di Marco Cedolin
Fra le molte motivazioni che dimostrano quanto sia anacronistica e priva di qualsiasi valenza oggettiva la battaglia fin qui condotta in sede europea dal governo e da Confindustria contro il nuovo piano UE che intende limitare le emissioni inquinanti nel prossimo decennio, una più di ogni altra dovrebbe indurre alla riflessione l’incartapecorita classe dirigente italiana.
Lo spunto non proviene da qualche avanguardia di pensatori ecologisti e neppure dalla folta schiera di coloro che si stanno avvicinando alla filosofia della decrescita, bensì da uno studio realizzato dall’Università di Berkley, concernente gli effetti sull’economia delle politiche di efficienza energetica intraprese dalla California all'indomani dello shock petrolifero del 1977. Effetti che sono stati valutati dagli studiosi americani unicamente nell’ottica del modello di sviluppo basato sulla crescita economica tanto caro a Berlusconi e agli industriali italiani.
David Roland-Holst, economista del Center for Energy, Resources and Economic Sustainability del prestigioso ateneo californiano ha messo in luce come nel corso dell’ultimo trentennio l’introduzione in California di altissimi standard di efficienza energetica sia per quanto concerne gli edifici, sia nell’ambito degli elettrodomestici, ...
Da oggi inizia nella sala San Luigi di Cuggiono (MI) la programmazione del film “Il Nuovo Secolo Americano”, realizzato interamente in digitale (senza supporto della pellicola). Nei prossimi mesi il film dovrebbe arrivare in distribuzione in almeno una ventina di sale digitali del circuito Microcinema, collocate in tutte le città d’Italia (lista dettagliata delle sale in coda all’articolo).
A partire dalla prossima settimana i film “Inganno Globale” e “Il Nuovo Secolo Americano” verranno programmati in Brasile nel circuito digitale RAIN, una organizzazione di oltre 200 sale digitali gestite dalla base di San Paulo.
Siamo in trattativa per altre uscite nei circuiti digitali in Inghilterra, Spagna e Germania.
°°°
Quella del cinema digitale è una nuova realtà, destinata a cambiare, nell’arco di pochi anni, il panorama della distribuzione cinematografica nel mondo.
Si tratta di normali sale cinematografiche, attrezzate con potenti proiettori digitali, che sono in grado di proiettare qualunque filmato presente su supporto digitale. In altre parole, anche un semplice DVD può essere proiettato direttamente in sala, con risultati qualitativi più che soddisfacenti.
A sua volta questo significa - e qui sta la vera rivoluzione - che l’autore non ha più bisogno di lavorare in pellicola per arrivare a realizzare il suo filmato; con una semplice telecamera digitale, e un sistema di montaggio professionale, che gira sul comune PC di casa, è in grado di sfornare un prodotto finito, in alta definizione, che può andare direttamente nelle suddette sale.
Fino a ieri, per girare un qualunque tipo di film occorreva prima di tutto acquistare chilometri e chilometri di negativo (pellicola). Una volta esposto il negativo nella cinepresa (una volta “girato” il film), ...
Il Prof. Arrigo Colombo, del “Movimento per la società di giustizia e per la speranza”, ci ha inviato questa lettera, che pubblichiamo.
Cari amici, il Movimento ha preparato questo intervento sul Presidente Napolitano contro la famigerata legge Gelmini; per il quale chiede il vostro aiuto. Gl'indirizzi:
Pres. Giorgio Napolitano, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (richiesto nome, cognome, indirizzo, sennò cestinato);
Segr. Guglielmo Epifani, CGIL, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Segr. Raffaele Bonanni, CISL, segreteria Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Segr.Luigi Angeletti, UIL, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
ai Segretari Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti
Il Presidente deve intervenire sul macello della scuola.
Il Presidente dichiara di non poter fare nulla contro il decreto Gelmini, ma in verità imposto da Tremonti, col taglio di otto miliardi di fondi alla scuola.
E però, secondo l’interpretazione data abitualmente all’art. 74 della Costituzione, una legge può non essere promulgata, e quindi rinviata alle Camere con messaggio motivato, non solo per ragioni di legittimità costituzionale, ma anche per ragioni di merito, quando sia dannosa per una funzione importante per la Nazione, e quando contrasti con la volontà popolare che detiene la sovranità.
Ora, nel caso in questione, il danno alla scuola è evidente, in quanto dai dati in possesso di tutti risulta che la scuola italiana si colloca nella media OCSE ...
di Pensatore
Dal momento che i sacerdoti dell'economia hanno dimostrato di non capire molto, o peggio, di essere in malafede, vorrei provare ad esporre alcune considerazioni da persona normale che cerca di approfondire ciò che viene detto dai media ufficiali.
Si parla tanto di garanzia dei depositi in conto corrente facendo un'opera di disinformazione, che peraltro ritengo doverosa in quanto la conoscenza brutale della realtà da parte della maggioranza del popolo provocherebbe il collasso del sistema.
Cerchiamo quindi di fornire dei numeri che pur non avendo significato di per se stessi essendo fuori della scala di valori delle persone normali, possono attraverso i loro rapporti dare una tangibile idea della realtà in cui ci troviamo.
I depositi bancari ammontano in Italia a circa 600 miliardi (1) e, leggendo lo statuto del fondo di garanzia (2) si trova all'art.21:
" L'ammontare delle risorse che le consorziate si impegnano a somministrare complessivamente al Fondo per gli interventi è stabilito dall'Assemblea, su proposta del Consiglio, in misura compresa fra lo 0,4 e lo 0,8 per cento dei fondi rimborsabili di tutte le consorziate alla data del 30 giugno dell’anno precedente."
Se l'interpretazione letterale è corretta, questo fondo è dotato di circa 4 miliardi che potrebbero soddisfare solo i clienti di una piccola banca in liquidazione; non è al momento noto cosa farà il governo, ...
di Marco Cedolin
Al ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola non fa certo difetto il senso dell’umorismo, se ieri è riuscito a tratteggiare le linee guida del nuovo (nuovo?) piano del governo per evitare che la crisi finanziaria globale colpisca le imprese italiane, ostentando la massima serietà, quasi credesse veramente a quello che stava dicendo.
Incentivi economici alla rottamazione delle auto e degli elettrodomestici, finanziati attraverso il denaro dei contribuenti, rappresenteranno secondo le parole di Scajola la parte più significativa delle “nuove” misure volte a sostenere lo sviluppo industriale nel nostro Paese.
Come non invidiare l’aplomb di Scajola che è riuscito a presentare, senza ridere, la “rottamazione” come il nuovo che avanza, in un Paese quale l’Italia, dove da oltre un decennio proprio sulla rottamazione si sono costruite le fortune politiche tanto del centro - destra quanto del centro – sinistra.
Prodi, D’Alema, Berlusconi, poi di nuovo Prodi e infine di nuovo Berlusconi, negli ultimi anni hanno rottamato di tutto: la cultura, la giustizia, i televisori, l’ambiente, i frigoriferi, ...
di Skabrego
Mentre Sarkozy si presenta ufficialmente come pilastro d’appoggio americano, il suo comportamento durante la crisi georgiana è stato a dir poco ambiguo. Lo abbiamo visto infatti alla guida del "compromesso" con Putin, e questa posizione sembra indicare chiaramente che i tempi stiano cambiando: l'appoggio (non disapprovare significava appoggiare, in quella situazione) alla Russia, contro gli interessi americani, è un comportamento perlomeno non lineare con molte teorie "Atlantiche".
La manovra economica europea ha influito sulle borse più di quella americana, e pare che gli americani debbano seguire la via tracciata da Sarkò/Brown/Merkel, se vogliono riuscire in qualche modo a stare a galla.
Di fatto, ultimamente sembra di vedere un'Europa tutt’altro che servile: ll Ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbuck, ha dichiarato: “Gli Stati Uniti sono gli unici responsabili di questa crisi finanziaria. Sono loro la causa della crisi, non l’Europa, né la Repubblica Federale di Germania."
Anzi un'Europa che sembra pronta, anche un filo euforica, a prendere in mano la bilancia e cambiare un pò le misure, sapendo che non sarà la nuova regina.
Caracciolo parla già di Eurussia, e di una Chimerica [Cina-America] in cui la "Chi" è lì solo perchè, se crollano gli americani, loro perdono un sacco di soldi. Un’ Eurussia che sarebbe un interlocutore perfetto per il mondo arabo, ...
Un’altra dura mazzata per John McCain è arrivata ieri da Colin Powell, che ha scelto “Meet the Press” – la tribuna politica più importante in America – per annunciare il suo appoggio ufficiale a Barack Obama. E lo ha fatto in modo rumoroso.
A danneggiare McCain non è solo il fatto che Powell sia una rispettata ed autorevole figura del partito repubblicano, ma sono stati i contenuti stessi del suo breve annuncio, nel quale ha riassunto in pochi minuti tutte le critiche più pesanti giunte a McCain nelle ultime settimane da ogni parte dello spettro politico.
Naturalmente Powell, l’ex-ministro degli esteri che ai tempi della campagna d’Iraq fu letteralmente estromesso dalla junta di Cheney e Rumsfeld, non ha dimenticato di lanciare chiare accuse anche ai neocons, ...
Il titolo non è la classica metafora, ma la rappresentazione letterale di quanto dichiarato di recente dalla NASA: “Lo spazio fuori dall'atmosfera terrestre avrebbe un odore che ricorda quello di una bistecca in padella e del metallo riscaldato, o per l'esattezza ''l'odore che si sente quando si fa una saldatura su una moto''.”
L’articolo dell’ANSA prosegue spiegando che “lo strano mix di officina e griglia e' stato riferito dagli astronauti che hanno compiuto passeggiate spaziali, che lo hanno avvertito al momento in cui si sono tolte le tute indossate per uscire nel vuoto.”
Ora, tutti sappiamo che l’olfatto è in grado di percepire gli odori analizzando e riconoscendo le molecole volatili delle diverse “fonti odorose” presenti nell’aria. Nello spazio però di aria se ne trova pochina, e diventa quindi difficile immaginare che gli astronauti (si parla soprattutto di quelli che rientrano dalle “passeggiate spaziali”) raccattino queste molecole all’esterno della navicella, per poi portarle all’interno “attaccate” alla loro tuta.
E’ molto più probabile che l’odore descritto sia il risultato del complesso meccanismo di pressurizzazione, che viene azionato dopo il rientro dalla passeggiata stessa. (Anche l’aria condizionata – e pressurizzata – degli aerei commerciali ha un suo odore particolare, ...
C’è una strana calma nell’aria, dopo la conclusione nei dibattiti televisivi fra Barack Obama e John McCain – che sono risultati fatali per il secondo - e non lascia presagire nulla di buono.
L’imprevedibile (?) svolta economica, che nell’arco di due settimane ha portato Barack Obama ad un vantaggio ormai praticamente incolmabile, rischia di mettere in moto un disperato colpo di coda da parte di coloro che non vogliono rassegnarsi ad una presidenza del senatore nero di Chicago.
La vera “tragedia“ infatti, per i repubblicani, non è soltanto la probabile vittoria di Obama, ma il fatto che nel contempo i senatori repubblicani che andranno alla rielezione (circa una decina) hanno probabilità minime di essere rieletti. Questo significherebbe, nella migliore delle ipotesi, un parlamento a maggioranza democratica rafforzata (la maggioranza già ce l’hanno, ma ora è risicata), che sarebbe libero di fare praticamente tutto quello che vuole. Nella peggiore delle ipotesi invece i repubblicani rischiano addirittura di vedere trasformato quel “praticamente“ in un “assolutamente“.
Se infatti i democratici riuscissero a conquistare 60 seggi al Senato, ai repubblicani non resterebbe nemmeno la possibilità di praticare il cosiddetto filibuster (ostruzionismo parlamentare), ultima spiaggia per chi vuole opporsi al passaggio di una nuova legge, per cui si troverebbero in totale balia del partito avversario.
Questa ipotesi, sommata all’immagine di un “negro“ alla Casa Bianca, ...
Thierry Meyssan: «Si j’avais plié, je n’aurais pas eu à partir» (“Se mi fossi piegato, non sarei dovuto partire”) 13 ottobre 2008 - Intervista rilasciata a Beirut.
Traduzione di Pino Cabras.
La chiusura degli uffici francesi del Réseau Voltaire (“Rete Voltaire”, NdT) e l’esilio del suo presidente sollevano molti interrogativi. Alcuni commentatori vi hanno visto la fine di un avventura, altri, al contrario, nell’osservare che queste decisioni non hanno ridotto la combattività del Réseau, hanno cercato di scoprire quali fossero le motivazioni. Thierry Meyssan lo spiega qui. Meyssan descrive una Francia sottoposta al controllo dei servizi statunitensi, con un’opinione pubblica anestetizzata che non ha consapevolezza del controllo politico. Ai suoi occhi, c’era un pericolo immediato e la minaccia che lo ha costretto ad andarsene non tarderà a ricadere su altri.
Lei ha lasciato la Francia un anno fa, nel settembre 2007. Non è un espatriato qualsiasi: è famoso in tutto il mondo come l’iniziatore del movimento che contesta la versione governativa degli attentati dell’11 settembre, il leader di un movimento anti-imperialista, e in alcuni paesi si è presentato come il principale dissidente occidentale. Perché è stato costretto all’esilio?
Thierry Meyssan: Nel dicembre 2002, il Segretario della Difesa USA Donald Rumsfeld ha firmato la direttiva 3.600.1, volta a screditare o eliminare le personalità francesi che si opponevano alla guerra globale al terrorismo [1]. L’elenco includeva in primo luogo Jacques Chirac, poi dei grandi esponenti industriali, e in più vi figuravo io a causa del mio lavoro sull’11/9.
Erano tre mesi prima della invasione dell’Iraq. Era l’epoca dell’isteria antifrancese a Washington. I servizi segreti francesi sono stati informati del fatto che gli omicidi erano stati subappaltati dal Pentagono al Mossad e mi misero in guardia. I miei amici ed io abbiamo cercato di metterci in contatto con gli altri bersagli. Uno degli amministratori del Réseau Voltaire era un vecchio amico di una di queste personalità. Abbiamo preso un appuntamento con questo personaggio ai primi di marzo, ma morì pochi giorni prima dell’incontro, ...
di Marco Cedolin
Nonostante fin dagli inizi di luglio sia noto il pesante coinvolgimento della Galbani nell’ambito della truffa dei formaggi avariati, uno scandalo le cui proporzioni gigantesche sono state messe in luce dagli sviluppi delle indagini della magistratura rese note nei primi giorni di settembre, si sono dovuti attendere quasi 4 mesi ed un nuovo scandalo, portato alla luce da alcuni dipendenti del deposito Galbani di Perugia, perché la grande distribuzione ed il Ministero della Sanità si sentissero in dovere di mettere in atto una qualche tardiva reazione.
Alcuni dipendenti del deposito Galbani di Perugia, venditori ed addetti allo stoccaggio, hanno infatti presentato un esposto in procura nei confronti della Galbani, denunciando di “essere stati obbligati per anni dai capi del personale a vendere merce con data di scadenza contraffatta”.
La denuncia, documentata con tanto di fotografie e registrazioni audio, sembra essere direttamente collegata allo scandalo concernente i grossi quantitativi di formaggi avariati, ...
Leggi tutto: L'ecologia fa bene all'occupazione