creduto di riconoscere per un ricattatore. Il proiettile arrivò nel condotto uditivo dell'uomo fermandovisi senza però procedere oltre. Il ferito riportò solo la perdita dell'acuità uditiva mentre il feritore fu condannato a 8 anni di carcere.
Ÿ munizione a media, alta e ipervelocità. Queste munizioni possono essere estremamente pericolose quando colpiscono un organo vitale ma poco efficaci nelle altre occasioni .
Aneddoto: un uomo che voleva uccidere il suocero lo attese con una carabina automatica calibro 22 “Long Rifle” e gli sparò in faccia un primo colpo a distanza di due metri. Il proiettile attraversò il labbro superiore e si disintegrò all'impatto facendo esplodere un dente della vittima la quale si girò e tentò di fuggire. Il genero nel frattempo gli sparò ancora 5 colpi al torace facendolo cadere solo con la settima cartuccia la quale gli perforò il cuore."
quanto sopra l'ho trovato qui: www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=619
può darsi che mi sbagli, ma contro qualsiasi cosa siano rimbalzati i proiettili, questa cosa avrebbe dovuto assorbire una parte della loro energia cinetica e chissà se di rimbalzo sarebbero stati ancora capaci di fare i danni che dicono abbiano fatto, voi che ne pensate? un saluto caloroso
www.tactical-life.com/.../israeli-mossad-22-lrs
il volo 432 della El Al il 18 Febbraio 1969 a Zurigo, mentre si preparava al decollo venne attaccato da quattro terroristi palestinesi che iniziarono a sparare all'areo, due coi Kalashnikov, ferendo diverse persone e mortalmente il copilota, e due tirando granate incendiarie e dinamite che (fortunatamente) non esplosero, l'agente segreto Mordechai Rahamim che si trovava a bordo dell'areo, armato con una Beretta calibro 22 LR, reagì immediatamente dirigendosi contro i terroristi, seppure questi armati di Kalashnikov, e riuscì ad uccidere il capo dei terroristi palestinesi con tre colpi (di cui uno al collo e due in regione ascellare).
Lo stesso calibro 22, sempre long rifle, forse sparati da una Beretta, è stato usato dal mostro di Firenze per commettere i suoi omicidi e si è dimostrato comunque un calibro letale, il cui proiettile è rallentato nella sua corsa se impatta un vetro dell'auto al punto da rendere incerta la sua capacità di penetrazione nel cranio, ma certamente ancora capace di penetrare mortalmente i tessuti molli,
calibro22.blogspot.com/.../...
Per commettere un omicidio da distanza ravvicinata, come quello accaduto a RFK,
il cui colpo mortale gli è stato sparato a poca distanza da dietro l'orecchio, rendendo improbabile Shiran come l'assassino,
il calibro 22 era l'ideale per i motivi sopra (discreta, maneggevole, precisa e letale), inoltre c'è da considerare che il calibro piccolo ha il non trascurabile vantaggio che se sparato in testa, vi penetra, ne rovina il contenuto e quasi sicuramente non esce ma probabilmente rimbalza rovinando nella sua corsa di ritorno altra porzione di encefalo, anche per questo pare che la mafia americana tendesse a prediligerla come arma
www.quora.com/.../