Il lavoro e’ una guerra che uccide di Marco Cedolin
I bianchi fantasmi- di Patrizia Prinzi
Il lavoro e’ una guerra che uccide
di Marco Cedolin
La tragedia dell’acciaieria Thyssenkrupp di Torino, dove quattro lavoratori si sono trasformati in torce umane ed hanno perso la vita, mentre altri tre operai coinvolti nel rogo giacciono in ospedale con gravissime ustioni sulla quasi totalità del proprio corpo, ha fatto si che il carrozzone politico e quello mediatico siano tornati ad occuparsi delle morti sul lavoro.
I soloni della politica e quelli dell’informazione hanno in realtà da sempre un approccio molto singolare con l’argomento. I primi non perdono occasione per ribadire che in materia di sicurezza sul lavoro esistono ottime leggi, che purtroppo non vengono rispettate, come se il compito di garantire il rispetto di quelle leggi fosse deputato non a loro, bensì agli uomini politici tedeschi, inglesi o non si capisce bene di quale paese straniero. I secondi denunciano la scarsa sicurezza presente sui luoghi di lavoro e si producono in articoli/servizi di stampo pietistico, quanto mai efficaci nel rimpinguare la tiratura dei giornali o lo share delle trasmissioni TV, ma assolutamente inadeguati per chiunque volesse prendere coscienza dei reali termini del problema.
Dopo la tragedia di Torino perfino il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, interpretando come meglio non avrebbe potuto il proprio ruolo istituzionale, ha deciso di “sacrificare” un minuto del proprio tempo ...
Quando chiamai per confermare l’appuntamento, bin Laden mi disse che aveva bisogno ancora di un pò di tempo, per approfondire meglio alcuni temi che gli avevo segnalato.
Non era pratico di Internet, del quale fino a ieri non conosceva nemmeno l’esistenza, e ci aveva messo un paio d’ore solo per capire che non puoi cliccare sullo schermo dove ti pare, per andare dove vuoi tu, ma devi aspettare che il cursore “diventi una manina”, per aprire un nuovo link. Lui invece era talmente eccitato dalla novità che cliccava su tutte le parole che lo interessavano, senza aspettare niente. Vedeva “famiglia saudita”, e ci cliccava sopra. Vedeva “nanotecnologie”, e ci cliccava sopra. Vedeva “Musharraf”, e ci cliccava sopra. E si incavolava pure, se non partiva un link. Ha spaccato un paio di mouse, prima di rassegnarsi a cercare i link fra le altre normali parole.
Inizialmente, gli avevo mostrato come arrivare a leggere i normali quotidiani on-line - il New York Times, El Paìs, il London Times, Le Monde.... Non volevo traumatizzarlo, dopo il lungo letargo trascorso nel suo ritiro spirituale, e solo quando fui certo che avesse capito a fondo i meccanismi e la portata di Internet, gli diedi una lista di siti sull’undici settembre, ...
Non è facile riuscire a capire che cosa succede, ma certamente qualcosa di importante sta muovendosi sotto il cielo di Washington.
L’altro ieri c’è stato lo sgambetto letale della CIA alle aspirazioni bellicose dei neoconservatori verso l’Iran. Oggi un gruppo di senatori repubblicani ha accennato alla possibilità di una commissione di inchiesta che indaghi sulla scomparsa ingiustificata di alcuni miliardi di dollari che il Pentagono avrebbe nuovamente perso di vista, fra le sabbie del Medio Oriente: la cosa interessante è che, essendo in questo momento i democratici in maggioranza sia al Senato che alla Camera, avrebbero automaticamente diritto all’undicesimo voto della commissione (quello della presidenza), e quindi l’esito di tale inchiesta sarebbe già scontato: condanna senza giustificazioni per Rumsfeld e compari.
Altre voci hanno cominciato a domandarsi se per caso Bush e Cheney abbiano mentito consapevolmente, nell’affermare che l’Iran avesse un programma nucleare attivo: se in effetti le informazioni della CIA non erano in quel senso, dove avrebbero preso i due mezzi presidenti quelle che gli permetterebbero ora di sostenere di non avere mentito?
Sono solo leggere folate, per ora, che si riescono a decifrare valutando il genere di notizie alle quali i mainstream media scelgono quotidianamente di dare risalto. Solo un anno fa, ad esempio, ci furono ben 16 tentativi da parte dei democratici di aprire una inchiesta sui miliardi di dollari ...
Fra CIA e Casa Bianca deve essere giunto il momento della resa dei conti.
Già dall’anno scorso la Casa Bianca (leggi Dick Cheney) ha cercato di scaricare tutte le colpe della figuraccia sulle “armi di distruzioni di massa“ irachene – che sono risultate inesistenti – sulla CIA, che le avrebbe passato documenti di intelligence “con informazioni errate”. Come tutti sanno invece fu proprio Dick Cheney a installarsi fisicamente a Langley, nel periodo precedente l’invasione, pretendendo quotidianamente dalla CIA documenti che in qualunque modo provassero l’esistenza di tali armi. Mentre il capo degli ispettori ONU, Hans Blix, aveva più volte dichiarato che Saddam non ne avesse alcuna.
Nonostante questo George Tenet, direttore della CIA ai tempi dell’invasione, alla fine ha dovuto prendersi le colpe e dare le dimissioni.
Ma alla CIA non piace vedere la propria reputazione infangata da nessuno - specialmente in una rara occasione come questa, dove non ci sono motivi per farlo - e da allora molti agenti di massimo livello hanno fatto il loro “outing”, dando prima le dimissioni (come impiegati federali sono tenuti al silenzio sotto giuramento) e rilasciando poi accuse di vario tipo ...
di Marco Cedolin
Nel leggere il testo della finanziaria 2008 di recente approvazione, molte persone si erano accorte della novità inusitata in virtù della quale mancavano gli ormai canonici finanziamenti statali (ecologicamente camuffati) all’industria automobilistica. Il Presidente di Legambiente Roberto Della Seta, qualche giorno fa, si era spinto fino a lodare il Ministro Pecoraro Scanio per avere deciso di non concedere nuovi incentivi statali per la rottamazione delle auto.
In realtà si trattava solo di un’illusione, i finanziamenti pubblici all’industria automobilistica ci saranno anche nel 2008, riguarderanno le auto Euro 0, Euro 1 ed Euro 2 e troveranno spazio all’interno di un emendamento in corso di preparazione, così come ha assicurato il sottosegretario all’Economia Alfiero Grandi, anche se in merito non esiste ancora un accordo definito.
Per tentare di dare una patente ecologica al sussidio statale, diventato ormai parte integrante delle campagne pubblicitarie di quasi tutte le case automobilistiche, saranno probabilmente stabiliti dei limiti in termini di cilindrata per quanto riguarda l’auto nuova e costituite delle norme che favoriscano le auto ibride ed elettriche, ma le grandi industrie che operano in campo automobilistico ...
Lo sapevate che luogocomune non è affatto un sito di libera informazione, ma un centro operativo del potere, dal quale si mettono in atto sottili psy-ops (Operazioni Psicologiche) ai danni di migliaia di utenti inconsapevoli? Voi credevate che qui ci battessimo davvero per il diritto del cittadino a sapere quello che accade nel mondo, e invece pare che siate cascati tutti in una mastodontica trappola, tesa a condizionare il vostro pensiero e le vostre azioni in senso opposto a quello predicato.
Questo almeno è quello che si dice di noi, su certi blog che si occupano di scie chimiche, e che avrebbero scoperto e rivelato al mondo il micidiale trucco che abbiamo nascosto nella “sigla” animata di luogocomune.
Ecco cosa scrive il blog (parlando di luogocomune): “Il sito propone, in questi giorni, uno spezzone di un documentario intitolato Il nuovo secolo americano: è una produzione sui retroscena del 9 11, quelle trame che sono ormai conosciute, almeno nelle loro linee salienti, da molti.” (Beati loro che lo hanno già visto, fra le altre cose. Io ancora devo spedire la prima copia). L’articolo continua dicendo: “Quello che colpisce, anzi lascia basiti, è la parte finale del breve filmato in cui compare la nota immagine di presentazione del sito Luogocomune.net che sta pubblicizzando il film documentario”. Questa l’immagine pubblicata:
Come potete notare, sullo sfondo “balenano delle inconfondibili scie chimiche - dice sempre il blog - nell'ambito della solita strategia quasi subliminale di condizionamento percettivo e psichico.”
Il blog presenta quindi l’animazione “proposta al rallenty”, la cui “ripetuta osservazione” – continua il testo – “ci ha convinto che le chemtrails non sono un effetto involontario, poiché assomigliano a quelle strisce velenose inserite a bella posta in pubblicità, marchi, pellicole cinematografiche, cartoni animati... A volte le scie sono esibite in modo sfacciato, talora sono insinuate in maniera subdola. Le intenzioni sono sempre le medesime: la programmazione mentale.”
Naturalmente, dalla geniale scoperta alla scontata conclusione il passo è breve: “Ormai ne sono quasi sicuro – si legge nei commenti - e bisogna stare in guardia dai vari guru della rete, i quali fungono da canalizzatori per le menti della gente che si spinge un po' più in là di telegiornali e quotidiani”. E poi ancora: “Certo è che, osservando questo video nei dettagli e sapendo bene cosa costi in tempo e fatica realizzare certi fotogrammi, quella sensazione rischia di palesarsi in certezza! Uniamo poi il fatto che M.M. è un regista... et voilà! Messaggi subliminali belli e serviti, ...
Uno dei nostri utenti, che ha vissuto in Russia e ne conosce molti aspetti a noi poco chiari, ha chiesto di pubblicare questo appello.
Cari Amici,
lo spirtito critico nei confronti di quello che avviene nel mondo, e soprattutto nei confronti di quello che ci viene rappresentato dal potere-chiave del cosiddetto mondo dell'informazione, è un dovere civile.
Anche a coloro tra voi che non si interessano della politica russa e dei suoi immensi riflessi internazionali, non sarà sfuggita la plateale, compatta e rabbiosa critica dei media occidentali contro il successo del corso politico di Vladimir Putin per una Russia potenza, ben rappresentato dalle ultime elezioni alla Duma di Stato.
I corifei della "democrazia" di G. Bush (quella dei brogli sul filo di lana e delle rivoluzioni pilotate nei Paesi dell'Est), delle guerre "preventive", dell'espansione della NATO e dei suoi missili tutto intorno ai confini della Federazione Russa, in Ungheria, Polonia, Georgia, Ucraina, urlano da tv e giornali contro il voto evidentemente compatto e senza possibilità di appello, della maggioranza di una popolazione libera perché altamente scolarizzata, informata, e mediamente più colta di quella europea e statunitense, la quale ha dimostrato di saper scegliere il proprio futuro dopo aver attraversato le più traumatiche esperienze del XX secolo: guerra e rivoluzione, totalitarismo, liberismo capitalista selvaggio.
Credo che il rispetto per l'intelligenza dei popoli della Federazione Russa, ma anche il rispetto per la nostra intelligenza, imponga una reazione, anche piccola e semplice, apparentemente candida.
Vi chiedo perciò, se vi piace, di unirvi a me e agli amici che già hanno accolto l'iniziativa nata questa mattina, facendo pervenire la vostra adesione a questa lettera di auguri alla Russia e al suo presidente per la prova democratica appena passata, ...
E’ giunto il momento di tirare le somme sulla questione economica del sito.
Da un certo punto di vista la mia richiesta ha rappresentato una grande delusione, da un altro ha rappresentato una enorme soddisfazione. (Per altri invece deve aver rappresentato uno spavento mortale, viste certe reazioni!)
La delusione sta nell’aver visto pochissimi utenti optare per una formula minima, ma continuativa. Questo significa che il discorso di una informazione sostenuta - almeno in parte – dagli stessi utenti che ne usufruiscono è ancora lontano dall’essere maturo. Sono certo che molti hanno delle difficoltà effettive – e da chi sta peggio di me non mi aspetto certo nulla - ma credo anche che molti altri continuino a dare per scontato quello che scontato non è affatto.
La grande soddisfazione sta invece nell’aver visto un numero di persone inaspettato fare donazioni particolarmente generose ad un individuo che in fondo non conoscono nemmeno, accompagnandole inoltre con messaggi davvero incoraggianti (in coda l’elenco aggiornato). E’ un gesto di fiducia che mi ha profondamente gratificato, al di là della semplice questione economica.
La quale rimane, purtroppo, irrisolta a lungo termine. Come avevo spiegato, è quindi possibile che io debba tornare al mio lavoro “regolare”, almeno per un periodo sufficiente da permettermi di nuovo di dedicarmi al sito full-time. (Se non altro, le donazioni ricevute in questi giorni mi permetteranno di spingere più avanti il momento della decisione).
Ho purtroppo notato che questa necessità di scegliere “o tutto o niente”, da parte mia, non è stata capita quasi da nessuno. (A parte i nemici di sempre, che in questa occasione hanno trovato modo di esprimere il loro lato più infimo), mi è sembrato che molte persone sinceramente non capissero come la gestione di un sito del genere non possa permettere anche di lavorare normalmente.
Proverò a fare un piccolo esempio: pochi giorni fa avete visto un filmato che spiegava la questione dell’allagamento del Tabasco ...
Da quasi un secolo ormai aleggia un alone sinistro intorno al nome del faraone-bambino Tutankhamon. Da quando infatti Howard Carter ne scoprì la tomba - ufficialmente il 27 novembre 1922 - le persone più informate riguardo ai dettagli del ritrovamento morirono tutte, inspiegabilmente, nell'arco di pochi anni.
Circa cinque mesi dopo la scoperta della tomba il finanziatore dell’impresa, Lord Carnarvon, venne punto da una zanzara su una guancia. In seguito a questo banale incidente, le sue condizioni di salute peggiorarono fino a condurlo alla morte per setticemia.
Toccò poi al fratellastro di Lord Carnarvon, Aubrey Herbert, che morì inspiegabilmente, nel 1923, a seguito di una semplice estrazione dentale [11].
L'archeologo canadese La Fleur, giunto in Egitto nell'aprile 1923 - in perfetto stato di salute - per aiutare Carter nei suoi lavori, moriva appena qualche settimana dopo per una misteriosa malattia [12].
Sempre nel 1923 moriva a causa di una strana infiammazione polmonare George Jay Gould, il più intimo amico del conte di Carnarvon.
Solo un anno dopo, nel 1924, spirava anche il celebre archeologo Evelyn White, che aveva collaborato con Carter a redigere l’inventario del corredo funerario del faraone. Venne trovato impiccato, e la polizia concluse che si trattò di suicidio.
Alcuni mesi a seguire perdeva la vita in circostanze poco chiare Douglas Archibald Reed [13], lo studioso inglese che era stato incaricato di svolgere le radiografie alla mummia del faraone.
Nel 1926 la “maledizione” colpì Bernard Pyne Grenfell, l’insigne papirologo consultato da Carnarvon per le traduzioni dei testi egizi.
Il segretario privato di Lord Carnarvon, il nobile Richard Bethell, venne trovato morto nel suo letto, nel 1929, a seguito di un anomalo caso di arresto cardiaco. Bethell aveva aiutato H. Carter proprio nel lavoro di catalogazione dei tesori di Tutankhamon, e la causa della sua morte è sempre rimasta un mistero.
Lord Westbury, l’anziano padre di R. Bethell, morì appena qualche mese dopo il figlio, “precipitando” dalla finestra del suo appartamento di Londra. La polizia archiviò frettolosamente il caso come suicidio. Nella sua camera da letto venne rinvenuto un vaso di alabastro appartenuto alla famigerata tomba di Tutankhamon, un oggetto prezioso che non compariva nella lista ufficiale dei reperti scoperti. Il vaso dunque doveva essere stato trafugato durante la prima apertura clandestina della cripta ...
di Patrizia Prinzi
Amaro da constatarsi, ma la violenza domestica, che talora sfocia in omicidio parentale, è quasi quotidianamente divenuta una costante nelle cronache. Parallelamente si ballettano opinionisti vari che trovano lineare o semplice leggere in questi avvenimenti variabili intrinseche, ora relative alle caratteristiche personologiche dei soggetti, ora al decadimento della struttura familiare, ora al disgregarsi dei valori nelle società moderne.
Una più attenta analisi rifugge da teorie semplici e rimasticate, visto che è alquanto complesso ed antico tale comportamento aggressivo intra-specie.
Uno sguardo storico ci dice che già dall’etimologia della parola familia, che deriva dal latino famulus, presso i romani si indicava l'insieme dei sottoposti, dei servi, e degli schiavi: di coloro i quali vivevano sotto lo stesso tetto e lavoravano in comune, cioè non era legata da vincoli di parentela; quella era la gens.
Attualmente nelle società industrializzate pare più corretto parlare di famiglie, dato il loro diverso modo di estrinsecarsi, così lontano dallo stereotipo genitori coniugati e figli, assistiamo infatti a famiglie di fatto svincolate da vincoli giuridici e/o ecclesiastici, ...
Incuriosisce non poco la sparata di Cossiga sulla presunta matrice “berlusconiana” nel messaggio di bin Laden diffuso due giorni fa da Al-Jazeera. A prima vista sembra una boutade qualunque, poi però viene in mente che i nostro ex-presidente della Repubblica è anche un uomo che conobbe Gladio da vicino, e che durante il rapimento Moro si trovava casualmente ad occupare l’ufficio del Ministro degli Interni. Come dire, proprio uno sprovveduto in materia di servizi non dovrebbe esserlo.
Sulla plateale falsità del messaggio di bin Laden rimane ben poco da dire. Un bin Laden che solo nel 2007 si accorge che “in Afghanistan bombardano donne e bambini” fa addirittura tenerezza nella sua assoluta incapacità di relazionarsi con il tempo-spazio che lo circonda.
Resta da capire a questo punto se e quali servizi, di quale nazione, si possano essere occupati di mettere insieme quell’infelice documento. E’ difficile infatti credere davvero che a Mediaset siano diventati tutti degli esperti falsificatori a livello mondiale, ma c’è qualcosa che suggerisce che l’uscita di Cossiga possa anche non essere del tutto inventata. Si tratta di un precedente che, fortunatamente per Berlusconi, pochi in Italia ricordano: eravamo nell’estate del 2004, alla vigilia delle elezioni europee, e da poco in Iraq era stato ucciso Fabrizio Quattrocchi, ...
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