Chiacchierata con Emanuele Palmieri e Riccardo Pizzirani (Sertes) sul documento relativo agli UFO pubblicato di recente dal Pentagono.
A 90 anni se n’è andato Michael Collins, il terzo astronauta della missione Apollo 11, insieme a Neil Armstrong e Buzz Aldrin. (Armstrong è morto una decina di anni fa, Aldrin è ancora in vita).
Collins è stato soprannominato anche “l’astronauta dimenticato”, poiché fu l’unico dei tre – secondo la narrazione ufficiale – a non mettere mai piede sulla luna. Mentre Armstrong e Aldrin sgambettavano allegramente sulla superficie del nostro satellite – ci dice la NASA - al buon Collins era stato riservato il compito di restare nel modulo di comando, in orbita attorno alla luna, in attesa che i due “moonwalkers” ne facessero ritorno.
Passò circa 24 ore in completa solitudine. Il suo ruolo era quello di gestire le comunicazioni con la terra, oltre che di tenere d’occhio gli strumenti di bordo, e assicurarsi che tutto funzionasse regolarmente.
Ebbene, fra le tante incongruenze di questi presunti “viaggi lunari” ce n’è una in particolare che mi ha sempre colpito, e che riguarda proprio Collins. Perché quest’uomo non ha scattato una serie di fotografie delle stelle e delle galassie lontane?
Il sito di Beatrice Silenzi
Riprendiamo la discussione a distanza con Polidoro sul vice-sceriffo Roger Craig, un personaggio fondamentale della storia del caso Kennedy che da solo, con la sua testimonianza, mette in crisi l'intera versione ufficiale.
A prima vista, la notizia è di quelle succulente. Il Nuovo Ordine Mondiale getta la maschera, e apre addirittura una pagina Web con sede alle stesse Nazioni Unite. Il logo dice chiaramente Nazioni Unite - Nuovo Ordine Mondiale.
La pagina di apertura ti accoglie con la scritta “riprendiamoci il pianeta”, e più sotto compare la scritta: “Il Progetto del Nuovo Ordine Mondiale delle Nazioni Unite è una iniziativa globale di alto livello fondata nel 2008 per promuovere un nuovo paradigma economico, un nuovo ordine politico, e più ampiamente un nuovo ordine mondiale per l’umanità, che raggiunga gli scopi globali delle Nazioni Unite per uno Sviluppo Sostenibile entro il 2030, e la felicità, il benessere e la libertà di ogni forma di vita sulla terra entro il 2050."
Sembrerebbe la classica mascheratura di buone intenzioni, utilizzata per “sbatterti in faccia” una realtà innominabile, di cui tutti sospettano l’esistenza. Di fronte ad una pagina del genere, la prima reazione che viene è quella di dire: “guarda questi bastardi, hanno addirittura la sfacciataggine di fondare un sito chiamato in questo modo, e proprio sotto l’egida delle Nazioni Unite”.
Prima e seconda parte del video trasmesso su contro.tv
Devo pubblicare un chiarimento, relativo alla questione Carcano/Mauser: NON ESISTONO immagini del ritrovamento del Mauser. Nella clip che ho utilizzato io, presa da “Evidence of Revision”, il montatore ha usato le immagini del ritrovamento del Carcano per sovrapporle alla testimonianza di Roger Craig. Ma quello che conta è la testimonianza di Craig, e non le immagini video (che ovviamente non corrispondono).
Come la storia degli ultimi decenni ci ha insegnato, i "grandi attentati" portano con sé quasi sempre dei livelli multipli di lettura, oltre a quello, primario, della destabilizzazione. Questo meccanismo poteva non essere del tutto chiaro nel lontano dicembre 1969, quando esplose a Milano la bomba di Piazza Fontana.
Riascoltando però le rievocazioni storiche di quel giorno, qualcosa di curioso salta all'occhio: quel giorno non fu una, ma furono ben tre le banche prese di mira dagli attentati. Non solo ci fu un'esplosione alla Banca dell'Agricoltura di Milano (quella che causò 13 morti e dozzine di feriti), ma ve ne fu anche una alla Banca Nazionale del Lavoro di Roma (che fortunatamente causò solo feriti, ma nessun morto).
La polizia inoltre trovò otto kilogrammi di esplosivo piazzati in una terza banca di Milano, la banca Commerciale, che furono disinnescati dagli artificieri prima che esplodessero.
Puntata di contro tv del 21 nov. 2019
Quando è uscito sul Fatto Quotidiano l’articolo di Ivo Mej che parlava di American Moon, Paolo Attivissimo ha scritto indignato al direttore Peter Gomez, chiedendo una “rettifica” rispetto ai suoi contenuti. In altre parole, Attivissimo reputava l’ipotesi del falso lunare talmente insostenibile da un punto di vista oggettivo che pretendeva da Gomez, in base alle leggi vigenti, una correzione nel rispetto dei fatti (secondo lui) “dimostrati”.
Gomez però gli ha risposto che siamo nel mondo delle opinioni, e che la sua valeva esattamente quanto quella di Ivo Mej. Comportandosi in modo assolutamente corretto, inoltre, Gomez offriva ad Attivissimo “pari spazio con pari visibilità” per replicare ai contenuti del pezzo di Mej. Attivissimo però rifiutava sdegnato, dicendo che “non voleva regalare dei click gratuiti a Gomez” (come se Il Fatto Quotidiano avesse bisogno di Attivissimo per farsi conoscere meglio). La cosa quindi finiva lì.
Accade che qualche giorno dopo Attivissimo si fa intervistare da Vanity Fair sulla questione del falso allunaggio.
Leggi tutto: UFO e Pentagono: il cambio di paradigma