Che cosa sia un troll lo sappiamo tutti. Ma che esistano migliaia di persone - soprattutto ragazzini - che utilizzano la rete per trollare contro se stessi, è già qualcosa di più difficile da immaginare.
In altre parole, sembra che moltissimi teenager passino il tempo a creare molteplici profili on-line, da utilizzare poi per attaccare ed insultare se stessi.
Saremmo cioè di fronte ad una vera e propria forma di autolesionismo cibernetico, che in inglese è stata appunto definita "self-trolling", ovvero "trollaggio di se stessi".
Da una
ricerca svolta dal Massachusetts Aggression Reduction Centre (MARC), risulta che su 617 studenti intervistati, i 9% abbia attaccato se stesso in rete, in modo anonimo. Ma sembra che la percentuale sia molto più alta, visto che per un teenager è fortemente umiliante arrivare ad ammettere di avere pubblicato post offensivi e aggressivi contro se stesso.
Esiste un sito inglese, chiamato
Selfharm, sul quale i teenagers raccontano le proprie storie di self-trolling, nel tentativo di porre fine a questa pratica autolesionistica. Una di loro racconta: "I messaggi postati mi accusavano di essere brutta, di essere inutile, di non essere amata ... ...tutte quelle cose che mi ronzavano per la testa. Vedendole scritte nero su bianco, come se arrivassero da "altre persone", ho sentito che queste cose dovevano essere vere."
In certi casi poi le situazioni si complicano e diventano addirittura paradossali: ad esempio, può avvenire che gli amici della persona che subisce l'attacco intervengano in sua difesa, e che la stessa persona - tramite gli alter-ego che ha creato - aggredisca a sua volta i propri amici, con la stessa violenza con cui ha aggredito se stessa.
Secondo i responsabili della Selfharm, alla base di questo nuovo fenomeno si ritrova lo stesso problema che sta alla radice del più classico autolesionismo di tipo fisico: un urlo interiore, una richiesta di aiuto, una mano tesa verso un mondo che ci appare - specialmente a quell'età - distante, freddo ed ostile.
Naturalmente questa nuova realtà del self-trolling ha dato fiato a chi tende a mettere sotto accusa "le nuove tecnologie", come se fosse la rete il vero responsabile del problema.
In realtà è cambiata soltanto la forma, ma il problema è sempre lo stesso: l'insicurezza dell'individuo in una società che tende a favorire sempre di più gli aspetti dell'efficienza e della produttività collettiva, a chiaro discapito della sua entità fondamentale, ovvero l'essere umano.
Massimo Mazzucco
Fonte
BBC