Di solito metto la puntata di Bordernights nei commenti liberi, ma l'intervista che abbiamo realizzato oggi all'avv. Miraglia merita l'attenzione della homepage.
di Giorgio Cattaneo *
Era nell'aria: il Governo del Tradimento si sarebbe apprestato a rimangiarsi anche l'ultima delle sue promesse. Ovvero: non gettare via miliardi in valle di Susa per il Tav Torino-Lione, senza prima averne verificato l'utilità. La verifica – la prima, nella storia – era arrivata nei mesi scorsi dopo decenni di silenzio da parte dei governi romani, per merito del ministro Danilo Toninelli. Verdetto negativo, firmato dal più autorevole trasportista italiano, il professor Marco Ponti, già docente del Politecnico di Milano e consulente della Banca Mondiale: un'opera faraonica e completamente inutile, perfetto doppione della linea Italia-Francia che già attraversa la valle di Susa, collegando Torino e Lione via Traforo del Fréjus, da poco riammodernato al prezzo di quasi mezzo miliardo di euro per consentire il passaggio di treni con a bordo i Tir e i grandi container “navali”. Lo sapevano anche i sassi, peraltro: il traffico Italia-Francia è praticamente estinto. Lo chiarisce la Svizzera, delegata dall'Ue a monitorare i trasporti transalpini: l'attuale linea valsusina Torino-Modane-Lione, ormai semideserta e destinata a restare un binario morto anche nei prossimi decenni, potrebbe aumentare del 900% il suo volume di traffico, se solo esistesse almeno il miraggio di merci da trasportare, un giorno.
Esattamente come era successo lo scorso inverno, quando i nostri governanti sbraitavano "2,4 o morte!", per poi dover scendere umilmente al 2,04, ora è successa la stessa cosa: Salvini sbraitava "Non ci impediranno di fare la flat-tax, non ci ricatteranno con la procedura di infrazione!", e invece ci hanno ricattato, e il ricatto ha funzionato benissimo. Per evitare la procedura di infrazione infatti ci hanno obbligato a raggranellare tutto quello che avevamo da parte - persino le monetine sotto i cuscini del divano - e mettere tutto sul piatto del "bilancio nazionale".
In questo modo non ci resta più alcun margine per fare manovre espansionistiche.
Ma non basta: la lugubre minaccia del "rischio infrazione" si è curiosamente verificata proprio nel momento in cui si facevano le nomine europee per il prossimo quinquennio, e si è dissolta nel nulla proprio ieri sera, a nomine avvenute.
Solo un cretino potrebbe non accorgersi della coincidenza.
Lo scorso 28 maggio, a Montecitorio, è stato discusso un provvedimento per lo sblocco del pagamento dei debiti da parte dell’amministrazione verso privati, anche attraverso l’utilizzo dei Minibot presenti nel Contratto di Governo M5S – Lega. La mozione, dapprima approvata all’unanimità, è stata successivamente respinta da una parte delle opposizioni. Perché questo dietrofront? Ai microfoni di Byoblu risponde Pino Cabras, già membro della Commissione Finanze alla Camera per il Movimento 5 Stelle.
Cabras racconta, dal suo punto di vista, non solo la marcia indietro del PD sui Minibot, ma anche il loro impiego per rilanciare l’economia, il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti per contrastare lo spread e la necessità di finanziare una nuova televisione per avere un’informazione libera e indipendente, al di fuori dei circuiti mainstream.
A me il discorso di Conte è piaciuto molto. Ha offerto un bagno di realismo per tutti, parlando con onestà e con trasparenza, senza giri di parole e senza nascondersi dietro a un dito. Era da tempo che non si sentiva una tale chiarezza in un discorso politico.
Voi cosa ne pensate?
Scegliendo di confermare Di Maio come leader del movimento, i 5 Stelle si sono condannati all'irrilevanza politica.
Hanno avuto paura di riconoscere l'errore di fondo che la gestione "democristiana" del movimento comportava, e si sono messi da soli in un cul-de-sac che li porterà alla lenta estinzione.
Quando dicevo, già dall'anno scorso, che seguendo la strada del compromesso i 5 stelle avrebbero progressivamente perso quote sostanziali del loro elettorato, (purtroppo) non sbagliavo. Eppure la lezione non gli è bastata. Spaventati e tramortiti dalla batosta elettorale, hanno scelto di restare aggrappati alle posizioni già acquisite invece di cogliere l'occasione per riportare il movimento sul sentiero che ne aveva decretato l'immenso successo elettorale.
Uno strumento eccezionale, praticamente finito nel dimenticatoio, ora potrebbe tornare utile ai 5 Stelle.
Sto parlando della piattaforma Rousseau, la piattaforma digitale che permette di consultare tutti gli iscritti al Movimento 5 Stelle in tempo reale.
Dopo essere stata creata con grande fanfara, un paio di anni fa, la piattaforma è stata usata principalmente in due casi storici: quando si trattava di approvare l'accordo di governo con la Lega, ad inizio legislatura, e quando si trattava di decidere se Salvini dovesse o meno andare sotto processo per il caso Diciotti.
In altre parole, si è avuto l'impressione che in entrambi i casi la piattaforma sia stata usata per avere un alibi contro eventuali contestazioni da parte della base dell'elettorato. Una mossa di puro paraculismo, più che una reale intenzione di implementare la democrazia dal basso.
Ora invece si presenta l'opportunità di usare la piattaforma per quello che era stata concepita: sentire, vagliare e soppesare l'opinione degli iscritti, in un momento di innegabile svolta storica per il Movimento.
Dopo la clamorosa sconfitta dei 5 stelle, inizia la caccia al colpevole. C'è chi dice che il sud non è tornato a votare in massa, "perchè ormai il reddito di cittadinanza l'abbiamo avuto". C'è chi dice che i 5 Stelle hanno pagato il tradimento sui vaccini, poichè la fetta di elettorato free-vax sarebbe molto più grossa di quello che si immagina. C'è chi dice che i 5 Stelle hanno pagato i vari voltafaccia, sulla TAP, sugli F-35, sull'uscita dall'Euro ecc.
Ma nessuna di queste motivazioni può spiegare un crollo così verticale del supporto elettorale nell'arco di un solo anno. Non dimentichiamo infatti che il 4 marzo 2018 ben 9 milioni di italiani avevano votato cinque stelle, mentre oggi, ad un solo anno di distanza, quella cifra si è praticamente dimezzata. Nessun elemento singolo può giustificare una debacle così clamorosa.
In realtà non è possibile capire il tonfo dei 5 Stelle se non si tiene in considerazione il motivo originale per cui avevano avuto successo in primo luogo.
Personalmente non ho niente da dire sulle elezioni europee, se non che ritengo l'intero meccanismo del voto comunitario una enorme presa in giro nei confronti dei cittadini del nostro continente. Una maestosa messinscena, per dare ai cittadini l'illusione di contare qualcosa, quando in realtà votano per un parlamento completamente svuotato da ogni potere reale. Non solo, ma un parlamento le cui regole obbligano ad alleanze tanto complesse quanto intricate, al punto che le diverse forze politiche si annullano a vicenda nel momento stesso in cui sono costrette ad allearsi fra di loro in un gruppo unico.
In altre parole, il parlamento europeo sintetizza al meglio l'illusione della democrazia, permettendo a ciascuno di dire la sua, ma in modo tale che la voce di ciascuno annulli automaticamente quella altrui. Ne esce una tale caciara di voci contrastanti, che alla fine non riesce a cambiare niente di sostanziale. E mentre si ottiene questo perfetto immobilismo funzionale, le elite tecnocratiche controllano dall'esterno - tramite il controllo del debito e dei meccanismi finanziari - la vita delle varie nazioni.
di Riccardo Pizzirani
Il documento che segue è un dossier di 70 pagine che documenta il trasformismo di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle nell'arco del tempo, nei confronti delle politiche vaccinali nazionali. Iniziando come i più coraggiosi divulgatori dei problemi delle vaccinazioni, quando il Movimento 5 Stelle non si faceva problemi a dire la cosa giusta anche se scomoda, ha poi attraversato una fase di ipocrisia che è approdata, ora che sono al governo, nel dire la cosa comoda anche se è ingiusta. Anche su temi di primaria importanza, come la salute dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Ma davvero serve a qualcosa votare per le europee? Possiamo davvero illuderci che il parlamento europeo possa portare qualche cambiamento sostanziale al modo in cui viviamo? Dobbiamo ancora credere ai partiti che ci raccontano la storiella che l'Europa "va cambiata da dentro"? Oppure quella delle europee è soltanto un'ottima scusa per i partiti per fare la conta a livello nazionale?
In questa intervista Francesco Amodeo racconta di un'Italia che volava, con la lira, negli anni 90, prima che Francia e Germania decidessero di ingabbiarci con l'Euro. E spiega perchè votare oggi per il parlamento europeo non serve a nulla, in quanto si tratta di un parlamento completamente svuotato di poteri.
[Grazie a Peonia per la segnalazione].
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