Non ho potuto vedere la puntata di “Annozero” dedicata a Beppe Grillo, ma conoscendo i personaggi in questione, e leggendone le prime eco sulla stampa nazionale, non è difficile immaginare i termini in cui si debba essere svolta.
Petruccioli si dice indignato per gli ”insulti inconcepibili e privi di qualunque giustificazione al Presidente della Repubblica, oltreché ad una personalità universalmente stimata come il Professor Umberto Veronesi”. (Con questa sua lampante fallacia ad autoritatem, sembra quasi che Petruccioli suggerisca che una persona meno stimata si possa tranquillamente offendere in televisione).
Ma l’accusa di fondo di Petruccioli verso Santoro è la seguente: “A nessuno, quindi neppure a Michele Santoro, è consentito confondere la libertà del giornalista e la responsabilità del conduttore con l'appalto, di fatto, della Tv Pubblica a Terzi che ne fanno un uso arbitrario e indecente".
Santoro risponde dicendo di “aver fatto il proprio dovere", e ricorda a tutti che “la RAI appartiene al pubblico e non ai partiti e la libertà d'espressione é tutelata dalla Costituzione Repubblicana". (
ANSA)
A mio parere, sbagliano ambedue.
Sbaglia Petruccioli nell’accusare Santoro di aver appaltato lo spazio pubblico a “terzi” che ne farebbero “un uso indecente”, in quanto sembra insinuare che Santoro non sappia “reprimere preventivamente” certi contenuti particolarmente scomodi, ... ... oppure – peggio ancora – che non sappia valutare la portata nè assumersi le responsabilità per tali contenuti.
La frase di Petruccioli inoltre rivela un malcelato desiderio di far passare Grillo come un “pirata” del nostro spazio televisivo, mentre il comico genovese è un comune cittadino che dovrebbe avervi diritto di accesso come tutti gli altri.
Santoro infine è un giornalista dal passato noto e chiaro a tutti, e nel momento in cui gli si affida uno spazio come “Annozero” gli si concede implicitamente di gestirlo secondo i criteri che lo hanno sempre contraddistinto in questa professione.
Sbaglia a sua volta Santoro nell’assumere una posizione difensiva, con la quale sembra riconoscere una validità all’accusa, mentre lo obbliga addirittura ad invocare la Costituzione e il diritto di espressione.
Sarebbe stato sufficientre per Santoro ricordare a Petruccioli che l’argomento della puntata era Beppe Grillo, e nel momento in cui la RAi ha approvato quella puntata non può poi fingersi scandalizzata per quello che dice il comico genovese, a meno di riconoscere o di essere ipocrita, oppure male informata.
Sarebbe come autorizzare un servizio sulla prostituzione, e poi lamentarsi perchè si parla di malattie veneree e di preservativi.
La faccenda infatti è molto semplice: le frasi “inconcepibili” di Beppe Grillo sono stato pronunciate su una pubblica piazza, nell’ambito di un evento regolarmente autorizzato dalle autorità competenti. Se quindi Grillo ha potuto pronunciarle a Torino, non si comprende perchè la RAI non possa riprenderle e diffonderle in tutta Italia.
Sbagliano infine tutti coloro che si faranno travolgere da questa ennesima falsa polemica, il cui vero scopo è chiaramente quello di evitare di parlare dei gravi problemi sollevati dal fenomeno Beppe Grillo.
Massimo Mazzucco
(L'articolo è stato modificato rispetto alla pubblicazione originale).