04.06.05 - Mentre gli occhi del mondo sono tutti puntati sulle
vicende legate all’Iraq, non molto distante da quei luoghi si svolge
un’altra tragedia, coperta invece dal silenzio che tocca a tutti quei
popoli che non vivono su una terra ricca di petrolio.
E’ il caso degli agricoltori indiani, che sono vittime di una
siccità che ha colpito l’intero sub-continente (fino al Pakistan
orientale), e che ha ormai battuto da tempo tutti i record conosciuti.
Sono 8 anni consecutivi che non si registra in tutta la zona una sola
pioggia decente, e ci sono oggi circa 80 milioni di persone che
soffrono quotidianamente la sete. Il 90 per cento del bestiame è
morto. Dicono in Pakistan: “Quando un cammello muore di sete, vuol dire
che siamo davvero alla fine.” In particolare nelle regioni
sud-occidentali del Gujarat e del Rajasthan, e in quella
sud-orientale dell’Ambar Pradesh, la disperazione dev’essere tale che
sono più di cento ormai gli agricoltori che si sono suicidati
negli ultimi mesi. Sì, suicidati. Chi ingoiando pesticida, chi
appendendosi ad un ramo, chi in altri mille modi di fortuna, ma tutti ...
THE LONG GOODBYE - Si dimette George Tenet, capo della CIA
03.06.04 - Qualcuno doveva saltare. Il balletto delle
responsabilità andava avanti ormai da troppo tempo, senza che
nessuno inciampasse goffamente nelle stringhe dell’altro. Bush che
accusava Tenet di avergli passato dei falsi documenti che lo avrebbero
indotto ad andare in guerra; Tenet che rispondeva che si assumeva tutte
le responsablità del caso “per quelle sedici parole di troppo
inserite nel discorso alla nazione”; Bush che subito lo
perdonava mettendoci una pietra sopra, come se gli avesse rubato al
massimo la sua fionda preferita; Rumsfeld che si scusava col mondo
intero per le torture, se ne accollava tutte le responsabilità,
e poi tornava al lavoro come se fosse solo sceso un attimo a fare
pipì; Bush che si accollava tutte le responsabilità delle
proprie scelte di governo, ma poi si dimenticava di licenzarlo....
In una situazione di guerra sfacciatamente simile a quella del fronte
italiano di fine conflitto mondiale, George W. Bush - fra i prudenti
distinguo degli aspiranti italioti di destra e di sinistra al
proconsolato - viene a rammentarci chi è il padrone.
E allora io ricordo il 4 giugno di sessant'anni fa, quando alle porte
di Roma, a Castel di Decima in località Malpasso (Villa Vaselli)
cadeva insieme ad alcuni compagni della fanteria anticarro il maggiore
paracadutista Mario Rizzatti. Armato di panzerfaust (un'arma efficace se la si usa a trenta metri dal bersaglio) ...
03.06.04 - Dobbiamo scusarci con i grandi manager della Enron, per aver scritto
male di loro, quando abbiamo insinuato (link in coda) che ci fosse il
loro zampino dietro alla crisi energetica della California di tre anni
fa: avremmo dovuto scriverne malissimo.
Non solo infatti era tutto vero, ma si è pure scoperto, oggi, che ci si divertivano sopra come dei matti.
Il merito della rivelazione va alla piccola contea di Snohomish, nell’estremo Nord della California, che ha puntato i piedi ed è
riuscita ad ottenere, dalla Commissione Federale per l'Energia, i
verbali delle registrazioni di alcune telefonate intercorse fra i vari
dirigenti Enron nel Texas e quelli nelle varie succursali di rivendita
in California. (L'energia in America è comprata e venduta
esattamente come le mele o i pomodori - un tot al chilo-watt).
Eccone alcuni estratti, che la dicono lunga su una certa
mentalità che pare accomunare ...
june30SCELTI I PROTAGONISTI PER LO SCENEGGIATO DI MEZZ'ESTATE
Ma cosa succede, esattamente, dal 30 Giugno?
Dopo lunghe trattative, hanno finalmente firmato i protagonisti della
mega-commedia a puntate che andrà in onda sugli schermi di tutto il
mondo a partire dal 30 Giugno prossimo.
Nel ruolo del presidente ad interim (nel senso che appena sgarra lo
tirano giù senza neanche avvisarlo) avremo il popolarissimo
Ghazi Yawer (nella foto, chiaramente felice dopo la firma), noto businessman e leader tribale sunnita (nota il
sottile messaggio subliminale: “dollaro e Islam possono anche andare
d’accordo”), che si è distinto ultimamente per aver criticato la
condotta americana in Iraq. Uomo quindi tutto d’un pezzo, a garanzia
che gli Stati Uniti non hanno voluto mettere mano in questa scelta
“tutta irachena”. A completare il cast dei saltimbanchi, avremo un
primo ministro che risponde al nome di Iyad Allawi - ovvero un noto
espatriato, che ha quindi tutte le prerogative...
31.05.04 - Esattamente due anni fa, in un discorso all'Accademia
Militare di West Point, George W. Bush enunciava per la prima volta la
dottrina neocons della guerra preventiva. “La guerra al terrore non
sarà vinta rimanendo sulla difensiva”, affermò il Presidente di fronte
a una platea di cadetti. “Dobbiamo combattere il nemico, distruggere i
suoi piani e affrontare la minaccia prima che essa emerga. Dobbiamo
imboccare l’unico sentiero verso la sicurezza del mondo; il sentiero
dell’azione. E questo paese - non abbiate dubbi - agirà”. Nel giro di
dieci mesi Bush mantenne la promessa, inviando i soldati americani a
10.000 miglia di distanza dalle loro case per deporre Sadam Hussein, e
dopo un paio di mesi di bombardamenti Baghdad cadde. Eppure oggi,
l’impresa americana in Medioriente a molti appare come un deciso
fallimento, tantochè nessuno si pone più il problema di estendere il
conflitto alla Syria, Iran o Corea del Sud, come si paventava
inizialmente.
L’intrapresa irachena, lungi dal dimostrare l’efficacia del principio, ...
31.05.04 - Non bastava che Pat Tillmann, il popolarissimo campione di football americano morto in Afghanistan poco tempo fa, avesse dato “un calcio ai miliardi per morire fra le capre” (link in coda), ma salta fuori oggi che ad ammazzarlo sarebbe stato addirittuta uno stesso suo commilitone.
Al già spropositato numero di vittime del “friendly fire” – “fuoco amico” – della campagna d’Afghanistan, va così ad aggiungersi un episodio che la dice lunga sulle effettive capacità cerebrali dei leader dell’armata più potente dl mondo.
Ma come si fa a mettere, insieme alle tue truppe, anche degli afghani che combattono con te, senza però ricordarsi...
Quello che in queste ore sta succedendo a Kobar lo possiamo già
leggere su tutti i giornali. A noi resta solo la misera
possibilità di cercare di capirci qualcosa, prima che ci
rovescino addosso la solita quintalata di letame informativo, che
verrebbe subito etichettata come “verità dei fatti”.
Intanto, una cosa dovrebbe essere chiara un pò a tutti: mentre
il mondo tiene costantemente gli occhi fissi sulle sabbie dell’Iraq, il
vero braccio di ferro sull’intera partita dev’essere in corso, dietro
le quinte, fra USA/Israele da una parte, e Arabia Saudita dall’altra.
E’ lì che si ci gioca il controllo del mercato globale del
petrolio, e quindi il controllo, in senso lato di tutta l’economia
globale che da questo dipende.
E per coloro che sostengono che in realtà siano CIA-Mossad a
manovrare a proprio uso e consumo i vari attentati “arabi” nel mondo,
lo spettacolare rapimento di oggi...
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