di Giorgio Cattaneo
Gli Stati Uniti sono l’impero più sanguinario, il maggior “terrorista” del mondo: dal dopoguerra hanno ucciso 55 milioni di persone. Lo afferma Gianluca Ferrara, saggista e blogger del “Fatto Quotidiano”. Su “ByoBlu”, il video-blog di Claudio Messora, offre una spietata cronologia della strage. A cominciare dal 6 agosto 1945: Hiroshima, 200.000 civili sterminati. «Oggi gli Usa possiedono 7.000 ordigni atomici, 2.000 già dispiegati: ognuno di questi ha un potenziale esplosivo fino a tremila volte superiore a quello di Hiroshima». Come l’Impero Romano e quello napoleonico, gli Usa sono trainati da un’economia di guerra: «Per sopravvivere, hanno bisogno di trovare costantemente un nuovo nemico da combattere». Solo nel 2015 hanno investiti 1.800 miliardi di dollari in armamenti, al servizio di una politica estera «stabilita da un élite» che ci narcotizza, utilizzando i media mainstream. Di fatto, gli Usa «sono l’impero terrorista più brutale della storia: dal 1945 ad oggi, la politica estera dell’Occidente ha determinato l’uccisione di 55 milioni di esseri umani. E nel 1990 l’obiettivo degli Stati Uniti è diventato la conquista del Medio Oriente».
La prima Guerra del Golfo ebbe inizio grazie ad un inganno: Saddam venne portato a credere che l’occupazione del Kuwait, che era stato un protettorato inglese ma che era rivendicato dall’Iraq fin dal 1961 come appartenente al suo territorio, sarebbe Iraqavvenuta senza l’interessamento degli Usa. «Fu una trappola tesa da April Gaspie, ambasciatrice Usa a Baghdad dell’epoca, che fece intendere che gli Usa non avrebbero interferito». Poi, l’11 settembre 2001, «l’abbattimento delle Torri Gemelle fornì il pretesto per terminare il lavoro». Dei 19 presunti attentatori nessuno era iracheno e nessuno era afghano: ben 15 di loro erano sauditi. Ma ad essere colpita non fu l’Arabia Saudita, bensì l’Afghanistan. «La sfortuna degli afghani – dice Ferrara – fu che in quel territorio doveva transitare un oleodotto, che i Talebani non volevano». Una condotta lunga 1.680 chilometri per portare il gas turkmeno di Dauletabad fino in Pakistan attraverso l’Afghanistan occidentale, cioè le province di Herat e Kandahar.
In questa intervista Luca Teodori, segretario del Movimento 3V, racconta cosa gli è successo durante una tribuna politica della RAI. Teodori racconta anche il tradimento della Lega sulla questione vaccini in Emilia-Romagna. Dall'intervista scopriamo come il Movimento 3V non sia solo un movimento contro l'obbligo vaccinale, ma abbia uno spettro di proposte molto più ampio. Pubblicato su contro.tv il 15 gen. 2020.
È vero, stiamo rovinando l’ambiente. È vero, stiamo depredando il pianeta delle sue risorse naturali. È vero, stiamo avvelenando l’aria, l’acqua e i cibi che mangiamo.
Ma problemi del genere, che sono di portata globale, richiedono soluzioni complesse e ragionate, e non ci si può certo accontentare di gesti simbolici che servono solo ad acquietare momentaneamente la nostra coscienza, ma non possono minimamente intaccare i problemi che abbiamo di fronte.
Sembra invece che ultimamente si sia scatenato una gara a chi riesce a inventare la soluzione più stupida per far vedere che lui ha capito come si fa a risolvere il problema ambientale.
La capofila di queste stupidità è proprio Greta Thunberg, che ha deciso di non viaggiare più in aereo “perché gli aerei inquinano”. Ma pensare oggi di abolire i voli aerei è assolutamente ridicolo, come è ridicolo pensare di poter modificare in modo sostanziale il modo in cui funzionano i loro motori. Talmente ridicolo, fra l’altro è stato il gesto di Greta, che poi per riportare indietro la barca a vela che l’aveva trasportata fino a New York hanno dovuto andarci - in aereo naturalmente - quattro marinai. Per cui, per un biglietto aereo risparmiato da lei, ne sono stati acquistati quattro per l’equipaggio di ritorno.
Dopo la puntata introduttiva sul darwinismo, nessuno si è purtroppo presentato per difendere la tesi evoluzionista. Bellucci ha comunque risposto alle domande degli utenti.
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Avete presente quando Trump dice: “per limitare i danni di fucili e pistole, ci vorrebbero più fucili e più pistole”?
È un ragionamento che si sente fare spesso, in America, da parte di quelli che difendono la lobby delle armi. Dopo ogni strage in una scuola, in un cinema o in un centro commerciale, mentre buona parte della popolazione protesta per l’eccessiva facilità con cui è possibile procurarsi delle armi, c’è sempre qualcuno pro-NRA che salta fuori a dire “se il personale della scuola fosse stato armato, questa strage non sarebbe successa”.
È un ragionamento imbecille, lo sappiamo tutti, ed è chiaramente una forzatura creata per proteggere a tutti i costi una delle più potenti industrie del mercato americano.
Proviamo ora a spostare il ragionamento nel campo dei vaccini. Se per caso saltasse fuori che una certa vaccinazione produce più infezioni dello stesso virus selvaggio, che cosa bisognerebbe fare? Sospendere le vaccinazioni, oppure aumentarle? Naturalmente, una persona sensata direbbe “sospenderle”.
di Giorgio Cattaneo
Menzogne, sangue e colpevoli silenzi. E’ l’habitat nel quale prospera il verminaio terrorista alimentato sottobanco da un impero occidentale che non ha saputo svilupparsi, storicamente, se non a spese di paesi terzi. E’ la tesi di giornalisti eretici come Paolo Barnard, corroborata da illustri colleghi come Seymour Hersh, Premio Pulitzer statunitense, spietato con i nostri media: se la stampa non avesse smesso di fare il proprio mestiere, sostiene, qualche politico – non codardo – avrebbe avuto modo di denunciare i crimini del potere mercuriale, costringendo l’establishment del terzo millennio a fare meno guerre e provocare meno massacri di vittime innocenti. Che poi la verità si annacqui negli opposti estremismi opportunistici e nel sostegno al terrorismo, fatale conseguenza di abusi criminali, non è che un aspetto della mattanza in corso, a rate, inaugurata dall’opaco maxi-attentato dell’11 Settembre a New York, di cui tuttora si tace la vera paternità presunta. Ma se si varca il Rubicone e si compie una violazione che non ha precedenti nella storia, un attentato terroristico condotto con mezzi militari e apertamente rivendicato, allora si passa il segno.
Fa impressione sentirlo dire in televisione dal filosofo Massimo Cacciari, solitamente prudente, ospite di Bianca Berlinguer il 7 gennaio 2020 insieme all’altrettanto compassato Paolo Mieli, parimenti preoccupato dall’inaudito omicidio del generale iraniano Qasem Soleimani, assassinato senza preavviso in un paese neutrale e teoricamente sovrano, l’Iraq devastato dalle guerre americane. A spaventare Cacciari è innanzitutto la morte clinica della politica: senza nemmeno citare l’increscioso Salvini che tifa per i missili omicidi, auto-espellendosi dal club delle personalità pubbliche abilitate a occuparsi di noi, ciò che sconcerta è il vuoto pneumatico, culturale prima ancora che politico, che contraddistingue le cancellerie europee di fronte al pericolosissimo valzer di sangue innescato dal proditorio assassinio di Soleimani, eroe nazionale dell’Iran, le cui esequie in mondovisione hanno esibito nelle piazze il dolore di milioni di persone. Si ha un bel dire che il regime di Teheran non è certo un esempio di libertà e democrazia: la discussione si potrebbe svolgere alla pari quando l’Iran bombardasse l’Europa o l’America, ammazzando leader occidentali.
di Maria De Biase
Una storia d’impegno, di amore e di bellezza.
C’era una area fortemente avvelenata a San Giuseppiello, Giugliano in Campania, terra dei fuochi. Poi c’era un progetto di bonifica, come tanti altri, tanti milioni di euro, denaro pubblico. Ne sarebbe risultato un lavoro enorme, di asportazione di terra e veleno per portarlo chissà dove, con costi enormi.
Bruttura su bruttura, devastazione su devastazione, distruzione su distruzione che avrebbe arricchito solo la camorra. Sappiamo che è così che funziona, la camorra inquina, la camorra si occupa delle bonifiche.
Invece è successo che il commissario alle bonifiche ed un gruppo di studiosi della facoltà di agraria dell’università di Napoli, coordinato dal prof. Massimo Fagnano hanno realizzato un progetto differente, improntato all’attenzione ed alla cura della terra.
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E’ probabile che la data del 2 gennaio 2020 sia destinata a passare alla storia come la data in cui gli Stati Uniti diedero inizio ad una folle escalation in Medio Oriente, che porterà prima o poi ad una guerra con l’Iran. E se comunque questo non accadrà, sarà solo perchè l’Iran avrà saputo resistere alla tentazione di cadere nel tranello.
Non è infatti concepibile ammazzare un generale iraniano, braccio destro di Khamenei e seconda persona più importante in Iran, con la semplice scusa che "stava mettendo a punto attacchi contro diplomatici americani e personale in servizio in Iraq e nell'area", senza aspettarsi una ritorsione altrettanto grave e irreparabile.
Provate a capovolgere la situazione, ed immaginate che un drone iraniano uccida il direttore della CIA a Baghdad, con la semplice scusa che “stava organizzando un attacco contro diplomatici iraniani”. Si scatenerebbe il finimondo, sarebbe guerra immediata.
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