Vogliamo le quote rosa. Per tutti. Basta, ci siamo stufati della discriminazione di genere, ci siamo stufati dello strapotere del maschio. E' ora che l'Italia si decida ad entrare veramente nel terzo millennio, ed uno dei modi migliori per farlo è di stabilire, prima di tutto, una vera parità fra uomo e donna.
Il nostro nuovo primo ministro, Matteo Renzi, ha saputo dare un fulgido esempio di modernizzazione, presentando un governo con 8 ministri uomini e 8 ministri donna, anche se poi il nostro parlamento non ha voluto introdurre le quote rosa nella nuova legge elettorale.
Ma non è solo in politica che vogliamo l'eguaglianza della donna. La vogliamo nel mondo del lavoro, nello sport, nell'arte, insomma in tutto ciò che riguarda la vita di una nazione.
Prendiamo ad esempio i minatori: perchè devono essere tutti maschi i privilegiati che scendono ogni giorno nel ventre della terra a scavare il carbone con le proprie unghie? Per ogni minatore che scende con pala e piccone deve esserci almeno una minatrice che lo accompagna, ... ... una minatrice che suda e bestemmia accanto a lui mentre spingono insieme i carrelli pieni di carbone.
E poi, vogliamo le quote rosa nello sport. Invece di mantenere la scandalosa segregazione fra calcio maschile e calcio femminile, vogliamo che da oggi ogni squadra di calcio allinei rigorosamente cinque uomini e cinque donne in campo. E siccome il calcio si gioca in undici, in porta ci deve essere un transessuale, così non si fa torto a nessuno. A loro volta, ad ogni allenatore maschio dovrà alternarsi, di domenica in domenica, un allenatore femmina. (Casomai a urlare "Era rigore porcozzio" glielo insegnamo noi).
Idem per l'automobilismo: ogni squadra di Formula 1 deve avere un pilota maschio ed un pilota femmina: se la Mercedes vuole tenersi Hamilton, il posto di Rosberg deve andare ad una donna. Se Alonso vuole restare in Ferrari, Raikkonen deve cedere il posto a sua sorella. (Poi casomai ci saranno i meccanici ad aiutarle a parcheggiare, quando rientrano ai box).
Stessa cosa anche nell'arte: per ogni galleria dedicata ad un pittore uomo deve essercene una dedicata ad una pittrice (se le donne non sanno dipingere non importa, diremo che la loro è "arte moderna"). Idem per la musica: per ogni concerto di Mozart ci dovrà essere un concerto scritto da una donna. (E se le donne non sanno comporre non è un problema, diremo che la loro è "musica dodecafonica").
E poi via, fino a raggiungere tutti i rami della società: per ogni ciabattino uomo vogliamo un ciabattino donna, per ogni orologiaio uomo vogliamo un orologiaio donna, per ogni tramviere uomo vogliamo un tramviere donna, per ogni bagarino uomo vogliamo un bagarino donna.
Mi raccomando, mettiamo le quote rosa dappertutto, imponendole per legge, ma evitiamo rigorosamente di metterle nell'unico posto che conta, ovvero sugli scalini più alti della nostra cultura nazionale. Imponiamo la presenza della donna dappertutto, ma evitiamo in tutti i modi che la donna assuma realmente il rispetto che meriterebbe in una società moderna e progredita: altrimenti si rischia davvero di fare un balzo in avanti, e ciò non sarebbe congeniale al mantenimento dello status quo.
Massimo Mazzucco