Passano le settimane, ma di Michael Schumacher non si sente più parlare. E questo è un pessimo segno. Ormai si comincia a temere che, anche nella migliore delle ipotesi, Michael Schumacher resterà un invalido, semi-paralizzato, incapace di muoversi e di esprimersi in modo normale.
Mentre non possiamo che augurare al campione tedesco una completa guarigione, non possono non venire in mente vicende simili, accadute nella storia recente: Mohammed Alì, l'uomo che gridava al mondo "I am the greatest" dopo aver schiacciato campioni come Simpson, Frazier e Foreman, che si trovò improvvisamente in balia del morbo di Parkinson: tremante ed incerto, faticava a stare in piedi, a muoversi e a parlare.
Un altro caso simile è quello di Christopher Reeve: il perfetto Superman, colui che ha incarnato per anni il supereroe dei fumetti per antonomasia, si è ritrovato di colpo su una sedia a rotelle, paralizzato dal collo in giù, per una stupida caduta da cavallo. Del grande super eroe restava soltanto il ciuffo, mentre il ghigno sicuro del salvatore dell'umanità si era trasformato in una smorfia amara, dalla quale usciva soltanto un flebile rantolo.
E poi ancora: Ambrogio Fogar, un uomo che ha circumnavigato il globo in solitario, ... ... ed ha attraversato il pack arrivando fino al Polo Nord, si è improvvisamente ritrovato a vegetare su una sedia a rotelle, paralizzato dal collo in giù.
La prima cosa che colpisce, in questi casi, è il divario enorme, apparenemente incolmabile, fra l'uomo di prima e l'uomo di poi. Ciascuno di loro è stato costretto, dal proprio destino, ad imparare sulla propria pelle quanto siano effimeri la gloria ed il successo.
Dopo essere stato colpito dal Parkinson, Mohammed Alì ha detto: "E' stato Allah che ha voluto insegnarmi una lezione: ero troppo presuntuoso, cieco e stupido. Ora ho imparato cosa significa l'umiltà."
Ma forse c'è anche qualcosa di più, nell'improvvisa caduta nel baratro di questo personaggi apparentemente invincibili, poichè essi hanno rappresentato anche, durante la loro vita, il successo e la gloria nell'immaginario collettivo. Costoro sono cioè diventati delle figure "mitologiche" della nostra società, e forse la loro impensabile caduta serve anche da lezione per l'intera umanità.
Forse addirittura - almeno per chi crede alla reincarnazione - queste sono anime che hanno deciso di sacrificarsi, per venire ad insegnare al mondo, attraverso il loro destino amaro, il significato dell'umiltà.
In un caso come nell'altro, un fatto resta di certo: ogni Mito esiste soltanto per essere adottato, vissuto, distrutto e poi superato. Grazie anche alle vicende sfortunate di personaggi come questi.
Massimo Mazzucco