di Marco Cedolin
Mercoledì sera intorno alle 23 sono stato carezzato dall’insana idea di spegnere il computer ed accendere la TV per introdurmi di soppiatto (almeno così credevo) nel salotto chic di Rai uno dove Bruno Vespa aveva invitato, fra gli ospiti di una serata in tema elettorale, due candidati che conosco personalmente. L’ultima volta che ho votato erano da poco finiti gli anni del liceo e la mia tessera elettorale resterà ancora a lungo ad impolverarsi in qualche recondito andito, perlomeno fino a quando votare significherà legittimare questa dittatura travestita che è la democrazia rappresentativa, però confesso che la presenza nel “salottino buono” di Stefano Montanari e Renzo Rabellino m’incuriosiva e stimolava la mia fantasia.
Montanari, direttore scientifico del laboratorio di nanodiagnostica di Modena, è un medico “tutto di un pezzo” grande esperto nel campo delle nanoparticelle e figura di riferimento per chiunque (come me) abbia avuto occasione di scrivere libri che trattano di rifiuti ed inceneritori. E’ entrato in politica solo qualche settimana fa ma ho letto attentamente il programma del suo partito, basato su una critica molto articolata al sistema delle grandi opere. Come potrei privarmi della soddisfazione di vedere Montanari che mette al tappeto Vespa dimostrandogli con dati incontrovertibili che gli inceneritori sono dannosi per salute, devastanti per l’ambiente e totalmente privi di senso dal punto di vista economico?
Rabellino è in politica da alcuni anni, lo ricordo molto preparato e spregiudicato, veloce di lingua ed abile oratore. A stendere il programma del suo partito ha collaborato un mio caro amico, ho avuto occasione di leggerlo più volte, si parla di opposizione al TAV, di signoraggio, di morti sul lavoro, di risparmio energetico e di critica alla globalizzazione. Perché mai dovrei negarmi il piacere di assistere alla scena in cui Rabellino lascia Vespa senza parole ...
Una tempesta magnetica deve essersi abbattuta sulla casa di Guido Olimpio, il giornalista del Corriere definito e riconosciuto da molti come “esperto di anti-terrorismo” a livello mondiale.
Vicino agli ambienti investigativi americani, Olimpio vive a Washington, e scrive regolarmente su AlQueda, bin Laden, Al Zawhiri & company.
Però, nonostante le sue entrature con la CIA; nonostante le sempre più risibili uscite di binLaden, che col tempo ringiovanisce invece di invecchiare; nonostante sia noto che AlQueda fu creata dalla stessa CIA; nonostante l’FBI abbia dichiarato di non avere alcuna prova tangibile contro lo sceicco saudita; nonostante Scotland Yard abbia riconosciuto che AlQueda non ebbe nulla a che fare con gli attentati di Londra; e nonostante mille altri indicatori in questo senso, Olimpio sembra essere uno dei pochi individui al mondo che non nutrono il minimo dubbio sulla realtà di AlQueda, al punto di parlarne regolarmente all’indicativo (v. link in coda).
Questa sua accettazione supina, totalmente acritica, della cosiddetta “verità ufficiale” stride ancora di più con un suo breve articolo, uscito alla chetichella sul Corriere dell’altro ieri, nel quale Olimpio si domanda: “C’è un’altra verità, come tanti sospettano, dietro l’uccisione di Robert F.Kennedy, avvenuta in un hotel di Los Angeles nel giugno del 1968?“
La domanda sembra addirittura retorica, visto che Olimpio porta sufficienti elementi a supporto della teoria alternativa ...
di Marco Cedolin
La multinazionale Impregilo, primario gruppo italiano nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria, il cui pacchetto di maggioranza è attualmente nelle mani delle famiglie Benetton, Gavio e Ligresti, continua a tenere fede al suo ruolo di leader nella costruzione delle grandi opere e nella creazione di altrettanto grandi devastazioni ambientali e sociali. Sono infatti una sequela infinita le tragedie ambientali, i dissesti del territorio, le violazioni dei diritti umani, i conflitti politico sociali, le deportazioni e gli esodi forzati di popolazione e gli sprechi di risorse finanziarie ed umane direttamente o indirettamente imputabili all’operato della multinazionale italiana.
Già fra il 1976 e il 1982 Impregilo (allora Impresit-Cogefar) partecipò alla costruzione della diga Chixoy in Guatemala, un progetto il cui costo finale di 800 milioni di dollari si rivelò del 300% superiore alle previsioni e determinò un’espansione del debito pubblico del paese centroamericano nell’ordine del 45% del suo intero ammontare. I finanziamenti provennero dalle casse della Banca Mondiale e della Banca Interamericana di Sviluppo. Gli abitanti dei territori interessati dal progetto furono costretti al trasferimento coatto e di fronte alla loro riluttanza ad abbandonare le proprie terre e le proprie case si scatenò una campagna di terrore ...
In occasione del trentennale del sequestro Moro, proponiamo agli utenti che conoscono l’argomento di dare il proprio contributo a un specie di “indagine collettiva”, riassumendo i fatti noti e supportandoli, ovunque possibile, con adeguati link.
Il suggerimento è di evitare ipotesi gratuite o “preconfezionate”, per arrivare invece ad un elenco completo dei dati fissi e verificabili che abbiamo a disposizione: che cosa sappiamo, di certo, che ci può aiutare a fare luce su quella vicenda? Che cosa possiamo dedurre, dai risultati della Commissione Pellegrino? Che cosa hanno dichiarato la moglie e il figlio di Moro? Quali sono le “coincidenze” che rischiano di non essere state tali? Che cosa possiamo dire, di certo, delle “Brigate Rosse”, e quali sono invece le contraddizioni nel loro percorso storico? Quali sono le testimonianze affidabili, sulle quali fare perno per ricostruire la verità? Eccetera...
Cerchiamo prima di costruire una mappa con dei paletti fissi, e a quel punto vedremo quali e quante ipotesi sarà possibili formulare.
(Un utente appena iscritto ha postato questa lettera in un forum).
Scusate, sono nuovo, ho provato a dare uno sguardo in giro ma non mi sembra di aver trovato un topic in cui inserire la prossima lettera: a tal proposito, prima di leggerla, vi spiego che è una lettera che mandai a un importante periodico italiano, ma che nonostante la gravità del tema non è stata presa in considerazione.
Gentile direttore,
[...]
Arriviamo al dunque: ho 31 anni, una laurea e un master e da qualche anno lavoro. Soffro di depressione, lo sapevo da anni anche se ho deciso di andare a farmi curare solo 2 mesi fa. In passato ho tentato il suicidio, seriamente, una volta, col gas: fallito per una casualità, e fuggito via anche l'impulso di riprovarci, per un bel po'. Due mesi fa sentii che stavo ripercorrendo lo stesso percorso mortifero, e ho deciso di andare da uno specialista, che dopo un incontro mi ha diagnosticato una sindrome depressiva e prescritto l'uso dell'Efexor, in capsule, insieme al sostegno di una terapia di supporto psicologico di almeno un paio di anni. L'Efexor mi ha fatto scomparire i disturbi psico-somatici (gastrici, cefalee etc.), mi ha reso stabile l'umore, ma una stabilità dell'umore livellata verso il basso: ossia sempre nero, con gravi conseguenze sulla mia capacità di intrattenere anche i minimi rapporti sociali e professionali, e con quotidiani pensieri suicidi.
Al secondo incontro con il mio dottore, dopo quasi due mesi (cioè pochissimo tempo fa) ho fatto presente che la medicina, a livello umorale, non sortiva risultati di rilievo: abbiamo convenuto sul fatto che potesse essere una fase del trattamento, superabile in poco altro tempo: del resto i primi risultati erano positivi, ...
Marcello Pamio (www.disinformazione.it) ha scritto un breve libro sui videogiochi, nel quale descrive la parabola storica in cui degli innocenti passatempo si sono trasformati in una vera e propria “bambinaia elettronica” per i nostri figli, per poi essere presi in mano direttamente dal Pentagono, che li ha portati ad evolversi fino a far chiudere definitivamente il gap fra violenza virtuale e violenza reale. Con scopi che sembrano andare ben oltre il semplice profitto economico.
L’intento di questo lavoro - come scrive lo stesso Pamio – è di “sensibilizzare le persone, i genitori, gli educatori i maestri, gli insegnanti (in pratica tutte quelle persone che hanno la responsabilità enorme di accompagnare i giovani adulti lungo un percorso di crescita evolutiva), e gli stessi giovani, su un problema sociale gravissimo e insidioso, ma ovviamente poco pubblicizzato dai media: la pericolosità della violenza indotta dai videogiochi! Alcuni videogiochi (e non tutti).”
La fabbrica dei piccoli mostri – di Marcello Pamio
Prefazione di Maurizio Blondet
Non basta che il sistema scolastico sforni giovani semi-analfabeti, in cui per di più ha ammazzato ogni curiosità culturale ed ogni voglia di imparare, e in cui fermenta il bullismo griffato. Non basta una pubblicità indecente onnipresente, che "sessualizza" i bambini dall'età di sette anni, e li incita ad obbedire ai loro primi impulsi. Non basta il clima generale che glorifica la "trasgressione", il facilismo e l'edonismo più dozzinale. Non basta che queste "agenzie educative", spettacolo, pubblicità e tv, potenti quanto irresponsabili, promuovano modelli nefasti che vengono adottati da ragazzi indifesi. Apprendiamo che parte importante di questo sistema diseducativo sono anche i videogiochi violenti. Sui quali questo documentato saggio di Pamio richiama la nostra attenzione sgomenta.
E' come se fosse in atto un progetto deliberato e convergente per trasformare i nostri figli in poltiglia umana, ...
di Marco Cedolin
La questione dei rifiuti di Napoli sta conoscendo ogni giorno che passa risvolti più grotteschi, trasformandosi in una sorta di teatro dell’assurdo dove le velleità di propaganda elettorale s’intrecciano con l’incapacità manifesta di coloro che sono deputati a gestire l’ormai eterna emergenza.
Il vice commissario delegato per l’emergenza rifiuti Franco Giannini ha così offerto una perla senza eguali, estremamente indicativa dello stato confusionale che alligna nella mente di amministratori e tecnici tanto incompetenti quanto pericolosi. Giannini dentro all’uovo di Pasqua ha pensato bene di far trovare ai napoletani il “consiglio” di trattenere in casa la munnezza durante le vacanze pasquali, evitando di tradurla nei cassonetti (o sarebbe meglio dire nelle strade) prima di mercoledì. Questo poiché durante le feste l’aumentata produzione di rifiuti e la ridotta attività degli impianti di Cdr potrebbero contribuire a peggiorare la già drammatica situazione.
Se i napoletani metteranno in pratica il “consiglio” di Giannini diminuirà così l’altezza dei cumuli di rifiuti nelle strade (sotto agli occhi di tutti), ...
(Due spezzoni del discorso di Obama, sottotitolati in italiano)
In 24 ore Barak Obama è riuscito a capovolgere una situazione per lui disastrosa, trasformandola nella carta che potrebbe anche permettergli di conquistare la presidenza degli Stati Uniti. Sono due giorni che in America non si parla d’altro.
Tre giorni fa è improvvisamente comparso su tutte le televisioni d’America lo spezzone di una predica in cui il pastore della parrocchia di Obama (nero, cristiano protestante) si lanciava in un violento discorso contro “i ricchi bianchi che controllano l’America“, nel quale non era difficile distinguere toni di “razzismo capovolto”: quello che deriva dell’odio innegabile che buona parte dei neri americani prova per i bianchi loro connazionali.
Per un candidato che sostiene di voler unire neri e bianchi, asiatici e ispanici sotto la stessa bandiera, non era certo un buon biglietto da visita.
Colto alla sprovvista, Obama non ha saputo replicare immediatamente all’attacco ...
di Andrea Eremita
Tra le tante guerre dimenticate ce n’è una più dimenticata delle altre. Questa guerra non si combatte a migliaia di chilometri di distanza, non ci sono reportage che ne parlano in TV, e nemmeno se ne occupano i giornali. Ciononostante questa guerra si combatte in casa nostra, nel campo appena fuori città, e anche nell’orto sotto casa.
È la guerra che l’uomo moderno ha intrapreso con la natura per trarre sostentamento, per averne cibo.
Nel corso della storia l’agricoltura è mutata radicalmente, ma tale mutamento è stato lento, ed è avvenuto in stretta comunione con la natura, che ha sempre dettato la misura di ogni cambiamento.
In questo modo, conformandosi ai ritmi della natura, l’uomo non ha mai provocato dissesti tali da comprometterne l’equilibrio. La stessa rivoluzione industriale ha fornito i mezzi per ottimizzare il ciclo produttivo, ma si è trattato di un mutamento limitato all’ambito organizzativo e pratico, che non ha interessato la biochimica della terra.
Invece, a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso, l’agricoltura ha subito un cambiamento radicale dovuto al progressivo utilizzo dei prodotti chimici di sintesi, deputati alla fertilizzazione dei terreni, alla disinfestazione da parassiti, alla protezione e al rafforzamento delle culture stesse. Tali prodotti sono definiti fitofarmaci o agrofarmaci.
Nello spazio di circa cinquant’anni, la figura del contadino è cambiata radicalmente. Da uomo intimamente legato alla propria terra, capace di integrare alla perfezione i cicli di produzione ...
di Marco Cedolin
Dopo trent’anni dall’assassinio di Aldo Moro non è ancora stata fatta (e probabilmente non lo sarà mai) piena luce sulle dinamiche e sulle responsabilità concernenti una delle pagine più buie della storia italiana. Sull’argomento sono stati scritti libri e costruiti film e documentari, alcuni dei quali molto interessanti, ma la verità sembra continuare ad allignare al di sotto della superficie, per emergere solo a tratti e in maniera parcellare, nonostante gli sforzi dei tanti che hanno cercato e stanno cercando di ricostruire la vicenda.
Il Ministro degli Esteri Massimo D’Alema che al tempo dell’uccisione dello statista democristiano ne era antagonista militando nel PCI, non sembra invece interessato tanto alla ricostruzione della tragedia, quanto piuttosto a raccoglierne l’eredità politica, imbarcando proditoriamente il pensiero di Aldo Moro sul pullman del Partito Democratico per meri interessi di campagna elettorale.
In un’intervista comparsa sull’Unità D’Alema ha dichiarato infatti di considerare il PD l’erede della “visione democratica di Moro” in quanto erediterebbe “la visione della necessità di una democrazia compiuta, di una riforma delle istituzioni in grado di organizzare una democrazia dell’alternanza” mentre il PDL di Berlusconi invece rappresenterebbe “il contrario di Moro”...
Leggi tutto: Porta a porta