di Marco Cedolin
Nel leggere il testo della finanziaria 2008 di recente approvazione, molte persone si erano accorte della novità inusitata in virtù della quale mancavano gli ormai canonici finanziamenti statali (ecologicamente camuffati) all’industria automobilistica. Il Presidente di Legambiente Roberto Della Seta, qualche giorno fa, si era spinto fino a lodare il Ministro Pecoraro Scanio per avere deciso di non concedere nuovi incentivi statali per la rottamazione delle auto.
In realtà si trattava solo di un’illusione, i finanziamenti pubblici all’industria automobilistica ci saranno anche nel 2008, riguarderanno le auto Euro 0, Euro 1 ed Euro 2 e troveranno spazio all’interno di un emendamento in corso di preparazione, così come ha assicurato il sottosegretario all’Economia Alfiero Grandi, anche se in merito non esiste ancora un accordo definito.
Per tentare di dare una patente ecologica al sussidio statale, diventato ormai parte integrante delle campagne pubblicitarie di quasi tutte le case automobilistiche, saranno probabilmente stabiliti dei limiti in termini di cilindrata per quanto riguarda l’auto nuova e costituite delle norme che favoriscano le auto ibride ed elettriche, ma le grandi industrie che operano in campo automobilistico ... ... dormiranno comunque sonni tranquilli, potendo contare sui finanziamenti pubblici anche per il prossimo anno.
In realtà le campagne di questo genere non costituiscono affatto una pratica virtuosa, ma al contrario favoriscono la “rottamazione ambientale” sempre più diffusa nel nostro paese. La falsa motivazione ecologica viene infatti utilizzata per suffragare quella che si dimostra essere semplicemente una campagna di sostegno all’aumento dei consumi volta a favorire i grandi gruppi industriali. Qualunque ipotetica valenza ecologica dell’operazione viene smentita in maniera incontrovertibile dall’assoluta mancanza di studi che dimostrino come la rottamazione di un’auto usata e relativa sostituzione possa costituire un processo migliorativo dal punto di vista ambientale. Se infatti è probabile che l’auto nuova, in virtù di una tecnologia più moderna, emetterà una quantità minore di sostanze inquinanti (e si tratta di un valore variabile in quanto proporzionale alla quantità di chilometri percorsa mediamente dall’acquirente) occorre sottolineare che la quantità di energia e materie prime necessaria per la rottamazione dell’auto vecchia e la costruzione della nuova autovettura (in questo caso si tratta di un valore fisso ed oggettivo) supererà di gran lunga i benefici, in termini d’impatto ambientale e contributo all’inquinamento.
Nonostante le “promesse” del Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, destinate a restare tali, il governo sembra comunque intenzionato a procedere nel solco tracciato dai governi che l’hanno preceduto. Sostegno all’industria attraverso l’esborso di denaro pubblico, per favorire la produzione ed il consumo della merce “automobile” che risulta essere uno dei maggiori imputati per quanto concerne l’aria irrespirabile delle nostre città.
Marco Cedolin