Non ho potuto vedere la puntata di “Annozero” dedicata a Beppe Grillo, ma conoscendo i personaggi in questione, e leggendone le prime eco sulla stampa nazionale, non è difficile immaginare i termini in cui si debba essere svolta.
Petruccioli si dice indignato per gli ”insulti inconcepibili e privi di qualunque giustificazione al Presidente della Repubblica, oltreché ad una personalità universalmente stimata come il Professor Umberto Veronesi”. (Con questa sua lampante fallacia ad autoritatem, sembra quasi che Petruccioli suggerisca che una persona meno stimata si possa tranquillamente offendere in televisione).
Ma l’accusa di fondo di Petruccioli verso Santoro è la seguente: “A nessuno, quindi neppure a Michele Santoro, è consentito confondere la libertà del giornalista e la responsabilità del conduttore con l'appalto, di fatto, della Tv Pubblica a Terzi che ne fanno un uso arbitrario e indecente".
Santoro risponde dicendo di “aver fatto il proprio dovere", e ricorda a tutti che “la RAI appartiene al pubblico e non ai partiti e la libertà d'espressione é tutelata dalla Costituzione Repubblicana". (ANSA)
A mio parere, sbagliano ambedue.
Sbaglia Petruccioli nell’accusare Santoro di aver appaltato lo spazio pubblico a “terzi” che ne farebbero “un uso indecente”, in quanto sembra insinuare che Santoro non sappia “reprimere preventivamente” certi contenuti particolarmente scomodi, ...
di C. Andrea Eremita
Dalla sua casa di Basilea, dopo 102 anni di controversa permanenza sul pianeta, ha preso il volo nei giorni scorsi l’anima di un bambino difficile: Albert Hofmann, lo scopritore dell’LSD. Quello che evoca questo nome è tanto, molto, fin troppo, ed è inutile cercare di organizzare in poche righe un discorso completo e compiuto. Meglio procedere per associazioni ed impressioni.
Naturalmente, la prima espressione che viene in mente è Lucy in the Sky with Diamonds, e quindi Huxley, il termine “psichedelico”, The Doors, Greatful Dead, Woodstock, shamanismo, Castaneda, Vietnam, pacifismo, contestazione, ‘68... Se oggi leggiamo e capiamo Frityof Capra, se ci viene spontaneo intuire la fisica dei quanti senza essere laureati in fisica nucleare, se con naturalezza ci sentiamo vicini allo spirito del Dalai Lama e se i nostri figli si impasticcano di MDMA, è anche grazie all’irruzione di questa sostanza nel preciso e ordinato mondo della chimica occidentale.
Naturalmente non si può ricondurre tutto all’LSD e a questo distinto signore svizzero di professione chimico, ma la sua comparsa all’orizzonte avvenne nel particolare momento – gli anni cinquanta - in cui la cultura occidentale, dopo la disastrosa seconda guerra mondiale, correva il grave rischio di assopirsi nell’idea che il benessere materiale e il progresso tecnico/scientifico fossero le chiavi fondamentali della felicità umana.
Si sentiva chiaramente il bisogno di una scossa collettiva, che offrisse un’alternativa radicale all’inarrestabile invasione del nostro mondo da parte di frigoriferi, radio a transistor, televisori, lavabiancheria e naturalmente cibo e salute.
Non era la prima volta che accadeva un fatto del genere. Il Cristianesimo – inteso come rivoluzione ideologica - non irruppe nella civiltà romana in un momento di crisi, ma quando, in epoca repubblicana, essa aveva raggiunto il picco del suo sviluppo, e godeva di un periodo di relativa pace.
Lo stesso è accaduto con l’LSD, che ha fatto la sua comparsa e si è diffuso in un momento positivo, caratterizzato dalla crescita e da un indissolubile ottimismo.
Iniziò tutto per caso. Era il 1943 e Albert Hofmann stava diligentemente lavorando nei laboratori della Sandoz, quando una goccia dell’acido lisergico che aveva sintetizzato ...
di Marco Montanari *
Le scienze sociali si prestano purtroppo alla ciarlataneria molto più delle scienze esatte. Funziona così: un committente, di solito potente e ben fornito di soldi, assume lo scienziato sociale di turno perché costruisca una teoria che torni in qualche modo a proprio vantaggio. Così è nata, ad esempio, la teoria economica della scuola di Chicago, la quale era stata incaricata - per ammissione di alcuni membri stessi - di inventare una teoria che sostenesse la necessità di tagliare le tasse ai ricchi e non ai poveri. Milton Friedman ci riuscì, e vinse il Premio Nobel.
Una cosa molto simile è accaduta nel campo della politologia: committenti molto potenti, e ben forniti di soldi, hanno chiesto allo scienziato sociale di turno di dimostrare che solo i moderati possono vincere le elezioni. Purtroppo il Nobel per la politologia non esiste, ma la teoria che ne è uscita forse lo avrebbe meritato: il sistema politico – diceva questa teoria - è come una strada che attraversa la città, e le forze politiche sono i negozi che stanno su quella strada. Venderà di più chi aprirà il negozio vicino al centro, perché sarà mediamente più vicino alla maggioranza dei cittadini. La diffusa credenza che “le elezioni si vincano al centro” – da cui la necessità di conquistare i voti moderati - nasce tutta da questa sconcertante favoletta.
Ma un conto è essere potenti, ricchi e moderati, un altro è rappresentare gli interessi di chi non è né ricco, né potente, né moderato. I primi si fanno scudo di tale favoletta per delegittimare i propri avversari, mentre i secondi, se commettono l'errore di credervi, sono spacciati.
L'osservazione empirica, vero e solo metodo scientifico, ci racconta infatti una storia ben diversa: le elezioni le ha sempre e soltanto vinte ...
di Marco Cedolin
Report condotto su Rai 3 da Milena Gabanelli è una di quelle rarissime trasmissioni grazie alle quali ci si può ancora illudere che abbia un senso tenere in casa la TV. Inchieste ficcanti, documentate e precise, nessuna soggezione verso i grandi poteri, enorme capacità di sintesi, estrema linearità di linguaggio, hanno fatto negli anni di Report uno dei più fulgidi esempi di reale giornalismo d’informazione.
Forse proprio per queste ragioni l’ultima puntata della trasmissione, andata in onda domenica 27 aprile, è parsa stonata nel suo incedere spesso equivoco, nella mancanza di obiettività, nella disarmante scarsità di dati oggettivi che potessero suffragare alcuni parallelismi sconcertanti portati avanti con ostinazione nel corso del programma.
Report di domenica ha esordito presentando un’interessante e documentata indagine avente per oggetto gli aeroporti italiani e l’enorme quantità di progetti concernenti il loro ampliamento attualmente in fase di proposizione. Ha messo in evidenza le pesanti conseguenze, sia dal punto di vista economico che da quello ambientale, ...
Una discussione attualmente in corso nei nostri forum ha riportato alla ribalta la questione dei viaggi lunari, purtroppo nella classica impostazione “debunkers contro complottisti”. Il "purtroppo" verrà spiegato nel corso dell'articolo stesso.
Ma l’intenzione non è di replicare qui i termini tecnici del dibattito (i forum lunari bastano e avanzano, in quel senso), quanto di proporre una riflessione più ampia sulla questione “moonhoax” in genere.
Se – e quel “se” rimane valido per l’intero articolo – è vero che i viaggi lunari non avvennero mai, questo comporta infatti una serie di questioni di ordine civile e morale che rendono il problema molto più importante di una semplice diatriba fra due fazioni avverse.
Facciamo prima una importante premessa. Come tutti bene o male riusciamo a intuire, man mano che ci si avvicina ai più alti livelli di potere, soprattutto negli USA, la linea fra ciò che è legale e ciò che non lo è diventa sempre più sottile. Dovrebbe essere l’esatto contrario, ovviamente: ai massimi livelli istituzionali, soprattutto nei paesi democratici, ci si aspetterebbe il massimo rigore etico e morale, ma purtroppo sappiamo che non è così.
Non solo il potere e la tentazione di abusarne viaggiano sempre di pari passo, ma con essi cresce anche la possibilità di corrompere proprio quegli organi istituzionali ...
Mentre la sinistra italiana si ritrova a leccarsi le ferite, dopo una batosta che nemmeno gli avversari avevano probabilmente immaginato, i democratici americani rischiano addirittura di passare alla storia per essere l’unico partito al mondo che riesce a regalare ai propri avversari tre vittorie consecutive, senza che costoro ne abbiano meritato mezza.
Già nelle presidenziali del 2000 pareva impossibile che Al Gore, che ereditava otto anni trionfali da parte di Bill Clinton, potesse perdere contro chiunque, e gli stessi repubblicani riconoscevano, all’inizio della stagione elettorale, di non avere la minima idea di come fare per scalfire l’enorme vantaggio di cui godeva il vice-presidente uscente nei sondaggi nazionali.
Ci pensò lo stesso Al Gore a rovinare tutto, proponendosi come una specie di ridicolo “superman“, vanitoso e arrogante, che permise a George Bush di giocarsi la carta dell’uomo qualunque - non che la cosa gli riesca particolarmente difficile, sia chiaro – conquistandosi così la simpatia del famoso “grande centro“ degli indecisi.
Vero è che la vittoria di Bush fu rubata con mille trucchi e mille inganni, ma rimane una sostanziale responsabilità da parte di Al Gore ...
Ormai l’Italia è spaccata in due, e la doppia “liberazione” che molti ieri hanno incontrato nelle nostre piazze lo ha ben rappresentato.
Da una parte abbiamo un’Italia - purtroppo minoritaria - che è andata “oltre“. E’ gente che, grazie alla libera informazione della rete, e all’uso indipendente del proprio cervello, ha potuto superare in qualche modo la falsa dicotomia destra-sinistra che per cinquant’anni ha tenuto banco nel nostro paese, e si è resa conto che quello politico non è che un gioco fra potenti, giocato sulla pelle e sul sudore dei cittadini. Di tutti i cittadini.
Dall’altra c’è un’ Italia - purtroppo maggioritaria - che è ancora sottomessa al gioco della finta politica e che, in buona fede o meno, continua ad alimentarlo proprio nel momento in cui si illude, votando, di riuscire a condizionarlo.
A costoro bisognerebbe mostrare per milioni di volte – come al protagonista di Arancia Meccanica - Gasparri e Riotta che dicono sprezzanti al rappresentante dei grillini: “Voi comunisti avete perso, tacete e portate a casa”, come nel video che mostriamo in coda.
Non esiste prova più lampante dell’arido disegno di spartizione di potere che non sentir dire al vincitore “avete perso stronzi ora tacete”. Questo era il senso - nemmeno tanto velato – di quelle frasi, nelle quali dovrebbe leggersi quanto poco sia l’interesse di queste persone nel portare un qualunque miglioramento al nostro paese, ...
(La clip video è tratta da www.grilliromani.it)
Passeggiavo. Con una giornata così bella, sarebbe stato un peccato prendere un mezzo a motore. In fondo sono solo 40 minuti di camminata da casa mia fino in Piazza San Carlo.
Oggi è festa anche per me che lavoro tutti i giorni della settimana. Io che corro sempre ...
di Marco Cedolin
La morte sul lavoro di Angelo Galante, portiere 51enne di uno stabile romano, precipitato sul marciapiede da un’altezza di oltre 30 metri mentre stava procedendo alla pulizia dei vetri, e rimasto alcuni minuti riverso sul selciato con il cranio fracassato e lo straccio ancora stretto fra le mani, ha “fatto notizia” non tanto per la tragica dinamica dell’accaduto, quanto per il raccapricciante e surreale racconto di un gioielliere che dalla vetrina del suo negozio ha assistito alla tragedia.
Per alcuni minuti, mentre il gioielliere Paolo che conosceva bene la vittima tentava disperatamente di prestarle soccorso, la maggior parte dei passanti ha continuato a camminare frettolosamente come se nulla fosse accaduto ed alcune persone hanno scavalcato con noncuranza il corpo esanime senza mostrare alcuna attenzione per il poveretto, né palesare la minima emozione.
Racconti di questo tipo, fino a qualche tempo fa relegati nel novero delle leggende metropolitane concernenti le metropoli statunitensi, sempre più spesso stanno diventando parte di una cruda realtà anche nella schizofrenica cacofonia delle nostre città, dove la “massa” dei passanti inebetiti, sempre più schiava dell’ipercinetismo, ...
In America cominciano ad accorgersi che qualcosa deve essere andato storto, fra l’11 settembre del 2001 ed oggi. E naturalmente è il New York Times, punto fisso di riferimento di qualunque altro giornale al mondo, a guidare questa crociata di “risveglio” collettivo.
Al centro dell’attenzione, come molti già sanno, lo “scoop del secolo” di David Barstow, apparso sul NYT del 20 Aprile scorso, nel quale il giornalista americano rivelava al mondo quello che nessuno avrebbe mai osato sospettare prima di oggi: il Pentagono aveva allenato una squadra di “opinionisti militari” – pescandoli naturalmente nel laghetto dietro casa dei pensionati a 5 stelle – per influenzare i media nazionali sull’andamento della guerra in Iraq.
Roba da restare sbalorditi. Il Pentagono che decide addiritura di mentire al mondo, pur di portare avanti la propria strategia di conquista militare! (Strategia che nessuno conosce, fra l’altro, visto che sta stampata nero su bianco su un documento del PNAC del tutto anonimo e insignificante, intitolato semplicemente “La creazione di una futura forza dominante”).
Che sarebbe come stupirsi che Hitler vuole conquistare il mondo, dopo che Mein Kampf te lo trovi ormai anche in omaggio nel fustino del Dixan.
Ma tant’è: l’ipocrisia americana prevede anche questo rituale, nel complesso meccanismo “a pendolo”, che porta prima a calpestare i diritti del mondo per farsi i propri porci comodi, e poi a lavarsene vigorosamente le mani, come se tutto il male che è stato fatto fosse opera di perfetti sconosciuti. Lo hanno fatto con Norimberga, e non si vede perchè non debbano farlo anche con il Medio Oriente.
Eccoci quindi alla fase della “sorprendente e dolorosa scoperta del peccato”, con il dito che va comodamente a puntare su una persona - Donald Rumsfeld – che ormai ha dato le dimissioni da quasi un anno.
Naturalmente, dove fossero tutti i giornalisti del “migliore quotidiano del mondo”, mentre i cattivi generali ci mentivano dagli schermi dei telegiornali, ...
Nel totale silenzio mediatico, l’ex-presidente Jimmy Carter continua il suo paziente lavoro di intermediario ai massimi livelli per cercare di risolvere i più gravi problemi del mondo.
L’anno scorso era stato a Cuba, e aveva finito per rinfacciare agli americani buona parte delle colpe per uno stallo economico-diplomatico che dura da ormai 50 anni, e del quale hanno sofferto soprattutto gli stessi cittadini cubani.
Comprensibile quindi lo “scarso interesse” dimostato dai media mondiali per il lavoro di quest’uomo – un vero gigante, che un giorno la Storia riconoscerà come tale - che sa prediligere la verità agli interessi nazionali.
Ma questa volta Carter l’ha combinata ancora più grossa. Parlando del più e del meno con i siriani, ha scoperto che Hamas è disposta ad accettare i confini del ’67, ed è disposta soprattutto a riconoscere ed accettare Israele come stato confinante. Hamas vuole solo che le condizioni, che verranno messe a punto dal PM israeliano e dal presidente palestinese, vengano poi sottoposte all’approvazione degli stessi palestinesi.
Pare però, a sentire Carter, che il problema nasca dal fatto che Israele e Stati Uniti ...
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