(In occasione dell'anniversario della Nakba ripubblichiamo questo articolo del 2009)
C'era una volta una bella penisola, fatta a forma di stivale, che si allungava ridente nel più bel mare del mondo, il Mediterraneo.
La penisola era popolata di pastori, agricoltori e commercianti, quasi tutti ex-beduini in via di urbanizzazione. Non particolarmente colti magari, erano certamente un popolo di gente allegra e calorosa.
Parlavano l’arabo antico, una lingua molto ostica per gli altri popoli, che si adattave invece alla perfezione per loro espressioni gutturali. Vivevano in grande armonia, scambiandosi prodotti agricoli e commerciando da una regione all'altra, in un perfetto equilibrio naturale, risultato di una tradizione millenaria.
Accadde che in posto lontano ebbe luogo una terribile guerra, alla fine della quale furono scoperti dei campi di concentramento, nei quali erano stati sterminati alcuni milioni di esseri umani (sul conto preciso c’è ancora qualche discordanza, ma erano comunque tantissimi, e la cosa non fu bella da vedere).
Questi esseri umani appartenevano ad una tribù particolare, chiamata “austriaci”, derivata dal ceppo dolomitico - quello di Abrahmberger, Isakson a Giacobinovich - e aveva avuto origine proprio nel nord della penisola italica, nella zona compresa fra il Veneto e l’attuale Germania. Questa tribù prendeva il nome dal monte di Astrion, dove il loro Dio gli si era rivelato, che si trova appunto nelle Dolomiti Orientali. Come simbolo sacro gli austriaci usavano la stella alpina, il noto fiore a sei punte che cresce solo in alta montagna. Nelle cerimonie usavano un candelabro a diciotto braccia, più una retrattile, che durante la settimana serviva per appenderci la scodellina di felpa, con la piuma infilata nel mezzo, man mano che i numerosi familiari rientravano dal lavoro.
Nel corso dei secoli però questa tribù era andata disperdendosi nel mondo, per motivi che nessuno è mai riuscito a comprendere fino in fondo.
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Questa è la puntata odierna di Bordernights Live. Abbiamo parlato di cinema (la differenza fra Kubrick e Tarkowsky), di politica italiana (governo o non governo?), di NWO e piano Kalergi, di luna (vera o finta?), di Russia e Iran, di alieni che controllano il mondo, di intelligenza artificiale, di vaccini, ecc.
Se c'è una qualità che va riconosciuta alla Francia è quella di non essersi mai piegata ossequiosamente ai voleri degli Stati Uniti. Fin dai tempi di De Gaulle, che nel 1966 ritirò il suo paese dalla NATO, il nazionalismo francese è sempre stato una nota predominante nei rapporti con gli Stati Uniti.
Ed è soltanto di ieri la dichiarazione del ministro delle finanze francese, Bruno Le Maire, che in un'intervista a Europe-1 ha detto che "l'Europa non dovrebbe accettare che gli americani siano i poliziotti economici del mondo".
Come sappiamo infatti, con la rescissione dell'accordo nucleare con l'Iran, gli USA non solo torneranno ad imporre dure sanzioni econoniche al paese degli Ayatollah, ma minacciano anche severe ripercussioni su tutte quelle società europee che non interrompessero immediatamente ogni relazione econonomica con Teheran.
"Non ci sono veti su nessuno, ma con lui non trattiamo". "Non ci opponiamo, ma non voteremo a favore". "Siamo disponibili a trattare, ma stiamo all'opposizione".
Ormai il festival dell'ossimoro ha superato ogni previsione, da parte di tutti i principali attori della battaglia politica per andare al governo. Ciascuno dei protagonisti, nell'arco di 60 giorni, è riuscito a dire tutto e il contrario di tutto. E ora che le nuvole delle parole iniziano a diradarsi, si profila all'orizzonte l'unica soluzione che sia mai stata numericamente plausibile sin dall'inizio: una alleanza Lega - 5 Stelle.
Ma chi farà il capo del governo? E a chi saranno assegnati, soprattutto, i ministeri più importanti? Potranno veramente, Salvini e Di Maio, scegliere chi vogliono loro agli Interni, agli Esteri e all'Economia? O dovranno accettare le imposizioni di Mattarella, che finirà per mettere in quei ministeri personaggi graditi all'Europa, e quindi assolutamente inutili dal punto di vista programmatico di Lega e 5 Stelle?
Gli Stati Uniti hanno rescisso unilateralmente l'accordo sul nucleare con l'Iran. La motivazione ufficiale è che: "L’Iran è il principale sponsor mondiale del terrorismo. Continua a sviluppare i suoi missili e a destabilizzare il Medio Oriente. Ora abbiamo anche la prova definitiva che la promessa di non sviluppare le armi atomiche era una bugia".
Peccato che questa "prova definitiva" stia tutta nelle mani di Netaniahu, e che nessuno al mondo abbia ancora potuto verificarla.
Inoltre, basta fare una semplice prova del nove per dimostrare che non è questo il vero motivo per la rescissione dell'accordo: se davvero gli USA temessero un armamento nucleare iraniano, metterebbero sul chivalà anche i loro alleati europei, e insisterebbero a voce alta perchè tutti uscisero dall'accordo al più presto, obbligando l'Iran a fermare immediatamente l'arricchimento dell'uranio. Invece gli Stati Uniti si sono "dimenticati" di fare pressioni sull'Europa per questo "pericolo imminente", mentre sembrano solo interessati a tornare ad imporre al più presto le durissime sanzioni economiche all'Iran, che già vigevano prima dell'accordo.
di Marco Bellini
Telecom Italia, che oggi si chiama TIM spa, era controllata dai francesi di Vivendi.
Vivendi si era anche impegnata a comprare Mediaset Premium da Mediaset.
I francesi però hanno fatto saltare l'accordo, che non era molto redditizio per loro, visto che Mediaset Premium è in costante perdita, e successivamente hanno iniziato a comprare azioni di Mediaset.
A quel punto Berlusconi e il governo italiano a guida PD alzano la voce, e individuano nella legge Gasparri l'asso nella manica per fermare i francesi.
Il controllo mediatico è importantissimo, e anche gli interessi di Silvio sono da preservare.
Ma non finisce qui. Perché Berlusconi non si limita ad arrestare la corsa di Vivendi in Mediaset, ma organizza anche la cacciata dei francesi dal comando di Telecom.
di Federico Giovannini
Ultimamente nel web e in tv un filosofo giovane e coraggioso ha fatto la parte del famoso bambino della favola puntando il dito e affermando che il re è nudo.
Effettivamente non ci voleva un filosofo per rendersi conto che oggi il partito democratico non è un partito di sinistra, che non è un partito che tutela i lavoratori, ma uno al servizio dell’economia mondialista e capitalista (turbo-capitalista come direbbe il filosofo).
Anche le persone comuni se ne sono accorte e i numeri parlano da soli. Il partito democratico perde continuamente punti e a guadagnarli sono indubbiamente i partiti così detti "populisti" (a prescindere se poi le promesse verranno più o meno disattese) come il movimento 5 stelle e la lega.
La grande massa degli sconfitti della globalizzazione (sempre per usare le parole del filosofo) si rendono conto che il PD non li rappresenta più e cercano delle alternative. Diego Fusaro ha l'indubbio merito di esporre in tv, alle grandi masse e in maniera cristallina e inoppugnabile quello che ormai è diventata questa ovvietà, una cosa sotto gli occhi di tutti, ma che pochi hanno il coraggio di dire chiaramente.
La legge Fornero prima e il Job Act dopo hanno fatto tramontare definitivamente le vestigia di quello che era il partito dei lavoratori: il partito comunista italiano.
Intervista di Fabio Belli a Stefania Limiti
E' stato il più grave disastro nella storia dell'aviazione italiana prima che avvenisse la tragedia di Linate nel 2001 (1). Non si tratta della strage di Superga appena commemorata, ne del noto episodio di Ustica, sebbene vi sia in comune il territorio siciliano come luogo della sciagura.
Venerdì 5 maggio 1972 il volo Alitalia AZ112, partito da Roma-Fiumicino con destinazione Palermo-Punta Raisi, si schiantò in fase di atterraggio contro la Montagna Longa nel territorio fra Cinisi e Carini: tutte le 115 persone a bordo (108 passeggeri e 7 membri dell'equipaggio) persero la vita.
Il velivolo DC-8-43, decollato con mezz'ora di ritardo in una notte calda e senza vento, comunicò per l'ultima volta con la torre di controllo tramite il pilota comandante Bartoli che annunciò l'imminente manovra di avvicinamento alla pista 25 dell'aeroporto palermitano; pochi minuti dopo avvenne il fatale impatto (2). Nel luogo del disastro è presente tutt'ora una croce in ricordo delle vittime.
La giornalista e scrittrice Stefania Limiti, che aveva menzionato la tragedia nel suo libro "Doppio Livello" (3), ha accettato di rispondere ad alcune domande a 46 anni esatti dall'incidente, fornendo un contributo illuminante sull'intera vicenda.
In un modo o nell'altro, tutto ciò che accade in Medio Oriente ruota sempre attorno ad Israele. E gli eventi più recenti sembrano essere concatenati da una sequenza tutt'altro che causale.
Quattro giorni fa Israele ha bombardato impunemente delle postazioni militari in Siria, prendendosi una libertà che a nessun'altra nazione sarebbe concessa, in nessuna parte del mondo. Poi con un timing davvero magistrale, la notizia è stata coperta dalla - ben più rumorosa - sceneggiata di Netaniahu, che con una presentazione Power Point da terza elementare ha dichiarato al mondo di "avere le prove che l'Iran ha tradito gli accordi sullo sviluppo del nucleare".
Non solo nessuno gli ha chiesto di vedere queste prove, ma addirittura la Casa Bianca si è fidata ciecamente di quello che ha detto Netaniahu, dichiarando: "L'Iran ci ha mentito, hanno agito in modo disonesto".
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