di Marco Cedolin
La questione dei rifiuti di Napoli sta conoscendo ogni giorno che passa risvolti più grotteschi, trasformandosi in una sorta di teatro dell’assurdo dove le velleità di propaganda elettorale s’intrecciano con l’incapacità manifesta di coloro che sono deputati a gestire l’ormai eterna emergenza.
Il vice commissario delegato per l’emergenza rifiuti Franco Giannini ha così offerto una perla senza eguali, estremamente indicativa dello stato confusionale che alligna nella mente di amministratori e tecnici tanto incompetenti quanto pericolosi. Giannini dentro all’uovo di Pasqua ha pensato bene di far trovare ai napoletani il “consiglio” di trattenere in casa la munnezza durante le vacanze pasquali, evitando di tradurla nei cassonetti (o sarebbe meglio dire nelle strade) prima di mercoledì. Questo poiché durante le feste l’aumentata produzione di rifiuti e la ridotta attività degli impianti di Cdr potrebbero contribuire a peggiorare la già drammatica situazione.
Se i napoletani metteranno in pratica il “consiglio” di Giannini diminuirà così l’altezza dei cumuli di rifiuti nelle strade (sotto agli occhi di tutti), ... ... mentre i sacchetti di munnezza si affastelleranno più o meno ordinatamente dentro agli appartamenti almeno fino a mercoledì, a solo beneficio dei padroni di casa e di amici e parenti che potranno allegramente goderne il lezzo durante il pranzo pasquale. Mentre da giovedì le strade torneranno a riempirsi raccogliendo in una volta sola i rifiuti di una settimana che si ammonticchieranno in cumuli più alti dei precedenti, destinati a durare a lungo a causa della cronica limitata operatività della macchina preposta al raccoglimento del pattume.
Nel “consiglio” del vice di De Gennaro, in sé semplicemente grottesco, purtroppo si riesce a leggere tutta l’incapacità di una classe politica che si propone di rimediare all’emergenza dei rifiuti di Napoli (probabilmente creata ad arte) esclusivamente attraverso la pratica dell’incenerimento che contribuirà ad incrementare in maniera esponenziale la vera emergenza costituita dai drammatici problemi di salute che affliggono gli abitanti dell’ormai tristemente noto “triangolo della morte”.
In assenza di qualunque serio piano programmatico di gestione e smaltimento dei rifiuti, basato sulla raccolta differenziata, il riciclaggio ed il riutilizzo, il futuro governo Veltrusconi destinerà infatti ogni risorsa disponibile, per la costruzione e la messa in attività di tre megainceneritori situati ad Acerra, (già in fase di completamento) Santa Maria di Fossa e Salerno (quest’ultimo neppure ancora in fase di progetto) che trasferiranno semplicemente la munnezza accumulata nelle strade di Napoli direttamente dentro ai polmoni dei napoletani, ammorbando ulteriormente di veleni i terreni coltivati e quelli destinati a pascolo.
Il Presidente del Consiglio Romano Prodi, sfruttando l’onda emotiva dell’emergenza rifiuti in Campania, lo scorso 31 gennaio 2008, ha inoltre firmato un’ordinanza con la quale concede, in deroga alla legge vigente, i contributi Cip6, pagati con il denaro dei consumatori, per i tre inceneritori campani, ristabilendo di fatto la truffa delle “assimilate” anche per il futuro, trattandosi d’impianti che vedranno la luce fra molti anni ed usufruiranno degli incentivi fino ad oltre il 2020.
Alla luce di queste considerazioni non dovremo stupirci se il prossimo “consiglio” esperito dal team De Gennaro inviterà i cittadini napoletani a provvedere personalmente a bruciare i sacchetti della spazzatura sul balcone delle proprie abitazioni, fino a quando non sarà possibile bruciarli collettivamente nei forni inceneritori, con buona pace per il rispetto della salute e dell’ambiente.
Marco Cedolin
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