Il titolo non è la classica metafora, ma la rappresentazione letterale di quanto
dichiarato di recente dalla NASA: “Lo spazio fuori dall'atmosfera terrestre avrebbe un odore che ricorda quello di una bistecca in padella e del metallo riscaldato, o per l'esattezza ''l'odore che si sente quando si fa una saldatura su una moto''.”
L’articolo dell’ANSA prosegue spiegando che “lo strano mix di officina e griglia e' stato riferito dagli astronauti che hanno compiuto passeggiate spaziali, che lo hanno avvertito al momento in cui si sono tolte le tute indossate per uscire nel vuoto.”
Ora, tutti sappiamo che l’olfatto è in grado di percepire gli odori analizzando e riconoscendo le molecole volatili delle diverse “fonti odorose” presenti nell’aria. Nello spazio però di aria se ne trova pochina, e diventa quindi difficile immaginare che gli astronauti (si parla soprattutto di quelli che rientrano dalle “passeggiate spaziali”) raccattino queste molecole all’esterno della navicella, per poi portarle all’interno “attaccate” alla loro tuta.
E’ molto più probabile che l’odore descritto sia il risultato del complesso meccanismo di pressurizzazione, che viene azionato dopo il rientro dalla passeggiata stessa. (Anche l’aria condizionata – e pressurizzata – degli aerei commerciali ha un suo odore particolare, ... ... ma a nessuno viene in mente di esserselo portato da fuori, attaccato ai vestiti).
In ogni caso, l’aspetto curioso di questa notizia non sta nel fatto che lo spazio possa avere addirittura un “odore” percepibile dalle nostre narici, ma che la NASA abbia commissionato una ditta inglese di profumi per replicare tale odore, in modo da “abituare” gli astronauti che rientrano dalle loro passeggiate.
Voglio dire, non è che devi passare il resto dei tuoi giorni ad entare ed uscire dalle navicelle spaziali, per cui, anche se per dieci secondi, una volta nella vita, ti tocca sentire puzza di bistecca (o di motorino), non puoi davvero sopportarlo?
Perchè allora non facciamo anche un profumo, chiamato ad esempio “Acier Noir”, per abituare i metalmeccanici all’odore della ferriera? Oppure un profumo, chiamato “Eau de Silice”, per abituare i minatori inglesi alle cavità sotterranee? Oppure ancora, un profumo chiamato “Eau de Toilette”, per abituare i viaggiatori dei nostri treni nazionali?
Qui è la storia che puzza di bruciato, e ha tutto il sapore di un’ennesima invenzione mediatica per tenere sveglio nel popolo bue il concetto che “ci sono le missioni spaziali”, e che bisogna quindi continuare a versare tanti bei soldini nelle tasche della NASA e dei loro associati, in modo che possano continuare a costruire i loro costosissimi giocattoli segreti.
Massimo Mazzucco