LA CROCIATA INFINITA
di Massimo Mazzucco
16.3.04 - Bush non è un burattino della destra evangelista americana. La guerra in Iraq non ha motivazioni a sfondo religioso. Il rispetto per l’Islam è assoluto. Il carattere laico dell’operazione “Iraqui Freedom” è fuori discussione.
Peccato che dei cinque civili ammazzati oggi in Iraq – ufficialmente ingegneri civili, dediti al progetto di purificazione delle acque attorno a Mosul - quattro fossero invece dei missionari della chiesa battista della Virginia del Sud, in abiti civili. Trovano così conferma le voci che erano circolate l’anno scorso, quando, dopo la “presa” di Baghdad, la Croce Rossa Internazionale si lamentava che i militari facessero entrare in città solo i predicatori evangelici, apparentemente giunti a frotte dagli States per convertire gli infedeli, mentre dottori e soccorsi umanitari dovevano aspettare “condizioni più sicure”.
La smitragliata che ha accolto i cinque all’alba di stamattina...
Per fortuna il noto editorialista del Corriere Sergio Romano (e
glorioso ambasciatore italiano all'estero) ogni tanto si ricorda di
noi, e ci viene incontro per spiegarci situazioni che si
presentano decisamente ingarbugliate. Noi ci eravamo già fidati
ciecamente del governo spagnolo, che aveva indicato nell'ETA basca la
responsabile per gli attentati di Madrid, ma Romano ci mostra che la
realtà è molto più complessa di quello che
può sembrare: in verità, secondo lui, saremmo sull'orlo
di una vera e propria guerra in casa
nostra (eh sì, proprio "La guerra in Europa" si intitola il suo
articolo dell'11.3, sul Corriere), e Romano ce lo dimostra con la
ferrea logica aristotelica di colui che sa tenersi sempre obbiettivamente al di sopra
delle
cose.
Ecco l'articolo di Romano, con alcuni umili commenti di chi Aristotele invece non ha mai avuto il piacere di incontrarlo nemmeno al bar.
LA VERA STORIA: PERCHÈ LA MARIJUANA FU PROIBITA
di Massimo Mazzucco
La marijuana (spagnolo), o cannabis (latino) o hemp (inglese) è una pianta che si potrebbe definire miracolosa, ed ha una storia lunga almeno quanto quella dell'umanità. Unica pianta che si può coltivare a qualunque latitudine, dall'Equatore alla Scandinavia, ha proprietà curative enormi, cresce veloce, costa pochissimo da mantenere, offre un olio di primissima qualità (digeribilissimo), ed ha fornito, dalle più antiche civiltà fino agli inizi del 1900, circa l'80 per cento di ogni tipo di carta, di fibra tessile, e di combustibile di cui l'umanità abbia mai fatto uso.
E poi, cosa è successo? E' successo che all'inizio di quel secolo è avvenuto il clamoroso sorpasso dell’industria ai danni dell'agricultura, e di questo sorpasso...
TERRORISMO OLOGRAFICO
Ossia come un pugno di ectoplasmi assassini può cambiare il destino del mondo...
di Marco c.
La prerogativa che sta alla base del progetto è la constatazione che nulla più dell'ignoto spaventa l'animo umano.
Da evitare dunque le atomiche coreane, la potenza militare cinese, i black block, gli anarco insurrezionalisti, tutti inutili in quanto materialmente collocati nello spazio e nel tempo.
Il protagonista inconsapevole del progetto esiste già, lo abbiamo visto in decine di film americani. Uccide, rapisce, si appropria di ordigni nucleari, grattacieli, navi, aerei, missili sperimentali. Oppure semina bombe con la fantasia di un bambino, alcune esplodono se ...
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Sturmtruppen con la fiamma sul berrettodi Marco c.
L'Iraq ha sopportato trent' anni di dittatura, dodici di embargo, l'invasione americana, i bombardamenti, i saccheggi, la mancanza d'acqua, occoreva davvero aggiungere a siffatte catastrofi anche l'arrivo dei carabinieri?
Il parlamento Italiano ha ritenuto di si, quando ad Aprile ha avallato l'invio dei rambo con la banda rossa sui pantaloni, seguendo la consueta logica "dell'armiamoci e partite".
Naturalmente, come ogni medicina, anche le "fiammelle" dispensatrici di ordine, terapia del manganello e pistolettate alla rinfusa vanno prese a piccole dosi.
Dei 350 eroi, sembra preposti alla sicurezza della semi sconosciuta cittadina di Al Nassirvah o dell'ancor più piccolo centro di Dhi Oar, sono partiti in 14, belli, giovani, forti e nei secoli fedeli.
IRAQ DEMOCRATICO?
di Fabio de Nardis
Senza nascondere un pizzico di orgoglio, i quotidiani americani danno risalto alla notizia che i membri dell’Iraqi Governing Council, sotto la supervisione dei militari americani e inglesi (quindi in totale serenità) hanno firmato la bozza costituzionale che dovrebbe aprire la via al processo di democratizzazione del paese. Lo stesso Bush rivendica la cosa come un proprio risultato che porterà entro il 30 Giugno alla formazione di un Governo sovrano deciso dagli elettori. Secondo gli accordi, il nuovo Iraq dovrebbe assumere una forma di governo repubblicana, federale, democratica e pluralistica. L’Islam, come religione ufficiale, sarà la principale fonte ispiratrice del processo legislativo anche se a tutte le religioni sarà consentito il diritto all’esistenza (almeno questo). Le lingue ufficiali saranno l’arabo e il kurdo.
Insomma, a breve il mondo potrà contare...
Oggi la camera ha
definitivamente approvato la conversione in legge del decreto che
proroga la presenza dei mercenari italiani nei vari paesi del mondo fra
i quali l’Iraq, dei quali stanno occupando il suolo proditoriamente,
giustificando la loro ingombrante presenza sotto le mentite spoglie di
fantomatiche missioni umanitarie. Nell’aula si è consumata ancora
una volta la solita farsa stantia, con i deputati DS (tranne 39 non
allineati), della Margherita e dello SDI che hanno deciso di non
esercitare il diritto di voto del quale gli elettori li hanno
insigniti, preferendo altresì prodursi in un teatrino di dubbio gusto,
sventolando pateticamente le schede per la votazione. E’ quanto mai
curiosa questa incapacità patologica del centrosinistra di prendere
decisioni che esulino da una visione prettamente democristiana della
politica, associata ad una puerile riluttanza ad identificarsi con
quello che una volta era lo scudo crociato, nel tentativo di carpire
consensi fra le fila della sinistra...
Los Angeles 8.3.2004 - Oggi è la festa delle donne e qui nel Campus, per quanto la cosa passi
abbastanza inosservata, è da un paio di giorni che si vedono ragazze
con grossi fiori bianchi infilati accuratamente tra i capelli (la
mimosa è più una tradizione nostrana).
Oggi, care donne, è il vostro giorno di libera uscita. Già me lo
immagino. Ristoranti di classe, pizze collettive tra amiche, locali
trasgressivi con allegato spogliarellista che si struscia su ogni
signora per evitare che qualcuna ci rimanga male. Insomma. Per oggi i
ruoli si invertono. Giocate a fare gli uomini, amate il branco, la
comitiva, il sesso fine a se stesso. Godetevi queste ventiquattro ore
di uguaglianza, anzi di disuguaglianza al contrario, che poi domani si
torna a casa a servire e riverire il vostro bel maritino che è stato
tanto carino da concedervi questo strappo alla regola, ma che starà lì
ad aspettarvi e a ricordare con un semplice sguardo che siete e
resterete cittadine di serie B.
È veramente questo che intendete per parità? Allora sentite questa
storiella e meditate. Marzo 1908, New York, le operaie dell’industria
tessile...
Raramente nella storia del nostro paese ci si è trovati di
fronte a un tale condensato d’incapacità manifesta, servilismo
nei confronti del mondo industriale e dell’interesse privato,
approssimazione e pressappochismo, quale quello proposto dai
vaneggianti dettami della riforma Moratti.
Una riforma che se posta in atto otterrà il devastante risultato
di sfasciare definitivamente il mondo dell’istruzione pubblica, essendo
essa stata concepita senza tenere in minima considerazione lo scopo
precipuo che la scuola ha rivestito fin dai tempi antichi in ogni
società e cioè l’insegnamento, la creazione di una
cultura e la formazione caratteriale delle nuove generazioni.
La trasformazione delle scuole pubbliche in “aziende” e dei presidi in
“manager” ci ha già posti in questi ultimi anni di fronte al
paradosso d’istituti pubblici costretti a fare pubblicità come
fossero fabbrichette in una sorta di lotta vergognosa per contendersi
l’iscrizione degli allievi.
La situazione degli insegnanti precari già fino ad oggi
parossistica viene acuita nella propria drammaticità da un
sistema cervellotico di punteggi che nel nome di una falsa meritocrazia
impone la dottrina della competizione selvaggia passando attraverso la
giungla dei corsi d’aggiornamento e i sacrifici inenarrabili di chi
aspirando all’insegnamento si ritrova sballottato a destra e a manca
senza una prospettiva...
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