Vogliamo le quote rosa. Per tutti. Basta, ci siamo stufati della discriminazione di genere, ci siamo stufati dello strapotere del maschio. E' ora che l'Italia si decida ad entrare veramente nel terzo millennio, ed uno dei modi migliori per farlo è di stabilire, prima di tutto, una vera parità fra uomo e donna.
Il nostro nuovo primo ministro, Matteo Renzi, ha saputo dare un fulgido esempio di modernizzazione, presentando un governo con 8 ministri uomini e 8 ministri donna, anche se poi il nostro parlamento non ha voluto introdurre le quote rosa nella nuova legge elettorale.
Ma non è solo in politica che vogliamo l'eguaglianza della donna. La vogliamo nel mondo del lavoro, nello sport, nell'arte, insomma in tutto ciò che riguarda la vita di una nazione.
Prendiamo ad esempio i minatori: perchè devono essere tutti maschi i privilegiati che scendono ogni giorno nel ventre della terra a scavare il carbone con le proprie unghie? Per ogni minatore che scende con pala e piccone deve esserci almeno una minatrice che lo accompagna, ...di Massimiliano Paoli “Talvolta i Titani erano considerati figure primitive e selvagge, al limite della crudeltà mostruosa: divinità imperfette che regnavano con la forza, non con la sapienza e la giustizia di Zeus. [...] Alcuni però pensavano che questi antichi dei possedessero una loro giustizia, più mite e modesta rispetto a quella degli olimpi, e in fondo più benevola nei confronti dell'umanità”(1).
Non fatevi ingannare, questa storia ha ben poco di mitologico. Questa storia parla di un passato recente che ancora oggi si fatica a raccontare nella sua sconosciuta interezza (sconosciuta per noi comuni mortali); questo anche grazie alle complicità dell’industria dell’informazione che da sempre si diletta a gestire il teatrino delle pseudo verità occultando, per motivi più o meno leciti, la complessità di certi fenomeni storici in cui i contorni dei personaggi sono chiari ma al tempo stesso enigmatici e sfuggenti, dove le comparse, spesso scambiate per protagonisti (e viceversa), sembrano guidate da un’immortale regia che cambia volto ma non scopo: l’uso del terrore per influenzare le masse. Questa è la storia del “cervello parigino” delle Brigate Rosse, Hyperion. La vulgata comune fa cominciare questa narrazione nel lontano 1968, ...
In fondo ci voleva poco: bastava una bella faccia da culo, arrogante e impunito, per ribaltare quattro cifre e dare a tutti l'impressione di aver risolto un'equazione apparentemente impossibile. Prendo tre miliardi di qua, sette li acchiappo di là, e di colpo ti sbatto in busta paga 1000 euro all'anno in più per i lavoratori.
Anche se poi è tutto da vedere, perchè tagliare 7 miliardi con la spending review è tutta da vedere. Anche la tassazione sulle rendite finanziarie che passa dal 20 al 26% è tutta da vedere, perchè non tiene presenti i possibili contraccolpi che ci saranno nel mondo della finanza.
Ma tant'è, detta così fa colpo, e siccome oggi la politica è fatta più di immagine che di sostanza, la conferenza stampa di Renzi è stata certamente un successo. Come un buon prete di paese, il nostro primo ministro ci ha fatto l'elemosina, ...
Passano le settimane, ma di Michael Schumacher non si sente più parlare. E questo è un pessimo segno. Ormai si comincia a temere che, anche nella migliore delle ipotesi, Michael Schumacher resterà un invalido, semi-paralizzato, incapace di muoversi e di esprimersi in modo normale.
Mentre non possiamo che augurare al campione tedesco una completa guarigione, non possono non venire in mente vicende simili, accadute nella storia recente: Mohammed Alì, l'uomo che gridava al mondo "I am the greatest" dopo aver schiacciato campioni come Simpson, Frazier e Foreman, che si trovò improvvisamente in balia del morbo di Parkinson: tremante ed incerto, faticava a stare in piedi, a muoversi e a parlare.
Un altro caso simile è quello di Christopher Reeve: il perfetto Superman, colui che ha incarnato per anni il supereroe dei fumetti per antonomasia, si è ritrovato di colpo su una sedia a rotelle, paralizzato dal collo in giù, per una stupida caduta da cavallo. Del grande super eroe restava soltanto il ciuffo, mentre il ghigno sicuro del salvatore dell'umanità si era trasformato in una smorfia amara, dalla quale usciva soltanto un flebile rantolo.
E poi ancora: Ambrogio Fogar, un uomo che ha circumnavigato il globo in solitario, ...
di Gennaro Carotenuto
Gli speechwriter inventano belle frasi per i politici: «Mosca è dalla parte sbagliata della Storia» hanno fatto dire all’Obama cool che cerca anche in una crisi potenzialmente bellica come quella della Crimea di esercitare un po’ di soft power. Belle frasi, anche intelligenti, che hanno il difetto di far riflettere su di un mondo nel quale principi per secoli basilari come autodeterminazione e nazionalità sembrano avviarsi alla loro “fine della Storia” senza che sia chiaro come possano essere sostituiti.
Ispira timore e anche repulsione un espansionismo russo che sa per metà di cannoniere e d’impero zarista e per l’altra di paesi fratelli da salvare come nel ’68 a Praga. Ovunque siano le ragioni e i torti, e qualche ragione Mosca ce l’ha, è solo la forza l’argomento che mette in campo. Anche per il Cremlino, non da oggi, il principio nazionale è un verso che si modula secondo convenienza, carezzevole verso i crimei, inumano verso i caucasici sterminati nella sostanziale indifferenza del mondo, che li vede attraverso il prisma falsato della guerra al terrorismo come tutti barbuti.
Viene da dire che magari Obama avesse ragione e che sia solo la Russia ad andare nel verso sbagliato della Storia. Viene da dire che magari fosse tutto così semplice ...
Avendo vissuto per molti anni a Los Angeles (come regista e sceneggiatore), ho partecipato anch'io più di una volta alla cosiddetta "notte degli Oscar". Non parlo della cerimonia ufficiale, quella che avviene al Dolby Theatre, e che viene trasmessa in tutto il mondo; a quella partecipano solo le elites, i top guns, gli intoccabili, quelli che contano davvero, che stanno in cima alla piramide. Io parlo invece di tutto ciò che accade all'esterno di quel teatro, nelle stesse ore della cerimonia, e che coinvolge praticamente tutto il resto del mondo di Hollywood.
Sono infatti decine di migliaia i produttori, i registi, gli attori, gli scenografi, i direttori della fotografia, i compositori, gli sceneggiatori, i costumisti, i tecnici del suono, i truccatori, i musicisti e gli animatori che vengono da ogni parte del mondo, e che compongono quella che è sicuramente la più vasta comunità di creativi di tutto il pianeta. Attorno a questo comunità ruotano a loro volta intere falangi di agenti, di personal manager, di PR, di uffici stampa, di commercialisti, di avvocati e di intrallazzatori di ogni tipo.
Tutta questa gente comincia ad andare in fibrillazione nella settimana che precede la cerimonia degli Oscar, e già verso il giovedì nessuno ti risponde più al telefono. Chiami la tua agente per sapere se ha letto la tua ultima sceneggiatura, e lei ti risponde "Non adesso, my love, domenica ci sono gli Oscar". Come se dovesse organizzarli lei.
Il paradosso infatti è che più questi personaggi sono lontani dai vertici della piramide, più sembrano sentirsi coinvolti personalmente dall'evento imminente. Quella che avviene a Hollywood ogni anno non è soltanto la festa della elite, che sceglie, incensa e premia se stessa, ...
Leggi tutto: Vogliamo le quote rosa