Ora che l'infame capitolo sul decreto Lorenzin si è concluso, possiamo trarre alcune riflessioni.
La prima è la seguente: la vera "notizia" di oggi non è tanto che il decreto sia stato finalmente convertito in legge, quanto piuttosto il fatto che alcuni parlamentari del PD siano "stati aggrediti dagli attivisti No-vax'".
Ovviamente, per chi abbia visto il video dell'episodio, non si è trattato affatto di un'aggressione vera e propria, come vorrebbero descriverla i nostri giornalisti. Ma naturalmente questa "succulenta notizia" riesce a prevalere su quella più importante - l'approvazione definitiva della legge - e questo la dice lunga su come siano schierati i pennivendoli del mainstream.
La seconda riflessione è a più ampio respiro, e riguarda l'intera battaglia sui vaccini, che molti di noi hanno combattuto fin dall'inizio. Furono infatti i David Gramiccioli, i Marcello Pamio, i Massimo Mazzucco, e moltissimi altri insieme a noi, a denunciare la pericolosità dei vaccini fin dall'inizio dell'era di Internet.
E quello che sta succedendo oggi, in realtà non è che la conseguenza di questa battaglia iniziata 15 anni fa.
di Maurizio Blondet
“All’Italia conviene tornare alla lira”. Lo sostiene il tedesco Marc Friedrich, consulente finanziario di fama, in una intervista a Sputnik Deutschland. Non solo l’Italia, affondata da un tasso record di debito e disoccupazione, ma “tutti i paesi del Sud Europa starebbero meglio con una moneta sovrana invece che con l’euro. Questi ‘paesi, con i limiti imposti dalla Banca Centrale, non vedranno mai quell’inizio di crescita che permetterebbe loro di rimettersi”.
Marc Friedrich è co-autore di un saggio «Der groesste Raubzug der Geschichte», che è stato un best seller nel 2012. “Già allora dimostravamo che l’euro non funziona. Adesso vedo che per la prima volta, in Italia il concetto di Italexit non è più tabù”.
Cita “Alberto Bagnai dell’università di Pescara”. Ha ragione Bagnai. “In marzo, sostenendo che l’euro collasserà comunque qualunque sia il capitale politico investito in esso, questo professore di economia ha sottolineato la necessità di una uscita “controllata” dalla moneta unica, padroneggiando l’inevitabile:
“La causa più probabile – ha scritto Bagnai – sarà il collasso del sistema bancario italiano, che trascinerà con sé il sistema tedesco. E’ nell’interesse di ogni potere politico, certo dei dirigenti europei declinanti, e probabilmente anche degli USA, gestire questo evento invece di attenderlo passivamente”.
di Federico Giovannini
Quante volte abbiamo sentito dire questa frase in tv riguardo ai vaccini, oppure da qualcuno che lo ripeteva come un mantra? Ma cosa significa esattamente? Vorrebbe per caso dire che un fatto provato rimane tale anche se non è accettato dal popolo? Detta così potrebbe sembrare ragionevole.
Ovviamente tutto ruota intorno al concetto di scienza e cosa esattamente voglia dire.
Citando un celebre filosofo diciamo cosa non è la scienza: ”La scienza non è un insieme di asserzioni certe, o stabilite una volta per tutte, e non è neppure un sistema che avanzi costantemente verso uno stato definitivo. La nostra scienza non è conoscenza: non può mai pretendere di aver raggiunto la verità, e neppure un sostituto della verità come la probabilità” (Karl Popper, Logica della scoperta scientifica).
Dovrebbe essere scontato ma bisogna qui ricordare che “la scienza” è un concetto astratto, non esiste se non nella mente degli uomini.
Quello che preoccupa nell'attuale situazione di siccità non è tanto il momento di emergenza, quanto il fatto che il ministro dell'ambiente abbia dichiarato che da quest'anno in poi una situazione del genere si ripresenterà puntualmente ogni anno.
"I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti - ha detto Galletti - Se giorni di caldo e siccità come questi una volta si verificavano ogni quindici anni, da adesso in poi si manifesteranno ogni estate."
Siamo quindi di fronte ad un cambiamento climatico costante ed apparentemente irreversibile, almeno nel periodo medio-breve, che dovrebbe andare ad affliggerci in maniera sistematica per i prossimi anni.
Quella dell'imperialismo è una brutta malattia. Una volta che ne vieni contagiato, diventa difficile liberarsi dal morbo.
In questo senso vanno le dichiarazioni di Al-Maliki, l'attuale presidente dell'Iraq, il quale accusa gli Stati Uniti di volersi prendere il merito per la sconfitta dell'ISIS a Mosul, "mentre sono stati loro che hanno contribuito a creare questa organizzazione".
In una serie di dichiarazioni senza peli sulla lingua, riportate da RT, Al-Maliki ha detto che "la riconquista di Mosul è stata un successo del popolo iracheno, mentre ora gli Stati Uniti cercano di impadronirsene sostenendo di essere stati loro a guidare quella guerra".
"Certamente - ha aggiunto Al-Maliki - loro ci hanno aiutato con l'aviazione, ma il merito maggiore va ai soldati iracheni e alla milizia popolare. E questa vittoria ci è costata molto cara, con circa 20.000 soldati e poliziotti iracheni che sono morti o sono rimasti feriti nei combattimenti".
La Stampa di oggi titola: "Marconi, l’uomo che diede voce all’aria - Moriva ottant’anni fa a Roma l’inventore della radio" . Idem sull'ANSA: "Guglielmo Marconi, 80 anni fa moriva il “papà” della radio." Repubblica scrive: "Guglielmo Marconi è stato il fisico italiano più celebre nella prima metà del XX secolo: a lui, infatti, si deve l'invenzione della telegrafia senza fili attraverso le onde radio che gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1909."
Peccato che ad inventare la radio non sia stato lui, ma Nikola Tesla. (Idem per l'idea originale del radar, che non fu di Marconi ma di Huelsmeyer).
Apriamo questo spazio per aggiornare sulla situazione vaccini, in continua evoluzione. (Se qualcuno avesse il link della diretta dal senato postatelo nei commenti perfavore).
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti.
di Luca Galassi
Non sono un giornalista, né un critico musicale, tanto meno uno scrittore. Però ho voluto prendere questa opportunità per dare la possibilità a tutti quelli che non lo conoscono, di scoprire un importante jazzista afro-americano che ha letteralmente rivoluzionato il jazz.
Sto parlando di John Coltrane. Oggi sono 50 anni esatti che ci ha lasciato. Mezzo secolo senza uno dei tre più grandi innovatori della musica mondiale di tutti i tempi. Gli altri 2 sono Charlie Parker e Miles Davis.
Non a caso ogni uomo un’epoca ed uno strumento diverso, quindi uno stile diverso, un modo di sentire e di riversare la vita nel proprio strumento in maniera unica ed inimitabile, anche se poi molti di quelli che sono venuti dopo si sono ispirati al loro stile.
Non voglio annoiare con la sua biografia, dove è nato, dove è cresciuto, con chi ha suonato ecc.. per queste cose basta andare in rete e sfogliare le migliaia di pagine che ci sono. Mi piace però ricordare in questo giorno alcuni dei numerosi dischi da lui registrati che presi cronologicamente, danno il senso del percorso intrapreso da questo artista, che dal grande calderone dell’hard bop negro della meta dei ’50 seppe arrivare alle vette più alte dell’improvvisazione free, quasi a volte basata su un solo accordo o neanche quello.
Al recente Forum Economico di S. Pietroburgo Megyn Kelly - la nuova star della NBC americana, portata via a suon di milioni dalla FOX - è stata mandata ad intervistare Putin, con il preciso compito di "fargli fare una brutta figura" davanti alle telecamere. Ecco il risultato. [Sintesi]
TESTO DEL VIDEO: All'inizio dell'intervista, Megyn Kelly è partita con il ritornello accusatorio contro la Russia, per aver interferito nelle elezioni americane.
MK: Tutte le 17 agenzie di intelligence americane hanno concluso che la Russia ha interferito nelle nostre elezioni. Secondo lei si sbagliano tutte?
VP: Ma lei li ha letti questi rapporti?
E' inutile nasconderselo: in questi giorni stiamo provando tutti una forte frustrazione, dovuta alla questione dei vaccini.
E il fatto che il decreto-legge stia per passare grazie ad una mozione di fiducia - senza quindi nemmeno una parvenza di discussione in aula - non fa che aumentare le sensazione di ingiustizia che ci opprime tutti.
Va benissimo andare a Pesaro, stringersi in un abbraccio e contarsi fra di noi. Ma che ci fossero 5.000 oppure 30.000 persone non fa molta differenza, nel momento in cui i media decidono compatti di non dare nessun risalto particolare a questo evento.
Ed è proprio questo che fa scattare la frustrazione: l'impossibilità di far sentire la propria voce.
Leggi tutto: Vaccini: si chiude un capitolo. Quale sarà il prossimo?