di Marco Cedolin
Leggendo i giornali dell'ultima settimana si percepisce per molti versi la sensazione di essere ritornati indietro di almeno un paio d'anni, al periodo del "bunga bunga", quando in un'Italia che stava inesorabilmente sprofondando nel baratro, tutti i media fingevano d'ignorare quanto stesse accadendo, preferendo concentrare la propria attenzione sulle storielle di escort, sui festini presidenziali, sulle avvenenti fanciulle in abiti discinti e sulle improbaili performance sessuali di un anziano megalomane, trasformatosi per l'occasione nel novello Rocco Siffredi.
Oppure ancora un poco più indietro, quando due intraprendenti giornalisti come Rizzo e Stella svelavano i "segreti" della casta, in un libro sponsorizzato dal maggior quotidiano italiano e coccolato dalla casta stessa, dando di fatto il via alla "stagione dell'antipolitica" che si sarebbe rivelata prodromica all'avvento di un governo tecnico, in grado di restituire al paese la perduta serietà.
Oggi è il turno della Lega Nord, con il Bossi, il Trota, i "ladroni" a casa nostra....
L'altra sera con alcuni amici abbiamo provato a fare un gioco curioso: "Supponiamo che dall'oggi al domani scomparissero tutti i soldi che ci sono sulla terra" ha detto qualcuno. "Ci svegliamo un mattino e i soldi semplicemente non esistono più. Non esistono più i conti in banca, non esistono più i bigliettoni che avevi nel portafoglio o sotto il materasso, non esiste più un solo dollaro, un solo euro o una sola rupia nemmeno nei più remoti angoli del mondo. A quel punto che cosa succederebbe, nella società di oggi?"
Per quanto si tratti di una ipotesi assolutamente irrealistica, prima di provare a rispondere ci siamo imposti una regola precisa: non saltiamo direttamente a conclusioni generiche come "si torna al baratto", oppure "esplode la violenza incontrollabile nella società". Cerchiamo di immaginare tutti i passaggi successivi, uno dopo l'altro, in modo realistico, partendo dal momento stesso in cui tutti vengono a sapere che i soldi non esistono più.
Diciamo che al mattino di un certo lunedì tutte le televisioni, tutte le radio, tutti i giornali e tutte le testate di Internet diano contemporaneamente la notizia che "da questo momento i soldi sulla terra non esistono più."
Della nostra chiacchierata sono usciti queste previsioni: per prima cosa, la gente si spingerebbe verso le banche, ...
Mentre negli Stati Uniti c'è ancora molta gente che vorrebbe vedere la Russia dipinta come il nemico numero uno dell'Occidente, nell'incontro bilaterale di Seul, avvenuto ieri fra Barack Obama e il presidente russo Medvedev, si è avuto un assaggio di quale sia il reale "livello di tensione" attuale fra le due superpotenze.
Come sappiamo, da tempo Putin spinge perché venga abbandonato il piano di installazione missilistica della Nato, che vedrebbe la Russia letteralmente circondata da postazioni balistiche occidentali.
Gli Stati Uniti fino ad oggi hanno fatto orecchie da mercante, probabilmente sotto pressione dei generali, ed Obama non ha mai preso una netta posizione al riguardo. Ma ieri, approfittando di un breve momento in compagnia di Medvedev, prima che iniziasse l'incontro ufficiale, ha voluto mandare a Putin un messaggio tranquillizzante. Peccato che un microfono aperto abbia colto lo scambio dal vivo:
Naturalmente, i repubblicani ne hanno subito approfittato per pigiare sul tasto del terrore, ...
di Stefano Serafini
Leggo l’articolo di Giulietto Chiesa intitolato “Il ricattatore”,[1] nel quale il presidente di Alternativa denuncia la raggelante ipocrisia di Mario Monti, quando parla di manovre “giuste e solidali”. Chiesa ha ragione, l’esecutivo sta predisponendo lo sfacelo sociale dell’Italia.
Il quadro che egli tratteggia tuttavia manca secondo me di un elemento fondamentale, senza il quale è impossibile anche solo tentare di realizzare l’augurio con il quale chiude l’articolo, cioè quello di far cadere questo governo non eletto prima che sia troppo tardi. Esso cioè non si domanda quale sia il vero compito di Monti.
Innanzitutto constato con piacere che, nonostante la teatralità molto ben scelta del ministro Fornero, babau dei lavoratori italiani, Chiesa si tiene moderatamente a distanza dal dibattito che infuria sui media a proposito dell’articolo 18. Ovviamente la modifica della legislazione del lavoro è fonte di preoccupazione, ma stiamo ai fatti. Cosa conta l’articolo 18 nel contesto attuale di distruzioni finanziarie di intere nazioni, a partire dalla nostra? Più o meno quanto la caccia agli evasori, cioè pochissimo.
Chiediamolo a un sindacalista vero, di quelli lontani dalle telecamere, o a un piccolo industriale, ...
di Marco Cedolin e Fabio Polese
Ieri un uomo si è dato fuoco nel parcheggio della Commissione tributaria, in via Paolo Nanni Costa, nella periferia ovest di Bologna. Era in debito con il fisco e voleva farla finita. A Giuseppe C., muratore di cinquantotto anni, erano stati contestati tributi non pagati e i suoi ricorsi alla commissione erano stati respinti, l’ultimo proprio di recente. L’uomo ha tentato di uccidersi incendiando la sua auto verso le otto di mattina.
C’è restato finché ha resistito e poi è corso fuori; sembrava una torcia umana. Diversi sono stati i biglietti scritti a mano (trovati dai vigili del fuoco all’interno della sua macchina) per spiegare il suo gesto. “Ho sempre pagato le tasse, poco ma sempre. Quello che ho fatto l’ho fatto in buona fede. Lasciate in pace mia moglie, lei è una brava donna. Vi chiedo perdono anche a voi” ha scritto riferendosi alla Commissione tributaria. A Roma, un altro caso: un uomo di quarantanove anni si è gettato dal balcone della sua abitazione perché disoccupato.
Questi tragici episodi sono in aumento e sono un sintomo evidente di come la crisi economica colpisce pesantemente la maggior parte delle famiglie e soprattutto le classi sociali più povere.
Secondo le stime riportate dal Servizio Prevenzione del Suicidio dell’ospedale romano Sant’Andrea, ...
Perché i giornalisti italiani possono permettere di raccontare quello che vogliono, nei loro articoli, senza essere tenuti ad indicare (nè verificare, a quel che sembra) le fonti da cui hanno preso le loro informazioni?
Perché Massimo Mazzucco, Paolo Attivissimo, Marco Cedolin, e tutti quelli che scrivono in rete sono tenuti ad un rigorosissimo lavoro di verifica su ogni affermazione che fanno, e debbono rischiare ogni volta di venire travolti da un tornado per errori magari anche marginali, mentre lorsignori dei grandi quotidiani possono scrivere articoli interi basati su informazioni errate senza doverne rendere conto a nessuno?
Attenzione, qui non stiamo parlando di eventi importanti, come l'11 settembre, il TAV o i tamburi di guerra mediorientali: in quei casi subentra il filtro politico (altri la chiamano “linea editoriale”), e si gioca una partita completamente diversa. Qui invece stiamo parlando di “piccole” notizie, relativamente semplici, che di solito nascono e muoiono con la lettura stessa dell'articolo, ma che lasciano nel lettore una errata impressione a lungo termine sull'argomento trattato.
Eccone un classico esempio, tratto da Repubblica.it di ieri. L'articolo si intitola ”Le cinquanta parole vietate ai minori nelle scuole Usa del politically correct”, e porta come sottotitolo: ”Decine di vocaboli proibiti nei test scolastici dal dipartimento dell'Istruzione dello Stato di New York per non 'offendere' determinati settori della società.” Ne riportiamo alcuni passaggi: “Vietata la parola "dinosauro", che pure ai bambini piaceva tanto dai tempi dei cartoon degli Antenati. Il vecchio "Dino" rimanda all'idea di evoluzione, parlare di evoluzione fa infuriare i creazionisti e quindi non si può [...] Vietata anche la parola "dancing": ...
Joseph Ratzinger è in America centrale, per una visita al Messico e a Cuba, seguito dalla lunga ombra della pedofilia che sembra non volerlo abbandonare più.
Dopo lunghi e faticosi tentativi per distanziarsi in qualche modo dall'ondata nera della pedofilia che ha travolto la Chiesa negli ultimi anni, Joseph Ratzinger ha mancato forse l'ultima grande occasione per dimostrare al mondo di non essere stato lui stesso complice di uno dei capitoli più vergognosi dell'intera storia del cattolicesimo.
L'occasione era rappresentata dalla figura del noto prelato messicano Marcial Maciel, il fondatore dei Legionari di Cristo, che condusse per interi decenni una doppia vita con il tacito consenso del Vaticano. Rispettato e riverito come uno dei personaggi più potenti e carismatici nel mondo cattolico, Maciel manteneva una relazione fissa con donne diverse, aveva disseminato figli dappertutto, ed è accusato di aver abusato sessualmente di almeno due di loro. Tutto questo va accompagnato a dozzine di accuse di pedofilia “generica”, attività alla quale Maciel sembra essersi dedicato per buona parte della sua vita, senza venire mai né denunciato né ovviamente punito per quei crimini.
Alla testa di uno degli ordini più potenti della Chiesa cattolica, Maciel si è sempre potuto permettere di coprire d'oro giudici, politici e cardinali …
Quello che segue è il sesto capitolo del noto libro di Edward G. Griffin “The Creature from Jekyll Island” (1995), nel quale l'autore ha raccontato la vera storia della nascita della Federal Reserve. Il capitolo si intitola
“La costruzione del Nuovo Ordine Mondiale”
Torniamo ora a quel gioco chiamato “salvataggio”. Tutto ciò che abbiamo spiegato nel capitolo precedente era semplice informazione per comprendere come questo gioco venga applicato a livello internazionale. Queste sono le regole:
1 - Le banche commerciali delle nazioni industrializzate, supportate dalle rispettive banche centrali, creano moneta dal nulla e la prestano ai governi delle nazioni sottosviluppate. Sanno che si tratta di prestiti a rischio, e quindi applicano un tasso di interesse sufficientemente alto da compensare quel rischio. È più di quanto si aspettano di ricevere a lungo termine.
2 - Quando le nazioni sottosviluppate non sono più in grado di pagare gli interessi sui loro prestiti entrano in campo il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, sia come giocatori che come arbitri. Usando altra moneta creata dal nulla dalle banche centrali delle nazioni-membro, ...
Intervento di Massimo Mazzucco a Radio Ies del 22 marzo 2012.
Commenti e domande del pubblico sui fatti di Tolosa, sulla storia di Al-Queda e sulla questione palestinese (sintesi - 26 minuti).
Leggi tutto: Il collasso economico globale, spiegato