di Paolo De Gregorio
Sento sempre abbaiare sul ruolo dell’Europa, in termini che ricordano più rozze tifoserie piuttosto che una analisi seria, impermeabile sia agli schieramenti che alle convenienze politiche.
Una cosa è certa, la crisi strutturale dell’Italia è maturata all’interno dell’Europa, dell’Euro, della globalizzazione, della WTO, ed è una crisi da cui non si vede una via d’uscita: aumenta il nostro debito che ci costa 90 miliardi di euro l’anno di interessi, aumenta la disoccupazione, aumentano le vendite all’estero dei pezzi pregiati dell’economia e del made in Italy, aumentano gli imprenditori che delocalizzano dove pagano meno tasse e meno salari, per cui mi sembrano folli tutti coloro che fanno professione di ottimismo e vedono luce in fondo al tunnel. Mi fanno pure una sgradevole impressione quelli che urlano che basterebbe uscire dall’Europa e dall’Euro per sistemare ogni cosa.
Una cosa su cui tutti potremmo convenire è che gli Stati Uniti d’Europa non sono mai nati, per volontà di USA, Regno Unito e Israele, ...
Mauro Biglino ha ricevuto questa lettera di minaccia.
(Non ho avuto tempo di verificare, ma presumo che sia vera).
Grazie ai diversi utenti che me l'hanno segnalata.
M.M.
Come la storia degli ultimi decenni ci ha insegnato, i "grandi attentati" portano con sé quasi sempre dei livelli multipli di lettura, oltre a quello, primario, della destabilizzazione.
Questo meccanismo poteva non essere del tutto chiaro nel lontano dicembre 1969, quando esplose a Milano la bomba di Piazza Fontana. Riascoltando però le rievocazioni storiche di quel giorno, qualcosa di curioso salta all'occhio: quel giorno non fu una, ma furono ben tre le banche prese di mira dagli attentati.
Non solo ci fu un'esplosione alla Banca dell'Agricoltura di Milano (quella che causò 13 morti e dozzine di feriti), ma ve ne fu anche una alla Banca Nazionale del Lavoro di Roma (che fortunatamente causò solo feriti, ma nessun morto). La polizia inoltre trovò otto kilogrammi di esplosivo piazzati in una terza banca di Milano, la banca Commerciale, che furono disinnescati dagli artificieri prima che esplodessero.
Una banca può essere una scelta a caso, due possono essere una coincidenza, ...
Video n. 2.
Lettera aperta a Leonardo Gallitelli, Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Alessandro Pansa, capo della Polizia di Stato e Claudio Graziano, Capo di stato maggiore dell'Esercito italiano.
"Mi rivolgo a voi che avete la responsabilità della sicurezza del Paese. Questo è un appello per l'Italia. Il momento storico che stiamo vivendo è molto pericoloso. Le istituzioni sono delegittimate. La legge elettorale è stata considerata incostituzionale. Parlamento, Governo e Presidente della Repubblica stanno svolgendo arbitrariamente le loro funzioni. E' indifferente che qualche costituzionalista, qualche giornalista, qualche politico affermi il contrario, questi sono i fatti, questo è il comune sentire della nazione.
I partiti sono anch'essi delegittimati dai continui scandali, dalla trattativa Stato - mafia, dalla contiguità di alcuni loro membri con la criminalità organizzata, ...
13/14 Dicembre - Vittorio Veneto
Collegio Dante - via N. Tommaseo 10 - Vittorio Veneto (Loc. Serravalle)
13 Dicembre - h. 20.30: Conferenza di Massimo Mazzucco "Le Grandi Menzogne della Storia". Introduzione di Tom Bosco.
14 Dicembre - h. 09.30: Proiezione del film "11 settembre - La Nuova Pearl Harbor". Segue incontro con il regista e con Tom Bosco.
Organizzazione: Francesca Salvador - www.salusbellatrix.it
Cliccare sull'immagine per scaricare la locandina.
Mentre i giornalisti di mezzo mondo continuano a ripetere come un mantra l'eulogia - ormai già stereotipata - di Nelson Mandela, ben pochi ricordano un evento che ebbe luogo in Sud Africa oltre quarant'anni fa: la visita, inattesa ed improvvisata, di Robert Kennedy.
Nonostante nel 1966 Robert Kennedy fosse un senatore degli Stati Uniti, era stato invitato in Sud Africa dall'Università di Cape Town in forma privata. Ai governanti di allora infatti interessava poco un senatore americano che aveva lottato apertamente, nel proprio paese, per i diritti civili. Ma Kennedy riuscì comunque a trasformare questo suo viaggio privato in un evento politico di grande importanza.
Erano gli anni più bui dell'apartheid, un periodo nel quale la repressione da parte dei bianchi aveva raggiunto le massime vette, con rastrellamenti sistematici, arresti di massa ed esecuzioni sommarie.
Nelson Mandela era uno dei giovani leader neri finiti in prigione, ed era stato condannato all'ergastolo. Quasi nessuno sapeva chi fosse, e Mandela era destinato a finire i suoi giorni nell'oblio della storia.
Ma c'era già qualcuno, venuto da lontano, che aveva saputo dare voce a quella che sarebbe in seguito diventata l'anima del movimento che avrebbe portato alla definitiva cancellazione dell'apartheid.
In Sud Africa Robert Kennedy tenne cinque discorsi, in cinque università diverse, sempre davanti ad un pubblico fatto esclusivamente di bianchi. Quella che segue è una sintesi di due dei cinque discorsi: il primo, tenuto a Cape Town, e l'ultimo, tenuto due giorni dopo a Johannesburg. Questo video ritrae l'introduzione di Kennedy al suo primo discorso (vedi testo a seguire).
Dal discorso di Cape Town, 6 giugno 1966
Sono qui, questa sera, a causa del profondo interesse ed affetto che provo per una terra che fu colonizzata dagli olandesi a metà del 17º secolo, che fu poi presa in mano dai britannici, e che divenne finalmente indipendente. [...]
Che cosa sia un troll lo sappiamo tutti. Ma che esistano migliaia di persone - soprattutto ragazzini - che utilizzano la rete per trollare contro se stessi, è già qualcosa di più difficile da immaginare.
In altre parole, sembra che moltissimi teenager passino il tempo a creare molteplici profili on-line, da utilizzare poi per attaccare ed insultare se stessi.
Saremmo cioè di fronte ad una vera e propria forma di autolesionismo cibernetico, che in inglese è stata appunto definita "self-trolling", ovvero "trollaggio di se stessi".
Da una ricerca svolta dal Massachusetts Aggression Reduction Centre (MARC), risulta che su 617 studenti intervistati, i 9% abbia attaccato se stesso in rete, in modo anonimo. Ma sembra che la percentuale sia molto più alta, visto che per un teenager è fortemente umiliante arrivare ad ammettere di avere pubblicato post offensivi e aggressivi contro se stesso.
Esiste un sito inglese, chiamato Selfharm, sul quale i teenagers raccontano le proprie storie di self-trolling, nel tentativo di porre fine a questa pratica autolesionistica. Una di loro racconta: "I messaggi postati mi accusavano di essere brutta, di essere inutile, di non essere amata ...
Quando ci troviamo di fronte ad un amico, ritrovato magari tramite Facebook, che non vedevamo fin dai tempi dell'infanzia, fatichiamo a riconoscere le sue fattezze fisiche. Cerchiamo, nell'immagine del volto di oggi, l'amico che conoscevamo ieri. Più in fretta riusciremo a riconoscere in lui le fattezze giovanili, più a nostro agio ci ritroveremo nel tornare a relazionarci con lui. Nel momento in cui "vediamo" nel volto che ci sta di fronte l'amico d'infanzia, ci sembrerà di avere di fronte la stessa persona, e quindi ci sentiremo nuovamente a nostro agio con lui. Viceversa, se il volto sarà cambiato a tal punto da faticare a riconoscerlo, ci sentiremo a disagio e faremo una certa fatica a comportarci con lui come se fosse il nostro amico di gioventù.
Quando ci spostiamo a vivere da una città all'altra, non abbiamo nessuna familiarità con i luoghi che circondano la nostra nuova casa. Avremo sempre sotto casa una farmacia, un tabaccaio ed un negozio di alimentari, ma il fatto che questi non siano i negozi originali a cui eravamo abituati ci rende più difficile relazionarci con il nuovo ambiente. Se avremo trovato una farmacia, un tabaccaio ed un negozio di alimentari che assomigliano da vicino a quelli della nostra città d'origine, ...
Il 29 novembre di 66 anni fa l'ONU decretava ufficialmentre la nascita dello stato di Israele.
Ma quella del 1947 è realmente l'unica decisione delle Nazioni Unite che Israele abbia mai rispettato. Da allora tutte le risoluzioni ONU che imponevano ad Israele di restituire ai palestinesi le terre che man mano andava conquistando sono sempre state ignorate, con la protezione vergognosamente palese degli Stati Uniti, e con l'altrettanto vergognosa complicità silenziosa di tutte le maggiori nazioni europee.
Oggi ai palestinesi non resta che qualche straccio di terra qui e là, mentre sono obbligati a vivere come prigionieri in casa propria. Eppure John Kennedy le cose giuste le aveva dette...
... ma sembra chiaro ormai che certi discorsi - e certi diritti - valgano per alcuni popoli, ma non per altri.