L'utente Music Band ha fatto una lunga ricerca sul caso di Ustica, pubblicando un articolo in tre parti. Le prime due (1, 2) fanno da introduzione, e riassumono le teorie più credibili formulate fino ad oggi. La terza parte, che di seguito pubblichiamo, introduce una ipotesi meno frequentata - ma altrettanto ben argomentata - che viene presentata nel libro di Claudio Gatti "Il quinto scenario" .
Mistero al punto Condor (parte terza)
Non è possibile analizzare nel dettaglio tutte le teorie che sono state elaborate sul disastro di Ustica anche perché i fatti sono tantissimi ma come abbiamo detto, molti libri sono stati scritti e c'è di conseguenza la possibilità di approfondire un po' tutti gli aspetti del caso.
Non è nemmeno possibile esporre la metodologia e i dati raccolti da Claudio Gatti per la sua teoria sui caccia israeliani perché ci vorrebbe un volume intero che inoltre esiste già ed è stato scritto dallo stesso autore; si tratta appunto del libro: “Il quinto scenario”.
In estrema sintesi, la sua indagine verte sulla situazione internazionale di quel periodo e su alcuni fatti cruciali che portano a una tesi indiziaria. Gatti trova molti riscontri e scopre tutta una serie di eventi rilevanti che vanno a comporre un puzzle basato su prove indiziarie ma molto coerente.
Leggendo il suo libro apprendiamo che in quei giorni c'era una forte tensione tra Italia, Francia, Stati Uniti e Israele. L'Italia si sa, è un paese a sovranità limitata ma all'epoca aveva buoni rapporti commerciali con l'Iraq e pure con la Francia che era anch'essa in affari con lo stato arabo, al punto che avevano fornito all'Iraq una certa quantità di uranio arricchito per la loro centrale nucleare di Osiraq e si erano accordati per un'altra fornitura.
Il gruppo di Deviance Project ha condotto una serie di "esperimenti sociali", intervistando per la strada cittadini qualunque su diversi episodi "false flag" della storia recente. Il caso dell'Operazione Northwoods, il modello universale di operazione false flag, la Loggia P2 oppure il caso di Nayirah, la finta nurse kuwaitiana che servì per scatenate la prima Guerra del Golfo.
Le reazioni del pubblico sono state molto diverse. Secondo voi c'è più da deprimersi oppure da esserne confortati?
(All'interno gli altri video)
di Luca Chiesi
Mercoledì 20 dicembre 2017 ho proposto la visione del documentario “American Moon” di Massimo Mazzucco in una scuola di Reggio Emilia, il Liceo Europeo “IESS” (www.iess.it), ad un gruppo di studenti con età compresa tra i 15 e i 18 anni, nell’ambito di un progetto relativo alla realizzazione di un nostro piccolo documentario.
Questo articolo vuole brevemente raccontare questa esperienza e riportare i commenti e le riflessioni degli studenti. Un aspetto che vale la pena sottolineare, prima di iniziare, è il diverso atteggiamento che hanno avuto docenti, studenti e famiglie, prima, dopo o durante la visione stessa.Lo scambio di vedute tra noi docenti è riservato e non lo riporterò. Ma in sintesi tra chi si è espresso (dopo averlo preventivamente visto) c’è stata una sostanziale bocciatura del documentario, in quanto ritenuto non adatto a studenti così giovani.
Ho comunque organizzato, a breve, una proiezione con una ventina di altri colleghi e sono certo che emergeranno dati più significativi per capire cosa ne pensano insegnanti di diverse discipline. Dai genitori con cui ho parlato mi sono arrivati feedback neutri o positivi. Per iscritto ne è giunto solo uno, ovvero: “Vedo in questo primo periodo che G. porta in famiglia i temi trattati nelle sue ore e ci rende partecipi alle visioni di video da lei suggeriti che aprono discussioni alcune volte controverse. Speriamo lei continui su questa strada e che G. acquisisca capacità critica positiva o negativa che gli consentirà di sostenere un suo pensiero”.
L’atteggiamento degli studenti è stato molto interessante. Avendo io premesso alla visione di “American Moon” che qualche collega lo riteneva inadatto per loro, i ragazzi alla fine si sono detti molti stupiti di questo fatto, non capendo per quale motivo degli insegnanti avrebbero dovuto sconsigliare tale visione, trovando il tutto ben documentato, l’argomento interessante, buona la realizzazione tecnica e apprezzando che le conclusioni fossero state lasciate aperte.
In questi giorni è successa una cosa molto bella: siccome alcuni utenti hanno manifestato la loro impossibilità ad acquistare il nuovo DVD "American Moon" (causa ristrettezze economiche), ci sono stati altri utenti - che vogliono restare anonimi - che mi hanno scritto in privato, offrendosi di pagare per loro. Ho deciso quindi di mettere anch'io a disposizione una decina di DVD gratuiti, per chi non può permettersi di acquistarli. Ne viene fuori un piccolo "pool" di copie gratuite, per chi non può permettersi l'acquisto.
Chi è interessato mi mandi una mail a redazione[chiocciola]luogocomune.net, specificando il vostro nick sul sito, oltre a nome e indirizzo completo.
La questione dei documenti "desecretati" sul caso Kennedy ripropone l'eterna domanda che si pone ogni volta che si parla delle grandi cospirazioni della storia: "ma quando verrà fuori la verità?"
Di solito a questa domanda io rispondo che la verità è subito disponibile, fin dall'inizio, per chi la vuole vedere, mentre ufficialmente non verrà mai riconosciuta fino in fondo. Ci sarà solo un lento trascinamento verso la verità, nel corso della storia, che sarà comunque e sempre frenato dalla volontà da parte delle istituzioni di non intaccare la credibilità delle istituzioni stesse.
L'omicidio Kennedy è un fake clamoroso. Si tratta di una palese messinscena, girata con centinaia di comparse, che aveva lo scopo di ingannare il mondo intero per togliere di mezzo un presidente scomodo. Basta studiare con un pò di attenzione le immagini disponibili per capirlo.
Prova #1 - LE COMPARSE
Siamo a Dealey Plaza, pochi istanti prima dell'inizio della presunta sparatoria. Guardate come sono tutte messe in riga le comparse che devono fingere di assistere al passaggio del presidente. Tutte belle allineate, come dei soldatini ubbidienti. Non c'è nessuno fuori posto, nessuno che alzi la mano per salutare il presidente. Queste sono chiaramente comparse che attendono gli ordini dalla regia, dopo essere state posizionate in modo regolare e ordinato lungo il percorso.
Il 22 novembre 1963 veniva ucciso a Dallas John Kennedy, l'ultimo vero presidente degli Stati Uniti. Dico "vero" perché è stato l'ultimo presidente ad avere il coraggio di mettersi apertamente contro i poteri forti.
Kennedy voleva reintrodurre la moneta stampata dal governo, e questo naturalmente non andava bene ai banchieri che gestivano la Federal Reserve. Kennedy voleva interrompere l'escalation militare che era in corso in Vietnam (prima che gli Stati Uniti entrassero ufficialmente in guerra accanto al Vietnam del Sud), e questo naturalmente non andava bene al complesso militare industriale. [...]
di Giuseppe Turdo
Scrivo le seguenti considerazioni da geologo e da studioso e appassionato di mission lunari, con una certa tendenza a credere al complotto a fasi alterne (v. nota a fine articolo).
Sinteticamente, per chi crede alla versione ufficiale, le rocce raccolte sulla luna costituiscono una delle prove a supporto della veridicità delle missioni Apollo. Per i sostenitori del complotto lunare, sono soltanto pietre raccolte (o fabbricate) sulla terra e spacciate per lunari. Dirimere la questione è difficile; si può tentare di fare una escursus storico dell’evoluzione delle conoscenze acquisite sulle rocce lunari, per cercare di capire da quale parte possa pendere la bilancia: complotto o versione ufficiale.
Sullo studio delle rocce lunari esiste una bibliografia sterminata, con tanto di analisi mineralogiche e chimiche. Tra l’altro, alcuni campioni sono stati studiati da laboratori di tutto il mondo e non solo dai geologi della NASA. Moltissime di queste analisi sono liberamente disponibili su siti internet e su varie pubblicazioni. Alle rocce raccolte durante le missioni Apollo (circa 380 Kg) vanno aggiunti alcune centinaia di grammi raccolti dalle sonde sovietiche e anche i campioni analizzati in situ dalle sonde Surveyor, Luna e Chang’e’.
Mi permetto subito di dire che, anche ammettendo che i campioni di roccia provengano effettivamente dalla luna, alcuni di essi non sono per niente rappresentativi della composizione originale del nostro satellite e ci dicono poco sulla sua geologia o, addirittura, sulla sua origine.
Dimenticavo che oggi era l'anniversario dello sbarco sulla luna. Dobbiamo celebrare...
di Marco M.
Un episodio inquietante riporta alla ribalta uno dei tanti "misteri italiani", quello legato al disastro del Moby Prince. Nella notte tra venerdì e sabato sera a Marina di Pisa è stato aggredito un consulente tecnico che si stava occupando della tragedia, in cui morirono 140 persone, il 10 aprile 1991, dopo una collisione con la petroliera Agip Abruzzo.
Quattro persone a volto coperto hanno drogato l'uomo, ex paracadutista di 39 anni e l'hanno chiuso nella sua auto, alla quale hanno poi dato fuoco. L'uomo ha ripreso subito i sensi, ed è riuscito a mettersi in salvo. Dalla sua macchina sono scomparsi alcuni documenti. Il consulente stava per incontrare l'avvocato Carlo Palermo e un importante testimone, che quella notte ha visto una bettolina di sette metri di fianco al Moby con tre persone a bordo. Le imbarcazioni degli ormeggiatori, dei rimorchiatori e della Guardia di Finanza quando sono arrivati al Moby Prince hanno visto questa imbarcazione e hanno cercato un contatto con gli occupanti, i quali senza dare spiegazioni sono andati via velocemente.
L'inchiesta sulla tragedia del Moby Prince è stata riaperta un anno fa grazie ad elementi portati proprio dall'avvocato Palermo, su incarico di Angelo e Luchino Chessa, i figli del comandante del traghetto. Navi militari americane più una francese quella notte, poco dopo le 22, stavano trasportando ingenti quantità di materiale bellico, compreso esplosivo, ...
Leggi tutto: "Aria sulla luna?"