di Aldo Maria Valli
Qualche giorno fa, nel tentativo di capire qualcosa in quel guazzabuglio che sta diventando la scelta del nuovo presidente della Repubblica, abbiamo consigliato di dare un’occhiata a che cosa si dice al di là dell’oceano, negli Usa, perché, che ci piaccia o no, l’Amico americano ha sempre una certa influenza (eufemismo) sulle cose italiane.
E la soluzione prospettata dall’Amico americano è piuttosto chiara: l’ideale sarebbe avere mister Mario Draghi sia a palazzo Chigi sia al Quirinale, perché solo Super Mario può garantire la stabilità politica e la credibilità necessarie all’Italia per rassicurare gli investitori e portare a termine il lavoro di attuazione del Recovery Plan.
Tuttavia, siccome clonare Draghi non si può, ecco l’idea: lasciare mister Mattarella al Quirinale ancora per un paio d’anni, per traghettare poi mister Draghi sul Colle più alto una volta stabilizzata la situazione politica.
Fra le tante misure obbrobriose che il governo sta adottando contro i cittadini che non si vogliono vaccinare, ce n’è una in particolare che è destinata a rimanere negli annali della nostra vergognosa storia: l’impossibilità dei cittadini che vivono sulle isole di raggiungere la terraferma.
Decine di migliaia di persone che vivono sulle piccole isole italiane - da Ponza a Filicudi, dall’Elba a Pantelleria, da Capri all’isola del Giglio – sono letteralmente impossibilitate a raggiungere la penisola italiana, a meno di farsi le vaccinazioni.
Eppure non hanno violato nessuna legge, e non rappresentano alcun pericolo per gli altri, almeno fino a prova contraria.
Visto che i traghetti sono utilizzabili solo con il greenpass rafforzato (che, salvo guarigione, equivale a vaccinazione obbligatoria), chi non possegga un motoscafo o una barca privata è letteralmente prigioniero dell’isola in cui vive.
E’ bastato un uomo con un tavolino, che si è seduto pacificamente in Piazza del Popolo, per far scattare la reazione scomposta ed esagerata del governo: via da Roma per un anno.
Questo è il livello di paura che serpeggia in questi giorni ai piani alti del potere. Hanno avuto paura di un uomo con un tavolino.
Stefano Puzzer ha fatto una mossa geniale: “Visto che ci avevano promesso una risposta che non è mai arrivata – ha detto - vado io a Roma e mi siedo in piazza ad aspettare”. Nulla di più semplice e nulla di più eloquente allo stesso tempo. Quella presenza in piazza, con quelle sedie vuote davanti al tavolino di Puzzer, era un’immagine insopportabile per un governo di vigliacchi che non riesce a giustificare in alcun modo la scelta scellerata del green pass ai suoi cittadini.
E così è scattato l’allontanamento, rivelando il nervo scoperto dei nostri aguzzini: hanno paura.
“Secondo la Lamorgese, durante lo sgombero del porto di Trieste: non c’erano portuali di Trieste, ma solo estremisti; lo sgombero è stato “leggero”. Poi rivela il vero motivo dello sgombero: “il proprietario di maggioranza del porto di Trieste è il porto di Amburgo”. Ecco che cosa è Draghi: è la svendita dell’Italia allo straniero. Con voi poliziotti che divenite manganello in mano a qualche manager di Amburgo. Stanno svendendo l’Italia e utilizzano voi per manganellare chi si oppone. I portuali devono riprendersi il porto. Ma non solo contro il green pass, devono scioperare chiedendo la nazionalizzazione di un porto strategico per l’Italia. Gli italiani sono morti per Trieste, proprio perché non fosse tedesca”.
Qui il video della Lamorgese - Questo personaggio è inguardabile, mi fa vergognare di essere italiano.
Fonte articolo
Questo video pubblicato da Red Ronnie ci permetterà di ricordare sempre quello che è successo a Trieste in questi giorni.
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di Maurizio Martucci
Prepariamoci a tutto, anche al peggio. Perché il segnale arrivato ieri da Roma non lascia scampo all’immaginazione. Il popolo non conta e non deve contare nulla.
E se mai contasse, allora va depistato: ignorate e delegittimate dopo quasi due anni di civile e (a tratti persino) gandhiana opposizione democratica, le piazze italiane gremite da centinaia di migliaia di pacifici manifestanti sono state catapultate nel baratro più bieco della strategia della tensione, con uno schiocco di dita, ad orologeria, scandito al momento opportuno.
Mentre si quisquiglia su semestre bianco, Draghi al Quirinale ed elezioni (con Green Pass?) 2023, è bastata qualche carica d’alleggerimento, il lancio di candelotti lacrimogeni e lo sfondamento del presidiato portone del (fu) sindacato dei (fu) lavoratori per riuscire a rispolverare di gran cassa un adagio antico, noto e sempre pronto all’uso, tanto caro ai burattinai della Prima Repubblica che nella contrapposizione violenta, eversiva e manovrata ‘estrema destra Versus estrema sinistra’ hanno allegramente edificato la legittimazione di un sistema parassitario e subdolo.
Anche se i media di palazzo fingono di ignorarlo, l’unico vero risultato importante di queste elezioni è quello dell’astensionismo.
In proposito Giorgia Meloni ha dichiarato: "Credo che non si possa trattare in modo superficiale il dato sull'astensionismo: quando si vota in città importanti e c'è un astensionismo intorno al 50% non è una crisi della politica ma della democrazia".
Giorgia Meloni, a mio parere, sbaglia. La democrazia funziona benissimo, nel senso che le urne sono aperte, l’accesso ai seggi è consentito a tutti, ed i risultati dello spoglio sono facilmente verificabili dalle parti avverse. Quella che manca invece è proprio la politica: un astensionismo del 50% significa che un italiano su due non va a votare perchè a) non trova sulle schede nessuno da cui si sente rappresentato, oppure b) è convinto che chiunque venga eletto non porterà comunque ad un cambiamento significativo della situazione attuale.
Questa si chiama sconfitta della politica.
Ovviamente, non mi sembra nemmeno il caso di suggerire di non andare a votare i candidati dei partiti classici, visto che sono tutti complici del disastro in cui ci troviamo.
Ma vale la pena di dare una chance a quelli che si oppongono CHIARAMENTE E APERTAMENTE al green pass e all’obbligo vaccinale?
Chi sono secondo voi i candidati votabili, nelle varie città italiane?
di Gandolfo Dominici*
L’Italia è oggi insieme agli Emirati Arabi (monarchie assolute) il paese al mondo dove il cosiddetto “green pass” è esteso praticamente ad ogni attività ed è il primo stato in Europa per limitazioni dei diritti mediante “certificato verde”. A differenza degli Emirati Arabi però l’Italia è (o dovrebbe essere) una Repubblica Democratica fondata sul lavoro (art. 1 Cost.) sebbene oggi, di fatto, il diritto al lavoro venga subordinato ad un certificato di obbedienza alla politica sanitaria del governo. L’Italia fa anche parte dei 47 paesi membri del Consiglio d’Europa che, con la Risoluzione 2361/21, vieta espressamente - anche con il voto italiano - qualunque obbligo o pressione per la vaccinazione anche a livello di propaganda mediatica.
Nessuno sembra turbato dal fatto che la stampa – ed i media in genere – impunemente bombardino di insulti senza precedenti - “criminali no-vax” come ha titolato ad esempio Libero - chiunque non si conformi alla politica sanitaria del governo e della sua Cabina di Regia. Inoltre, detta Cabina di Regia, oltre a non essere un organismo previsto dal nostro Ordinamento, non può fare a meno di richiamare - per certi versi - il Comitato per la Salute Pubblica di giacobina memoria. Tutto ciò avviene senza alcun turbamento di quegli stessi campioni dei diritti umani che fino al 2019 giustamente tuonavano: “Mai la paura deve giustificare la cessione dei diritti!” e, che invece oggi, sono i più convinti paladini dell’obbedienza al governo.
Leggi tutto: E Goldman Sachs disse: “Draghi al Colle adesso no. Deve completare il lavoro al governo. Ci vuole...