di Massimo Mazzucco
Visto che nessuno fra coloro che mi criticano è stato in grado di definire con chiarezza la sua posizione, chiarisco io la mia.
1 – Indipendentemente da cosa l’abbia causato (rilascio intenzionale o evento naturale) il coronavirus esiste, e ha raggiunto ormai molti paesi del mondo.
2 - Si tratta di un virus relativamente poco pericoloso, ma altamente contagioso. Si diffonde rapidanente.
3 - Le persone sane, con un forte sistema immunitario, hanno poco da temere. Chi invece è di salute cagionevole, ha patologie pregresse o è avanti con l’età rischia molto.
Intervista di Marcello Pamio a Stefano Montanari per Radio Gamma 5.
di Stefano Re
Nel corso degli ultimi decenni qualcuno si è dato molto da fare per convincere intere popolazioni che la nostra specie viva sotto minaccia di estinzione da parte di morbi letali. Curiosamente, questo ruolo è stato attribuito dapprima a morbi esotici e sconosciuti, come la peste suina, l’aviaria o l’ebola. Epidemie coperte da una ampia campagna di stampa e da lucrose campagne di vaccinazione, in seguito dimostratesi false emergenze provocate a tavolino da scienziati pagati dalle case farmaceutiche.[1] Evidentemente il modello “malattia esotica” non ha avuto l’impatto sociale desiderato, così si è passati a demonizzare malattie comuni ed endemiche, come il morbillo e la pertosse o persino tirare fuori dal cappello malattie ormai praticamente scomparse come la difterite. Finché non è arrivato qualcosa di adeguato a spargere il terrore: il COVID-19 della famiglia dei Coronavirus.
Estremamente infettivo, ma meno letale della comune influenza. E difatti, per chi non lo sapesse, non è una influenza: è un comune raffreddore. Non lo dico io, lo dicono i testi scientifici: la patologia provocata dalla famiglia dei Coronavirus è precisamente il “comune raffreddore”.[1b] Certo, come ogni comune raffreddore può evolvere in polmonite, e forse questo ceppo lo fa con maggiore insistenza del solito. Però minaccia seriamente la salute degli ultraottantenni già affetti da gravi patologie, in linea con ogni altro raffreddore stagionale.
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Le regole rimangono le stesse: al primo attacco personale verrete sospesi. E' ora di renderci conto che i nemici non sono fra noi.
A questo punto della vicenda coronavirus, la discussione sulla sua effettiva pericolosità è diventata del tutto inutile. Non serve più a nulla stabilire se “sia poco più di un’influenza” o se sia “una grave minaccia per la salute dei cittadini”.
Quando vedi migliaia di milanesi che prendono d’assalto i treni in partenza dalla Stazione Centrale, vuole dire che la situazione ormai è scappata di mano. A questo punto non conta più “che cosa è il virus”, ma “che cosa pensa la gente” che il virus sia. Oggi il virus non è ciò che è, ma ciò che viene percepito.
La stupidità di chi ha voluto creare le “zone rosse” - come se il virus potesse essere contenuto tracciando delle righe ideali fra una provincia e l'altra – sta cominciando a dare i suoi effetti negativi. Quelli del nord che scendono a sud verranno trattati come appestati, è già circola la voce di una possibile detenzione carceraria di chi viola la quarantena domiciliare.
Prosegue qui la discussione sul coronavirus, dall'articolo precedente.
Nei giorni scorsi, Stefano Montanari ha fatti una intervista con Roberta Doricchi sul coronavirus. Ma quando Montanari l’ha pubblicata sul suo sito, il medesimo è stato hackerato (il post è scomparso e il sito è andato in blocco, senza motivo apparente). Dopo aver ottenuto lo sblocco dal provider, Montanari l’ha pubblicata di nuovo, ma il sito è stato nuovamente bloccato. Nel frattempo l’intervista è stata ripresa da diversi siti, per cui circola comunque in rete. La ripubblichiamo anche noi, per dargli ancora maggiore visibilità.
Roberta Doricchi – In questo periodo che fa tanto peste manzoniana credo sia impossibile non parlare del Coronavirus.
Stefano Montanari – Io non sono un virologo…
RD – Ma qualcosa sa.
SM – Vede, io sono fuori moda. Lo sono perché ciò che so fa parte della conoscenza basata sulla fisica, sulla chimica, sulla fisiologia, sulla farmacologia, sulla biologia… In più, so quello che ho imparato da quasi mezzo secolo di ricerca personale. Niente a che fare con quello che oggi viene spacciato come scienza.
RD – Mi dia un’opinione su questa epidemia.
di CORVELVA
Negli ultimi giorni si sentiva la mancanza di qualche inutile e faziosa provocazione. Soprattutto si sentiva la mancanza del clima di odio “contro qualcuno”, così alcuni giornalisti "di talento" hanno pensato bene di rinfocolare una vecchia ma sempre ugualmente utile polemica: quella che vede protagonisti i “no-vax”.
Ebbene, succede che dinanzi alla grande psicosi (perlopiù mediatica) che da qualche giorno attanaglia il nostro Paese, alcuni geniali personaggi abbiano avvertito la mancanza dei “no-vax”, o meglio della tanto cara - a loro - polemica, sfornando articoli vari del tipo “Quanto fa rumore il silenzio No vax” - “Dove sono finiti i No-vax?” E via dicendo.
Sorvoliamo (si fa per dire) sulla totale idiozia di tirare in ballo la questione relativa all’obbligo delle vaccinazioni durante un’epidemia causata da un virus che vaccino non ha. Facciamo garbatamente presente che coloro che questi signori definiscono “No-vax” sono cittadini come tutti gli altri, che lavorano, pagano le tasse, contribuiscono alla vita sociale economica e politica del Paese, e che sono contrari all’imposizione di obblighi vaccinali (e sanitari in genere). E dove siamo?
Siamo qui, esattamente dove prima, ad assistere ad uno dei peggiori spettacoli che la politica italiana abbia offerto da lungo tempo a questa parte.
Roberto Quaglia fa il punto della situazione sul coronavirus, dopo una settimana in cui in Italia non si parla d'altro.
Fonte PandoraTV
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