In Giappone il dibattito sul vaccino anti-Covid ai bambini è più vivo che mai. Al contrario di ciò che accade da noi. “Il Covid-19 per i bambini e gli adolescenti, è naturalmente lieve o asintomatico. È ridicolo considerare la vaccinazione per i bambini in età scolare”, “, ha riportato il bollettino giapponese sui farmaci Med Chek. I vaccini Covid possono infatti comportare “un rischio di morte almeno sette volte superiore rispetto al virus stesso per le persone fino a 20 anni, avverte un bollettino medico giapponese”. Questo è quanto si legge in uno studio presente nel numero più recente di Med Check, un bollettino bimestrale pubblicato dal Japan Institute of Pharmacovigilance (NOPJIP) come membro della International Society of Drug Bulletins (ISDB), ha rilevato che “il rischio di morte per vaccino può anche essere fino a 40 volte maggiore per i giovani”.
Di buoni motivi per non vaccinare i bambini non ce ne sarebbero soltanto due o tre, ma almeno sedici. A dirlo è la Commissione medico scientifica indipendente (Cms) composta dal pediatra Eugenio Serravalle, dall’ematologo Paolo Bellavite, dal farmacologo Marco Cosentino, dall’endocrinologo Vanni Frajese, dall’oncologa Patrizia Gentilini e da Alberto Donzelli, specializzato in igiene e medicina preventiva. Il team ha chiesto un confronto “urgente” con il Comitato tecnico scientifico (Cts) che assiste il governo nelle sue decisioni, sottolineando come quest’ultimo starebbe promuovendo “un vaccino universale e discriminatorio”.
La Commissione sta cercando di dimostrare, in particolare, come non ci sarebbe alcuna urgenza nel procedere con la somministrazione ai bambini. Elencando ben 16 motivazioni valide a sostegno di questa tesi. Un elenco riportato da Patrizia Floder Rotter sulle pagine de La Verità e che vede al primo punto una tesi non nuova, in realtà: “I ragazzini più piccoli, se si contagiano, sono asintomatici o lievemente sintomatici”. A seguire, il Cms sottolinea la mortalità estremamente bassa in quella fascia d’età (tra gli 0 e i 19 anni l’Iss ha registrato finora soltanto 35 decessi dall’inizio della pandemia) e, terzo punto, una ridottissima probabilità di ricovero.
Vi presentiamo la sesta puntata di Specktrum, il documentario (in corso d'opera) sul Covid di Bruno Mandolesi.
L’andazzo era chiaro da tempo, in un crescendo di proclami allarmistici e nuove restrizioni. Ora, l’ultimo passo è ormai imminente, con l’Europa che dopo divieti, certificati virtuali e caccia alle streghe contro i no vax si prepara a sfoderare l’arma finale: un vero e proprio obbligo di vaccinazione per i cittadini dell’Unione. La fuga in avanti è già iniziata, con alcuni Stati che si sono sganciati dall’idea di un coordinamento nelle misure anti-Covid per procedere, individualmente, alle prime strette.
Il copione è sempre lo stesso: non ci sarà un’imposizione ufficiale, ma un crescendo di limitazioni che finiranno per rendere il vaccino, di fatto, obbligatorio.
Ragazzi commentate voi, io ho finito la saliva.
Che cosa puoi fare, se sei una casa farmaceutica e ti ritrovi di colpo con decine di migliaia di cause legali da parte di persone che ti accusano di avergli venduto un prodotto che causa il cancro?
Ma è semplice: crei una società fittizia, le trasferisci tutte le responsabilità del caso, e poi la fai fallire, in modo da non dovere più niente a nessuno.
È esattamente quello che ha fatto la Johnson&Johnson, che si trovava a dover fronteggiare 38.000 cause da parte di donne che hanno sviluppato il cancro dopo aver utilizzato il borotalco prodotto dalla farmaceutica americana.
Ragazzi, oggi giochiamo al contrario. Pubblichiamo un articolo di Open, che cerca di sminuire l'importanza delle recenti dichiarazioni di Peter Doshi. A voi i commenti.
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«Questa non è Scienza». Cosa intendeva Doshi (Bmj) con il suo appello a favore dei dati aperti sui vaccini?
Le ultime critiche di Peter Doshi, docente dell’Università del Maryland e direttore associato del British Medical Journal, al sistema di controllo dei dati sui trial del vaccino contro il nuovo Coronavirus di Pfizer, riprese in un video molto popolare in Rete, stanno generando interpretazioni che vanno ben oltre il vero senso delle sue affermazioni, riscontrando titoli in cui si sostiene che «Pfizer non ha fornito dati sufficienti per il sì alle terze dosi a tutti».
Il ministro di giustizia del Nebraska, Doug Peterson, ha stabilito che da oggi i medici del suo stato possono usare ivermectina e idrossiclorochina nella cura dei pazienti Covid.
Nella sua dichiarazione, il ministro ha affermato che “non è il suo ruolo quello di decidere quale sia la migliore cura per il covid”, ma che “le prove scientifiche disponibili a favore dei due medicinali off-label sono sufficienti per autorizzarne l’uso ai medici che vogliano prescriverli”
Peterson ha aggiunto che permettere ai dottori di utilizzare queste cure nella fase precoce della malattia potrebbe aiutare a salvare molte vite, mantenendo nel contempo i pazienti lontani dagli ospedali.
Mentre l’Italia si prepara all’inevitabile caos di venerdì 15, il Vate del vaccinazismo, Matteo Bassetti, ha già lanciato la palla in avanti, firmando una petizione per rendere obbligatorio il vaccino per tutti.
Nel giustificare la sua scelta, Bassetti ha involontariamente tradito quelle che fossero le vere finalità delle violenze scatenate ad arte a Roma sabato scorso: “I gravi scontri di ieri [sabato] dimostrano come sia oramai improcrastinabile una legge dello Stato che superi le divisioni in atto in tema di Green pass, imponendo la vaccinazione obbligatoria a tutti i cittadini”.
Naturalmente, anche un bambino si accorgerebbe della totale mancanza di logica in questo ragionamento: perchè mai “gli scontri di sabato” dimostrerebbero che sia “improcrastinabile” una legge sull’obbligo? Cosa c'entra una cosa con l'altra?
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Intervista a Franco del Moro, editore e scrittore. Mentre tutti si preoccupano del virus, ci stiamo dimenticando che siamo esseri umani.
Leggi tutto: Studio choc di Med Check: “Vaccini, rischio di morte 40 volte superiore al Covid nei giovani”