In questo lungo monologo-confessione, Claudio Borghi affronta dei quesiti che noi ci poniamo costantemente: fino a che punto è possibile cambiare le istituzioni "da dentro"? E con quale velocità lo si può veramente fare? Quali sono gli ostacoli reali, che magari da fuori non si vedono? Il caso della Rai e della Banca d'Italia sono esemplari al riguardo. (Nella seconda metà del video Borghi affronta invece la questione delle alleanze in Europa).
Beppe Grillo proprio non riesce a rassegnarsi all'idea che il suo tempo è finito, e che dovrebbe ritirarsi in un dignitoso silenzio. Invece, pur di far parlare di sè, continua a fare danni anche da "privato cittadino", quale lui sostiene di essere diventato.
Dopo aver messo la sua firma al documento "pro-scienza" di Burioni, scatenando le giuste ire di tutto il popolo free-vax, ora non ha trovato di meglio che annunciare che parteciperà di persona al prossimo convegno dei terrapiattisti, che si terrà a Palermo il 12 di maggio.
E lo ha fatto nel solito modo codardo e ambiguo, dicendo tutto ed il contrario di tutto: “Amate e coccolate il terrapiattista che è in voi. Nonostante sostengano delle assurdità, molti di loro non sembrano né pazzi e né incattiviti. Si riuniscono, spesso sono ben inseriti nella società, e fanno degli incontri incredibili in grandi alberghi in giro per l’America”.
Nelle gare di motociclismo c'è una regola d'oro: se due piloti riescono ad andare in fuga e a distanziarsi dal gruppo degli inseguitori, l'ultima cosa che devono fare è mettersi a duellare fra loro. Ogni volta che si mettono a duellare per cercare di superarsi, infatti, uno dei due deve uscire dalla traiettoria ideale, e questo comporta una perdita di tempo cumulativa per tutti e due, che rischiano così di farsi riprendere dagli inseguitori. Ai piloti in fuga conviene quindi mantenere le posizioni che hanno, allungando casomai sugli inseguitori, per poi eventualmente giocarsi la vittoria all'ultimo giro.
Nella politica italiana sta succedendo la stessa cosa. Avevamo due partiti che erano schizzati in testa - nel cuore degli italiani - mettendo diverse lunghezze fra sè e l'opposizione, ma invece di mantenere il distacco ed addirittura incrementarlo, sostenendosi a vicenda, si sono messi a fare la guerra fra loro.
Ilaria Cucchi ha ben ragione di essere contenta. Finalmente la marea di omertà e ipocrisia che l'aveva sepolta per 9 anni è stata rimossa, finalmente c'è stata da parte dell'Arma una dichiarazione senza se e senza ma a favore della verità.
Ma le vera domanda è: perchè soltanto adesso?
Fa piacere infatti leggere il Generale Nistri che scrive alla famiglia Cucchi di «nutrire la vostra stessa impazienza che su ogni aspetto si faccia piena luce, e che ci siano infine le condizioni per adottare i conseguenti provvedimenti verso chi ha mancato ai propri doveri e al giuramento di fedeltà».
Ma dove è stato fino a ieri il generale Nistri? Perchè soltanto oggi questo cambio di direzione?
Non si comprende bene il motivo per cui il Garante per la privacy si sia improvvisamente interessato alla piattaforma Rousseau. Proprio adesso che da quella piattaforma stanno uscendo i nomi dei candidati al parlamento di Bruxelles.
Bene o male, si tratta di una piattaforma interna al Movimento 5 Stelle. Una tecnologia gestita dalla Casaleggio, e finanziata con i soldi privati della Casaleggio e degli stessi parlamentari 5 Stelle.
E' un pò - mutatis mutandis - come se su luogocomune facessimo un sondaggio sulle tendenze politiche del momento, e di colpo intervenisse il Garante per dirci che i nostri sistemi non sono adeguati, non garantiscono trasparenza, eccetera eccetera. Noi sicuramente risponderemmo: "Ma saranno cavoli nostri, o no?" In altre parole, se il sistema non garantisce trasparenza, non dovrebbero essere gli stessi utenti di luogogomune a lamentarsi, a richiedere dei miglioramenti, o eventualmente a smettere di usare il sistema, se non si fidano? Perchè dovrebbe intervenire il Garante, per una questione interna alla nostra comunità?
In un solo colpo, in un solo giorno, con una sola frase, Matteo Salvini è riuscito a svelare tutta l'ipocrisia di cui è imbevuta la sua persona.
Aveva a portata di mano la possibilità di fare un grande gesto - quello di dare la cittadinanza italiana a Rami, il ragazzo egiziano che ha salvato tutti i suoi compagni - ma se l'è bruciata con l'infelice uscita "Si faccia eleggere, e poi cambierà le leggi come vuole lui".
Certo, è vero che Rami ha chiesto la cittadinanza per sè ed anche per i suoi famigliari, ma almeno a lui Salvini poteva concederla. Poteva dire "intanto diamola a lui, poi per gli altri vedremo". Invece gli ha detto di no, e pure in modo arrogante e spocchioso.
Una bella ragazza. Giovane, simpatica, dinamica. Frequenta i giri di Berlusconi, allettata dalle promesse di notorietà televisiva. Passa diverse volte da Arcore, assiste alle serate bunga-bunga, ma non accetta di fare parte del gioco. Spera di portare a casa un contratto televisivo anche senza doversi abbassare a travestirsi da crocerossina con la minigonna.
Poi scoppia il caso Ruby, e lei viene coinvolta nelle testimonianze. E racconta tutto quello che ha visto ad Arcore. O quasi tutto. Il resto promette di raccontarlo in un libro, che - dice - sarà esplosivo.
Ma quel libro non vedrà mai la luce, perchè la ragazza improvvisamente si ammala, e finisce in ospedale. Dopo un mese muore, nonostante le cure intensive. Prima di morire confida ai parenti e ai dottori che teme di essere stata avvelenata.
Un'altra cinquantina di migranti salvati in mare, un'altra diatriba sulle responsabilità, un'altro psicodramma che si prepara a riempire i TG per i prossimi giorni. Con una differenza: questa volta la nave della ONG batte bandiera italiana. E siccome con la Seawatch Salvini aveva detto "è olandese, che se la prenda l'Olanda", presto salterà fuori qualcuno che si ricorderà di quella frase, e dirà "la nave è italiana, quindi dobbiamo prenderla noi".
A questo punto non è nemmeno divertente fare il totoscommesse su come andrà a finire, tanto sappiamo benissimo che si troverà la solita gabola all'italiana per farli sbarcare senza che nessuno debba perdere la faccia.
Ma il problema di fondo rimane, ed è lo stesso che avevamo già sollevato lo scorso gennaio, con un articolo intitolato "Davvero non possiamo fare niente?"
Teme la «colonizzazione» della Cina per un accordo che non c'è mentre tace sulle 113 installazioni militari USA in Italia
di Fabrizio Verde
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini dice no ad accordi con la Cina che possono «creare interferenze con il consolidato posizionamento internazionale dell’Italia» e addirittura configurare una «colonizzazione».
Se la questione non fosse molto seria ci sarebbe davvero da ridere di fronte all’ennesima uscita anti-cinese di Matteo Salvini.
Il leader leghista manifesta la sua preoccupazione circa un’eventuale «colonizzazione» dell’Italia. Il discorso è condivisibile ma c’è un piccolo problema che sembra sfuggire al padano convertito al nazionalismo: l’Italia è già colonizzata. Dagli Stati Uniti non di certo dalla Cina.
Per i bambini oggi era l'ultimo giorno di carnevale. Per il governo invece il carnevale continua.
In nessun altro paese al mondo sarebbe concepibile assistere ad un balletto così pietoso come quello della TAV. In un paese normale infatti una decisione sarebbe già stata presa da almeno un mese, e oggi nessuno sarebbe ancora qui a discuterne. Invece da noi abbiamo una situazione di stallo, con tanto di psicodramma nazionale, perchè i due azionisti di governo sono riusciti a trasformare questa decisione in uno strumento per misurare il proprio successo a livello elettorale.
Con una differenza però: mentre Salvini si trova davanti ad una situazione lose/win (ovvero, o perde o vince), per i 5 Stelle quella della TAV è comunque una situazione lose/lose (perdono in ogni caso).
Tre personaggi anonimi si sono candidati alla segreteria del PD. Tre persone insulse, senza carisma, senza idee, senza la minima spinta interiore che denunci una passione di qualunque tipo. Semplici caricature dell'uomo politico di una volta, questi tre fanno a gara a non offendersi, a non attaccarsi, a non dare l'impressione di odiarsi reciprocamente, misurandosi nella sublime arte della politica odierna: quella di riuscire a sembrare intelligenti e motivati senza dire assolutamente nulla di concreto.
Poi ci sono i 35.000 "volontari" che si sono svegliati presto domenica mattina per andare ad offrire il loro servizio ai gazebo. Lo fanno "perchè ci credono". Credono nel partito, credono nei loro dirigenti, e credono magari che anche loro un giorno avranno un posto di rilievo nella complessa e obsoleta gerarchia della "ditta". Nel frattempo, mentre loro lavorano gratis, si preoccupano di far sganciare due euro a ciascuno dei votanti alle primarie del PD. E così entro sera il partito avrà incassato (almeno) due milioni di euro, mentre loro hanno prestato il loro servizio gratuitamente, magari solo per ingraziarsi qualche personaggio importante della loro sezione.
Leggi tutto: Claudio Borghi: il potere ce l'avete voi