di Marco Cedolin
Tutti coloro fortemente convinti del fatto che l'Italia avesse toccato il fondo durante lo scorso autunno, quando il governo golpista di Mario Monti, dopo avere dissanguato il paese, si apprestava ad esalare l'ultimo respiro, devono avere ormai compreso come in realtà al peggio non ci sia mai fine ed esista sempre un buco più profondo nel quale sprofondare.
L'accanimento terapeutico con il quale il circo mediatico tenta di mantenere in vita il fantasma di Berlusconi, unitamente alle migliaia di pagine dedicate alle diatribe, in perfetto stile mafioso, che intercorrono all'interno del PD ed alla spettacolarizzazione di qualsiasi litigio da bar dello sport che abbia fra i protagonisti qualche esponente del bestiario politico nostrano, dimostrano inequivocabilmente come l'ordine impartito alla scuderia del mainstream sia in fondo uno solo. Nascondere la spazzatura sotto il tappeto ed inebetire il cervello (o quel che ne resta) degli italiani con un chiacchiericcio petulante, commisto ad alte dosi di disinformazione urlata, fino ad ottenere l'effetto cacofonico voluto.
Incontro "live" con Giulietto Chiesa e Massimo Mazzucco sul 9/11.
Fonte Tommix.
(Non spaventatevi per la presenza di Attivissimo. Scompare quasi subito).
Ascoltate soprattutto l'ultimo intervento di Giulietto, a partire da 1h. 02.
Oggi, 11 settembre 2013, pubblichiamo quello che sarà probabilmente il capitolo conclusivo del dibattito sull'11 settembre. Si tratta delle "50 domande ai difensori della versione ufficiale" che compaiono nel film "11 settembre - La Nuova Pearl Harbor".
Perchè dico che sarà il capitolo conclusivo? Perchè la formula delle domande è l'unica che permetta di chiarire in modo definitivo e incontrovertibile se la versione ufficiale stia in piedi o meno.
"Tu sostieni che la versione ufficiale sta in piedi? Benissimo, allora spiegami questo, questo e quest'altro." E' il modo più semplice e diretto per evitare i mille trabocchetti dialettici ai quali i debunkers ricorrono ormai abitualmente da anni, pur di evitare di affrontare la realtà dei fatti.
Come vedrete infatti, non ci sarà un solo debunker che proverà ad affrontare con onestà le 50 domande proposte. Si attaccheranno a tutto pur di non farlo. Nella maggior parte dei casi, cercheranno di invalidare la domanda a monte, negandone in qualche modo la premessa, perchè questo è l'unico modo che gli rimane per restare a galla.
Se la domanda inizia con "Visto che per avere un crollo simmetrico è necessario rimuovere l'intera struttura di supporto..." ...
Con gli amici di ReOpen stiamo facendo anche la versione francese del film. Questa è la prima parte (le altre seguiranno al più presto):
Ne approfitto per pubblicare una intervista che mi ha fatto ReOpen911, che comparirà anche sul loro sito. Sono argomenti che ci interessano tutti nella stessa misura.
D: Vuole presentarsi, per favore?
R: Mi chiamo Massimo Mazzucco, faccio il regista e lo sceneggiatore. Sono anche il responsabile di un sito italiano di news, luogocomune.net. Questo sito è nato, nel 2004, intorno alla ricerca sull'11 settembre. Poi, con il passare degli anni, i nostri interessi si sono allargati a tutto quello che riguarda le cosiddette "grandi cospirazioni" della storia: dal caso Kennedy a Big Pharma, dall'economia globale alle questioni ambientali.
Io credo che la cosa più importante non sia l'argomento di cui parli, ma il modo in cui ne parli: se usi un approccio analitico, basato esclusivamente su fatti documentabili, ...
di Paul Schreyer
Nell'estate del 2001 ci fu uno confronto - fino ad oggi poco conosciuto - fra Stati Uniti e Arabia Saudita, che getta una nuova luce sull'11 settembre. Ci si domanda quale ruolo abbiano avuto queste tensioni negli eventi di allora, e perché gli attacchi terroristici siano avvenuti proprio all'inizio di settembre.
Fino ad oggi quasi nessuno sapeva che il governo saudita stesse preparandosi ad una svolta radicale nell'estate del 2001. Attraverso canali diplomatici ufficiali il governo americano fu informato che i sauditi intendevano interrompere il coordinamento della propria politica con gli Stati Uniti. Soltanto qualche settimana dopo, gli attentati dell'11 settembre vanificarono questo progetto di allontanamento e di ricerca di una propria indipendenza.
I rapporti estremamente amichevoli fra il principe Bandar bin Sultan, ambasciatore saudita negli Stati Uniti dal 1983 al 2005, e il presidente americano Bush, sono leggendari. Questa amicizia rappresentava anche, in sintesi, i particolari rapporti di affari fra l'Arabia Saudita e gli Stati Uniti, che risalgono alla prima metà del 20º secolo. Detto in soldoni: i sauditi vendono i loro petrolio e reinvestono immediatamente negli Stati Uniti i dollari che hanno incassato, comperando armamenti oppure finanziando grossi progetti di infrastruttura.
Alla fine quindi la maggior parte dei soldi degli Stati Uniti ritorna alle corporation americane. Il cosiddetto "riciclaggio dei petroldollari" è essenziale non solo per l'economia americana, ...
di Piero Cammerinesi
Questa ve la devo proprio raccontare perché è davvero gustosa e poi…chi sa, potrebbe anche tornarci utile.
Dunque ascoltate, c’è un tale, William Woodward, che abita in una tranquilla cittadina – si dice sempre così, prima che succeda qualcosa di grosso e la tranquillità evapori come la nebbia, no? – nello stato della Florida, Titusville.
Bene, il nostro William invece di fare il barbecue d’ordinanza del Labor Day – qui era festa lunedì - o magari schiacciare un pisolino, pensa bene di uscire di casa con la sua bella pistola e di sparare a tre suoi vicini di casa – loro sì stavano facendo l’immancabile barbecue della festa del lavoro - ammazzandone due e ferendo gravemente il terzo.
Beh, direte voi, dov’è la notizia? Negli USA c’è solo un giorno all’anno in cui qualcosa del genere non può capitare: il 30 Febbraio…
Abbiate ancora un po’ di pazienza, adesso ci arriviamo.
Fatta la sua brava strage il nostro William dice candidamente al magistrato che lui l’ha fatto perché questi vicini “lo infastidivano da – sono parole sue - più di un mese”. Addirittura, a suo dire, pare gli avessero persino rubato un rotolo di nastro adesivo. Pazzesco! [...]
Il partito radicale ha lanciato una nuova campagna per fare un referendum sulla depenalizzazione della marijuana. Questo è lo spot che hanno messo in rete. E' uno spot decisamente intelligente, accattivante, capace di colpire direttamente al cuore del problema.
Vediamo di commentare i passaggi più brillanti dello spot, partendo dall'inizio: "Un italiano su tre ha fumato cannabis almeno una volta nella vita - ci dice tutto eccitato il narratore - I consumatori abituali sono oltre 3 milioni. Più o meno come chi segue il calcio allo stadio."
Esordio grandioso, da veri professionisti della comunicazione. Partire con una fallacia ad autoritatem all'inizio dello spot è come partire in folle in una gara di Formula 1, senza benzina e con gli occhi bendati da una sciarpa di lana.
Che cosa vorrebbe dire, "i consumatori abituali sono più o meno come chi segue il calcio allo stadio"? Che siccome sono "tanti", allora "va bene" consumare marijuana? Se è solo per quello, in Italia ci sono 6 milioni di figli di puttana ...